Arriva il "Colosso dei deserti": un'altra Balla
giovedì 16 agosto 2012
Dopo
Caronte, Minosse, Scipione, Caligola, Nerone e Annibale, è ora il turno
del Colosso dei deserti! Questa estate sempre più torrida sta mettendo
in ginocchio il BelPaese, causando da Nord al Sud danni alle colture
così pesanti da far parlare di vero e proprio stato di calamità.
Il
tempo ed il clima sono tutt'ora manipolati da una banda di criminali
senza scrupoli, con obiettivi ben precisi e con la piena collaborazione
delle autorità governative che, invece, dovrebbero essere preposte alla
tutela dell'ambiente, della salute dei cittadini e della stabilità
economica dei paesi. Sappiamo, però, che purtroppo non è così. ...
In Veneto sono più di 350 mila gli ettari in forte sofferenza, con
perdite che arrivano al 100 % nelle zone non irrigate della bassa
padovana e un calo delle rese complessivo stimato in oltre 7 milioni di
quintali per il granoturco e 560 mila quintali per la soia. In Lombardia
i raccolti di mais e pomodori hanno subìto tagli di oltre il 20 %.
Inoltre per salvare campi e raccolti gli agricoltori sono costretti a
usare a pieno regime le pompe per pescare l'acqua dai canali e irrigare,
con un aumento del consumo di gasolio pari al 30 %.
In
Emilia Romagna ad essere in ginocchio è soprattutto il settore
ortofrutticolo, secondo quanto emerso da una riunione della consulta
agricola regionale. Il lungo periodo di siccità, iniziato lo scorso
novembre, ha portato alla perdita fino al 100 % del raccolto nelle
province di Ferrara e Bologna. In Abruzzo calo del 30 per cento della
produzione di finocchi, radicchi e carote nelle coltivazioni del Fucino.
Si rivela urgente la necessità di ammodernare il sistema di
irrigazione.
In
Toscana secondo una prima stima sarebbero 60 milioni i danni provocati
da caldo e siccità. Il 30 per cento del pomodoro, il 50 per cento di
mais, girasoli e barbabietola sono già andati persi, mentre nelle stalle
le mucche hanno prodotto il 20 % in meno di latte a causa dello stress
causato dal caldo rovente. Anche in Lazio per l'agricoltura è codice
rosso; ad essere colpiti sono soprattutto castagneti, noccioleti,
oliveti, vigneti e ortofrutta mentre sono in pericolo anche gli
allevamenti zootecnici, sia bovini che ovini, che per la mancanza di
foraggio e per l'afa hanno ridotto drasticamente la produzione di latte
bovino e ovino. Nelle Marche le alte temperature registrate a luglio in
provincia di Pesaro, fino a 6 gradi superiori alla media, hanno portato a
un calo della produzione di girasole che va dal 20 % fino al 90 % per
chi ha seminato tardi.
In
Campania i danni alle coltivazioni di mais, pomodoro e uva e tabacco
sono stimabili in circa 50 milioni di euro. Infine in Puglia sono 108 i
milioni di metri cubi di acqua in meno negli invasi all’inizio di agosto
2012, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, una situazione
da allarme rosso per le produzioni orticole, frutticole e gli animali.
Calo del 25 % per i pomodori, mentre le mucche hanno prodotto in media
dal 10 al 20 per cento di latte in meno, con punte che arrivano anche al
50 per cento nei giorni più roventi. [1]
La
stazione H.A.A.R.P. di Gakona (Alaska), dispone di 180 antenne che,
lavorando di concerto, riescono a produrre a terra un ritorno di bassa
frequenza, sparando sulla ionosfera una ricaduta di 10 gigawatt (10
miliardi di watt). 10.000MW = 130 decibel (jumbo al decollo). Se
moltiplichiamo 1 w per migliaia di volte, si può immaginare la ricaduta
al suolo: esplosioni radianti (i famigerati boati...) a qualsiasi
altezza, terremoti a qualunque profondità, manipolazione del clima,
innalzamento della temperatura dell'aria...
H.A.A.R.P. non influisce sulle correnti a getto direttamente, ma in modo
indiretto. Se la ionosfera si espande nello spazio, la stratosfera
sottostante ad essa deve modificarsi per colmare quel vuoto e,
modificandosi, devia il corso delle correnti a getto di migliaia di
chilometri, alterando gli spostamenti dell'acqua nell'atmosfera.
H.A.A.R.P. è solo uno dei numerosi "riscaldatori ionosferici" installati
in tutto il mondo. Solo gli Stati Uniti ne contano tre: uno a Gakona ed
uno vicino a Fairbanks, in Alaska ed un altro ad Arecibo, in Puerto
Rico. La Russia ne ha installato uno a Vasir Surks, nei pressi di Nižni
Novgorod e l'Unione europea un altro nei dintorni di Tromso, in
Norvegia. Sfruttando un'azione congiunta, questi trasmettitori sono
potenzialmente in grado di alterare il clima di qualunque area del
pianeta, variando radicalmente la traiettoria delle correnti a getto ed
innescando temporali catastrofici o tremende siccità. Il riscaldamento
dell'atmosfera potrebbe persino cambiare l'epicentro degli uragani e
creare delle cupole di alta pressione in grado di deviarne il corso.
I cosiddetti "riscaldatori ionosferici" vengono sfruttati per le mutazioni atmosferiche.
I rapporti del'esercito statunitense lo dimostrano, il Pentagono lo
ammette nei documenti ufficiali, eppure smentisce il loro reale uso di
fronte all'opinione pubblica.
Il governo statunitense è fermo sulle sue posizioni e ribadisce che
H.A.A.R.P. è semplicemente una struttura per la ricerca meteorologica,
ma è forse un caso che dalla sua attivazione gli esperti abbiano
registrato bizzarre anomalie climatiche, tra cui massicce inondazioni,
uragani, drammatici periodi siccitosi e terremoti?
I calcoli matematici disponibili prevedono un "riassestamento" della
corrente a getto polare per il 26 agosto e ciò, in linea del tutto
teorica, dovrebbe portare a copiose precipitazioni e ad un repentino
calo delle temperature, sempre che i militari e chi per loro non
rovinino, ancora una volta, la festa. [2]
Fonti
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