GIULIANO FERRARA APRE
LA STAGIONE DELLE CONFESSIONI MEDIATICHE:”SIAMO TUTTI PUTTANE”. MA NON E’ IL
SOLO
DI SERGIO DI CORI MODIGLIANI
Libero pensiero
L’avevo chiesto a gran
voce lanciandola come proposta e progetto politico di rigenerazione
dell’Italia, l’unica strada a mio avviso possibile. E si sta verificando.
E’ iniziata, da questa
mattina, “l’era delle confessioni”.
All’italiana, si
intende (what else?) ma pur sempre confessioni che vale la pena di ricordare,
dato che siamo soltanto all’inizio.
E sono ben tre. Una in
campo mediatico, l’altro in campo bancario istituzionale, e il terzo in campo
bancario privato.
In campo mediatico ci
pensa Giuliano Ferrara, il quale, a caratteri cubitali, su Il Foglio edizione
on-line titola “Siamo tutti puttane”.
Ottimo. Penso che
Ferrara meriti rispetto per aver dato la stura a quella che –mi auguro davvero-
sia l’inizio di una lunga serie di confessioni da parte dei professionisti
della cupola mediatica, i quali, da oggi, seguendo l’indicazione di Ferrara ci
spiegheranno chi paga, quanto paga e che cosa viene loro chiesto in cambio. Se
Ferrara sostiene di essere una puttana, immagino che non parli del suo corpo,
poiché non penso proprio abbia un mercato, evidentemente essendo la fulminante
intelligenza il suo hatù principale, si riferiva a quello. Mi auguro che il
prossimo passo consista nel renderci edotti su come funziona il sistema prostitutorio
mediatico.
Così commenta
Elisabetta Addis, valente economista, nonché membro fondatore del gruppo di
donne se non ora quando “Grondano sessismo i commenti acidi di tanti
berlusconiani irriducibili. Chiamano le giudici “le gentili signore”; vanno in
piazza dicendo “Siamo tutti puttane”. Bene, siete puttane. Dov’è il problema?
Di molti di voi lo sapevamo già, lo avevamo già sospettato che le vostre penne
fossero in vendita. Del resto, così va il mondo. Se ora lo dite voi stessi,
alto e chiaro, non possiamo che dirci d’accordo. Ma credevamo che avessimo
convenuto, noi e voi, che il mestiere di prostituta, escort, puttana, è un
mestiere come un’altro, ciascuno è libero di vendere quel che meglio crede, e
sarebbe moralismo dire il contrario. Da economista, credo nei vantaggi del
libero scambio. Come parte di Se Non Ora Quando, vi garantisco che non ce
l’abbiamo con le escort, non ce l’abbiamo mai avuta con loro. Ce l’abbiamo con
chi le paga, specie se sono minorenni. E allora perché si dovrebbe ritenere incongruo,
pazzesco, eclatante che voi siate puttane come tutti? Cosa avete contro le
puttane?”.
Personalmente non ho
nulla contro le puttane, purchè lo si sappia e sia chiaro.
Ce l’ho, invece, con
l’ipocrisia.
La seconda confessione
è più corposa e preoccupante, anche se ben più importante di quella de il
direttore de Il Foglio. Viene da una donna, Marina Cannata, poco nota al grande
pubblico. Si tratta di una delle persone più importanti per le vite di tutti
noi, essendo la signora (oltre che ottima economista e attendibile esperta in
problemi del diritto europeo e di quello internazionale) la “direttrice
generale per il debito pubblico del Ministero dell’Economia”. Quella che esegue
gli ordini di Saccomanni tanto per intenderci, ma anche quella che telefona a
Saccomanni per dirgli “guardi che questo o quello non si può fare, qui non si
può aumentare, qui non si può tagliare” e potete star certi che lui le dà
retta, perché Maria Cannata ha davvero il polso della vera situazione economica
italiana.
Ieri pomeriggio,
mentre l’Italia si scatenava, su opposte sponde, nel manifestare la propria
opinione relativa alle notti bollenti di Arcore, la funzionaria teneva una
importante prolusione all’università Luiss a Roma, spiegando con parole
elementari che il governo Monti ha distrutto l’Italia e che il governo Letta è
già fallito. Non lo ha detto né in termini ideologici né in termini
propagandistici, ma in termini tecnici. Ha detto, infatti, al convegno: «Le
economie dell’Eurozona sono tutte in sofferenza e gli analisti di mercato
individuano molto più nell’economia reale che in altri fattori la possibilità
di superamento dei problemi sistemici, quindi, in questo momento i veri
investimenti a livello internazionale vengono fatti nelle nazioni e sulle
economie che privilegiano la produzione di merci, ovvero quella reale, a quella
finanziaria, cioè virtuale».
