Viaggio nei reami del Multiverso
tratto da: http://www.shan-newspaper.com
di Enrica Perucchietti
«Quando
fumi DMT ti ritrovi dentro quei dischi volanti per cui va pazza tutta
questa gente disorientata. Solo che ti ci ritrovi grazie a un atto
compiuto volontariamente, cioè grazie alla ripetibilità. E dopo aver
trascorso tre minuti circa in mezzo a macchine elfiche in continuo
mutamento, vieni ridepositato nel tuo appartamento quasi senza recare
segni dell'avventura. Ora, perché non diamo questa roba ai personaggi di
spicco della comunità ufologica o a chiunque abbia un interesse in
fenomeni psicologici inconsueti e nel paranormale...? ».
L'etnobotanico Terence McKenna raccontava così, in un convegno tenutosi a New York nel 1993, le sue esperienze sotto DMT (dimetiltriptamina), invitando i ricercatori di ufologia a testare la sostanza per comprendere la vera origine del fenomeno UFO. Questa sostanza psicotropa gli permise infatti di viaggiare, quale un novello sciamano, attraverso «numerosi reami, alcuni bellissimi, altri magici, e altri ancora terrificanti».
L'etnobotanico Terence McKenna raccontava così, in un convegno tenutosi a New York nel 1993, le sue esperienze sotto DMT (dimetiltriptamina), invitando i ricercatori di ufologia a testare la sostanza per comprendere la vera origine del fenomeno UFO. Questa sostanza psicotropa gli permise infatti di viaggiare, quale un novello sciamano, attraverso «numerosi reami, alcuni bellissimi, altri magici, e altri ancora terrificanti».
Se le
visioni esperite da McKenna sotto DMT ricalcano il modello tipico delle
esperienze indotte da sostanze psicotrope (espansione della coscienza,
viaggio nel tempo, immedesimazione in altre persone, animali, oggetti,
incontri con esseri fatati o addirittura “alieni”), tali visioni hanno
però una natura e un'origine diversa: la dimetiltriptamina, infatti,
non è solo il principio attivo della bevanda sacra degli sciamani
andini, l'ayahausca. Non è solo presente in alcune varietà di mimosa,
acacia, virola, desmodium, graminacee della specie phalaris,
anadenanthera e molte altre piante. Essa è infatti anche presente all'interno del fluido cerebrospinale dell'uomo.
La DMT, in conclusione, non è una semplice sostanza allucinogena, ma
un ormone all'apparenza simile alla serotonina, che, secreto
dall'organismo umano, induce spontaneamente a uno stato alterato di
coscienza
L'uomo, cioè, è dotato di natura, biologicamente, di questa sostanza
psicotropa quasi fosse una tecnologia “spirituale” in grado di metterlo
in contatto istantaneo con altri piani di esistenza, quegli stessi
reami in cui è solito viaggiare lo sciamano. Perché?
Una chiave d'accesso al multiverso
Come dimostro nel saggio Il Fattore Oz. Alieni, sciamanesimo e multidimensionalità (2012,
Xpublishing), la DMT endogena (secreta cioè dall'organismo umano)
sembra essere la chiave d'accesso per sollevare il Velo di Maya,
penetrare istantaneamente nel Regno del Sogno (ovvero le dimensioni
normalmente esperite dagli sciamani) e viaggiare per i reami del
multiverso.
Questi “viaggi” non sarebbero però da confondere con i soliti “trip” indotti da allucinogeni, ma la loro natura potrebbe andare ben oltre la semplice allucinazione. Non a caso gli psichiatri e i neuroscienziati che l'hanno testata in laboratorio con somministrazione esogena controllata e ancora oggi la stanno studiando, sono concordi nel chiarire che sotto DMT la realtà che si manifesta ai volontari in stato alterato di coscienza appare «più reale della realtà stessa».
La DMT, con impatto straordinario, improvviso e violento, catapulta la coscienza in una dimensione altra, aliena appunto, che coesiste da sempre con la nostra, ma che in stato ordinario non può essere percepita.
Questi “viaggi” non sarebbero però da confondere con i soliti “trip” indotti da allucinogeni, ma la loro natura potrebbe andare ben oltre la semplice allucinazione. Non a caso gli psichiatri e i neuroscienziati che l'hanno testata in laboratorio con somministrazione esogena controllata e ancora oggi la stanno studiando, sono concordi nel chiarire che sotto DMT la realtà che si manifesta ai volontari in stato alterato di coscienza appare «più reale della realtà stessa».
La DMT, con impatto straordinario, improvviso e violento, catapulta la coscienza in una dimensione altra, aliena appunto, che coesiste da sempre con la nostra, ma che in stato ordinario non può essere percepita.
