Cristo
del Maestro Peter Deunov (Beinsa Duno)
Oggi le persone distinguono Cristo in “storico”, “cosmico”, “mistico” e così via. Cristo però di per Sé è unico e indivisibile. Esiste solo un Cristo, quello vivente, Che è una manifestazione di Dio, una manifestazione dell’Amore.
Cristo
è Dio che si scopre al mondo. Essendo una manifestazione di Dio, Cristo
non può essere separato da Lui, non può essere considerato al di fuori
di Lui.
Quando
parlo di Cristo, Lo considero non come un principio astratto, ma come
un’incarnazione reale dell’Amore. L’Amore è la più grande realtà, non è
qualcosa di astratto. L’Amore ha una forma, un contenuto e un senso.
Cristo
diede alla Terra l’espressione più completa dell’Amore. Non è
importante come lo considerano le persone: come “storico”, come
“cosmico” o “mistico”, perché Cristo è e rimane la più perfetta
espressione dell’Amore, sia come personaggio storico, sia come
un’essenza cosmica, sia come un’esperienza mistica. E, veramente, prima
di Cristo non c’era un’altra persona sulla Terra che aveva un Amore più
grande di Lui. Non c’è neanche nel Cosmos o nelle profondità più
mistiche dell’anima una manifestazione più completa dell’Amore di quella
con cui personifichiamo Cristo. Allora, come bisogna comprendere le
parole Cristo “storico”, “cosmico” e “mistico”? Manifestato sulla Terra
in un dato momento storico come una persona ideale, come un’immagine di
un vero uomo, Lui è “storico”. Anche il tempo testimoniò per Lui: “Ecco
l’Uomo[1]! Ecco il vero uomo in cui vivono l’Amore, la Saggezza e la Verità e che li applica”.
Conosciuto
internamente, Lui diventa “mistico”; mentre, conosciuto come il Dio
manifestatosi nel mondo, Lui diventa “cosmico”. E allora, la parte
fisica di Cristo è l’intera Umanità riunita in un corpo. Tutte le anime
umane in cui vive Cristo riunite in uno, questa è la parte fisica di
Cristo. Tutti gli angeli riuniti nel cuore di Cristo rappresentano la
Sua parte spirituale. Infine, tutte le Divinità riunite nella mente di
Cristo rappresentano la Sua parte Divina. Questo è il Cristo “cosmico”,
il Dio manifestatosi nel mondo. Perciò il mistico vede dappertutto
Cristo, il Grande fratello dell’Umanità, la Prima immagine dell’uomo, il
Primogenito nel mondo, il principio del genere umano, il principio
dell’evoluzione umana. Il Primogenito Che sviluppò tutte le
manifestazioni delle virtù Divine, Che mise in atto tutte le Leggi di
Dio. Il Primogenito Che passò con successo tutte le prove e sacrificò
tutto per i Suoi fratelli.
Monti,
pianure, sorgenti, fiumi, mari, con tutte le ricchezze della Natura che
si celano in essi, tutto ciò è un espressione di questo Grande
fratello. Però questo è un profondo segreto, per la comprensione del
quale vengono richieste migliaia di anni di lavoro intenso. Così deve
essere compreso Cristo nella Sua ampiezza.
Lui
è uno, anche se le persone lo comprendono una volta come “storico”, una
volta come “cosmico”, una volta come “mistico”. Tutte queste parole
devono rivivere nel vero conoscere Cristo come una manifestazione
dell’Amore di Dio e non devono rimanere dei concetti secchi, delle
prigioni per il pensiero umano. E, veramente, per molti cristiani il
Cristo “storico”, che venne duemila anni fa, non è una prigione per la
loro mente? Dove parlò Cristo duemila anni fa di Se stesso come un
personaggio storico? Lui parla di Se stesso come uno spirito che dura in
eterno, “fino alla fine del mondo”, cioè fino al termine di questa
epoca di violenza e di male che vive i suoi ultimi giorni. “Andate e
insegnate”, dice Lui ai Suoi discepoli e “Io sarò con voi tutti i giorni
fino alla fine del mondo”.
Una
delle illusioni più grandi è pensare che Cristo è nel Cielo, che sta là
e aspetta la seconda venuta per cominciare a giudicare i vivi e i
morti. La verità è che Cristo non ha mai abbandonato la Terra.