E’ davvero il segreto
di Pulcinella, direi quasi banale. Ma detto dalla Cannata suona come una
confessione molto chiara, perché proseguendo nel suo intervento ci ha tenuto a
spiegare che non si tratta né di leggi né di manovre né di destra né di
sinistra né di Friedman né di Keynes. I grandi capitali internazionali, dopo
l’annuncio fatto da Bernanke a Washington, hanno deciso di iniziare a cambiare
rotta ritrovando un guizzo di razionalità sensata: si va a investire sui
mercati dove si producono beni, quindi le nazioni dove i governi investono
danaro pubblico per sostenere l’industria, l’innovazione, la ricerca,
esattamente tutto ciò che l’attuale governo Letta NON sta facendo e NON è
chiaro se ha intenzione di fare, come del resto anche Spagna e Grecia e Portogallo.
A differenza di Germania, Francia, Olanda, Danimarca, Belgio, Cekia, Polonia,
Svezia, dove gli indici di investimenti strutturali nell’industria
manifatturiera sono in netto aumento ed è in atto un poderoso piano nazionale
per il rilancio delle loro economie. “Non abbiamo una politica economica di
piano industriale” ha confessato l’ economista. E lei, è una che davvero sa al
millesimo di che cosa sta parlando, le poche volte che parla.
Nessun rilievo sulla
stampa italiana, dato che l’opinione pubblica è presa da altre dichiarazioni,
su altri e più ameni argomenti.
La terza confessione è
una chicca tutta italiana. Flebile, piccolina, ma sostanziale.
Riguarda Intesa San
Paolo, la seconda banca italiana, che ha in mano circa 2 milioni di mutui
semidecotti ed è un istituto finanziario di importanza strategica. Il 18
dicembre 2012, era stato eletto direttore generale Giuseppe Castagna, un
manager napoletano, con invidiabile curriculum vitae e un esperienza
quarantennale in tecnica bancaria. Era entrato in carica a metà gennaio e aveva
cominciato il suo lavoro di ristrutturazione dei conti della banca e di
“revisione strutturale del sistema dei mutui” finalizzato a impedire il crollo
del mercato immobiliare italiano, con conseguente disastro sociale, verso la
metà di aprile. Il nuovo governo, per motivi che non hanno spiegato, ha
cominciato subito a fare i capricci sulla sua esistenza. E così, neppure due
mesi dopo il suo ingresso, è stato licenziato. Nessuna notizia in merito.
Nessun commento di rilievo. Nessuna opinione. Nessuna domanda. Di solito, in
casi come questo, i dirigenti bancari sono sempre molto abbottonati, rilasciano
dichiarazioni diplomatiche e poi finiscono allo stesso livello dirigenziale in
altra banca. Lui, invece, ha confessato. Lo ha fatto a un sito on line che si
chiama Il denaro.it. Per chi è interessato può andare sul sito
http://denaro.it/blog/2013/06/13/il-dg-castagna-licenziato-adesso-mi-guardero-intorno/
Ha detto, infatti “Da oggi, dopo 33 anni nel gruppo, sono fuori salvo ripensamenti
collegati a questioni di natura legale.
Non c’è stato il
cosiddetto comune accordo. Si tratta di una decisione unilaterale comunicatami
con una nota di servizio. Non è un modo molto carino ma non sono rammaricato,
perché mi sono già rammaricato quando non hanno scelto me nel consiglio di
gestione e hanno affidato la Banca dei Territori a un altro (Carlo Messina,
ndr). Le opportunità non mancano ma attualmente sono senza lavoro e fuori dal
mondo bancario. Non ho un altro incarico presso altri gruppi, ho avuto diverse
segnalazioni che adesso inizierò a valutare, ma non ho ancora deciso nulla.”.
Ci ha tenuto a spiegare che è stato “licenziato in tronco” senza che gli si sia
stata data spiegazione alcuna. “Mi hanno terminato” ha confessato. Non solo.
Sembra che sia stato fatto fuori dall’intero sistema bancario, sostituito da
Franco Gallia, il nuovo manager.
Che cosa sta accadendo
in Intesa San Paolo? Perché hanno licenziato il direttore generale? Perché
questo banchiere di lungo corso sceglie di confessare in pubblico (novità
assoluta per l’Italia) il suo defenestramento? Che cosa sta cercando di dirci?
E, dulcis in fundo, qual è il nuovo piano della banca dato che ha in pugno le
esistenze vere di una importante fetta della popolazione italiana?
Penso che le risposte
a queste domande siano molto più importanti per tutti noi delle esternazioni
relative a qualche sgangherata avventizia che ha scelto di trascorrere una o
più serate ad Arcore. A me, francamente, di tutto ciò non me ne importa nulla.
Sergio Di Cori
Modigliani
Fonte:
http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it
Link:
http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2013/06/giuliano-ferrara-apre-la-stagione-delle.html
Tratto da:
http://www.comedonchisciotte.org
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