giovedì 14 marzo 2013

Keshe: le iniziative di pace e il libro della vita


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di Ettore Guarnaccia
La Keshe Foundation ha recentemente lanciato due nuove iniziative di pace per invitare ognuno di noi a negare il proprio consenso a guerre, conflitti, armi, violenze, intolleranze e ad abbracciare finalmente la pace, insieme ad un importante monito: tutto ciò che facciamo, diciamo, sentiamo, pensiamo e desideriamo viene da sempre puntualmente ed inevitabilmente registrato in una memoria eterea olografica che verrà un giorno rivelata all’umanità.

Il trattato e la conferenza mondiale di pace


Il 21 gennaio scorso l’ingegnere nucleare iraniano Mehran Tavakoli Keshe, fondatore e direttore della Keshe Foundation, ha lanciato due iniziative degne di nota: la firma di un trattato di pace mondiale e l’organizzazione di una conferenza mondiale di pace da tenersi il 21 marzo 2013. Entrambe le iniziative fanno parte di un percorso di pace che dovrebbe concludersi il 21 aprile 2013.
Il trattato prevede che il soggetto firmatario, in qualità di cittadino del pianeta Terra, accetti…
“…di deporre tutti gli strumenti di aggressione e di guerra, di pensare di non essere mai più coinvolto o di incitare alla guerra o sviluppare o utilizzare strumenti di guerra su questo pianeta o nello spazio…”
…dichiarando di essere d’accordo e giurando con il corpo e l’anima a vario titolo, ovvero come individuo, consiglio, città, religione o nazione, in presenza di un testimone assistente co-firmatario.
Il trattato rappresenta un impegno solenne e un preciso intento dell’individuo a rifiutare la guerra e qualsiasi altro tipo di conflitto in qualsiasi forma. Un’azione estremamente semplice ma che potrebbe innescare un vero cambiamento, poiché è ormai assodato che l’uomo è in grado di indirizzare il proprio futuro attraverso l’intento e il desiderio.
Quando un individuo libero e sovrano, di fronte all’universo, decide intimamente ed esplicitamente di negare il consenso al proprio governo, in virtù delle leggi universali di consenso e libero arbitrio, allora il governo (e chi per esso) non potrà più ricorrere al subdolo meccanismo di avvertimento e silenzio-assenso grazie al quale sono state perpetrate da lungo tempo le azioni più bieche e criminali a danno dei propri cittadini e dell’umanità.
Ma il trattato di pace proposto dall’ingegner Keshe è indirizzato anche (e soprattutto) ai leader mondiali in carica o di prossima elezione, fra i quali egli cita espressamente il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, il presidente americano Barack Obama, Papa Benedetto XVI (l’iniziativa è precedente alledimissioni di Ratzinger, n.d.H.), il reali di Belgio e Olanda, l’imperatore del Giappone, il presidente e il primo ministro di Israele. Sul forum della fondazione, Keshe si domanda “chi sarà il primo leader mondiale a firmare il trattato di pace?” e, su sua sollecitazione, sono già diversi i volontari che si sono attivati per sottoporre il trattato di pace ai propri leader, in una mobilitazione pacifica che accomuna tutto il pianeta.
La conferenza mondiale di pace prevista per il prossimo 21 marzo, infatti, ha proprio l’obiettivo dichiarato di invitare tutti i leader mondiali a sottoscrivere il trattato di pace, abbandonando ufficialmente l’idea della guerra in tutte le sue forme. Di fatto, qualora il trattato venisse effettivamente sottoscritto da tutti i leader del mondo, da quel momento il concetto di nazione perderebbe di senso e l’umanità diventerebbe finalmente una vera e unica cittadinanza planetaria. Il successivo e ultimo appuntamento è per il 21 aprile, anniversario della prima conferenza internazionale degli ambasciatori di pace tenutasi lo scorso anno presso la Keshe Foundation, data entro la quale tutti i cittadini del mondo sono invitati a sottoscrivere il trattato stesso come individui e in un’ottica di cooperazione reciproca.