Ricordatevi le sue parole: “Mi è stato dato ogni potere in Cielo e in Terra[2]”.
È
Cristo che mosse, che muove e che muoverà sia la vita “storica”, sia la
vita “cosmica”, sia la vita “mistica” della Terra e dell’Umanità.
Senza Cristo non c’è storia. Senza Cristo non c’è “Cosmos”, cioè un mondo costruito e organizzato. Senza
Cristo un c’è vita “mistica”. Lui è il grande ispiratore di tutte le
rivelazioni in tutti i tempi. Lui è il motore invisibile di tutta la
vita spirituale dell’Umanità. Di questo testimoniano anche le Sacre
Scritture in cui Cristo compare come un personaggio centrale. Di questo
accenna anche Lui nelle parole: “Di Me scrissero Mosè e i profeti”. Nel
senso lato della parola, Mosè rappresenta tutti i guru spirituali
dell’Umanità, tutti gli scienziati, i filosofi, gli scrittori, i poeti,
gli artisti, i musicisti che preparano le menti umane per la
comprensione di Cristo, della verità Divina. Per quanto transitorie
sembrino le loro opere, per quanto siano variabili le loro teorie, esse
non sono casuali, esse vengono create sotto l’influenza di una Legge
Universale dello Spirito che lavora nelle persone in un modo speciale.
Di conseguenza, tutte queste persone lavorarono per lo sviluppo
multilaterale dell’Umanità, prepararono la via per la venuta di Cristo.
Perché non è facile che uno spirito come Cristo venga tra gli umani.
Loro devono lavorare intensamente nell’arco di alcune migliaia di anni
affinché Cristo venga tra di loro.
Non
è facile scendere sulla Terra. Ma con la sua discesa sulla Terra,
Cristo inaugurò una nuova epoca nello sviluppo dell’Umanità. Lui disegnò
la Via sulla quale l’anima umana può salire verso Dio. E perciò disse:
“Io sono la Via, la Verità e la Vita”.
La Via, nel senso lato della parola, è il movimento dello Spirito nell’applicazione ragionevole delle Leggi della natura.
La Vita è l’organizzazione armonica degli elementi e lo sviluppo delle forze nell’anima Umana.
La Verità è la manifestazione dell’unico Dio Che crea le condizioni per lo sviluppo di tutti gli esseri viventi.
Uscito
dal mondo Divino della Verità ed entrato nel mondo materiale, Cristo
collega le anime umane al mondo della Verità dove si celano i grandi
scopi di ogni esistenza. Deve esserci una nicchia che colleghi a Dio le
anime umane affondate nella materia. È solo Cristo che può tracciare
questa nicchia per collegare gli umani a Dio. Perché Lui, Che scese dal
mondo Divino portando vita dal mondo della Verità, rientrò tracciando la
Via che porta dalla vita temporanea a quella eterna.
“Questa è la vita eterna, dice Cristo, che conoscano Te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo[3]”.
Che
conoscano Dio, cioè gli embrioni dello Spirito, le condizioni, le forze
e le Leggi su cui si basa il grande ordine delle cose. Anche Cristo, il
principio ragionevole che esce dall’unico Dio, porta vita a tutti gli
esseri, li guida e conserva legandoli al primo centro di tutto ciò che
è. Cristo è la Via di quel movimento ragionevole delle anime che le
porta verso la vita eterna nella Verità. Perciò, quando chiedono perché
Cristo è venuto sulla Terra, Lui risponde: “Io sono nato e sono venuto
nel mondo per testimoniare la Verità”. Queste parole, però, sono una
formula matematica. La questione della venuta di Cristo è una delle
questioni più profonde nella vita umana. Molti pensano che sia facile
rispondere a questa questione. Dicono che Cristo venne sulla Terra per
soffrire e per salvare l’Umanità. Ma la venuta di Cristo non è una
questione di sofferenza. La sofferenza è un evento secondario nella vita
di Cristo, non è in grado di determinare questo momento importante
nella storia dell’Umanità. Anche la salvezza, così come la comprendono
le persone, è una comprensione parziale di questo grande evento. Oggi,
però, tutti i preti dicono che Cristo era venuto sulla Terra per salvare
le persone. Se Cristo avesse salvato il mondo in quel modo meccanico
come le persone lo comprendono, e se loro fossero stati veramente
salvati, non avrebbero vissuto in opposizione allo spirito
dell’insegnamento di Cristo. Evidentemente, l’idea della salvezza ha un
senso completamente diverso. La salvezza non è lì, dove le persone la
cercano, non viene neanche così meccanicamente come pensano.
