lunedì 27 ottobre 2014

La Scienza: I Complottisti sono più Sani di Mente!

di Kevin Barrett




La Scienza dice che i "Complottisti" sono i più Sani di Mente!

Recentissimi studi scientifici realizzati da psicologi e sociologi sia statunitensi che britannici hanno chiarito che, al contrario di quanto tradizionalmente affermato dagli stereotipi diffusi dalla cultura di massa, le persone etichettate come "complottiste" sono più sane ed equilibrate rispetto a chi accetti supinamente le versioni ufficiali dei fatti contestati.

L'ultima ricerca è stata pubblicata lo scorso 8 luglio dagli psicologi Michael J. Wood e Karen M. Douglas dell'Università del Kent (Regno Unito), ed intitolata "Che dire dell'edificio 7? Uno studio Psicologico Sociale di discussione online sulle Teorie del Complotto sull'11 Settembre."

Questa relazione ha evidenziato numerosi commenti di tipo "cospirazionista" e "convenzionalista" (anti-cospirazione) postati in rete su siti di notizie.

Con grande stupore i ricercatori hanno scoperto che le prese di posizione a supporto della teoria del complotto erano numericamente maggiori rispetto a quelle che continuano a reputare valide le versioni dei fatti diramate dai media convenzionali:

"Dei 2.174 commenti raccolti, 1.459 sono stati catalogati come cospirazionisti e 715 come convenzionalisti."

In altre parole, coloro che non accettano le esposizioni pubbliche di avvenimenti come l'11 Settembre e l'omicidio di JFK, sono risultati essere più del doppio rispetto a quelli che vi danno credito.

Questo significa che il rapporto si è invertito, e che la saggezza tradizionale è oggi espressa dai presunti "complottisti" mentre le persone contrarie stanno diventando una sparuta minoranza assediata.




Forse proprio perché il loro parere ha smesso di essere espressione della maggioranza, i commentatori anti-cospirazione tendono a tradire una forte rabbia e aggressività:

"Lo studio ha dimostrato che i soggetti che supportano la linea ufficiale dei fatti dell'11 Settembre si esprimono generalmente in modo più ostile nel tentativo di persuadere chi la pensi in modo diverso dal loro."

Si è inoltre appurato che gli avversatori delle teorie del complotto, oltre che fortemente astiosi siano anche più tendenti al fanatismo.

Secondo costoro, la storia in base a cui 19 arabi (nessuno dei quali provvisto di adeguate competenze di pilotaggio aereo) sarebbero riusciti a commettere il crimine del secolo sotto la direzione di un dializzato nascosto in una grotta in Afghanistan, sarebbe indiscutibilmente vera.

Coloro che sostengono l'idea del complotto, d'altra parte, non mirano ad avere una teoria del tutto esplicativa degli eventi:

"I fautori che la tragedia dell'11 settembre sia stata in realtà una congiura governativa, non pretendono di sollevare una specifica tesi opposta, ma solo di smentire la dichiarazione ufficiale."



I fantasmi dei vigili del fuoco dell'11 settembre

In breve, l'indagine scientifica elaborata da Wood e Douglas suggerisce come l'etichetta negativa di "complottista" – un visionario prevenuto che sostiene come verità le idee esposte dal proprio gruppo d'appartenenza – in realtà descriva accuratamente le persone che difendono le tesi comuni, non quelle che le contestano.

Lo studio ha pure rilevato come i "teorici della cospirazione" abbiano una migliore prospettiva d'insieme e discutano il contesto storico (ad esempio la relazione tra l'assassinio di JFK e i fatti dell'11 Settembre) in misura maggiore degli anti-cospirazionisti.

In più, è stato appurato che essi non amano sentirsi definire "complottisti", né tanto meno "teorici della cospirazione."

Questi rilevamenti vengono ancor più amplificati dal nuovo libro "Conspiracy Theory in America" del politologo Lance DeHaven-Smith, pubblicato all'inizio di quest'anno dalla University of Texas Press.

Il prof. DeHaven-Smith spiega il perché alla gente non piace essere etichettata così. L'espressione "teorici del complotto" infatti fu inventata ed ampiamente diffusa dalla CIA per diffamare coloro che avessero nutrito dubbi sulla spiegazione ortodossa dell'assassinio Kennedy!