I messaggeri di Dio e la strada per la pace

In una delle sue più recenti dichiarazioni rese pubblicamente sul forum della fondazione, l’ingegner Keshe parla dei tanti scienziati che sono stati messi a tacere, derisi, infamati, banditi, esiliati, imprigionati, feriti, torturati e anche uccisi, a causa del loro lavoro e del loro contributo al progresso della scienza per l’umanità, ad opera di governanti, capi religiosi e organizzazioni di vario tipo. Un insieme di atti efferati commessi dai leader e dai relativi scagnozzi senza scrupoli per salvaguardare il proprio potere politico ed economico.
Secondo Keshe, il vero scienziato apparirebbe agli occhi di Dio alla stessa stregua dei profeti religiosi, in quanto entrambi sarebbero messaggeri di Dio con la missione comune di far progredire il corpo fisico e l’anima dell’uomo su questo pianeta e nell’universo. Un paragone piuttosto audace, ma che egli avvalora con la convinzione che entrambi i campi, scienza e spiritualità, dovranno essere in equilibrio in un solo corpo e una sola anima secondo le leggi universali della convivenza, quando in futuro la razza umana entrerà finalmente a far parte della comunità universale e potrà godere dell’armonia e della bellezza delle creazioni nell’universo.
Keshe prevede un futuro nefasto per coloro che hanno ostacolato il progresso della vera scienza e per quelli che hanno perpetrato azioni criminali per loro conto obbedendo agli ordini, ovvero un destino di esilio di esilio delle loro anime negli angoli più bassi e remoti dell’universo, dove esse risiederanno per l’eternità in una sorta di nemesi universale. La medesima sorte toccherebbe alla loro prole e ai beneficiari materiali delle loro azioni criminali.
Una magra consolazione per le anime dei vari Nikola TeslaKarl Von ReichenbachProsper-René Blondlot,Wilhelm Reich e il nostro Pier Luigi Ighina, giusto per citare alcuni dei più famosi scienziati e ricercatori che hanno cercato di dare un contributo evolutivo molto importante all’umanità ma sono rimasti vittime del sistema criminale di potere.
L’ingegner Keshe ribadisce poi che l’evoluzione scientifica e tecnologica, passando necessariamente per la piena comprensione della tecnologia MAGRAVS, risolverà i problemi più urgenti del pianeta e aprirà le porte ai viaggi spaziali per l’intera umanità, annullando i confini territoriali e rendendo di fatto inutile l’industria bellica e la difesa militare. Keshe suggerisce quindi di convertire l’industria bellica in industria spaziale poiché nello spazio non c’è bisogno di difesa e chiarisce ancora una volta che, secondo le leggi universali, non è consentito viaggiare nello spazio e nell’universo se non si è degni di farlo.
In pratica, un’analoga conversione deve avvenire nell’animo umano, trasformando l’odio e l’intolleranza, che hanno forgiato e deviato la mente umana, in sentimenti di amore e fratellanza, abbandonando per sempre il litigio, il conflitto, la brama di potere e ricchezza, l’avidità e la paura.
Secondo Keshe oggi l’uomo non è ancora pronto ad entrare nella comunità universale perché non ha minimamente compreso il segreto della propria creazione e crede ancora di essere la più perfetta creazione dell’universo, senza l’umiltà necessaria a riconoscere che, a causa della propria indole avida, violenta ed egocentrica, in realtà non è altro che un essere selvaggio, arretrato e da evitare assolutamente. Infatti, come gli uomini integri e saggi evitano di frequentare i violenti e gli arroganti, o come gli uomini miti e assennati evitano litigi, risse e altri comportamenti inaccettabili, così le altre civiltà che appartengono alla comunità universale si tengono alla larga dal genere umano e non vogliono averci niente a che fare.
Un comportamento che risulta assolutamente comprensibile per civiltà spiritualmente evolute che hanno messo in primo piano l’amore, la fratellanza e il bene comune, abbandonando l’odio e la guerra, oltre a costituire una motivazione plausibile della reticenza di queste a manifestarsi apertamente e ad interagire con la nostra razza. Questo sarà uno dei motivi per cui i leader mondiali, che ci hanno volutamente mantenuto nell’ignoranza e hanno promosso sentimenti di odio, paura ed intolleranza, dovranno un giorno vergognarsi e saranno considerati come traditori dell’intera umanità.
Secondo Keshe, l’umanità potrà scardinare questa situazione e giungere alla pace solo attraverso un…
“…rapido e totale accordo fra tutti i cittadini, le nazioni, le credenze, le religioni, tutto in una sola volta, perché procedendo per gradi non ci riuscirà mai.”

Il libro della vita

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Keshe ci lancia infine un importante avvertimento e, per farlo, cita la memoria olografica degli eventi e come questa vanifichi gli sforzi che i leader mondiali e gli altri uomini di potere malvagi compiono in gran segreto, nella convinzione che le loro azioni efferate e criminali non lascino traccia. Invece, le ingiustizie e i soprusi commessi verso l’umanità, i conflitti e le guerre innescati in nome della ricchezza terrena, l’uso delle armi per la distruzione della vita e del pianeta, i furti e gli inganni, tutto viene immancabilmente e puntualmente registrato in un registro etereo chiamato Archivio Akashico.
Un registro di cui si trova menzione in diversi testi arcaici come l’Antico e il Nuovo Testamento, ma anche nei miti, nel folklore e in molte culture come quella semitica, araba, assiro-babilonese, fenicia e ebraica. Esso conterrebbe la memoria degli eventi relativi a ciascun individuo (inteso come anima o entità) vissuto sulla Terra fin dalla creazione e non solo azioni e parole, ma addirittura sentimenti, pensieri e intenzioni di ognuno di noi.
In base alle rivelazioni di coloro che vi hanno potuto e saputo accedere, fra i quali vi sarebbero Madame Helena Petrovna BlavatskyRudolf Steiner e (soprattutto) Edgar Cayce, l’archivio contiene ogni simbolo archetipico o racconto mitologico, connette gli uni agli altri, ispira i sogni e le invenzioni, provoca attrazione e repulsione fra gli individui, modella e foggia la consapevolezza umana, guida, educa e trasforma un individuo per farlo evolvere. Esso non sarebbe un registro statico, come si potrebbe supporre, ma un archivio interattivo con una grandissima influenza sulla nostra vita di ogni giorno e sulle nostre relazioni, i nostri sentimenti, le credenze e le potenziali realtà che siamo in grado di generare.
In esso sarebbe possibile consultare qualsiasi evento presente e passato in forma concreta, nel suo carattere eterno, come se si stesse svolgendo in tempo reale sotto gli occhi dell’iniziato che vi ha accesso, al di sopra dei concetti materiali di tempo e spazio propri della nostra dimensione terrena. Esso è in grado di illustrare all’individuo la strada ideale da percorrere, la maniera migliore di utilizzare il tempo a disposizione sulla Terra e, infine, l’espressione delle opportunità per cui l’anima ha scelto di entrare nella nostra dimensione materiale prima dell’incarnazione.
Infine, l’archivio sarebbe il giudice e la giuria imparziali in grado di individuare coloro che saranno degni di salvezza, probabilmente in ottica di ascensione a dimensioni più elevate o di ritorno alla sorgente creatrice, quando il suo contenuto verrà un giorno rivelato a tutte le anime. Come un libro che contiene e illustra la nostra intera esistenza, un Libro della Vita, appunto.

