L'Aspetto Esoterico della Parola - Energia Vivente
"Conversazione al balcone" di Stefano Novo 1862 - 1927 |
Sin
dall'antichità la parola è risultata essere la pietra miliare della vita
fisica, l'espressione più importante ed incisiva del
pensiero che in essa si concretizza prendendo corpo e colore secondo il livello
vibratorio d'origine.
Un tempo la parola era intrisa di sacralità e di
spiritualismo: "In Principio era il Verbo, e il Verbo si è
fatto carne" sta a significare proprio che il Pensiero, posto
in espansione dalla Potenza Padre si è manifestato in sembianze umane come
Amore-Figlio, il Cristo, la Parola per antonomasia.
(Per
approfondire ulteriormente il significato nascosto e profondo, che non è mai
stato chiarito nemmeno da chi avrebbe dovuto farlo, andare QUI, nella seconda parte del post, all'Aurora del Terzo
Millennio).
Oggi la parola, creatrice di realtà, è andata
deteriorandosi sempre più rendendo attuale nuovamente la famosa Torre
di Babele, in un'estrema mortificazione che ne ha tarpato interamente i valori
abbrutendo l'essere umano e relegandolo in uno dei più bassi livelli della
nostra storia.
Questo, perché
non si conosce la sua vera natura che è costituita da energia
vibrazionale e quindi soggetta alla plasmatura di
pensiero che come tale si può
sempre correggere, al contrario della parola che una volta pronunciata,
resta.
L'uso corrente
del linguaggio ha acquisito infatti una superficialità così esponenziale da far
passare per modernismo persino la volgarità e il turpiloquio che
ormai vengono utilizzati normalmente dalla stragrande maggioranza delle
persone.
Ma la cosa
peggiore è che questa riprovevole abitudine si è
diffusa anche tra coloro che dovrebbero essere peculiarmente esempio di
vita come insegnanti e religiosi, e invece non se ne
accorgono nemmeno!
Le parole che
attualmente vengono usate e sprecate in discorsi vani e senza senso
costituiscono una tale quantità di energie che se
potessero essere viste sul piano mentale ci
sconvolgerebbero.
Esse, contrariamente a quanto si crede, non sono
innocue ma vanno ad alimentare quella gigantesca
forma-pensiero malsana, negativa e devastante che condiziona l'esistenza
umana.
È necessario, a colui che vuole progredire
spiritualmente, porre maggiore attenzione all'uso della
parola,perché la qualità dei
rapporti con gli altri è uno dei principali esami a cui verrà
sottoposto.
Deve dimostrare di saper gestire l'energia della
parola e misurarne gli effetti che possono essere
edificanti o distruttivi in
rapporto al modo in cui sono stati provocati e, di conseguenza, caricarlo
ulteriormente di karma negativo che poi dovrà duramente smaltire con relativo
affanno.
Inoltre, va
considerato che il piano terrestre è interdipendente e prossimo
ai livelli più densi dell'astrale inferiore, dove
pullulano entità ancora sofferenti ed involute che vengono attirate
immediatamente, per legge di affinità, dalle vibrazioni afose e pesanti emesse
dal genere umano.
Ciò causa una
serie di disturbi che rallentano l'evoluzione, quando non la complicano
addirittura, perché il più delle volte gli individui si
ritrovano affiancati da esseri indesiderabili che si alimentano di
queste energie a bassa frequenza.
(Vedere QUI, all'ultima parte del post, "Il
problema del Male", l'approfondimento su Circumsessio, Obsessio e
Possessio).
«L'Incubo» di Henry Fuseli 1791 - 1825 |
Ecco un
estratto dal libro "Guida alla Padronanza di Sé" di Amadeus
Voldben, al capitolo
quinto:
"Il Governo
della Parola".
«Se alla fine
della giornata ciascuno potesse riandare con la mente a tutte le parole dette,
noterebbe, forse con stupore, quanto dispendio inutile di energia abbia fatto
con grande disinvoltura e leggerezza.
Nell'esame dei
propri atti, che ogni sera l'uomo desideroso di progredire non dovrebbe mancare
di omettere, potrebbe valutare tutto quello che nel giorno ha seminato qua e
là, abusando di un dono altissimo, il linguaggio,
che gli fu dato per il suo e l'altrui bene.
Il parlare è cosa facile, non richiede
superamento di ostacoli, è alla
portata di ognuno; basta aprir bocca ed emettere il fiato: un meccanismo
estremamente semplice.
Ma quanti pentimenti e amarezze può aver causato
una parola pronunciata avventatamente è fatto che molti hanno sperimentato nella
loro esistenza. Quali danni può provocare una conversazione
imprudente, un discorso
irriflessivo, emerge troppe volte nella vita di tutti i giorni.