Cristo
portò sulla Terra la scienza per l’anima. Lui mostrò la Via attraverso
la quale le anime umane possono conoscere Dio, possono acquisire la vita
eterna. La porta di questa Via è l’Amore. Chi passa attraverso questa
porta uscirà sulla Via reale dove lo aspettano grandi imprese.
Molte
grandi anime scesero sulla Terra prima di Cristo, ma non riuscirono a
risolvere il difficile problema dell’elevazione dell’Umanità. Dovette
scendere Cristo per risolvere questo compito significativo e importante e
per mostrare alle persone un modo sperimentale affinché lo risolvessero
anche loro. Prima di Cristo, Dio mandò al Suo campo i suoi servi:
profeti, santi, ma loro non riuscirono a concludere il lavoro nel modo
giusto. Quando Cristo, il “Figlio di Dio” scese sulla Terra, i
lavoratori di tutto il Cielo si riunirono nel Suo nome per concludere il
lavoro intrapreso.
Nel
Vangelo si dice che Dio ha tanto amato il mondo da dare il Suo Figlio
unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita
eterna[4].
Il Figlio è la parola, ciò che è ragionevole, ciò che è Divino che è in
grado di restaurare l’armonia nel mondo e il legame tra le anime umane e
Dio. Cristo potè ristabilire questo legame ed esercitare influenza
sull’intera Umanità come un’unità, perché da solo fu legato alla grande e
potente Unità. E quando nel Vangelo si parla della discesa dello
Spirito su Gesù si intende quel collegamento di Gesù con lo spirito
collettivo del mondo ragionevole grazie al quale diventò possibile la
realizzazione dell’idea di Dio sulla Terra. Perché così è la Legge: per
compiere l’atto di Dio un uomo della Terra deve collegarsi con un essere
del Cielo. Nel caso concreto, questo essere fu lo Spirito collettivo di
Dio.
Da
questo punto di vista, Cristo è uno spirito collettivo. Lui esiste come
un’unità, ma nello stesso tempo è uno spirito collettivo. È un insieme
di tutti figli di Dio le cui anime e i cui cuori traboccano di vita e di
Amore. Tutti i figli di Dio riuniti in uno, tutte le anime ragionevoli
che vivono in un’unione Divina, questo è Cristo.
La
venuta di Cristo sulla Terra è l’evento più importante nella storia
dell’Umanità. È un evento eccezionale sia come contenuto, sia come
senso. Si riferisce all’idea principale della vita umana, l’idea
dell’immortalità, l’idea della vita eterna. Anche gli sforzi di tutta
l’esistenza umana si riducono all’acquisizione dell’immortalità,
all’entrare nella vita eterna.
“È la vita eterna”, dice Cristo, “che conoscano Te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo”. Che conoscano Dio, che conoscano Cristo.
Le
persone conobbero Cristo quando Lui apparve duemila anni fa? Lo
conoscono oggi? Quando la Verità appare nel mondo non sarà vestita in
abiti reali, ma in un vestito modesto. Così anche Cristo apparve duemila
anni fa in una forma semplice nella quale le persone non poterono
conoscerlo. Ma sono così le Leggi di questo mondo. In questo vestito
semplice, apparentemente una persona come tutte le altre, neanche i Suoi
discepoli Lo conobbero completamente. Alla trasformazione di Cristo,
solo tre di loro videro la Sua “faccia”, cioè la sua parte interna. In
questa luce interna loro Lo videro e Lo conobbero così come era tra gli
angeli.
Per
gli ebrei, Cristo era “il figlio di Giuseppe, il figlio del falegname”.
Per gli scribi e i farisei, Lui era un blasfemo, un messia falso che
chiama Se stesso “Figlio di Dio”. Lui non proveniva dai loro ambienti,
non aveva studiato da loro. Dove aveva studiato Cristo? Perché tutto ciò
che fece testimonia le sue ampie conoscenze. Anche oggi vi sono ancora
delle persone che credono che Cristo fu un uomo semplice, non istruito.
