Giorni della Merla: perchè si chiamano così ?
di Manuel Mazzoleni
Giorni della Merla: 29-30-31 Gennaio
La tradizione vuole che
il 29-30-31 di Gennaio, gli ultimi tre giorni di questo primo mese dell’anno,
vengano ricordati come i “giorni o dì della Merla”, ad indicare uno tra i
periodi più freddi dell’inverno. Ma da dove trae origine questa credenza, entrata
oramai a far parte della vita di tutti noi?
Molte sono le versione
che spiegano l’origine di questa leggenda, alcuni simili altre assi diverse, ma
che vedono in tutte un unico protagonista: una Merla.
La prima nasce in tempi
assai lontani, quando Gennaio non aveva ancora 31 giorni ma solo 28. Si narra
che Gennaio fosse particolarmente scherzoso e un po’ invidioso, in particolar
modo con una Merla, molto ammirata per il suo grande becco giallo e per le
penne bianchissime.
Per questo Gennaio si
divertiva a tormentarla; ogni volta infatti che ella usciva in cerca di cibo
egli scatenava bufera di neve e vento. Stufa di tutto questo un giorno la Merla
andò da Gennaio e gli chiese:” Amico mio potresti durare un po’ di meno?”. Ma
Gennaio, orgoglioso come era rispose: “ E no, carissima proprio non posso. Il
calendario è quello che è, e a me sono toccati 28 giorni.”
A questa risposta la
Merla decise di farsi furba e l’anno seguente fece una bella scorta di cibo che
infilò nel suo nido così che rimase per tutti i 28 giorni al riparo senza
bisogno di uscire. Trascorsi i 28 giorni, la Merla uscì e cominciò a prendere
in giro Gennaio: “Eh caro mio, quest’anno sono stata proprio bene, sempre al
calduccio, e tu non hai potuto farmi congelare il becco nemmeno un giorno.”
Detto ciò Gennaio se la prese così tanto che andò dal fratello Febbraio, che
vantava ben 31 giorni, e gli chiese in prestito 3 giorni.
Il fratello dubbioso
domando: “ Cosa vuoi farne? “ e Gennaio rispose: “Ho da vendicarmi di una Merla
impertinente. Stai a vedere”.
E così Gennaio tornò
sulla terra e scatenò una tremenda bufera di neve che durò per tutti i 3
giorni. La povera Merla, che era andata in giro a far provviste, per il forte
vento non riuscì nemmeno a tornare al suo nido. Trovato il comignolo di un
camino, vi si rifugiò in cerca di un po’ di tepore. Trascorsi quei freddissimi
3 giorni uscì dal comignolo sana e salva ma le sue candide penne erano
diventate tutte nere a causa del fumo e della fuliggine. Da allora Gennaio ha
sempre 31 giorni e i merli hanno sempre le piume nere.
La seconda versione,
ambientata nel capoluogo lombardo, ha come protagonisti un merlo, una merla e i
loro tre figlioletti. Erano venuti in città sul finire dell'estate e avevano
sistemato il loro rifugio su un alto albero nel cortile di un palazzo situato
in Porta Nuova e poi per l'inverno sotto una gronda, al riparo dalla neve che
in quell'anno era particolarmente abbondante. Il gelo rendeva difficile trovare
le provvigioni così che il merlo volava da mattina a sera in cerca di cibo, che
tuttavia scarseggiava sempre di più. Un giorno il merlo decise di volare ai
confini di quella nevicata, per trovare un rifugio più mite per la sua
famiglia. Intanto continuava a nevicare. La merla, per proteggere i figlioletti
intirizziti dal freddo, spostò il nido su un tetto vicino, dove fumava un
comignolo da cui proveniva un po’ di tepore. La tormenta tenne così lontano il
merlo da casa per ben tre giorni (appunto gli ultimi tre di Gennaio). Quando
tornò indietro, quasi non riconosceva più la consorte e i figlioletti erano
diventati tutti neri per il fumo che emanava il camino. Nel primo dì di
febbraio comparve finalmente un pallido sole e uscirono tutti dal nido
invernale; anche il capofamiglia si era scurito a contatto con la fuliggine. Da
allora i merli nacquero tutti neri; i merli bianchi diventarono un'eccezione di
favola.
http://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/giorni-della-merla--perche-si-chiamano-cosi---64493
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