L'abuso della
parola è causa di perdita della tranquillità ed è sommamente importante farne
l'oggetto di meditata attenzione. Bisogna essere vigili su come si usa la
parola, poiché una volta uscita dalla bocca è difficile
richiamarla.
Quanti sanno
dominare in tempo un gesto d'ira, una frase o un termine inopportuno? Vi è chi
parla di sincerità nel parlare, di schiettezza, di spontaneità, ma il
problema non è tanto quello di dire ciò che si pensaquanto quello di pensar bene in modo che si
possa dire tutto senza danno e
senza offendere nessuno.
Non è sul fiume di parole che si deve
contare per ottenere un benefico
effetto in chi ascolta, ma è sulla saldezza degli argomenti, sulla loro scelta adatta per far breccia
nell'animo di chi è pronto a ricevere.
"Confidenze" di Sir Lawrence Alma Tadema 1836 - 1912 (Dettaglio) |
Le Sei Regole per il Governo
della Parola
Riportiamo le sei regole dell'Avesta (libro sacro iraniano o
«Comandamento» di Zarathustra; ndr) per il governo della parola, veramente preziose per conquistare la
padronanza su uno strumento
fondamentale per la vita dell'uomo.
1° Non
lasciar mai parlare il lato basso del tuo carattere.
2° Non
parlare di un soggetto che non conosci a fondo.
3° Non
parlare di ciò che personalmente non sai essere la verità.
4° Non
parlare se l'oggetto delle tue parole non è chiaro e definito nel tuo
pensiero.
5° Non
parlare se non con intonazione cordiale.
6° Non
parlare se i tuoi uditori non ti ascoltano, poiché una buona parola è inutile ad
un orecchio cattivo.
Lasciamo alla
riflessione del lettore questi insegnamenti dell'antica saggezza. Che siano le
norme della propria vita per ascoltare, nel silenzio esteriore, la Voce
interna che è la sola autorità
meritevole di attenzione.
Il Controllo della
Parola
Chi parla, sia esso un oratore che un
conversatore, nell'attimo di
esprimere il suo pensiero con parolecompie
automaticamente un estemporaneo e rapido processo di traduzione del suo
pensiero, quasi senza
avvedersene, scegliendo e selezionando i termini necessari e
adatti.
Gli uomini di
maggiore capacità mentale attueranno questo procedimento in modo più immediato e
quelli abituati alla concentrazione e a riflettere lo compiranno in maniera più
idonea.
Il parlare rapido impedisce a questo corso il suo
svolgersi regolare, sottraendo
l'afflusso delle parole alla giusta selezione operata dal giudizio. Sono infatti
numerosi i fattori e i criteri che fanno scegliere ad un parlatore alcuni
vocaboli anziché altri, che
consigliano di usare un tono piuttosto che un altro.
Il giusto iter selettivo potrà essere operato
soltanto da chi è interiormente calmo. Egli vedrà meglio e più limpidamente la
particolare situazione del momento, trovandosi nella condizione migliore per
dominare interferenze estranee.
La calma nel modo di parlare è la manifestazione
dell'intima quiete. I contadini,
e in genere le popolazioni di montagna, abituati alla serena tranquillità della
natura, parlano lentamente, scandiscono le sillabe, riflettendo nella pacatezza della loro pronuncia
la solennità delle placide vette montane.
In essi è lo stesso ritmo tranquillo delle cose
che li circondano, ed essi lo
manifestano nel camminare, nel muoversi come nel parlare; quel
ritmo che gli uomini d'oggi hanno alterato per immergersi nel convulso agitarsi della
civiltà tecnologica.
Uomini di
città, presi nel vortice della fretta, senza
la capacità spirituale di dominare il mondo artificiale da essi
creato; uomini del rumore, delle
officine, degli stabilimenti, parlano a scatti, a monosillabi, in fretta,
accorciando le parole nella
febbre di dir presto, presi dalla velocità che tormenta quegli individui agitati
e confusi.
L'autodominio è un potente aiuto per riuscire a frenare il parlare
inconsulto. Con questo mezzo si riuscirà a far tacere del tutto la parte
inferiore di noi stessi che è
quella che più frequentemente vorrebbe, invece, far sentire la sua
voce.
Il controllo della parola è il
segreto per mantenersi sempre
nei limiti sostanziali del linguaggio quanto nella sua forma espressiva. Chi
saprà costantemente dominarsi non
arriverà mai a taluni eccessi nei quali cadono facilmente gli
impulsivi.
