Mangio una piadina in un wine bar con cucina tipica romagnola, nel centro di Bologna, locale figo, pieno di gente, ma molto impostato sul tradizionale. Romagna, Romagna, Romagna, ovunque.
Coda dell’occhio e orecchio destro colgono qualcosa che stona: i due ragazzi che lavorano come muli dietro alla cucina aperta a centro sala non quadrano con la Romagna. Il cuoco è polacco, e la cameriera-cassiera è ucraina. 18 anni lui, 25 la seconda.