I VESUVIANI IN MISSIONE SULLA TERRA
29/05/2013
Esistono dunque due
versioni riguardo al pianeta Venere completamente incompatibili: l’una, della
scienza terrestre, con le sue sonde spaziali e le difficoltà che gli vengono
attribuite generalmente; l’altra con il rapporto quasi sconosciuto che sostiene
l’esistenza di una civiltà venusiana e dei contatti segreti.
Di fronte ad un tale
paradosso, la reazione abituale è di aver fiducia nella scienza e dimenticare
molto in fretta un resoconto così sfasato della realtà spaziale. In tal modo
possiamo continuare a dormire tranquilli! Ma il nostro obbiettivo non è di
proseguire a sonnecchiare sugli allori. È di conoscere la verità!
E se la compagine
scientifica, nella quale riponiamo una fiducia senza limiti, ci avesse mentito?
Non sarebbe la più grande menzogna di tutti i tempi quella di averci nascosto
il fatto di non essere soli nel nostro sistema solare?
La possibilità di vita
su Venere condurrebbe ad una vera rivoluzione di pensiero, perché siamo in
parecchi a credere che il sistema solare sia un deserto con una sola oasi, la
Terra.
Allora come accettare
l’idea che nostri Fratelli dello spazio siano là, a due passi sul pianeta
vicino e ci tendano la mano aspettando pazientemente che la luce verde si
accenda nelle nostre coscienze?
La civiltà venusiana,
come è descritta nella relazione, sembra aver risolto tutti i problemi sociali
particolarmente negativi che noi conosciamo sulla Terra come le guerre, la
criminalità e le aggressioni di ogni genere.
Non mettendo queste
devianze fuorilegge per forza, ma sviluppando collettivamente valori pacifici
basati sul rispetto, la comprensione e l’Amore.
Attraverso reiterati
contatti con personalità terrestri, dei Venusiani sono venuti a proporci
un’assistenza per aiutarci a risolvere le problematiche sempre più critiche
della collettività e dell’ambiente.
La condizione posta
per questo sostegno umanitario e tecnologico è stata quella di abbandonare le
nostre armi di distruzione di massa e di compiere una scelta deliberata, come
la loro, impegnandoci in una via pacifica.
Queste premesse sono
state purtroppo giudicate irricevibili dai grandi leader del nostro mondo. È
urgente, ora, sollevarci tutti insieme contro le loro menzogne per far
trionfare la verità.
Ecco dunque
l’essenziale di ciò che necessita rammentare di questo rapporto.
Agli inizi dei primi
anni ’50 il governo canadese istituì il Progetto Magnete(Magnet Project) per
gli studi degli UFO. La sua gestione fu affidata all’ingegnereWilburt B. Smith.
Il suo campo di
ricerca era la propagazione delle onde radio, che lo avevano portato a studiare
le aurore boreali, la radiazione cosmica, la radioattività atmosferica, il
geomagnetismo, ed infine gli UFO.
Il Progetto Magnete
poté attuarsi grazie ad una équipe di scienziati canadesi che avevano
continuato ad operare sulle invenzioni di Nikola Tesla, uno dei più grandi geni
del XX secolo.
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Wilburt Smith, Nikola Tesla e Arthur Matthews
Egli, inventore della
corrente elettrica alternata, coinventore del radar e di numerose tecnologie
militari, fu l’autore di altre centinaia di scoperte altrettanto sorprendenti,
di cui la maggior parte fu brevettata; è considerato “il padre dell’energia
libera”.
Durante la sua vita
affermò di aver inventato un sistema di comunicazioni interplanetarie grazie ad
alcune idee che gli erano state trasmesse dai Venusiani.
I responsabili del
Progetto Magnete presero molto sul serio Tesla. Uno dei loro rapporti segnala
un sito sperimentale ultra-segreto costruito dal governo canadese eprogettato
per gli atterraggi degli UFO.
L’ex ministro della
Difesa canadese, Paul Hellyear, ammise poi pubblicamente che tale progetto era
effettivamente esistito. Tuttavia, egli non menzionò ciò che Smith aveva
riferito: il programma aveva infatti permesso di rilevare un vero UFO e di
entrare in contatto con i suoi piloti che sostenevano di provenire da Venere.
Arthur Matthews, un
collaboratore di Wilburt Smith che era stato un tempo l’assistente scientifico
più vicino a Tesla, fu coinvolto in questo contatto.
Il Progetto Magnete
riferisce per di più che quando Matthews stava per ultimare alcune invenzioni
di Tesla non terminate, i Venusiani lo aiutarono a completare i lavori. Il
rapporto cita anche altre invenzioni trasmesse da loro al Dottor
Matthews.Queste furono testate e funzionanti tutte alla perfezione.
