Papa Francesco, tra riforma spirituale della Chiesa e incidenti parentali
Premessa.
Questo articolo, lo premetto subito, non piacerà ai più. Non piacerà
ai cattolici, che ci vedranno un attacco alla Chiesa, non piacerà ai
massoni che ci vedranno una parola positiva per la Chiesa, e non verrà
capito dalla maggioranza delle persone ancora abituate a pensare in
schemi di “buono – cattivo” “giusto – sbagliato” bene – male”. In
particolare i complottisti, non conoscendo altro che il connubio Gesuita
= male assoluto, e ignorando che la realtà ha diverse sfumature di
grigio e non solo bianchi o neri, già si sono scatenati su face book,
dove anche nella mia bacheca compeggiano tesi come quella di un
complotto gesuita per fare pubblicità al Papa.
La storia della Chiesa non è la storia di un’istituzione monolitica che ha avuto sempre un pensiero unico e uniche correnti.
A partire dal Concilio di Nicea, la Chiesa ha tentato di soffocare, col sangue e con ogni mezzo possibile, ogni forma di spiritualità alternativa a quella cattolica, si trattasse di altre religioni (buddhista, induista, islamica) o si trattasse di cristianesimi alternativi, ma non è stata l’unica forza in campo.
A partire dal Concilio di Nicea, la Chiesa ha tentato di soffocare, col sangue e con ogni mezzo possibile, ogni forma di spiritualità alternativa a quella cattolica, si trattasse di altre religioni (buddhista, induista, islamica) o si trattasse di cristianesimi alternativi, ma non è stata l’unica forza in campo.
In chiave spirituale, la storia della Chiesa a partire da Nicea, può
anche essere letta come il tentativo di alcuni gruppi di matrice
giovannita, di contrastare il potere della Chiesa cattolica, spesso
infiltrandola da dentro e indebolendone la struttura.
Le forme di lotta portate avanti dai gruppi giovanniti (ovverosia
Rosacroce e Templari prima, e massoni poi), si sono svolte su due fronti
per certi versi del tutto opposti:
- la corruzione e la collusione con la massoneria deviata; basti
ricordare Paolo VI, e i suoi rapporti con Calvi, Gelli e Ortolani, che
giunsero fino al punto da insignire queste persone di titoli onorifici
che davano a Gelli e Ortolani la facoltà di accedere in qualsiasi
momento e senza preavviso a colloqui diretti col papa, come si trattasse
di amici di vecchia data;
- la spinta spirituale. In ogni tempo e in ogni epoca gruppi di
giovanniti hanno portato avanti istanze e discorsi spirituali,
dall’interno della Chiesa, per spiritualizzarla. Una delle prime mosse
in senso spirituale dei gruppi giovanniti fu il monachesimo, che
introduceva forme di spiritualità molto avanzate, contrastanti col
potere meramente materiale dei porporati e del Papa; San Francesco, ad
esempio, era un giovannita (per questo motivo intratteneva rapporti coi
sufi, e godeva della protezione di Federico II, che gli mise accanto
Frate Elia, alchimista di fiducia del sovrano e successore di San
Francesco, che venne poi scomunicato proprio per questo motivo), come lo
erano San Benedetto e San Bernardo. Talvolta, quando alcuni monaci si
spingevano troppo in là, venivano assassinati o messi al rogo (San
Benedetto subì tre tentativi di assassinio; Giordano Bruno venne messo
al rogo; lo stesso Ignazio di Loyola per la creazione dei suoi Esercizi
Spirituali rischiò il rogo).
Un grosso impulso in senso spirituale fu dato da Giovanni XXIII, che
dette l’avvio al Concilio Vaticano II, stabilendo alcuni principi
assolutamente innovativi per la Chiesa, dal punto di vista spirituale:
la pari dignità di tutte le religioni (concetto assolutamente esplosivo
per la Chiesa; non a caso il Concilio Vaticano II è visto con sfavore
dai cattolici più fondamentalisti) e la possibilità di accedere alla
lettura delle sacre scritture direttamente (fino agli anni ’60 infatti
era proibita la lettura della Bibbia personalmente, per i fedeli; per
capire la gravità della situazione basti pensare che nel 1500 William
Tyndale fu messo al rogo per aver tradotto la Bibbia in inglese ad uso
dei fedeli).
