ATTACCO ONU CONTRO LA
CHIESA. LA PAROLA ALLA
DIFESA
La notizia fa scalpore ed è sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo: la commissione ONU per i diritti del fanciullo ha pesantemente accusato la santa sede sulle vicende dei preti pedofili perché ha adottato sistematicamente politiche e pratiche che hanno portato alla prosecuzione degli abusi sui minori e alla impunità dei colpevoli.
Qui a mio giudizio i temi vanno completamente divisi. L’aspetto gravissimo e condannabile è senz’altro quello dei crimini coperti sui minori. Tuttavia rimane alquanto sospetta la tardiva accusa dopo che negli ultimi dieci anni c’è stato un grande cambiamento di rotta.
L’editorialista del Corriere della Sera Luigi Accattoli ben fotografa la situazione sull’attacco ONU alla Chiesa ricordando a tutti che quattrocento preti sono stati ridotti allo stato laicale nel solo biennio 2011/2012, la disposizione ai vescovi di collaborare con le autorità civili dei diversi paesi, l’ordine di fare fronte “secondo giustizia al risarcimento delle vittime”, la vicinanza a queste sollecitata da Papa Benedetto con una decina di incontri a Roma e nei viaggi. Ci saranno senz’altro altri passi da compiere e residue zone d’ombra, ma se non si riconosce quanto già realizzato sarà difficile suggerire i giusti rimedi.
E poi come non ricordare che mentre il 16 gennaio a Ginevra si riuniva la commissione ONU con la delegazione vaticana guidata dall’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, Papa Francesco tuonava sugli abusi dei preti ai bimbi definendolo “la vergogna della Chiesa”.
Il giornalista Gian Guido Vecchi del Corsera ha intervistato l’arcivescovo Tomasi osservatore permanente della Santa Chiesa all’ONU di Ginevra nel quotidiano di giovedì 6 febbraio 2014. L’arcivescovo ha in sintesi riconosciuto gli imperdonabili errori del passato della Chiesa in materia di preti pedofili ma ha altresì aggiunto che i fatti più gravi risalgono a 30, 40 anni fa e che nell’ultimo decennio con Papa Benedetto sono state avviate procedure legislative nuove e misure disciplinari severe. Ha poi aggiunto che tutto ciò che la commissione ha detto e fatto era già stato scritto e preparato da tempo a prescindere dalle nostre risposte.
Paolo Brosio
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