All’epoca, i Venusiani
si sentivano davvero preoccupati per il degrado ambientale e per i pericoli
derivanti dall’utilizzo di energie fossili e dai test nucleari. Essi
allertarono a più riprese il governo americano per tentare di convincerlo a
porre fine a queste pratiche.
Offrirono dei sistemi
di energia alternativa non inquinante e praticamente gratuita(energia libera)
che i consiglieri del governo, tutti arricchiti grazie ai miliardi di dollari
provenienti dal petrolio, dal gas, dal carbone e dalle industrie di
guerra,rigettarono per “ragioni economiche”.
Un giorno, un vascello
interplanetario proveniente da Venere si materializzò e venne a posizionarsi al
di sopra del laboratorio scientifico diretto da Arthur Matthews. Un allarme di
rilevamento Tesla si attivò e l’atterraggio ebbe luogo poco dopo il tramonto.
Matthews uscì allora
dal suo ambiente di lavoro e scorse questo incredibile veicolo spaziale. Lo
vide davanti a sé, a qualche metro, fluttuante tra i 50 e gli 80 centimetri dal
suolo, un disco dai 15 ai 25 metri di diametro, sormontato da un rigonfiamento
centrale a forma di cupola.
Dalla base alla
sommità, il mezzo poteva ben misurare intorno ai 9 metri di altezza.Questo
disco irradiava, per pulsazioni lente, un bagliore di colore
bianco-argenteo-bluette che rischiarava nettamente la facciata del laboratorio.
L’irradiazione
sembrava scaturire “dall’anima stessa dello strano metallo” di cui era
costituito tale veicolo straordinario, di una bellezza affascinante. Emanava da
esso un potere difficilmente concepibile per chi non avesse mai avuto
l’occasione di contemplare un simile oggetto con i propri occhi.
Il “metallo” di questo
disco sembrava, nel contempo, sia materiale che immateriale o quanto meno
avente una struttura interna in costante movimento… come se fosse vivo! Era sconvolgente,
inquietante e bellissimo nello stesso tempo. (Per approfondire, leggere anche
“Le astronavi sono viventi” QUI; ndt).
Due Esseri ne uscirono
e si diressero verso lo scienziato. Egli notò che avevano un’altezza di circa
un metro e ottanta. Poteva distinguere i loro capelli dorati e i loro luminosi
occhi blu alla luce delle prime stelle.
Il loro volto era
bellissimo e molto fine. Il loro sguardo era di una chiarezza, di una sincerità
e di una dolcezza che egli non aveva mai visto sino ad allora in alcun
terrestre.
Emanava da essi una
sensazione generale di grande forza; le loro figure erano “scolpite” come degli
atleti ma nello stesso tempo un aura di dolcezza e di salute perfetta
rischiarava il loro viso. Egli poteva percepire in essi una vibrazione
irresistibile di bontà.
Gli uomini dello
spazio spiegarono allora in inglese a Matthews che erano venuti per dare
un’occhiata all’apparecchiatura a raggi cosmici di Tesla di cui egli stava
proseguendo lo sviluppo. Dopo un dialogo di natura scientifica, lo studioso
accettò di visitare il loro veicolo spaziale.
L’astronave era
circondata da un anello metallico distante circa 6 metri dal corpo centrale e
non era collegato ad essa da nessun dispositivo ma solo dal magnetismo.Non
esisteva alcun sistema visibile di controllo nella sala dei comandi.
Al centro si trovava
un a grande piattaforma circolare con un’area dotata di posti a sedere. Quattro
Venusiani vi erano seduti dando le spalle al centro e con i volti orientati
rispettivamente a nord, sud, est ed ovest.
Questi piloti erano stati
scelti specialmente per la loro potenza di penetrazione spirituale sulla
materia perché facevano funzionare il vascello per trasmissione telepatica,
proiettando le onde dal loro cervello in un computer che ritrasmetteva i loro
comandi.
La complessità e
l’estrema precisione della tecnologia venusiana consente ai piloti delle
astronavi, una volta impratichiti, di dirigere i loro dischi con la potenza
pensativa.
Nell’identico modo in
cui noi siamo capaci di registrare le reazioni del cerebro umano attraverso
l’elettroencefalogramma, i Venusiani hanno adeguato ai comandi elettromagnetici
delle loro navi dei sistemi che permettono il pilotaggio per mezzo del
pensiero.
Minuscoli elettrodi
sono posizionati sul cuoio capelluto dei piloti che devono soltanto
visualizzare con la mente gli spostamenti che desiderano far compiere ai
velivoli spaziali.