“Il fattore OZ”, l’ultimo libro di Enrica Perucchietti pubblicato da Xpublishing |
Ora, con
ciò non si vuole certo invitare la popolazione a fumare DMT per
verificare i suoi effetti, semmai concentrare le ricerche di
laboratorio su questa sostanza che, oltre ad essere presente in natura
al di fuori dell'uomo, è anche presente all'interno dell'uomo. In
particolare in una limitata percentuale della popolazione che, stando
alle ricecrhe dei neuroscienziati, secernerebbe DMT in quantità
superiore alla media. Questa percentuale potrebbe chiarire a livello
chimico, biologico, le potenzialità dei cosiddetti medium e addotti.
Sarebbe
inoltre improprio continuare a parlare di stato “alterato”, in quanto
sembra evidente dalle sperimentazioni controllate che la coscienza
sotto effetto di DMT viva una vera e propria “espansione”, non una mera
“alterazione”: è come se si “pulissero” le porte della percezione
(citando William Blake e Aldous Huxley) e una volta aperte, la
coscienza divenisse in grado di esperire finalmente quelle dimensioni
che normalmente, in stato ordinario, le sono precluse. Quelle stesse
dimensioni che la fisica teorica ha dimostrato matematicamente esistere
(e coesistere con la nostra) a partire dalla metà del secolo scorso (da
Kaluza-Klein in poi).
È
penetrando in questi reami dell'astrale che, come suggeriva McKenna, si
può forse trovare la chiave per spiegare il fenomeno delle
interferenze aliene e dei contatti millenari che l'uomo ha con esseri
“fatati”, demoni, jinn, etc.
Su
questo punto ancora McKenna è stato molto chiaro: «gli aborigeni
australiani parlano del tempo del sogno, e credo che se mettiamo assieme
il tempo del sogno, la chimica della DMT, le storie dei rapimenti UFO e
la confusione creata dai media nella testa della gente, siamo
finalmente in grado di parlare del fenomeno “alieni”.
Io penso che gli alieni esistano, ma penso anche che ci possano raggiungere soltanto attraverso le nostre menti. Non viaggiano per l'universo con astronavi di titanio, né proiettano ologrammi di se stessi nell'aria.
In tutte le culture di tutti i tempi e luoghi, esclusa l'Europa occidentale degli ultimi due secoli, la mente umana è stata ossessionata da folletti, gnomi, elfi... quindi pensi che il fenomeno UFO non sia altro che la versione più recente di questa misteriosa relazione con menti disincarnate, attraverso l'immaginazione».
Io penso che gli alieni esistano, ma penso anche che ci possano raggiungere soltanto attraverso le nostre menti. Non viaggiano per l'universo con astronavi di titanio, né proiettano ologrammi di se stessi nell'aria.
In tutte le culture di tutti i tempi e luoghi, esclusa l'Europa occidentale degli ultimi due secoli, la mente umana è stata ossessionata da folletti, gnomi, elfi... quindi pensi che il fenomeno UFO non sia altro che la versione più recente di questa misteriosa relazione con menti disincarnate, attraverso l'immaginazione».
Ciò ci
dovrebbe spingere a ripristinare una visione del reale “verticale” che
ragioni in termini di piani di esistenza (o dimensioni), e non in
orizzontale (pianeti distanti da noi spazialmente).
DMT endogena
McKenna
raccontava che la DMT è «il più potente tra gli allucinogeni» e che «un
viaggio di dieci minuti con la DMT vale più di vent'anni di
farmacologia accademica, di storia dell'arte, di psicologia e di tutto
il resto insieme». Nessuno come lui ha reso meglio l'idea dell'effetto
che ha la DMT sulla coscienza: «Il mondo dimetiltriptaminico è del tutto
reale, anzi, in un certo qual modo, più reale del mondo ordinario» e,
ancora, «Questa sostanza […] mi permetterebbe quindi di vedere oltre il
velo».
Un rito sciamanico |
Lungi
dall’essere solo una “droga psichedelica” la DMT è infatti una
triptamina endogena: si trova, come abbiamo visto, all'interno del
fluido cerebrospinale dell'uomo. Come spiega il chimico Gianluca Toro,
la DMT endogena potrebbe agire da neurotrasmettitore.
La sua biosintesi sembra avvenire soprattutto per sopperire a particolari situazioni di stress, mancanza di sonno, fatica: «basse dosi (0,05 mg/Kg per via endovenosa) di DMT nell'uomo innalzano leggermente il tono dell'umore».
La sua biosintesi sembra avvenire soprattutto per sopperire a particolari situazioni di stress, mancanza di sonno, fatica: «basse dosi (0,05 mg/Kg per via endovenosa) di DMT nell'uomo innalzano leggermente il tono dell'umore».
La DMT è
«uno tra i composti psicoattivi più diffusi in natura» ed è il
principio attivo della droga più nota degli sciamani andini, l'ayahuasca,
utilizzata anche da Carlos Castaneda durante il suo apprendistato
sotto la guida dello sciamano Don Juan. Essa è una chiave in grado di
aprire la porta o fessura tra i mondi, e, come abbiamo anticipato, si
trova all'interno dello stesso organismo umano, quasi fossimo dotati
per natura di una complessa “tecnologia spirituale”.