Questo però non è assolutamente vero. Rivolgendosi ai Suoi ascoltatori
Cristo dice: “Se non capite le cose della Terra, come capirete quelle
del Cielo?”. Parlando delle “cose del Cielo”, Cristo intendeva i grandi
misteri del Sole. Lui però capiva anche “le cose della Terra”, conosceva
la cabala di una volta, la filosofia dei popoli dell’Est e dei greci,
conosceva anche le scienze del Suo tempo.
In
verità, Cristo non aveva bisogno di studiare nelle scuole umane.
Inoltre, tutta la Sua vita terrestre fu di per sé uno studio per Lui. Fu
una sorgente di una nuova esperienza, un campo di applicazione di quei
grandi principi e Leggi che conosceva nella loro azione nel mondo
invisibile. Grazie alla Sua coscienza risvegliata e al Suo legame con il
mondo invisibile, Lui poteva sempre attingere delle conoscenze
direttamente da quest’ultimo.
Quando
Cristo pregava, la preghiera per Lui era un discorso con il mondo
ragionevole. Tramite la preghiera Cristo entrava in dialogo con il mondo
invisibile, con tutte le sue gerarchie, con Dio. Tramite la preghiera,
il mondo invisibile trasmise a Cristo quella grande lezione che Lui
aveva da studiare sulla Terra, gli rivelò quel grande problema che aveva
da risolvere nelle circostanze della vita terrestre. Appena dopo la
soluzione del Suo difficile problema, Cristo capì in via sperimentale
che l’unica via per la salvezza dell’Umanità è l’Amore. Allora capì il
senso profondo di tutte le sue sofferenze.
Per
le persone però, nonostante quello che si dice, le sofferenze di
Cristo, il Suo crocifisso e la Sua morte disonorevole rimangono uno dei
più grandi segreti. Perché Cristo, l’anima più grande che abbia mai
visitato la Terra, il carattere più grande che si sia mai manifestato,
perché questo uomo buono, intelligente e forte doveva morire così
tragicamente? Le Sacre Scritture dicono che così fu “scritto” e niente
di più. Altri affermano che ciò doveva accadere affinché il mondo si
salvasse. Mentre Cristo dice che è venuto nel mondo per testimoniare per
la Verità. Una cosa, però, si può dire con certezza: Cristo fu
crocifisso perché l’Amore non partecipò alla sua vita da fuori. E lì,
dove l’Amore non partecipa, appaiono le sofferenze più grandi, i drammi e
le tragedie più grandi. Non è l’Amore che li crea, ma la competizione
per esso. L’Amore di per sé porta Luce, pace e gioia dappertutto.
Comunque
sia, noi vediamo che fu ammesso che Cristo fosse crocifisso. Sulla
croce Cristo visse ciò che può essere chiamato: sofferenze
ideologico-mistiche, ovvero le sofferenze più profonde e più intense che
un’anima umana può vivere. Lui dovette bere fino in fondo il calice
delle sofferenze, quel bicchiere in cui erano raccolti tutti i residui
amari del passato. E perciò, rendendosi conto dell’importanza del
momento, dopo un dramma intimo vissuto nel giardino di Getsemani, Cristo
dice: “Per quest’ora sono venuto”. Tramite l’alchimia potente
dell’Amore, Cristo assorbì i veleni raccolti in questo bicchiere e così
liquidò una volta per tutte i conti con la violenza.
Veramente,
non poteva Cristo, che era una persona forte, geniale, che sapeva della
propria alta origine, che prevedeva tutto, che sapeva che cosa sarebbe
successo, non poteva evitare le sofferenze che Lo aspettavano? Davanti a
Lui c’era l’alternativa: o chiamare “le legioni degli angeli” con
l’aiuto dei quali distruggere sia il popolo ebraico che l’Impero Romano,
e quindi servirsi dei metodi del passato, del metodo di Mosè e di Elia,
del metodo della forza e della spada, del metodo degli antichi maghi e
adepti, oppure accettare il calice e la croce e superarli con la forza
dell’Amore. Cristo scelse il secondo e questo per la sua natura fu il
primo esperimento sulla Terra.