Gli ordini-pensiero
passano dal computer centrale del vascello che li trasforma in impulsi
elettromagnetici. Tali segnali vengono in seguito amplificati e consentono di
far fluttuare il disco attraverso la fascia spazio-temporale da percorrere o da
esplorare.
Contrariamente a ciò
che continuano a credere i nostri studiosi, non esistono la terza, la quarta e
la quinta dimensione. In realtà, ci sono innumerevoli piani e sottopiani la cui
gamma si estende all’infinito, di grado in grado.
Per passare dall’uno
all’altro livello dimensionale, le navi venusiane producono un cambiamento di
polarità magnetica che modifica il ritmo vibratorio della struttura atomica
della materia di cui sono costituite permettendo loro di effettuare viaggi
intersiderali ad una velocità quasi istantanea.
Per un osservatore
situato all’esterno e in prossimità di un’astronave operante una traslazione
dimensionale, l’effetto è sorprendente.
Può vedere il disco
vibrare e cambiare colore (nota), talvolta sembra deformarsi e diventare una
sfera di energia intensa che scompare sul posto in modo pressoché immediato.
Il risultato della
trasformazione del disco lenticolare in un globo rosso-arancio è quasi
insostenibile. Questo è dovuto alla formazione sferica di un rivestimento
ionizzato di cui si circonda il veicolo durante l’apporto di energia magnetica
che utilizza poi al momento del suo passaggio da un piano ad un altro.
Due piloti della nave
erano donne. Matthews fece così la conoscenza di una Venusiana di una bellezza
straordinaria.
Ella sembrava senza
età, aveva dei lunghi capelli dorati, una perfetta pelle abbronzata, un viso
meraviglioso emanante una gioia ed una pace interiore indescrivibili.
Dai suoi occhi blu
zaffiro sembrava scaturire un Amore cosmico. Gli trasmise numerose informazioni
riguardanti la vita su Venere.
La descrizione del
vascello venusiano e del suo equipaggio, da parte dello studioso,non fu mai
messa in discussione da nessuno perché era unanimemente considerato e
apprezzato per la sua dirittura e il suo rigore scientifico. Questi non era né
un bevitore né un assuntore di stupefacenti, ma nemmeno un fanatico o un
emissario di una setta.
Fu uno dei più grandi
scienziati che il ventesimo secolo abbia mai conosciuto. Si devono a lui le
molteplici invenzioni accreditate da numerosi brevetti. Fu estremamente rispettato
e apprezzato, tenuto in considerazione tanto come Tesla o Einstein.
Matthews fece in
seguito un viaggio sul Pianeta Venere. Si ritrovò sul bordo di un lago, in
piedi, accanto a quelli che sembravano essere grandi pilastri di basalto
perfettamente levigato. Un’immensa cascata precipitava da una rupe nera come
l’ebano da molte centinaia di metri d’altezza.
Le rive erano lambite
da un’acqua spumeggiante ma limpida, mentre il lago dava l’impressione di una
massa perfettamente liscia dai colori che ricordavano quelli creati dalla
scomposizione della luce bianca attraverso un enorme prisma di cristallo.
Non era dell’acqua
come noi la conosciamo, perché i suoi raggi di luce iridavano la superficie di
tutti i colori immaginabili. Questi si mescolavano in luccichìi rossi, gialli,
verdi, rosa e violetti, trasformando il lago in un magnifico arcobaleno.
Un tale maestoso
scenario conduceva ad una vasta distesa d’erba verde smeraldo, punteggiata qua
e là da mirabili palme dalle foglie intrise di gocce d’acqua splendenti come
diamanti.
Nel cielo venusiano,
al di sopra della cascata, appariva un’enorme sfera di cristallo trasparente.
Sembrava una grandissima bolla di sapone dai riflessi iridescenti.
Intorno alla parte
centrale del vascello, c’era una fascia di metallo aureo e ai poli, delle
proiezioni d’oro. Delle finestre erano disposte lungo questa banda dorata.
La campagna che si
estendeva nei dintorni aveva l’apparenza di un vasto e suggestivo parco. Una
montagna innevata si stagliava in lontananza ed un grande fiume scorreva sullo
sfondo. Gruppi di Venusiani si trovavano graziosamente sulle scogliere a
strapiombo sul fiume.
Più tardi, Matthews
entrò in una città venusiana. Gli edifici avevano tetti ellissoidali composti
da prismi di cristallo; erano sostenuti da pilastri circolari di marmo a forma
di colonnati.
