di
Gianni Lannes
Grazie
a tutte, e a tutti per avermi sopportato due anni su internet. Vi saluto con un
editoriale di commiato. Si interrompe bruscamente un discorso, si oscura un
dialogo, si annichilisce l’informazione libera e indipendente. Chi comanda e
colpisce nell’ombra, però non s’illuda: è soltanto la pagina di un diario che si
chiude, non la vita o la battaglia per la civiltà in agonia. E’ impossibile
arrestare il pensiero umano e lo slancio etico, finché ci sarà al mondo una
donna o un uomo liberi dentro.
Il
volto mascherato di chi detiene il monopolio legale della violenza – Stati e
multinazionali del crimine – dispiega i suoi effetti oscurando e manipolando la
realtà, attraverso la distorsione del significato e del senso. La violenza
comincia dalle parole, poi passa ai fatti, eliminando fisicamente chi non si
adatta alla dittatura mondiale, al peggioramento vertiginoso delle condizioni di
vita, all’imposizione del “pensiero” unico: una melassa standardizzata e
politicamente corretta.
C’è
un mondo qui fuori dal sistema di internet e delle apparenze che annaspa e non
ce la fa più, un’umanità che si ammala e muore, ingannata dalla propaganda
dilagante, mentre avanza contro miliardi di vite umane un nuovo ordine mondiale
che controlla Stati e organismi internazionali.
L’opinione
pubblica non esiste. La gente comune se isolata individualmente non ha alcun
peso. Eppure il ruggito delle pecore immagina di poter fronteggiare il moloch NWO con tastiera, mouse e petizioni elettroniche.
Che errore madornale la Rete artificiale: un’illusione la tecnologia ormai
protesi dell’identità disumana.
E’
tutto un complesso il sistema di potere. Lui dice come dobbiamo pensare, a cosa
dobbiamo credere, come dobbiamo vivere. Sta a noi ribellarci. La rivoluzione
fondamentale è interiore.
Per
dirla con don Lorenzo Milani: « … Avere il coraggio di dire ai giovani che
essi sono tutti sovrani, per cui l’obbedienza non è ormai più una virtù, ma la
più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti
agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l’unico
responsabile di tutto».
Almeno
dal 1860 il destino dell’Italia è telecomandato dall’estero, grazie alle trame
nebulose della massoneria occulta infiltratasi nei gangli vitali del Belpaese.
Oggi più che mai è evidente l’inganno perpetrato per più di un secolo e mezzo ai
danni di un popolo tradito, comunque mantenuto nell’ignoranza, inerme e
indifferente. E il peggio deve ancora venire.
Italia:
culla del diritto ma tomba della giustizia, grazie anche ad una magistratura non
soggetta a rigorosi controlli di democraticità, e che non paga mai per i suoi
clamorosi errori. Eppure, adesso c’è un segnale confortante. Prendete la recente
sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale, annunciata il 4
dicembre 2013 definita “porcellum”, ossia una porcata. Ecco il comunicato stampa
diramato dalla Consulta:
«Incostituzionalità
della Legge elettorale n. 270/2005. La Corte costituzionale ha dichiarato
l’illegittimità costituzionale delle norme della legge n. 270/2005 che prevedono
l’assegnazione di un premio di maggioranza – sia per la Camera dei Deputati che
per il Senato della Repubblica – alla lista o alla coalizione di liste che
abbiano ottenuto il maggior numero di voti e che non abbiano conseguito, almeno,
alla Camera, 340 seggi e, al Senato, il 55% dei seggi assegnati a ciascuna
Regione. La Corte ha altresì dichiarato l’illegittimità costituzionale delle
norme che stabiliscono la presentazione di liste elettorali “bloccate”, nella
parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza. Le
motivazioni saranno rese note con la pubblicazione della sentenza, che avrà
luogo nelle prossime settimane e dalla quale dipende la decorrenza dei relativi
effetti giuridici. Resta fermo che il Parlamento può sempre approvare nuove
leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi
costituzionali».
Per
la cronaca: la Corte Costituzionale si è fatta viva soltanto dopo il ricorso di
27 cittadini, ovvero non del baraccone politico che ingrassa a spese del popolo
italiano da 152 anni.
Conseguenze?
A rigor di logica e in punta di diritto, in base alle norme costituzionali e
alla giurisprudenza in vigore, sono delegittimati Parlamento, Presidente della
Repubblica e la medesima Corte Costituzionale. Vale a dire: che tutti gli atti
istituzionali degli ultimi 8 anni, di ben 5 Governi nonché del Parlamento, sono
effettivamente nulli, poiché varati da sedicenti rappresentanti del “popolo” (si
fa per dire, sic”) nominati illegalmente, a partire dallo stesso capo dello
Stato Giorgio Napolitano. La legge in vigore dal 31 dicembre 2005 finora ha
regolato le elezioni politiche italiane nel seguente periodo: 2006, con
formazione della XV Legislatura della Repubblica Italiana; 2008, con formazione
della XVI Legislatura della Repubblica Italiana; 2013, con formazione della XVII
Legislatura della Repubblica Italiana.