Se
Cristo si fosse spaventato delle sofferenze, se si fosse spaventato
della croce sulla quale poi Lo crocifissero, dei chiodi con cui Lo
attaccarono, della lancia con cui Lo trafissero, non avrebbe dato una
nuova e significativa soluzione al difficile problema dell’elevazione
dell’anima umana. Lui fuse le profanazioni, i colpi della frusta, la
croce, i chiodi, le lance con il fuoco dell’Amore, l’unico fuoco che può
fondere le armi della violenza. E il Suo esperimento risultò riuscito.
Così Cristo risolse un problema da cui dipendeva il futuro dell’intera
Umanità. Così scoprì la Via per la salvezza di quelle anime sofferenti
per le quali era venuto. Proprio per queste anime semplici ma elevate
che ebbero il coraggio di affidare la loro fede a Lui, non per gli
studiosi, i forti, le persone religiose del Suo secolo. Cristo sacrificò
la Sua vita affinché loro vivessero in quell’Amore che Lui diede loro.
Nelle
sofferenze di Cristo si cela qualcosa di grande. Esse rappresentanto la
parte occulta della vita di Cristo, della quale le persone non sanno
ancora nulla. Quando parlo delle sofferenze di Cristo, nella mia mente
spiccano due grandi qualità di Cristo: la Sua eccezionale pazienza e la
Sua sottomissione. Grazie a loro, Lui sopportò tutti gli insulti, tutte
le ingiurie e le offese. Cristo rimase soprattutto quieto, tranquillo e
imperterrito, come nulla fosse. Dai Suoi occhi non cadde neanche una
lacrima. È una grande pazienza, è un grande controllo di se stesso, è
l’Amore! Questa è una pietra che nulla è in grado di spaccare.
Il
crocifisso di Cristo era una tragedia, ma questa tragedia ebbe la sua
soluzione: la risurrezione. Cristo risorse e tramite la risurrezione
ottenne una rivelazione per il futuro.
Nella
persona di Cristo troviamo un vero uomo, uno spirito forte, un eroe.
Lui sopportò tutto: le sofferenze, la croce, la tomba.
Cristo
non portò la croce di legno fino alla fine. Lo portò solo fino a un
certo luogo e poi la gettò a terra. Le persone pensano che l’abbia
gettata perché sfinito sotto il suo peso. No, Cristo non era un uomo
debole. Lui poteva portare la croce, ma la lasciò per mostrare
all’Umanità che cosa la aspetta. Lui voleva dire: “Io posso portare la
croce delle sofferenze delle persone viventi, ma non voglio portare una
croce di legno!”. I cristiani di oggi, però, ancora baciano la croce di
legna disprezzata dallo stesso Cristo. Dopo aver gettato la croce di
legno a terra, Cristo si alzò in piedi e si diresse verso il Gòlgota. Lo
inchiodarono sulla croce, ma non ci rimase a lungo. Si staccò da solo.
Come? Uscendo dal suo corpo e andando da Giuseppe di Arimatea.Lo
sotterrarono e chiusero la tomba, ma ne uscì. Non voleva lasciare il
Suo corpo nella tomba perché era vivo. Lo risuscitò da solo.
L’angelo
che causò la Sua morte portò la Sua anima all’inferno, ma neanche lì
Cristo rimase a lungo. Entrando all’inferno suscitò un’intera
rivoluzione: fece commuovere tutti i suoi abitanti e li liberò. Non
pensate che, dopo la Sua risurrezione, Cristo era da solo. Nell’inferno
Lui era la guida di un intero esercito di angeli che purificarono
l’inferno da tutti i prigionieri. Con
tutto questo Cristo provò che colui che è forte non può essere tenuto
alla croce, né può essere chiuso in una tomba. Colui che è forte non
muore, ma risorge e dà vita agli altri. Cristo era il cuore di Dio e
perciò risorse. Non potendo morire, il cuore di Dio ritornò da dove era
venuto e con tutta la tragedia vissuta sul Gòlgota versò un sangue nuovo
nelle vene esaurite dell’Umanità e diede un nuovo impulso alla
circolazione Divina della vita.