I temperamenti esuberanti sono soggetti a
superare le barriere. In
costoro, più degli altri, la vigilanza deve essere costante in modo da rilevare
quanto vi sia di eccedente nelle manifestazioni verbali. Una
volta riscontrato l'eccesso, è
doveroso applicare la volontà decisa per non esagerare andando
oltre.
Con
l'esercizio progressivo, chi sarà capace di regolarsi arriverà
indubbiamente a far buon uso della parola,in modo che essa non sarà mai per lui motivo di
dolore o perdita del prezioso
dono della tranquillità.
Egli imparerà soprattutto che poche
parole bastano nella vita per dire ciò che non sanno esprimere tante
chiacchiere. Apprenderà anche a parlare con calma, adagio, pensando a quel che
dice, adattandolo alle persone, all'ambiente, alle
circostanze.
Sono dannosi i vocaboli negativi di critica, di
lamentela, di ingiurie. Nessuno ha il diritto di offendere
chicchessia. Poi ci sono le espressioni inutili, superflue,
quel cicaleccio che svuota l'individuo.
"Osteria di campagna" di Raffaello Sorbi 1844 - 1918 |
Se avessimo un registratore
tascabile che riprendesse
tutte le parole dette in una giornata e la sera potessimo
riascoltarci, forse arrossiremmo per tutte le sciocchezze
uscite dalla nostra bocca. Eliminare, sfrondare è cosa
indispensabile.
La modalità
espressiva è un'altra cosa essenziale da curare. Senza
avvedercene, spesso siamo aspri, insolenti, ironici, cattivi verso gli
altri.
Anche il tono della voce può essere
indisponente ed è per questo che
abbiamo certe reazioni altrui che non sappiamo spiegarci ma che terremmo in
considerazione se ci esaminassimo di più.
Troppe volte è proprio il modo con
cui vengono dette le cose che è
sommamente increscioso. Se vi è indispensabile puntualizzare delle verità di
natura poco piacevole per chi vi ascolta, allora
è preferibile usare un'inflessione cordiale o addirittura scherzosa per
sdrammatizzare un po'.
L'individuo che è padrone di sé, lo si può riconoscere dal tono di voce che
utilizza nel parlare. Naturalmente non alzerà mai la voce,
alterandosi. Sembra cosa facile.
Provate a farlo, misurerete la vostra capacità di mantenere la calma nell'uso
del linguaggio e della comunicazione con gli altri.
Inoltre, se le innumerevoli
espressioni che la lingua con
troppa facilità si accinge a pronunciare ogni momento, fossero
prima ben maturate nel pensiero, per la
maggior parte non verrebbero dette, ed altre sarebbero più precise ed
efficaci.
Si eviterebbero così tutti i danni prodotti da
quelle inutili e il dispendio incredibile di energie che
potrebbero essere dirottate meglio dove è necessario.
Non esagero
nell'affermare che se i tre quarti delle parole che ordinariamente vengono
proferite non lo fossero, questo non pregiudicherebbe l'attività singola. Abituatevi a fare un bilancio di quelle
pronunciate e vi accorgerete di aver
soltanto appesantito i vostri discorsi.
Correggere e
signoreggiare la parola implica avere raggiunta una consapevolezza continua di
sé stessi perché è il mezzo che più utilizziamo nelle relazioni
con i nostri simili ed è
senz'altro un traguardo molto difficile da raggiungere dopo
il dominio sui pensieri.»
Anche la
nostra Guida entelica, e QUI c'è l'intero
messaggio, ci disse:
"Prima di emettere vibrazione di
parola, analizzate il vostro pensiero. Che sia equilibrato, retto, illuminato e
rischiarato dalla Luce della Verità. Siate giusti e le vostre azioni, le vostre
parole risulteranno giuste.
Se il pensiero è inizialmente di
tendenza negativa, può essere corretto, deviato,
ridimensionato.
Non siate istintivi come gli animali, ma che tale
pensiero sia puro all'origine, che sia soppesato, meditato, che passi attraverso
il vaglio della Ragione e della Coscienza (Vedere QUI), dopodiché l'emanazione parola sarà anch'essa
pura, sarà come perla rara.
Che la vostra parola, così come l'azione, siano
limpide come il vostro pensiero. Il Cristo vuole la perfezione:«Siate
perfetti così com'è Perfetto il Padre mio che è nei Cieli»" (Mt. 5, 48)
Ed io concludo dicendo che proprio in quell'occasione Gesù disse
anche:
"Sia il vostro parlare «Sì» [se è] sì;
«No» [se è] no;
tutto il resto viene dal maligno." Mt. 5, 37.
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