Sembra una gigantesca ironia della storia che proprio mentre l’Occidente con il suo sistema finanziario crolla un pezzo per volta come una demolizione controllata vista alla moviola, i paesi che non si allineano più al suo modello di vita si riuniscano proprio in quell’Iran che viene additato come un asse del male dai media mainstream.
E proprio alle soglie della presentazione di tecnologie in grado di trasformare radicalmente la nostra realtà da parte di un soggetto – la Keshe Foundation, che abbiamo più volte citato su queste pagine – il cui titolare è l’ing. M. T. Keshe, di nazionalità iraniana.
Con tutta probabilità il cambiamento vedrà come teatro di confronto proprio questa nazione di cerniera tra Oriente ed Occidente.
Non possiamo che sostenere proiettando una soluzione pacifica e positiva di questo “duello”: presto il concetto di Oriente ed Occidente potrebbe diventare uno sbiadito retaggio di quando non avevamo ancora compreso che siamo una unica comunità umana, su un pianeta di cui non siamo proprietari, ma ospiti collaboranti.
Jervé - ICONICON
Perché i media occidentali sono furiosi al NAM summit di Tehran di Kourosh Ziabari – 04/09/2012
Il sedicesimo summit del Movimento di Stati Non-Allineati (NAM) è stato senza dubbio un trionfo diplomatico per l’Iran, e i politici occidentali lo sanno bene. Forse è in questo contesto che si possono spiegare la frustrazione e il fastidio dei media mainstream gestiti dagli stati occidentali.
Durante gli incontri, durati una settimana, tra esperti, ministri degli esteri, capi di stato e governi degli stati membri del NAM, numerose delegazioni di alto rango provenienti da 120 paesi dei cinque continenti si sono dirette a Tehran per partecipare in quello che viene visto come il più importante raduno diplomatico dopo quello dell’Assemblea Generale dell’ONU.
Questo gigantesco raduno internazionale – senza precedenti nella storia dell’Iran – si è tenuto mentre negli Stati Uniti, in Israele e nei paesi europei i loro alleati si è fatto di tutto per parecchio tempo per cercare di spingere l’Iran verso l’isolamento e per ritrarlo in un’orribile e distorta luce, come minaccia alla pace e alla sicurezza globali.
Tuttavia, sembra che alle nazioni non-allineate sia importato ben poco della furia mediatica lanciata contro l’Iran dai media israelo-occidentali, visto che centinaia di delegazioni di tutto il mondo sono venute in Iran per prendere parte al sedicesimo NAM summit, intavolare discussioni con rappresentati iraniani e e sfruttare questa opportunità per incoraggiare l’espansione di relazioni bilaterali con la Repubblica Islamica.
Ciononostante, il modo in cui i media mainstream occidentali hanno trattato questo importante evento diplomatico in Iran rivela fino a che punto arrivino la furia e la frustrazione dei poteri occidentali al successo del summit di Tehran e al delinearsi dell’Iran come attore determinante negli sviluppi internazionali. Una rapida occhiata ad articoli, interviste ed editoriali pubblicati dalle agenzie stampa e quotidiani occidentali ci rivela fino a che punto gli Stati Uniti e i loro alleati siano esasperati al NAM summit e soprattutto al fatto che il paese ospite sia proprio il loro popolare nemico, l’Iran.
In un articolo pubblicato il 30 agosto, il corrispondente del Guardian metteva in discussione l’importanza data al summit dall’Iran, ridicolizzando insolentemente l’ospitalità degli iraniani e come avevano accolto i loro ospiti di riguardo: “a guardare la televisione di stato iraniana si sarebbe pensato che il paese stesse ospitando le Olimpiadi. Una copertura televisiva senza sosta includeva reporter all’aeroporto che riprendevano l’atterraggio dei diplomatici come se si trattasse di atleti, e continue interviste ai delegati, ai quali veniva chiesto di rilasciare un commento sull’ospitalità degli iraniani e su che impressione Tehran avesse avuto su di loro”.
Censurando tutte le parti del discorso introduttivo tenuto dal presidente egiziano Mohamed Morsi, il giornale britannico The Guardian ha pubblicato selettivamente solo quelle parti in cui incolpava il governo siriano per l’esplosione di violenza nel paese, etichettando questi commenti come “inquietanti” per i leader iraniani.