Con
la sua venuta sulla Terra duemila anni fa, Cristo ci mostrò solo una
parte della sua immagine. Noi vediamo Cristo in umiliazioni e cordogli,
in sofferenze e prove. Noi lo vediamo come un eroe dell’espiazione. Le
persone non conoscono ancora Cristo nella Sua gloria, nella Sua forza e
nella Sua potenza Divina.
Forte
e potente è Cristo! Nel passato bucarono la mano di Cristo con un
chiodo. Oggi, però, nessuno può bucare questa mano con chiodi, si
fonderanno subito!
Nel
passato crocifissero Cristo, ma oggi non esiste un albero così grande
sul quale possono crocifiggerlo. Cristo non può essere crocifisso una
seconda volta!
Cristo
viene ora per visitare le menti e i cuori umani. Lui farà crollare
tutte le prigioni, cancellerà tutti gli insegnamenti menzogneri, tutto
ciò che distrugge la mente e il cuore umano, che porta confusione e
disordine, che limita la vita umana. Lui è Cristo vivente, Che porta
vita, Luce e libertà per tutte le anime, Che solleva e risveglia in loro
l’Amore verso tutto.
Quando
dice che ora viene Cristo, alcuni pensano che verrà da fuori. Cristo
non verrà da fuori, non verrà nemmeno in forma umana, né in una
qualsiasi altra forma. Quando i raggi di Sole entrano nelle vostre case,
questo significa che il Sole vi ha visitati?
Ricordatevi:
Cristo è una manifestazione dell’Amore Divino. Lui verrà come una Luce
interna nelle menti e nei cuori delle persone. Questa Luce attrarrà
tutti intorno a Cristo come intorno a un grande centro. L’apertura delle
menti e dei cuori umani e l’accettazione di Cristo da dentro sarà la
seconda venuta di Cristo sulla Terra. Se le persone non Lo accettano in
questo modo, questa vita di disarmonia, di sofferenze e cordogli, di
credenze esterne, di superstizioni e illusioni continuerà. Prese
da queste credenze esterne, molte persone religiose si illudono
dicendo: “Cristo annunciò il Regno di Dio duemila anni fa. Lui scese,
disse quello che aveva da dire e poi risalì nel Cielo fino alla seconda
venuta quando ritornerà a giudicare i vivi e i morti”.
Ma
io vi dico: Cristo non annunciò il Regno di Dio nel tempo e nello
spazio! Noi non consideriamo Cristo e il Suo insegnamento come qualcosa
del passato. Noi non consideriamo Cristo e il Suo insegnamento come
qualcosa che verrà nel futuro.
Noi consideriamo Cristo e il Suo insegnamento come un eterno presente!
Ecco
perché non solo durante il proprio sermone di tre anni, ma anche
durante gli ultimi duemila anni Cristo non ha smesso di parlare. Se si
potesse restaurare tutto ciò che disse Cristo durante i tre anni in cui
predicava alle persone dell’epoca, se si potesse restaurare ciò che
disse durante gli ultimi duemila anni, le persone avrebbeno una
conoscenza preziosa. Ma rimase poco di quello che Cristo disse durante
il Suo sermone di tre anni, solo alcune parti. Rimasero nascosti per il
mondo anche molti dei messaggi di Paolo e degli altri Apostoli. Un
giorno però verranno conosciuti dal mondo. Ora vengono rivelati solo
agli studenti avanzati.
Pensate
che Cristo presentò tutto il Suo insegnamento? A confronto di quello
che portava, Lui diede molto poco alle persone del Suo tempo. Le persone
di quel tempo non erano pronte per le scienze. Ecco perché parlò loro
con delle favole. Cristo non voleva dare la Sua arma nelle mani degli
ignoranti per rivolgerla contro di Lui.
Pensate
che se oggi viene Cristo parlerebbe così come parlò duemila anni fa?
Cristo parlerebbe in un’altra maniera. Insegnerebbe prima di tutto la
grande scienza dell’Amore e i metodi della sua applicazione. Lui
insegnerebbe la Via dello studente, della fraternità e del servire. Oggi
la Legge dell’evoluzione esige proprio questo.
E
ora il grande Maestro si rivolge a tutte le anime risvegliate
annunciando loro le basi dell’insegnamento: “Che siano tutti degli
studenti diligenti, bravi fratelli, fedeli e veritieri servitori!”.