Non
è un paradosso: tutti gli atti legislativi posti in essere nelle ultime tre
legislature, così come gli accordi europei o internazionali firmati dai governi
italiani non hanno alcuna validità giuridica in Italia, poiché sottoscritti da
soggetti eletti illegittimamente. Ne consegue che in teoria tutte le cariche
governative, quirinalizie e parlamentari decadranno appena saranno pubblicate le
motivazioni di questo pronunciamento della Consulta. Ma siccome non ci sarà
nessuno a farlo notare questo dettaglio, i boiardi di Stato resteranno come se
nulla fosse al loro posto. Giorgio Napolitano deve rispondere di alto tradimento
e attentato alla Costituzione. Non è uno scherzo.
Guardando
a ritroso: nel 2009 si tennero tre referendum abrogativi, tesi a modificare tale
legge. Questi referendum, inizialmente fissati per il 18 maggio 2008, furono poi
rimandati al 21 giugno 2009 a causa dello scioglimento anticipato delle Camere,
avvenuto il 6 febbraio 2008. Nessuno dei tre referendum raggiunse il quorum del
50 per cento più un elettore. Il 17 maggio 2013, la Corte di cassazione ha
criticato aspramente la legge Calderoli, rilevando importanti questioni di
legittimità costituzionale. Nelle prossime settimane, quando la sentenza sarà
pubblicata con le motivazioni dei giudici costituzionali, la decisione della
Consulta sarà efficace.
Siamo
dinanzi ad un terremoto istituzionale e pochi l’hanno compreso, poiché è stata
dichiarata incostituzionale una legge fondamentale del sistema elettorale,
ovvero della cosiddetta rappresentanza democratica in uno Stato sociale di
diritto (ormai ex). Ecco, a proposito di effettiva retroattività, il pensiero di
uno dei più autorevoli costituzionalisti d’Italia, ossia del professor Gustavo
Zagrebelski:
«…
L’adozione del sistema di instaurazione incidentale ha reso insomma
insostenibile la previsione degli effetti dell’incostituzionalità fatta
nell’articolo 136, ponendo le premesse per il riconoscimento di una efficacia
retroattiva delle decisioni di incostituzionalità. La formula costituzionale è
stata allora modificata nell’articolo 30 della legge numero 87/1953, là dove si
dice che dal giorno successivo alla pubblicazione, la legge dichiarata
incostituzionale non può più avere applicazione da parte di nessuno. Sulla base
di questo meccanismo, la dichiarazione di incostituzionalità, concepita
originariamente come una sorta di abrogazione pro futuro, opera invece come
annullamento con effetti retroattivi…».
In
conclusione: la libertà è recidere i legacci dell’indottrinamento automatico
imposto dall’oligarchia imperante. La libertà smantella strutture inibenti e
artificiali del pensiero umano. La libertà non si reca al mercato per scegliere
un illusorio programma economico per le masse. Non è l’economia a determinare
tutto, ma l’autodeterminazione dei popoli. deve esserci l’etica prima di tutto,
soprattutto del profitto. Che vita è, quella che rimane, che impongono dall’alto
e la moltitudine accetta supinamente? L’impotenza è solo uno stato d’animo da
combattere dentro noi stessi, prima che fuori.
Il
nostro Paese può dare un segno di civiltà a tutto il mondo, adesso, ora. E’ in
corso non solo una guerra ambientale per telecomandare le forze della Natura e
usarle contro l’umanità per dominarla completamente, ma anche per assoggettare
le nostre menti. Siamo noi che accettiamo di essere controllati e ispezionati.
L’oppressione cova proprio dentro di noi. Riteniamo di non poter far nulla e
così diventiamo complici dell’indifferenza. Siamo i migliori carcerieri di noi
stessi.
Che
fare? Una priorità: bisogna dare vita ad un Comitato di Liberazione
Nazionale. Fermarsi definitivamente, in primis astenersi dai consumi superflui.
Tanto per iniziare: paralizzare pacificamente l’Italia con scioperi generali ad
oltranza. E poi basta pagare tasse inique. Il sistema marcio che hanno messo in
piedi per dominare la massa dei “ fessi sottomessi” inizierà così a sgretolarsi.
Non bastano le finte riformine, ci vuole una rivoluzione nonviolenta che spazzi
via questo cancro oligarchico.
La
casta politicante ha svenduto la sovranità italiana, ha ucciso l’economia
produttiva nazionale, ha strangolato migliaia di aziende, ha gettato sul
lastrico un’infinità di persone, ha tradito il popolo sovrano e la Costituzione,
che infatti ha annichilito con il Trattato di Lisbona (firmato nel dicembre
2007da Prodi e D’Alema, un duetto senza uno straccio di mandato popolare)
entrato in vigore nel 2009, grazie alla tacita connivenza anche di Berlusconi.
Adesso, però, attenzione ai saltibanchi e comicanti che sbraitano sempre per
conto terzi in piazze gremite dalla disperazione.
Occorre
ragionare, combattere, e non piangersi addosso. Ci vuole un salto evolutivo di
natura etica. Allora spegnete i televisori, accendete la mente e aprite i cuori.
Bisogna vivere in un mondo migliore, non soltanto sognarlo ad occhi aperti.
Ognuno di noi può fare qualcosa. Tutti assieme possiamo fare migliaia di cose e
mutare in positivo il mondo. Non siamo cavie da mantenere imprigionate in una
gabbia. Non abbiamo che da perdere le catene. E’ l’ora di passare ai fatti. Su
la testa!
Tratto
da:http://altrarealta.blogspot.it/
Nessun commento:
Posta un commento