John F. Kennedy a Dallas, il 22 novembre 1963, pochi secondi prima di essere ucciso.

"La campagna della CIA per diffondere tale appellativo ebbe lo scopo di rendere chi non credesse alle versioni ufficiali oggetto di scherno e di acrimonia da parte del resto della collettività, e bisogna ammettere, purtroppo, che si è rivelata una delle iniziative di propaganda più riuscite di tutti i tempi."

In altri termini, coloro che utilizzano come un insulto queste denominazioni stanno reagendo nel modo preventivato ad una documentata, indiscussa, storicamente reale cospirazione posta in essere dalla CIA per coprire, appunto, l'omicidio di JFK.

Quel provvedimento, tra l'altro, fu completamente illegale, e gli agenti della CIA coinvolti furono dei criminali; a quest'organismo infatti è legalmente proibito promuovere interventi in territorio "amico".

Tuttavia è dimostrato che la CIA infrange regolarmente il divieto compiendo operazioni in ambito nazionale che spaziano dalla mistificazione propagandistica agli omicidi.

DeHaven-Smith espone anche perché quelli che dubitano dei fatti delittuosi diffusi ufficialmente tendano ad analizzare il quadro storico.

Nel suo libro fa notare come un gran numero di funeste cospirazioni, rivelatesi poi vere, appaiano fortemente connesse a molti crimini di stato contro la democrazia e non ancora provati.




Un esempio chiaro è il collegamento tra gli omicidi di JFK ed il fratello Robert, protagonisti di presidenze che hanno reso continuativa la guerra nel Vietnam.

Secondo DeHaven-Smith, è necessario discutere di questi due delitti, in quanto sembrano essere entrambi aspetti dello stesso grande piano criminale.

La psicologa Laurie Manwell dell'Università di Guelph concorda sul fatto che la qualifica ideata dalla CIA come "teoria della cospirazione" ostacoli le normali funzioni cognitive.

In un articolo pubblicato sulla rivista America Behavioral Scientist (2010), ella precisa che le persone contrarie all'idea del complotto non sono in grado di ragionare con lucidità su tali ipotetiche nefandezze di stato contro la democrazia, come l'attentato dell'11 settembre.

Questo, proprio a causa della loro incapacità di elaborare informazioni che siano in contrasto con credenze acquisite precedentemente.

Nello stesso numero della suddetta rivista, il Prof. Steven Hoffman dell'Università di Buffalo, aggiunge che gli individui avversi alle teorie cospirative sono soggetti ad un forte condizionamento di conferma.

Infatti, piuttosto che prendere atto della realtà degli accadimenti cercano elementi che avvalorino i loro radicati stereotipi facendo ricorso a meccanismi irrazionali (come l'etichetta di "complottista") per evitare confronti polemici.



Cicerone accusa il famoso "
Complottista" Catilina di fronte al Senato. Affresco di C. Maccari del 1880

L'estrema irrazionalità di chi attacca le "teorie della cospirazione" è stata abilmente esposta anche dai docenti di comunicazione della Boise State University, Ginna Husting e Martin Orr.

In un articolo del 2007, dal titolo - "Meccanismi Pericolosi: l'Idea di Complottismo Come Strategia di Esclusione Transpersonale" essi hanno scritto:

«Se io vi definisco "complottista", poco importa che voi abbiate effettivamente dimostrato che una congiura esista o semplicemente sollevato una questione che avrei preferito evitare…

Etichettandovi, vi escludo strategicamente dalla sfera in cui i discorsi pubblici e i dibattiti generano dei contrasti.»

Ma ora, grazie ad internet, le persone che dubitano delle versioni ufficiali non sono più escluse dal contraddittorio comune; dopo 44 anni di dominio, la campagna ordita dalla CIA per soffocare il dibattito con questi termini denigratori è ormai obsoleto.

Negli studi accademici, così come nei commenti posti a seguito delle notizie, le voci pro-cospirazione sono ormai più numerose, e più razionali, di quelle che continuano a supportare i resoconti pubblici.

Nessuna meraviglia, dunque, se gli "anti-cospirazionisti" risuonino sempre più come un'accolita di individui astiosi, paranoici e manovrabili.

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Relazione e miglioria traduttiva a cura di: Sebirblu.blogspot.it


Pubblicazione primaria e traduzione di anticorpi.info


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