PASCHI? LA BUNDESBANK È A CACCIA DI UN BUCO DA €12 MILIARDI SUI DERIVATI
Come si ‘traduce’ Monte dei Paschi di Siena in tedesco? A sentire la Bundesbank, la Banca Centrale tedesca, la traduzione è presto data: Deutsche Bank.
Protagoniste, anche questa volta, perdite presunte legate ai derivati. Nello specifico del caso si parlerebbe di un buco da ’12 miliardi di dollari’ nascosto dopo aver ‘giocato’ (e perso) con i derivati. Ecco allora che la Bundesbank -secondo il Finacial Times- scenderà in campo avviando un’indagine su questo possibile occultamento da parte dell’istituto di Francoforte. Verranno ascoltati ex dipendenti, presenti all’epoca dell’accaduto tra il 2006 ed il 2009, con l’intento di ricomporre i tasselli di questo (ancora) intricato mosaico. Gli ispettori incaricati sarebbero già pronti a partire, destinazione New York.
Nel mese di dicembre, infatti, anche la Security and Exchange Commission (Sec), l’organo di controllo dei mercati negli States, aveva iniziato un’indagine su questo filone con l’intento di fare chiarezza. Gli interessi della Deutsche Bank nel nascondere tali perdite, infatti, erano ingenti all’epoca dei fatti: contabilizzare quelle perdite avrebbe comportato, ipso facto, un tanto necessario (quanto temuto dalla banca) salvataggio pubblico. Il ‘trucco’ per evitare tale fine sarebbe stato possibile grazie ad una vera e propria svalutazione -ben ponderata- delle posizioni sui derivati che rientravano sotto il nome di “leveraged super senior trades”.
La Deutsche Bank, ovviamente, non ci sta e la replica non ha tardato ad arrivare. Da Francoforte fanno sapere che queste accuse sarebbero ormai “vecchie di due anni e mezzo” e, oltretutto, già oggetto di una “accurata indagine” condotta da uno studio legale che portò ad un nulla di fatto. La strenua difesa dell’istituto evidenzia, poi, come “l’inchiesta ha portato alla luce il fatto che tali accuse provengono da persone che non hanno alcuna responsabilità o conoscenza personale di fatti chiave e di informazioni”.
Guerra aperta, quindi? No, almeno non di facciata. La Duetsche Bank, forte della propria (presunta) innocenza ha, infatti, dichiarato che: “Abbiamo collaborato pienamente e continueremo a farlo con le autorità di controllo su questa vicenda”.
Il capitolo resta aperto, dunque. L’unica certezza, a questo punto, è che i molti (troppi) imbrogli dietro il capitolo ‘derivati’, alla lunga, tornano a galla.
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