Le case di cristallo
erano sovrastate da vascelli trasparenti dai riflessi multicolori.Un paradiso
di vegetazione lussureggiante circondava le costruzioni.
Un duomo anch’esso di
cristallo fungeva da assemblea e da luogo di riunioni ai Venusiani. Un ampio
viale fiancheggiato da palme maestose conduceva ad un grande vestibolo dove si
trovava un immenso anfiteatro circondato da gradini e da sedili di marmo.
Un piccolo lago
circolare dai riflessi iridati era come sospeso nell’aria, in modo che si
potesse camminarvi sotto!
In codesto ”Palazzo
della Verità” - questo è il nome che i Venusiani hanno dato a tale grandioso
edificio – hanno spiegato come avevano trasformato il loro pianeta in un
paradiso bucolico in cui regna l’abbondanza, dove il clima è controllato e le
catastrofi naturali escluse, in maniera che essi conducano una vita fraterna di
pace e di prosperità.
L’interno delle
astronavi era suddiviso in livelli diversi. L’inferiore conteneva 24 vascelli
da ricognizione, veicoli di superficie e attrezzature.
Il superiore
racchiudeva giardini, sale di soggiorno, aree dedicate allo studio e alla
ricreazione così come un salone per le riunioni. Il pavimento era rivestito da
un tipo di sostanza flessibile come la plastica, ma molto più morbida.
I Venusiani sono tutti
vegetariani. Fanno crescere frutta e legumi freschi all’interno stesso delle
loro navi e dei loro habitat utilizzando l’energia solare. Le pareti
trasparenti permettono ai rispettivi occupanti di avere una visione dello
spazio a 360°.
Il tele-pensiero è il
modo di comunicare usuale dei Venusiani. Utilizzano un cristallo chiamato
”Telolith” per trasmettere dei messaggi a certi umani. Il Telolith ha
consentito a dozzine di persone di avere contatti telepatici ed anche fisici
con gli equipaggi delle navi!
Il sergente Willard
Wannall, che ha prestato servizio nei servizi segreti dell’esercito a Oahu
negli anni ’50 quando studiava gli UFO, ha riferito che la città di Retz - la
capitale di Venere secondo Omnec Onec - (e QUI la stessa venusiana descrive la
storia dell’umanità; ndt) non era una leggenda ma esisteva davvero.
Egli ha dichiarato di
esser stato preso lui stesso a bordo di un’astronave venusianaper ricevere una
serie di ammaestramenti.
Ha riferito che era
atterrato in un centro dove viene convertita l’energia solare. Si tratta di una
struttura circolare composta da numerosi locali, anch’essi rotondi in cui viene
immagazzinata l’energia stessa.
Questa edificazione è
la parte centrale di un’immensa metropoli formata interamente da costruzioni a
forma di cupola e disposte secondo un sistema anulare.
La loro struttura
sembra essere in costante movimento, benché risultino solide al tatto. Si
possono abbattere soltanto modificandone la frequenza vibratoria.
La loro energia
ritorna allora a fondersi con la matrice cosmica universale. La maggior parte
degli oggetti su Venere è realizzata sul piano della manifestazione con questo
procedimento. Wannal descrive dettagliatamente le loro sfumature e la loro
luminosità straordinaria.
Durante la sua
permanenza su Venere, ha osservato una profusione di fiori magnifici dai
profumi delicati e ha ascoltato delle musiche di una dolcezza e delicatezza
sconosciute sulla Terra.
I Venusiani che
vivevano là indossavano lunghe ed ampie vesti che si addicevano loro, non
sembravano molto diversi dagli umani della Terra salvo che essi apparivano in
armonia gli uni con gli altri.
Il californiano
Michael Barton ha riportato un’informazione proveniente da una nave venusiana
con la quale anch’egli ebbe un contatto negli anni ’50 sulle colline
sovrastanti Santa Barbara.
Delinea un pilota
molto alto dal viso straordinariamente intelligente, raggiante che indossava
un’uniforme composta da un pezzo unico.
Egli afferma che da
lui emanava una grande forza mascolina e un’aria decisa, pur esprimendo un alto
livello spirituale in un insieme di pace interiore, di benevolenza e di
compassione.
Il Venusiano aveva
lunghi capelli dorati, occhi azzurri che brillavano come diamanti e
l’epidermide gradevolmente abbronzata.
