lunedì giugno 3, 2013
Ieri ho pubblicato
comunicato dai manifestanti in Turchia, 02. giugno
2013.
Mentre alle media è stato vietato informare sulla protesta e di risposta della polizia, social media e le telecamere di cittadini hanno documentato l’ intero evento.
Protesta in LIVE STREAMING
Piazza Taksim
Riceviamo e pubblichiamo:
Sono Yasemin, sono una studentessa turca in Erasmus a Perugia e scrivo a nome di tutte le persone turche che si trovano qui adesso. Anche se siamo a 2000 km dal nostro paese, vogliamo lo stesso dare il nostro contributo al movimento di resistenza alle politiche attuate dal governo turco negli ultimi tempi. In questo momento, i media turchi non stanno parlando affatto delle proteste in corso ad Istanbul, Ankara, Izmir e in ogni angolo del Paese. Gli unici canali ufficiali che stanno documentando gli eventi sono i media stranieri.
La sola fonte d’informazione libera e indipendente rimasta in Turchia sono i social network, come Facebook e Twitter. Grazie a questi, noi, ragazzi turchi a Perugia, siamo riusciti a rimanere in contatto con chi ora protesta in Turchia, e vogliamo portare la loro testimonianza, e le ragioni che li spingono a lottare per i nostri diritti, all’attenzione dell’opinione publica italiana.
In realtà, gli occupanti di Gezi Park hanno iniziato la loro protesta per bloccare il previsto abbattimento degli alberi, piantando tende, organizzando picnic e leggendo libri sotto gli stessi alberi, tutto questo per proteggere uno dei polmoni verdi di Istanbul dalla distruzione e dalla costruzione dell’ennesimo centro commerciale. La mattina del 31 Maggio, alle 5, la polizia è entrata nel parco per cacciare i ragazzi. A seguito delle iniziali resistenze dei giovani presenti, la polizia ha reagito bruciando le loro tende. Alle 10, altri ragazzi sono accorsi al parco per unirsi alla resistenza. La polizia a questo punto ha iniziato a utilizzare lacrimogeni, gas al peperoncino e idranti contro le persone. Lo sdegno suscitato da questa reazione ha spinto prima tutta Istanbul, e poi il resto del Paese, a scendere nelle strade e ribellarsi.
La questione di Gezi Park è solo l’ultimo di una serie di eventi e provvedimenti presi dal governo di Erdoğan che hanno suscitato malcontento nella popolazione. L’AKP, partito di destra liberale, è in carica da ormai 11 anni ed è al suo terzo mandato. Negli ultimi anni la politica di Erdoğan ha preso una forte piega autoritaria, aumentando il controllo sui media, emarginando i gruppi etnici, politici e religiosi minoritari, e facendo forte pressione per un pesante cambiamento della Costituzione che dia maggiore potere al governo.
Lo scontento popolare è cresciuto in particolare dopo gli attentati di Reyhanli,vicino al confine con la Siria, avvenuti all’inizio del maggio 2013, che hanno causato più di 100 vittime. Il governo ha censurato ogni riferimento all’evento nei media, causando la rabbia della popolazione, lasciata senza informazioni riguardo la morte di numerosi propri connazionali.
Nello stesso mese Erdoğan ha dato l’ordine di avviare i lavori per la costruzione del terzo ponte sul Bosforo, nonostante le forti proteste dei cittadini nei mesi precedenti, preoccupati in particolare dai danni ambientali causati dall’enorme costruzione. Erdoğan ha dimostrato di essere insensibile a qualsiasi dialogo e protesta riguardo ogni questione, decidendo e attuando unilateralmente provvedimenti o ordini di nuove costruzioni, come centri commerciali o enormi moschee. Tutto questo per pura megalomania.
Ad oggi, 2 Giugno, Erdoğan, dopo tutte le proteste e dimostrazioni in Turchia e all’estero, come quella nostra, avvenuta ieri nel centro di Perugia, non ha cambiato di una virgola la sua posizione. Ha definito i manifestanti una “minoranza insignificante”, ha dichiarato che, oltre a proseguire nella distruzione di Gezi Park, demolirà lo storico Palazzo dell’Opera di Istanbul a Piazza Taksim, per sostituirlo con una nuova moschea.
In conclusione, vogliamo mandare il nostro sostegno alla protesta, invitando voi a fare altrettanto. Se avete Twitter o Facebook vi preghiamo di diffondere le nostre opinioni su questi link o hashtag:
https://www.facebook.com/
https://www.facebook.com/
Hashtag per Twitter: #direngeziparki #occupygezi #tayyipistifa #direnbesiktas #direnistanbul
La comunità turca a Perugia
Yasemin Sert
Aggiornamento: Le proteste in Turchia si sono diffuse al di là di Piazza Taksim. Leggi di più qui .
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Qualcuno ha capito bene.
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