Gli Orbitanti
di Dolores Foglietta
Abbiamo il dovere di vivere e crearci con le nostre mani il
destino sia individuale che collettivo modificando la nostra orbita che la Vita
ha assegnato a noi e ad ogni altra cosa di questo universo.
L’orbita è una sorta di destino apparentemente invincibile
e inalterabile. In realtà può essere, invece, cambiata. E’ così che si diventa
uomini liberi, cambiando il corso delle nostre stelle, spostando la nostra
orbita su di un piano superiore.
Siamo “Orbitanti”, come qualsiasi altra cosa esistente
nell’universo, apparentemente schiavi di una eterna circolarità, di uno schema
di movimento della vita che sembra imprigionare. Ma così non è. L’orbita può
essere cambiata, anzi, deve essere cambiata.
E il suo vero cambiamento è possibile, paradossalmente,
attraverso la sua stabilizzazione. Bisogna prima diventare esperti padroni del
proprio piano esistenziale per poter ottenere il cambiamento e portare
l’esistenza su livelli superiori. Alla fine il piano cambierà pur rimanendo il
tracciato circolare uguale a se stesso. Le due cose possono coesistere, anzi
devono coesistere.
Il nostro pianeta deve mantenere la sua orbita, pena la
fine della vita così come la conosciamo. Ma nessuno si accorge che la Terra
assolve anch’essa al suo dovere di cambiamento. Da una parte si mantiene
stabile e fedele alla sua orbita intorno al sole, assicurandoci così
l’esistenza, e dall’altra ad ogni istante si sposta a velocità incredibile,
insieme al sistema solare, su altri piani cosmici. Il cambiamento coesiste
sempre con il non cambiamento, esattamente come l’infinito coesiste con il
particolare o come l’assoluto con il relativo.
Il cambiamento che ci sposta nel territorio della libertà a
cui specialmente gli uomini sono chiamati, avviene ripetendo e imparando bene
le tante piccole grandi quotidianità. Ripercorrere tante volte la solita pista
della nostra orbita, e quindi imparare sempre più ad essere brave madri o bravi
figli o bravi medici o insegnanti, bravi ascoltatori, bravi giudici e bravi in
tutto ciò che ci capita di incontrare nella vita, significa spostarsi, senza
neanche accorgersene, verso le migliori qualità intrinseche di noi stessi che
corrisponderanno sempre più al piano divino del nostro essere. Ma per
apprendere occorre innanzitutto saper vedere e riconoscere la realtà
circostante per quella che è. Ed ecco emergere il secondo significato un po’
più nascosto della parola scelta per denominare questo spazio: “tanti-orbi”,
l’altra lettura di “orbitanti”. Il mondo và dove sta andando perché non vediamo
o per impreparazione o perché abbiamo deciso di non vedere. Il problema
è tutto qui.
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