La scelta interiore e gli strumenti abbiamo da sempre


Le iniziative promosse da M.T. Keshe e dalla sua fondazione sono indubbiamente lodevoli e, grazie alla notorietà acquisita dall’ingegnere nucleare iraniano in tutto il mondo e al supporto della libera informazione del web (non dei media ufficiali), potrebbero realisticamente portare risultati eclatanti e di una certa rilevanza.
A volte l’opera del cuore cambia il destino dell’uomo e i più grandi ed improvvisi cambiamenti vengono spesso innescati da una piccola scintilla che si accende nell’animo umano. E se la scintilla che porterà alla pace planetaria fosse proprio questo trattato? Da sempre l’uomo desidera di vivere in felicità, serenità e pace ma ha da tempo dimenticato la giusta strada per soddisfare il proprio desiderio, eppure essa è di una semplicità estrema: non esiste felicità per l’uomo che non passi per la felicità altrui, cioè per essere felici dobbiamo dapprima adoperarci per rendere felice il nostro prossimo. Solo così sarà possibile giungere alla pace, quella vera e duratura, quella che nasce innanzitutto nell’intimità dell’anima per poi uscire a contagiare e pervadere la realtà che ci circonda.
Se l’impegno contenuto nel trattato risuona con il vostro intimo sentire, allora stampatelo e firmatelo, a patto che la vera firma avvenga dapprima dentro di voi, come scelta di vita da applicare con convinzione e amore in ogni giorno a venire. In questo senso, a mio personale avviso, la sottoscrizione di un trattato di pace assume un valore relativo, perché il vero cambiamento, l’intimo giuramento e l’impegno personale a favore della pace devono avvenire dentro di noi e permeare indissolubilmente qualsiasi nostra azione quotidiana, anche la più insignificante.
Dobbiamo impegnarci affinché quella scintilla, in qualsiasi forma, scocchi e accenda una volta per tutte dentro di noi l’amore universale di cui abbiamo tutti terribilmente bisogno, quell’amore che cancella le diversità, annulla le distanze e ci rende finalmente degni di appartenere alla comunità universale.
Se oggi avessimo accesso al nostro capitolo personale del Libro della Vita e fossimo in grado di leggerne le righe, potremmo dirci soddisfatti e orgogliosi delle nostre azioni, delle nostre parole, dei nostri sentimenti, dei pensieri e delle intenzioni che ci contraddistinguono e ci animano? Potremmo ritenerci degni di appartenere alla quella comunità universale che ci osserva a distanza e ci evita come la peggiore delle minacce? Potremmo affermare di aver compreso gli obiettivi della nostra esistenza terrena, di aver compiuto quanto necessario per conseguirli e per completare il nostro percorso di evoluzione spirituale?
Non credo sia così fondamentale accedere all’archivio etereo per rispondere a queste domande, né per comprendere quale sia la strada migliore da intraprendere per scrivere le righe che ancora mancano al nostro capitolo, perché abbiamo già a disposizione tutti gli strumenti che ci servono.
Abbiamo un diario personale che ha registrato e registra tutte le nostre azioni, le parole, i pensieri, i sentimenti e gli intenti: è la nostra coscienza ed è assolutamente in grado di mostrarci se possiamo ritenerci degni di far parte della comunità universale e se abbiamo veramente perseguito gli obiettivi della nostra esistenza terrena.
Poi abbiamo uno strumento preziosissimo che, se interrogato ed ascoltato con semplicità, umiltà ed altruismo, è perfettamente in grado di indicarci qual è la strada ideale da percorrere in futuro, nel tempo che ancora ci resta: il nostro cuore.
Ettore Guarnaccia
Hearthaware blog
Fonte: www.ettoreguarnaccia.com

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