L'uomo, cioè, potrebbe essere strutturato biologicamente per entrare in connessione con l'altro mondo e l'organo atto a sintetizzare la DMT in particolari situazioni fisiologiche potrebbe essere, secondo la teoria dello psichiatra Richard Strassman, la ghiandola pineale.
L'uomo, cioè, potrebbe essere strutturato biologicamente per entrare in connessione con l'altro mondo e l'organo atto a sintetizzare la DMT in particolari situazioni fisiologiche potrebbe essere, secondo la teoria dello psichiatra Richard Strassman, la ghiandola pineale.
Come
allucinogeno la DMT produce uno stato alterato di coscienza che
permette di vedere colori, immagini, luce accecante e sentire suoni che
normalmente non è possibile esperire.
Tra i primi effetti è riscontrabile la sinestesia che produce un’alterazione dei suoni e dei colori che si modificano in modo da creare dei veri e propri mandala. Da semplici immagini geometriche le visioni si strutturano gradualmente come per permettere alla coscienza di imparare a vedere e sentire in assenza dei sensi fisici.
Tra i primi effetti è riscontrabile la sinestesia che produce un’alterazione dei suoni e dei colori che si modificano in modo da creare dei veri e propri mandala. Da semplici immagini geometriche le visioni si strutturano gradualmente come per permettere alla coscienza di imparare a vedere e sentire in assenza dei sensi fisici.
La scrittrice Enrica Perucchietti |
Il
metabolismo della DMT è piuttosto rapido. Dalla sua assunzione,
«inizialmente si percepisce un'accelerazione rapida degli eventi,
accompagnata da vertigini e in certi casi da panico per la rapidità
degli effetti. Essi sono paragonabili a quelli di LSD, psilocibina e
mescalina, in particolare per la percezione di motivi arabescati
(sinestesia, N.d.A.) sia a occhi chiusi che aperti.
Tra gli effetti tipici, vi è l'esperienza di realtà diverse e di incontri con altre entità. La coscienza sembra allontanarsi dal corpo e questa dissociazione è parallela al manifestarsi degli effetti visivi più intensi. Durante la perdita di consapevolezza del corpo, quest'ultimo sembra dissolversi, fino a raggiungere la sensazione di essere morti».
Tra gli effetti tipici, vi è l'esperienza di realtà diverse e di incontri con altre entità. La coscienza sembra allontanarsi dal corpo e questa dissociazione è parallela al manifestarsi degli effetti visivi più intensi. Durante la perdita di consapevolezza del corpo, quest'ultimo sembra dissolversi, fino a raggiungere la sensazione di essere morti».
Dalle
ricerche di Strassman emerge inoltre che una bassa percentuale della
popolazione sintetizza DMT in quantità maggiore alla media, con
conseguenti “visioni” notturne (il corpo umano secerne DMT dalla 3 alle 4
di notte) che ricordano i tipici stati alterati di coscienza indotti
dagli psichedelici e che, come ampiamente trattato in Il Fattore Oz., ricalcano il modello dell’abduction classica.
La DMT sembra così produrre un aumento della percezione in questi soggetti che così esperirebbero spontaneamente
un'espansione della coscienza. In questo senso le visioni di costoro
potrebbero essere equiparate a scorci su un'altra realtà: quella
dimensionale, appunto, il mondo degli “spiriti” secondo la conoscenza
sciamanica.
Le esperienze vissute da costoro sotto DMT sarebbero dunque reali, non riducibili ad allucinazioni o deliri, ma, al contrario, avventure esperite dalla coscienza che, in stato alterato indotto dalla sostanza, sarebbe in grado di valicare la realtà ordinaria per accedere alle dimensioni altre, aliene, alla nostra.
Le esperienze vissute da costoro sotto DMT sarebbero dunque reali, non riducibili ad allucinazioni o deliri, ma, al contrario, avventure esperite dalla coscienza che, in stato alterato indotto dalla sostanza, sarebbe in grado di valicare la realtà ordinaria per accedere alle dimensioni altre, aliene, alla nostra.
Il corpo
umano sembra così dotato di una tecnologia spirituale in grado di
indurre uno stato alterato in seguito al quale la coscienza divenire
capace di espandersi oltre il corpo biologico fino a percepire la
realtà non ordinaria che normalmente le è preclusa. Questa
realtà che si affaccia in stato alterato indotto oppure spontaneo,
sarebbe la matrice o “campo” di cui parla la fisica teorica o la
“meravigliosa rete” a cui si riferiscono le varie tradizioni
sciamaniche.
La DMT
rivela così alla coscienza che la realtà è una, unica e non-locale,
come un immenso ologramma, un campo di energia che come una grande rete
o ragnatela comprende tutti gli esseri legati tra loro
(inter-connessi) da filamenti di energia vibratoria in un unicuum non-locale, come teorizzato dalla Scienza olografica di Karl Pribram e David Böhm e confermato dal fenomeno del quantum entaglement.
Enrica Perucchietti è giornalista, scrittrice e conduttrice televisiva. Ha pubblicato "L'altra faccia di Obama" per Infinito Editori e “Il Fattore Oz” per Xpublishing.
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