Farmaco? No grazie prendo l'acqua.
Premessa
Visto l’enorme mole di argomentazioni attinenti e correlate al presente articolo, esso non potrà essere esaustivo, ma solo una sintesi, spero comprensibile, di un fenomeno che ha già fatto la storia e che continuerà a farla.
L’acqua, questa sconosciuta.
Nonostante l’incessante evoluzione(?) e il progresso tecnico-scientifico l’uomo arranca ancora sulle questioni basilari dell’esistenza e si va ancora chiedendo chi è, perché è qui e via di questo passo.
Molti tra scienziati, filosofi, artisti, dottori, studiosi ecc. hanno trovato risposte adeguate o comunque largamente condivisibili a qualche annoso quesito esistenziale, le loro considerazioni prima derise e dopo addirittura demonizzate li ha relegati nell’oblio professionale e a volte anche sociale, a grande fatica, con inamovibile convincimento, hanno continuato sulla loro strada donando la genuina e pura conoscenza all’umanità.
Ci ritroviamo così al giorno d’oggi, in un periodo di massima espressione tecnologica e scientifica, in cui non sappiamo nulla della vita nelle sue diverse espressioni: Gaia viene ridicolizzata ed offesa, il mondo vegetale del tutto ignorato, il mondo minerale considerato del tutto inerte, l’uomo stesso condannato a subire l’esistenza che potrebbe finire da un momento all’altro, l’universo dentro e fuori da ogni cosa ridotto da un meccanicismo disarmante e non per ultima l’acqua, risorsa vitale primaria per tutta la vita, considerata alla stregua di un qualsiasi liquido, senz’anima, inerte, con la sola utilità di dissetare, meglio se imbottigliata!
L’acqua registra tutto!