Rifletteva una salute
perfetta. Sembrava ricco d’Amore e la profondità del suo sguardo dava
l’impressione che potesse visualizzare l’intero Universo. (Solo con le
vibrazioni imperniate sull’Amore incondizionato potremo riconoscere se gli ET
sono positivi, in un prossimo futuro! Ndt)
Una splendida donna
Venusiana uscì in quel momento dall’astronave. Anche lei aveva dei lunghi
capelli biondo-dorato, la pelle abbronzata e occhi violetti sfavillanti per le
screziature d’oro.Semjase_schizzo
La sua figura era
delicatamente proporzionata e portava una cintura dorata intorno alla vita. Le
calzature erano fatturate con un materiale morbido, elastico e aurato.
Barton ha riferito che
i Venusiani che aveva incontrato portavano tutti lo stesso simbolo sulle loro
tute spaziali, un emblema (di riconoscimento; ndt) per le comunicazioni
interplanetarie che essi usavano per provare a contattare gli Esseri dello
spazio.
Decise allora di farsi
imprimere questo stemma su una t-shirt utilizzando i cristalli Telolith e il
tele-pensiero diretto per tentare di entrare in contatto con i Venusianinel
momento in cui lo desiderava.
All’inizio era molto
scettico. Ma ben presto ha cominciato a percepire degli UFO edè stato anche lui
condotto più volte su Venere.
Secondo Michael
Barton, la capitale venusiana è costruita come un atomo con tre strutture
circolari di materia cristallina che corrispondono al nucleo, agli elettroni e
allo spazio che li separa.
Estendendosi dal
nucleo centrale come dei raggi emergenti dall’asse di una ruota,otto grandi
strade conducono ad otto grandi città.
Ognuna di queste ha
quattro vie che irradiano verso altri quattro agglomerati e ciascuno di questi
ultimi ha una struttura geometrica di raggi concentrici portanti a due altri
centri urbani.
Tra le città si
trovano delle grandi foreste, dei fiumi e delle montagne. Le valli sono
ricoperte da una rigogliosa vegetazione dai colori brillanti.
Qui e là, nel verde
lussureggiante, si elevano delle abitazioni a forma di cupola fatte di un
materiale trasparente che sembra cristallo.
Ci sono degli oceani
come sulla Terra, ma le distese d’acqua di Venere sono più contenute, più
profonde e i colori molto più vivi.
Ci sono anche dei tipi
di autovetture che funzionano ad energia solare e possono raggiungere delle
grandi velocità rimanendo completamente silenziose.
Le vetture solari sono
circondate da un campo di forza elettromagnetica cheprotegge i passeggeri dalle
collisioni qualunque sia la rapidità di movimento.
L’atmosfera venusiana
è molto più carica di elettricità che quella della Terra. La luminosità è simile
a quella delle nostre aurore boreali e produce in permanenza i colori
dell’iride.
La criminalità non
esiste su Venere; è del tutto inconcepibile per questi Esseri evoluti. Non
esistono nemmeno ospedali perché i Venusiani sono in perfetta salute e vivono
tanto tempo quanto lo desiderano.
Gli abitanti di Venere
passano la gran parte del loro tempo all’esterno e si nutrono unicamente di
frutti e legumi.
Barton ha chiesto un
giorno ad uno dei Venusiani che aveva incontrato in California che cosa veniva
a fare sul nostro Pianeta. Questi ha parlato di una visita recente sulle
Montagne Rocciose nel corso della quale diceva di aver soggiornato nel “Tempio
Bianco” della “Grande Fraternità Bianca Universale”.
Il Venusiano gli ha
spiegato che è là che si trova il governo spirituale della nostra Terra,
costituito da Maestri Cosmici. Questo direttivo è tenuto ad operare
all’instaurazione della fratellanza tra gli uomini. (Interessante vedere anche
QUI;ndt)
I Venusiani pensano
che l’insieme delle popolazioni terrestri dovrebbe idealmente formare una sola
nazione amministrata da una dirigenza al servizio dell’unità fraterna.
Ci domandano di
edificare rapidamente, mentre c’è ancora tempo, gli ”Stati Uniti della Terra” e
sono pronti ad aiutarci.
Dobbiamo riunirci intorno
ad essi per mezzo dei nostri Maestri e dei nostri contattisti. Questi sono
istruiti da loro per insegnarci cosa deve essere fatto per creare sul nostro
Pianeta un universo di gioia, d’Amore e di felicità.
I precursori dei tempi
futuri sono già presenti tra noi. Sono qui per aiutarci a far rinascere quello
che tutte le nostre religioni nominano, senza mai avergli dato credito: ”Il
Paradiso perduto”.
Adattamento di Olivier
de Rouvroy
Estratti da un vecchio
file Top Secret del Dipartimento canadese degli Affari Interplanetari,
declassificato nel 1989.
Traduzione:
Sebirblu.blogspot.it
Fonte: erenouvelle.fr
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