martedì 27 ottobre 2015

Madre Terra "Gaia"
attraverso Pepper Lewis




“LA SPERANZA
DI UN'ECONOMIA SPIRITUALE”

C’è speranza per un’economia mondiale fondata su principi spirituali? Vorrei cambiare il modo in cui mi guadagno da vivere e fare qualcosa che sia più soddisfacente e a sostegno di un mondo in cui mi piacerebbe vivere. Ho visto altri che sono diventati guaritori, professionisti e canalizzatori, ma la maggior parte finanziariamente sopravvive appena e lo stress di non riuscire ad arrivare alla fine del mese sembra essere lo stesso, indipendentemente dal proprio lavoro. So che molti, come professione, scambiano o barattano servizi, ma questo non paga l’affitto. Concludendo, la comunità spirituale che conosco a volte sembra competitiva e meschina. Nei principi [spirituali] ho visto dei compromessi che non hanno nulla da invidiare a quelli del più spietato mondo degli affari! Esiste una soluzione? Possiamo fare la differenza nel mondo e riuscire ad avere un discreto reddito? Possiamo essere spirituali e anche agiati? 


I principi spirituali non sono diversi dagli altri principi, quando sono incoraggiati, sostenuti e considerati vitali. Un principio è uno standard essenziale e fondamentale che assume un pensiero e un’azione morale ed etica. Un principio è un pensiero primario, uno che viene prima di tutti gli altri. I principi, o pensieri giusti, sono sotto la direzione della Prima Causa, o ciò che è venuto prima di Se Stesso; il primo, prima che ci fosse un primo e lo zero prima che ci fosse l’uno. Questo principio, una causa assoluta, presume che un pensiero giusto condurrà a una giusta azione, l’effetto più naturale e ovvio.

Questo potrà sorprenderti, ma il mondo è fondato su principi spirituali e, per la maggior parte, sono sostenuti. Perché non sembra che sia così? Perché i principi e le leggi superiori sono trasparenti e invisibili. Non potete vedere la causa, ma potete vedere l’effetto. La causa, poiché è più sottile dell’effetto, è anche più raffinata. La Legge Divina è il fondamento su cui poggia la legge umana, ma in questo momento la legge umana non si fonda, e di fatto, non si fonda affatto!
La difficoltà con il posto di lavoro di oggi è che pochi sentono di fare la differenza nel proprio ambiente o nel mondo che condividono con innumerevoli altri.  C’è un vuoto fastidioso e persistente che rimane ampiamente inappagato. Affamata del tipo di affetto che solo lo Spirito può dare, l’umanità va alla ricerca di un lavoro più soddisfacente anziché di un percorso più soddisfacente. Con il gran numero di ore trascorse al lavoro ogni giorno, settimana e anno, non è difficile immaginare perché l’umanità vuole cambiare e cimentarsi in qualcosa che dia più soddisfazione.

Come mai la comunità spirituale è gremita di guaritori, canalizzatori, insegnanti, facilitatori e professionisti di ogni genere? Perché coloro che nella propria vita hanno invitato, accolto o si sono imbattuti nel calore dello Spirito, non possono fare a meno di condividerlo con gli altri. Dentro ogni essere c’è un posto che assomiglia a un trono, a una sedia per l’anima. Una volta che lo Spirito fa il suo ingresso in questo spazio e lo scalda con il fuoco dell’anima, ha luogo un cambiamento diverso da tutti gli altri, un cambiamento che trasforma la vita e stabilisce uno scopo.
Come se intossicati da una pozione d’amore, la Materia e lo Spirito adesso uniti, stabiliscono un percorso che li porterà oltre il sole e ritorno. Mentre è in viaggio l’essere è in grado di rivisitare molte delle sue espressioni precedenti e, in ogni incrocio, un’altra memoria o un altro dono si aggiunge o viene ricordato. Alla fine il violento fuoco diventa una fornace controllata e l’essere infiammato si sistema in un nuovo schema dove la materia è sostenuta dallo spirito. Gli schemi sono naturali emulazioni della perfezione, ed è questo il motivo per cui sono così attraenti e invitanti. Ispirati dalla perfezione o Causa, nell’espansione della perfezione non si può fare a meno di condividere. Coloro che offrono loro stessi in questo modo descrivono una vicinanza alla Sorgente che sentono non è disponibile altrove.
Perché questi individui ben intenzionati e meritevoli, finanziariamente sopravvivono appena? In alcuni casi l’individuo e la sua impresa non si adattano bene uno all’altra. Lo stesso fuoco che non si estingue mai può bruciare, e brucia. Quando la Materia e lo Spirito non vengono mantenuti in equilibrio, non si può sostenere una legge perfetta. Poiché la legge perfetta è il fondamento che si trova sotto la legge umana, un fondamento meno che perfetto condurrà a uno schema meno che perfetto. Gli schemi perfetti si espandono perfettamente, ma gli schemi meno che perfetti si espandono in modi meno che perfetti, creando spesso difficoltà nel loro tentativo di ritrovare la perfezione. Anche chi è guidato dallo Spirito deve usare questa guida per creare o manifestare con e nella Materia. Questa legge è maggiormente in evidenza sulla Terra tridimensionale, dove la sofferenza e l’ignoranza della legge naturale si riflettono irrevocabilmente una nell’altra.
Le condizioni dove persiste la mancanza sono riflessi di una polarità deviata. Utilizzando questa premessa, dobbiamo concludere che lo Spirito o la Materia, o entrambi, sono fuori equilibrio dove l’individuo o il suo lavoro sono implicati. Forse il desiderio di guarire deve essere espresso in un altro modo. Spesso, chi ha un forte desiderio di guarire gli altri deve prima guarire se stesso, o almeno permettere alle sue energie di farlo. La legge superiore richiede questo e lo esige quando necessario. Il mondo sarà guarito un cuore alla volta, a prescindere dal fatto che nel processo siano scambiati favori o valute. Le ostriche, affinché producano le perle, vengono irritate da tenaci granelli di sabbia. Gli umani non sono diversi dalle ostriche.

Le modalità e le tecniche appartengono al momento e alla giornata. I Certificati di Completamento, come i diplomi, sono ricordi di energia già spesa. La forza per guarire o insegnare emerge dalla scintilla interiore che si ricrea da sola perché è un riflesso della Luce. