IMPARIAMO DAI PAESI BASCHI
Intorno al 1950 Padre José María Arizmendiarrieta, il parroco di paese di Mondragòn, nella regione basca della Spagna, si fece promotore dello sviluppo di una serie di industrie possedute in forma cooperativa per impiegare giovani nella sua parrocchia. La sua idea era che, se i lavoratori erano essi stessi i proprietari, il benessere creato da nuove industrie si sarebbe distribuito fra i lavoratori ed in maniera più ampia a tutta la comunità che li alimentava e li sosteneva.
Per saperne di più, a febbraio abbiamo visitato la regione insieme ad alcuni membri del consiglio della moneta locale BerkShares; lì abbiamo conosciuto il direttore di Educazione Cooperativa per le Cooperative Mondragòn (1).
Sono all’incirca 102 le cooperative che sono nate e si sono sviluppate fuori Mondragòn, impiegando oltre 100000 persone; le loro entrate annuali complessive si aggirano sui sei miliardi di euro, il ché fa di loro il settimo più importante giro d’affari della Spagna. Ciascuna di queste cooperative ha l’obbligo di donare il 10% dei propri profitti annuali a favore di progetti educativi e sociali, assicurando così alle istituzioni culturali basche un flusso continuo di fondi per scopi filantropici; questo sostegno ha così permesso la rinascita della lingua e della cultura basche dopo anni di oppressione da parte del dittatore spagnolo Franco.
Le cooperative sono anche obbligate a destinare il 10% dei loro profitti annuali ad un fondo sociale d’impresa, il quale viene poi utilizzato per per la ricerca e lo sviluppo di nuove cooperative e per il miglioramento delle industrie esistenti; ciò rappresenta un ulteriore sostegno all’economia regionale, creando nuovi posti di lavoro ed espandendo la rete di imprese che cooperano. Per contratto, la paga più alta di un lavoratore delle cooperative non può superare di otto volte la paga più bassa, distribuendo ulteriormente il benessere ed aumentando così il potenziale.
Caja Laboral è la banca a proprietà cooperativa fondata per servire i bisogni finanziari delle cooperative industriali; originariamente essa aveva anche il compito di sviluppare e finanziare le nuove imprese, tuttavia, quando la Spagna è entrata nell’Eurozona, le banche centrali hanno deciso che gli investimenti di Caja Laboral erano eccessivamente localizzati, essendo concentrati sulle cooperative, e hanno imposto una diversificazione a favore dei cosiddetti investimenti sicuri nei mercati globali, che includevano anche Lehman Brother.
In seguito a ciò è stato istituito l’Ente delle Cooperative Mondragòn per svolgere il ruolo di ricerca svolto dalla banca e per operare investimenti nella nuova imprenditoria
In seguito a ciò è stato istituito l’Ente delle Cooperative Mondragòn per svolgere il ruolo di ricerca svolto dalla banca e per operare investimenti nella nuova imprenditoria
Sebbene “l’investimento sicuro” in Lehman, abbia causato una perdita di 40 milioni di euro, la Caja Liberal va abbastanza bene, anche adesso che l’industria bancaria spagnola sta andando in frantumi; basti considerare che essa conta 460 succursali in tutta la Spagna, gran parte delle quali concentrate nella regione basca nordorientale. Trattative per le strade di Bilbao, Spagna, proprietà dei crediti da parte degli stessi impiegati piuttosto che da parte di lontani investitori: ecco la chiave della Caja Laboral per mantenere stabilità in questi tempi duri per l’economia; Bilbao stessa vanta alcune delle opere delle cooperative di Mondragòn: il magnifico museo Guggenheim, progettato da Frank Gehry, è stato costruito da una delle cooperative, specializzata in “strutture d’acciaio che nessun altro è in grado di costruire”.
In un momento in cui la Spagna sta sperimentando il 25% di disoccupazione generale ed il 50% di disoccupazione giovanile, le Cooperative Mondragon non conoscono disoccupazione alcuna; e questo è il risultato di un lavoro di riqualificazione dei lavoratori e di uno spostamento degli stessi da settori che vanno a rilento verso altri più attivi e dinamici. Recentemente le Cooperative Mondragòn hanno dovuto ridistribuire 2000 lavoratori, spostandoli da FAGOR, il fiore all’occhiello delle Cooperative Mondragòn, verso altre cooperative, poiché l’Europa in recessione sta comprando meno stufe e lavatrici della FAGOR. Tale riposizionamento dei lavoratori e delle risorse della FAGOR è una battaglia da accettare, ma un sistema ampiamente cooperativistico di assemblee generali fa sì che i lavoratori-proprietari possano prendere decisioni che li aiutino ad affrontare situazioni economiche sempre mutevoli. Una delle risposte all’attuale situazione economica è stata quella di stabilire una volontaria e largamente cooperativistica riduzione dell’orario di lavoro, che ha permesso ad un maggior numero di persone di lavorare, sebbene con turni più brevi.
Parallelamente alle cooperative incentrate sulla produzione, ce ne sono altre del secondario e del terziario che forniscono servizi ai membri e alle cooperative industriali: Lagun Aro ad esempio è una cooperativa di assistenza sociale che fornisce un’assicurazione sanitaria e fondi previdenziali integrativi, mentre cooperative di consumo come la Eroski forniscono beni di prima necessità a prezzi accessibili. La Eroski produce ormai gran parte dei prodotti che vende, assicurando così ulteriori posti di lavoro nella regione.
Quando abbiamo parlato con il Direttore di Educazione Cooperativa riguardo ai Berkshares (2), lui ci ha raccontato di una valuta recentemente emessa nella Francia sudorientale, l’Eusko, che sostiene la cultura e l’economia basca; e ci ha chiesto in che modo una moneta basca potrebbe ulteriormente rafforzare le cooperative. Dal momento che l’Eusko è grossomodo improntato al modello dei Berkshares, sebbene non lavori ancora col sistema bancario, abbiamo suggerito di distribuire gli Euskos in tutte le varie succursali di Caja Laboral, consolidando quindi ulteriormente l’identità e l’indipendenza economica basche. Durante la visita ai giovani ed entusiasti organizzatori dell’Eusko a Bayonne, abbiamo scambiato Berkshares con Euskos (3), abbiamo mangiato del cibo basco squisito, abbiamo fatto fare le foto in parecchi dei negozi che vi aderiscono e ci siamo innamorati delle chiese, delle stradine con acciottolato, e dei Paesi Baschi francesi. Nuovi amici, bellissimi ricordi e tante lezioni apprese.
Nell’arco di 60 anni Mondragòn, da povera città di operai metallurgici e con poche opportunità si è sviluppata fino a diventare quella che oggi è la sede del più grande gruppo commerciale di cooperative di proprietà operaia del mondo. Ma il suo successo non è soltanto una questione di proprietà. Padre Arizmendiarrieta era interessato alla vita di tutto il paese e dei suoi abitanti e creò un sistema che rifletteva questo suo desiderio: i profitti delle cooperative sostengono le scuole a favore dei bambini della comunità; la lingua basca, la danza e i programmi culturali creano orgoglio, coerenza e relazioni locali; gli investimenti in assistenza sanitaria e servizi sociali accompagnano i lavoratori e le loro famiglie attraverso le varie fasi della vita. Ma la vera trovata geniale è la figura dell’imprenditore sociale, ovvero colui il quale studia, sviluppa e finanzia nuove attività adeguate alla regione e alle capacità di quelli che in essa vivono; il suo ruolo espande l’influenza delle cooperative e permette la creazione di nuovi posti di lavoro per le future generazioni basche. Ed il nostro tentativo è adesso quello di esportare questa nuova figura dell’imprenditore sociale dai Paesi Baschi verso i Berkshires, fondando “un’industria mantenuta dalla comunità”, unita ad un programma di credito in Berkshares, e cercando così di far fronte in qualche modo alle crescenti sfide di quest’ormai fragile sistema economico globale.
Fonte: http://www.resilience.org
Link: http://centerforneweconomics.org/e-newsletters/lessons-basque-country
tratto da: http://www.comedonchisciotte.org/
Link: http://centerforneweconomics.org/e-newsletters/lessons-basque-country
tratto da: http://www.comedonchisciotte.org/
Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di MARCO OSSINO
NOTE
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