In un editoriale pubblicato sul Guardian il giorno prima, il quotidiano britannico definiva l’Iran come un paese “fallito”, il cui obiettivo per ospitare il summit era di “provare che, per quanto messo in ginocchio dalle sanzioni, non era comunque isolato”.
Simili attacchi verbali sull’Iran hanno pervaso i media mainstram occidentali negli ultimi mesi, specialmente da quando il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha iniziatto a inviare lettere d’inviti ai leader del Movimento Non-Allineato. La campagna diffamatoria si è intensificata durante i giorni del summit e adesso è arrivata allo zenith in coincidenza con il raduno di 30 leader a Tehran per discutere i più importanti sviluppi globali.
Il New York Times, da tempo ai ferri corti con l’Iran, ha dichiarato guerra totale al Movimento Non-Allineato e all’Iran.
In un articolo pubblicato il 28 agosto, il falco di destra Thomas L. Friedman – a quanto pare furioso che un politico di così alto rango come il presidente egiziano si sia presentato al summit – chiede prima di tutto con chi questo movimeento sia non-allineato.
Continua poi dicendo: “È Morsi non-allineato in questa scelta? È non-allineato quando si tratta di scegliere fra democrazie e dittature – specialmente quella iraniana, così complice nell’aver schiacciato anche la ribellione siriana? E a proposito, perché Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha teso la mano a questo festival iraniano di facciata? Che tradimento della democrazia iraniana”.
In un fanatico articolo pubblicato sul quotidiano degli Emirati Arabi Uniti The National, l’autore Afshin Molavi, cittadino iraniano che lavora con organizzazioni neocon negli Stati Uniti, definisce “inutile” l’intero Movimento Non-Allineato, dicendo che “la visita di qualche diplomatico dall’Asia, dall’Africa e dall’America Latina non aiuterà il padre di famiglia iraniano costretto a fare due lavori per sopravvivere – intrappolato fra un soffocante regime di sanzioni e un’economia impestata di corruzione e incompetenza.
Anche altri media americani hanno presentato il summit ipocriticamente esagerando straordinariamente alcuni commenti rilasciati da Ban Ki-moon sulla necessità dell’Iran di migliorare il rispetto dei diritti umani: “Il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon ha reso noto che non si sarebbe trattenuto dal criticare l’Iran durante la sua visita al NAM summit a Tehran, ma gli sferzanti commenti sembrano aver colto i diplomatici iraniani di sorpresa solo poche ore dopo il suo arrivo” ha scritto l’Huffington Post in un articolo del 29 agosto.
L’inviato di RPN ha definito l’Iran come una nazione “spesso isolata” che è stata selezionata per ospitare questo immenso summit. “I paesi che fanno parte del Movimento Non-Allineato hanno perlopiù reciso i legami economici con l’Iran per poter rimanere in buoni termini con Washington”, ha detto, citando un associato del Carnegie Endowment for International Peace che cercava di minimizzare l’importanza del NAM summit e di convincere i suoi lettori che l’Iran non può guadagnarsi una reputazione semplicemente ospitando il summit.
Ci sono centinaia di altri simili esempi che attestano l’approccio duplice e ingannevole dei media occidentali nei confronti del NAM summit di Tehran. In uno sforzo comune e all’unisono mirato a mettere in dubbio l’importanza di questo straordinario evento internazionale, molti di loro hanno attaccato e perfino insultato l’Iran, ricorrendo a pregiudizi, cliché e luoghi comuni riguardo alla posizione dell’Iran nella comunità internazionale, facendo finta di non vedere il successo che questo summit ha avuto e le importanti dichiarazioni rilasciate dai leader del NAM, che hanno definito l’Iran come un importante e cruciale attore nella scena regionale e internazionale.
L’animosità dei media occidentali contro l’Iran non è affatto nuova. Fin dai tempi della Rivoluzione Islamica del 1979, che depose il monarca Mohammed Reza Pahlavi – installato dagli USA – ha avuto inizio la campagna di disinformazione e di propaganda nera contro l’Iran. Il NAM summit ha dato loro l’opportunità di rinnovare i loro attacchi; tuttavia, questa volta era piuttosto evidente la loro crescente rabbia al fatto che politici di ben 120 paesi avessero deciso di volare fino a Tehran per affermare o rafforzare i loro legami con l’Iran, mentre l’ala mediatica delle superpotenze non risparmiava alcuno sforzo pur di mostrare l’Iran come un paese solo e senza amici.