Perché ho smesso di fare l'avvocato.
Perché preferisco insegnare il diritto teorico, ovverosia un’utopia, piuttosto che praticarlo.
Perché per
secoli la giustizia ha sempre condannato povera gente, contadini,
schiavi, poveri, e mai i ricchi, i nobili, i potenti. E oggi non è
diverso. A essere condannati sono ragazzi tossicodipendenti, contadini,
spazzini, casalinghe, senzatetto, malati di mente, al massimo qualche
studente. Mai politici, magistrati, architetti, avvocati, notai, agenti
dei servizi segreti, poliziotti, carabinieri. Quelli, al massimo, si
“suicidano”.
Perché mi hanno sempre offerto di più per non difendere alcuni clienti che per difenderli, ove normalmente non si ricava nulla.
Perché la
stragrande maggioranza degli avvocati e dei magistrati il diritto non lo
conosce. E in fondo fa bene, perché il diritto non viene mai applicato
veramente.
Perché
la difesa dei deboli non è mai stata possibile nei secoli scorsi, e non
si poteva pensare che dopo millenni di soprusi il cambiamento di un
sistema legislativo potesse comportare anche un cambiamento di
mentalità.