Perché solo coloro che sono studenti diligenti, bravi fratelli e veri
servitori possono diventare creatori della nuova cultura nella quale
Cristo vivrà in ogni uomo e tra tutte le persone.
Cristo
non vuole oggi dei credenti ordinari, non persone che combattono l’una
contro l’altra, non padroni e sacerdoti, ma persone vere, creatori di
ciò che è nuovo, studenti, fratelli e servitori. Non persone che Lo
crocifiggono costantemente dentro di sé, ma persone che Lo accettano
vivere tra di loro, che siano uno con Lui.
Oggi
Cristo annuncia una cultura senza crocifissi, una cultura della
risurrezione. Perché abbiamo visto i risultati della cultura
contemporanea creata da persone che crocifissero Cristo. È arrivato il
tempo di porre le basi di una nuova cultura, che sarà costruita non da
persone che si inchinano davanti a Cristo crocifisso, ma di uomini
fratelli in cui vive Cristo risorto, il Cristo vivente dell’Amore. La
base di questa cultura sarà l’Amore perché è l’unica forza che può
rendere le persone degli studenti diligenti, bravi fratelli e fedeli e
veritieri servitori, creatori della nuova vita. Questa è la novità che
Cristo porta oggi all’Umanità. Questa è la parola della Grande
Fratellanza Universale e quello che dice il Maestro.
Ma
coloro che si chiamano cristiani non si lasceranno allora tentare dalla
Sua parola? Lo riconosceranno? Continueranno a discutere del Cristo
“crocifisso”, di quello “storico” e di quello “cosmico” così come Lo
comprendono le varie chiese, ma lo spirito della Sua parola vivente
rimarrà sconosciuto. Perciò
vi dico: lasciate queste definizioni e distinzioni su Cristo! Sappiate
che esiste solo un Cristo del grande Amore Che ora lavora nel mondo e
nelle anime delle persone. È di questo Cristo che vi parlo ora, non di
quello “storico” o di quello “crocifisso”. Alla fine, come personaggio
storico le persone Lo conoscono abbastanza, ma come Amore vivente non Lo
conoscono.
Vi
parlo del Cristo vivente, di quel Cristo Che porta in Sé vita, Che
porta la conoscenza vivente e la Luce, Che porta la Verità e la libertà,
di quel Cristo Che porta tutti i metodi per la costruzione della vita
ragionevole. Lui è il capo della Grande Fratellanza Universale. Tutte le
grandi anime Lo conoscono e tra di loro non esiste alcuna confusione su
Chi è Lui, come era, quale posizione occupa nella “gerarchia dei
Maestri” e così via. Loro non discutono perché sanno con certezza quale
posizione nel Tutto occupa Cristo, così come sanno qual è la posizione
di tutte le grandi persone che apparvero e che appaiono nel mondo.
Questo Cristo devono conoscere le persone oggi! È Lui che devono vedere e
conoscere perché molti vogliono convincersi che si può essere veri
cristiani senza vedere Cristo e conoscerLo dentro di sé.
Io,
però, sostengo che se una persona non vede Cristo, non può nemmeno
conoscerlo. Ma per vedere Cristo, l’uomo deve avere una mente, un cuore,
un’anima e uno spirito come i Suoi. Prima di raggiungere questo stato,
tutti coloro a cui Cristo è apparso cadevano per terra. E che cosa può
vedere una persona caduta?
Bisogna
bere dalla sorgente, non dal fiume che è torbido, perché vi entrarono
molte altre sostanze. Vai sulla strada che porta a questa sorgente. La
strada è un po’difficile e lunga, ma berrai dalla sorgente acqua viva
che rinfrescherà per sempre la tua mente e il tuo cuore. Davanti a te si
apriranno delle vedute vaste, sconosciute prima. Su questa montagna
dalla quale sgorga la sorgente viva sentirai la voce di Dio. Non
desiderare di rimanere lì per sempre, ma scendi giù dai tuoi fratelli!
Scendi giù e metti in atto come uno studente, come un fratello e come un
servitore la Parola vivente del tuo Padre Celeste Che ti ha attratto
con le nicchie del Suo Amore.
Queste nicchie sono nelle mani di Cristo, la manifestazione di Dio dell’Amore.
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