Il Concilio Vaticano II non fu terminato da Giovanni XXIII, che morì
durante i lavori e al suo posto fu nominato un Papa, Paolo VI, che
garantisse maggiore continuità con il vecchio sistema di potere.
Un forte impulso riformatore fu tentato da Papa Luciani che, come è
noto, morì dopo 33 giorni di pontificato. Tra le riforme che costui
voleva apportare, un rimaneggiamento dei vertici dello IOR, con la
rimozione in particolare del cardinale Marcinkus, che venne invece
immediatamente riconfermato da Giovanni Paolo II.
Se Giovanni Paolo II non fu così kamikaze come il suo predecessore
dal punto di vista temporale, non mancò comunque di dare un notevole
impulso spirituale, con l’organizzazione della Giornata Mondiale della
Pace, convocando i rappresentanti di tutte le religioni ad Assisi, nel
1986: un colpo non proprio mortale, ma decisivo, alla delirante idea
portata avanti dalla Chiesa per 2000 anni, di essere l’unica detentrice
della verità.
Con Papa Ratzinger si è avuto un deciso regresso spirituale, in
particolare con il suo richiamo all’assolutismo religioso e la sua
proclamazione del relativismo come uno dei peggiori mali dell’umanità.
Il messaggio spirituale di Papa Francesco.
Quanto a Papa Francesco invece, se dal punto di vista materiale e
temporale è presto per giudicarlo, dal punto di vista spirituale ha
portato delle novità senza precedenti.
Famosa è la sua dichiarazione contro tutte le lobby di potere (ovvio quindi il riferimento a massoneria, Opus Dei, e società segrete in generale).
Molto pericoloso è anche il suo continuo riferimento all’amore (chi ha letto i miei precedenti articoli sulla lotta tra Chiesa e Massoneria, o il terzo volume della trilogia Sistema Massonico e Ordine della Rosa Rossa, capirà immediatamente questo passaggio).
Quando qualche mese fa ho letto la sua dichiarazione sul settimanale argentino “Viva”, ove dichiarava che la Chiesa non dovrebbe fare proselitismo perché non è giusto convincere gli altri a fare qualcosa, mi sono detto tra me e me che come Papa avrebbe avuto vita breve e che anche la sua vita era in pericolo.
Dal punto di vista spirituale questa dichiarazione si salda infatti con la posizione del Concilio Vaticano II e con il forte messaggio lasciato da Giovanni Paolo II per rilanciare il problema dell’unità spirituale di tutte le religioni.
Famosa è la sua dichiarazione contro tutte le lobby di potere (ovvio quindi il riferimento a massoneria, Opus Dei, e società segrete in generale).
Molto pericoloso è anche il suo continuo riferimento all’amore (chi ha letto i miei precedenti articoli sulla lotta tra Chiesa e Massoneria, o il terzo volume della trilogia Sistema Massonico e Ordine della Rosa Rossa, capirà immediatamente questo passaggio).
Quando qualche mese fa ho letto la sua dichiarazione sul settimanale argentino “Viva”, ove dichiarava che la Chiesa non dovrebbe fare proselitismo perché non è giusto convincere gli altri a fare qualcosa, mi sono detto tra me e me che come Papa avrebbe avuto vita breve e che anche la sua vita era in pericolo.
Dal punto di vista spirituale questa dichiarazione si salda infatti con la posizione del Concilio Vaticano II e con il forte messaggio lasciato da Giovanni Paolo II per rilanciare il problema dell’unità spirituale di tutte le religioni.
La sua recente dichiarazione contro la guerra è senza precedenti per
un papa: “E’ lecito fermare l’aggressore ingiusto. Sottolineo il verbo:
fermare, non dico bombardare, o fare la guerra. Dico: fermarlo”.
Oggi, a un giorno dalla questa dichiarazione (per certi scontata dal punto di vista del contenuto, ma per certi versi eccezionale, se detta da un papa, che è arrivato a dichiarare addirittura che c’è in atto una terza guerra mondiale, lì dove i suoi predecessori si sono sempre limitati a demenziali inviti alla pace) perdono la vita tre suoi parenti in un incidente; è arrivato dunque il primo avvertimento chiaro e diretto per calmierare il suo operato (come a suo tempo arrivò l’attentato a Papa Giovanni Paolo II).
Oggi, a un giorno dalla questa dichiarazione (per certi scontata dal punto di vista del contenuto, ma per certi versi eccezionale, se detta da un papa, che è arrivato a dichiarare addirittura che c’è in atto una terza guerra mondiale, lì dove i suoi predecessori si sono sempre limitati a demenziali inviti alla pace) perdono la vita tre suoi parenti in un incidente; è arrivato dunque il primo avvertimento chiaro e diretto per calmierare il suo operato (come a suo tempo arrivò l’attentato a Papa Giovanni Paolo II).
Pregate per me, ha detto il Papa. Si badi: ha detto di pregare per
lui, non per i suoi parenti morti. Perché dal punto di vista spirituale,
i suoi parenti si sono ricongiunti al divino e sono tornati a casa, e
lui lo sa bene. Non sono loro quindi il problema. Il problema è per lui,
perché quei morti sono diretti a lui, e con quel “pregate per me” fa
capire qual è il problema. Lui, e la Chiesa, e la riforma spirituale
della Chiesa cattolica.
La guerra spirituale tra gruppi diversi è in corso da millenni. Dove
si colloca Papa Francesco non posso dirlo e non posso saperlo, perché è
troppo complicato individuare nel breve periodo la reale coloritura di
un Papa che, per la sua particolare posizione (al centro di una serie di
poteri convergenti sulla sua figura ma spesso in conflitto tra loro) è
indefinibile. Molti papi sono stati costretti a tenere posizioni
ambivalenti tenendo il piede in due, ma anche più scarpe, perchè una
presa di posizione troppo netta in senso spirituale verrebbe
immediatamente fermata con violenza, come è successo altre volte.
Quel che è certo è che l’impulso spirituale dato alla Chiesa da questo Papa (sia esso di sola facciata, come dicono i complottisti, o sia anche sostanziale) è molto forte. Quel che è altrettanto certo è che la vita di questo Papa non sarà facile. E, infine, un’ulteriore certezza è che la Chiesa ha da tempo avviato un timido tentativo di riforma spirituale, molto malvisto in certi ambiti, accaniti avversari di ogni istanza spirituale dell’uomo.
La Chiesa deve essere infatti riformata sia dal punto di vista materiale che spirituale; ma la riforma che certi poteri temono di più è quella spirituale perchè, anche se le masse non sono in grado di comprenderlo, una volta diffusa una maggiore spiritualità nel mondo, il potere temporale cessa di avere un qualsiasi effetto sugli esseri umani.
Quel che è certo è che l’impulso spirituale dato alla Chiesa da questo Papa (sia esso di sola facciata, come dicono i complottisti, o sia anche sostanziale) è molto forte. Quel che è altrettanto certo è che la vita di questo Papa non sarà facile. E, infine, un’ulteriore certezza è che la Chiesa ha da tempo avviato un timido tentativo di riforma spirituale, molto malvisto in certi ambiti, accaniti avversari di ogni istanza spirituale dell’uomo.
La Chiesa deve essere infatti riformata sia dal punto di vista materiale che spirituale; ma la riforma che certi poteri temono di più è quella spirituale perchè, anche se le masse non sono in grado di comprenderlo, una volta diffusa una maggiore spiritualità nel mondo, il potere temporale cessa di avere un qualsiasi effetto sugli esseri umani.
In quest’ottica non c’è da stupirsi se il Papa, di ritorno da un
viaggio in Corea, ha dichiarato: “ancora due o tre anni e poi me ne
ritorno a casa”, alludendo al fatto che non vivrà a lungo. Lo sa bene,
Papa Francesco, che non vive a lungo chi cerca di portare vento di
spiritualità nella Chiesa.
Fonte: paolofranceschetti
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