C'è qualcosa di nuovo, oggi nell'aria
C’è qualcosa di nuovo, oggi nell’aria, anzi d’antico, per parafrasare una vecchia poesia del Pascoli
Nuovo perché mai sentito prima – ma mi posso sbagliare – in questi termini e in questa sede; d’antico, perché evocante una saggezza naturale, un equilibrio interiore esistenti in fasi meno convulse della storia umana e che, nel corso del tempo, si sono diluiti fino a venir dimenticati.
di Piero Cammerinesi (corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete Magazine e Altrainformazione)
Mi riferisco allo straordinario – nel significato letterale del termine dal latino extra-ordinarius, cioè fuori dall’ordine – intervento di oggi alla Camera dell’Onorevole Emanuela Corda, del M5S.
Nuovo perché mai sentito prima – ma mi posso sbagliare – in questi termini e in questa sede; d’antico, perché evocante una saggezza naturale, un equilibrio interiore esistenti in fasi meno convulse della storia umana e che, nel corso del tempo, si sono diluiti fino a venir dimenticati.
di Piero Cammerinesi (corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete Magazine e Altrainformazione)
Mi riferisco allo straordinario – nel significato letterale del termine dal latino extra-ordinarius, cioè fuori dall’ordine – intervento di oggi alla Camera dell’Onorevole Emanuela Corda, del M5S.
La Corda esordisce con un concetto davvero insolito per l’agone politico in cui tutto è partigiano, intendo di parte, giusto-sbagliato, buono-cattivo, noi-gli altri: “La strage di Nassirya non fu uno scontro tra buoni e cattivi”.
Già questo significa sottrarsi alla prospettiva squisitamente terrestre in cui vi è chi attua il male e chi lo subisce - il cattivo e il buono - per entrare in una prospettiva spirituale, in cui l’assassino e la sua vittima, colui che offende e l’offeso, sono uniti da un intimo vincolo di destino. Nel rievocare la strage dei 19 italiani – 17 militari e 2 civili – e dei 9 iracheni caduti, ma di cui si parla ben poco – afferma la Corda – “nessuno però ricorda il giovane marocchino che si suicidò per portare a compimento la strage e quando si parla di lui lo si dipinge solo come un assassino e non come una vittima, perché anche egli fu vittima oltre che carnefice”.
Chi conosce la realtà spirituale che sottende la storia esteriore sa benissimo che queste sono parole di assoluta verità, per quanto possano risultare incomprensibili – o anche offensive, come in effetti è risultato dai successivi interventi – a chi si limita a vedere le cose solo da una prospettiva esteriore materialistica.
Questa ‘innocenza’ del malvagio – ricordate il “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno” del Cristo sulla Croce? – deriva dal suo non-sapere, dalla sua mancanza di coscienza. Che, da un punto di vista umano, esteriore, si riflette nelle parole del deputato grillino secondo cui l’attentatore è stato accecato da “una ideologia criminale che lo aveva convinto che quella strage fosse un gesto eroico e lo aveva mandato a morire”. Dunque incoscienza, come mancanza di coscienza, l’avidya dei buddhisti, il sonno della ragione che genera mostri.
E ancora: “Non è escluso che come tanti kamikaze, quel giovane fosse spinto dalla fame, dalla speranza che quel suo sacrificio avrebbe fatto vivere meglio i suoi familiari che spesso vengono risarciti per il sacrificio del loro caro”. Se il kamikaze ha così agito è dunque perché nel male egli vedeva un bene anche se distorto, anche se ribaltato; questo richiama alla assoluta necessità per gli uomini del nostro tempo di comprendere l’altro, l’amico come il nemico, attuando l’unico fondamentale comandamento cristiano.
Lo smascheramento necessario dell’ossimoro della“guerra umanitaria” e delle “missioni di pace” per“esportare democrazia” o fare la “guerra al terrorismo”. Scandalose operazioni di appiattimento e di manipolazione delle menti che ha raggiunto negli ultimi anni livelli impensabili e che stanno producendo effetti nefasti, dove a pagare sono sempre i deboli e gli indifesi. Gli ultimi. Il mito dello “scontro di civiltà”, artatamente concepito ed imposto all’opinione pubblica occidentale, utile solo a permettere alle corporation delle armi di dedicare all’acquisto di armamenti cifre che potrebbero eliminare diverse volte povertà, fame e disuguaglianze sociali.
“Vorremmo ricordare – prosegue la deputata - la provetta agitata da Colin Powell al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che dovevano dimostrare al mondo l’esistenza di armi di distruzioni di massa, armi che in verità non vennero mai trovate. Lo stesso Powell ha detto di essere stato raggirato da quella colossale truffa che portò all’occupazione dell’Iraq. L’esistenza di quella truffa non è servita di lezione ai governi europei, che hanno continuato a credere alle balle organizzate a tavolini per scatenare nuovi e atroci conflitti”.
“Per questo gridiamo con tutta la nostra forza mai più Nassiriya – conclude la Corda – mai più guerre di occupazione”.
Un grido cui ci associamo con entusiasmo, sperando che diventi virale, che contagi un numero sempre maggiore di persone.
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