CADONO I TABÙ sull’inganno
dell’Euro. 5 gennaio 2014
Su un quotidiano
di larga diffusione come il Fatto Quotidiano cominciano a cadere i tabù su come
l’Euro ci abbia ingannati tutti quanti. La gente comincerà a prenderne
atto? Eh, si, stavolta si… Jervé - iconicon
Debito pubblico,
chi lo crea stampando moneta e chi lo paga con le tasse
Nel 2014 diventerà operativo
il fiscal compact, per chi voglia rinfrescarsi la memoria ecco la definizione
che riporta Wikipedia:
“Il Patto di bilancio europeo o Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell’unione
economica e monetaria, conosciuto anche con l’anglicismo Fiscal compact(letteralmente riduzione
fiscale), è un accordo
approvato con un trattato internazionale il 2 marzo 2012 da 25 dei 27 stati
membri dell’Unione europea, entrato in vigore il 1º gennaio 2013.”
L’accordo contiene le regole d’oro della gestione
fiscale degli stati membri, tra queste c’è l’impegno del nostro paese a ridurre il rapporto tra debito pubblico e Pil al 60
per cento attraverso una maxi manovra finanziaria
all’anno per i prossimi 20 anni, la prima avverrà quest’anno. Dato che
al momento questo rapporto supera il 132 per cento (equivalente a 2080 miliardi
di euro circa) bisogna ridurlo di almeno 900 miliardi di
euro, il che equivale a circa 45 miliardi l’anno per due decadi. Per chi voglia
cifre aggiornate al nano secondo sul debito pubblico qui trovate dove il conteggio avviene
in tempo reale.
Naturalmente nel dibattito italiano non si parla del
fiscal compact, ma di questo non dobbiamo sorprenderci, se ne parlerà a josa
quando bisognerà tirar fuori i soldi per rispettarlo, tra qualche mese. In
pratica il pagamento dei 45 miliardi avverrà o attraverso l’aumento delle tasse o attraverso la contrazione della spesa
pubblica, che può comprende sia la riduzione dell’occupazione che dei
salari pubblici, o in tutti e due i modi. Morale: saremo più poveri perché
dobbiamo tirare la cinghia ulteriormente per ridurre il volume totale dei
nostri debiti.
La prima domanda da porre ai lettori di questo
giornale ed a tutti coloro che commentano quasi religiosamente i suoi articoli
è la seguente: a chi dobbiamo restituire questi soldi? La
risposta più semplice è la seguente: alla banche straniere che ce li hanno
prestati. Ma dal 2011 in poi la percentuale delle banche straniere nostre
creditrici è scesa ed oggi è inferiore al 40 per cento. Chi ha in portafoglio
gran parte del nostro debito pubblico sono le banche italiane, tra
le quale c’è anche il Monte dei Paschi, che deve allo Stato, e cioè a noi poveri debitori, 4
miliardi di euro.
Creditori e debitori sono le stesse persone, direte
voi, perché fanno tutti parte dello Stato, della collettività. Ma questa
spiegazione non è del tutto corretta perché né lo Stato dei contribuenti né le
banche nazionali controllano la massa monetaria, detto in parole povere, non stampano moneta. Entrambi la ricevono dalla banca
centrale attraverso il debito. Assurdo? Succede in quasi tutto il mondo a pare
qualche eccezione, come la Svezia e la Cina dove la banca centrale è di proprietà
dello Stato, quindi si potrebbe dire che la collettività si indebita con se
stessa.
La Banca Centrale Europea è l’unico organismo che ha
il diritto di stampare moneta, lo dovrebbe fare secondo parametri fissi ma data
la crisi Draghi è riuscito ad aggirarli ed è lui alla fine che stabilisce
quanta moneta cartacea si stampa. Da notare che nessuno di noi europei lo ha
eletto. La Bce è una banca privata, di proprietà degli azionisti
delle banche centrali dell’Eu, tutti enti ed organismi non statali, tra costoro
ci sono anche alcune delle nostre banche.
Come funziona il meccanismo? La Bce crea dal nulla
euro, nel gergo comune trasforma carta straccia in banconote, questi soldi
vengono dati in prestito, oggi a tassi vicini allo zero, alle banche di Eurolandia.
Con questi soldi le banche acquistano i buoni del Tesoro dello Stato con i
quali i governi nostrani ripagano ogni anno solo gli interessi sul debito
pubblico, di più infatti non si riesce a fare. Idealmente questi soldi
dovrebbero alimentare l’economia e farla crescere: prestiti
all’industria, per l’innovazione o per le opere pubbliche ecc. La crescita
economica dovrebbe far aumentare il gettito fiscale con il quale ripagare il
prestito. Ma non è così nel nostro caso, e questo lo sanno tutti ormai, l’austerità
taglia le gambe alla crescita quindi il circolo virtuale appena descritto
diventa un circolo vizioso di impoverimento.
Il punto cruciale su cui i lettori di questo giornale
dovrebbero riflette è il seguente: perché la Bce e non lo Stato o
l’Ue ha il diritto di produrre dal nulla il bene denaro? E perché i
contribuenti in crisi di Eurolandia devono ripagare questo bene creato dal
nulla, in un momento in cui per farlo si rischia di finire nella depressione
economica, alla Bce – tutti i soldi alla fine lì infatti finiscono dato che la
banca centrale, ed i sui azionisti privati, sono il solo creditore dell’intero
sistema? Dato che dietro gli euro, come dietro qualsiasi moneta cartacea non
c’è nulla, ma solo la fiducia di chi queste banconote le continua ad usare
indebitandosi, cioè noi, e dato che il diritto a stampare moneta dal nulla alla
Bce glielo abbiamo dato noi, cittadini di sistemi democratici, attraverso la
delega ai nostri governanti, perché non azzerare questo
debito e ripartire da zero? In passato ciò è avvenuto con le
guerre, oggi si potrebbe farlo per evitarle.
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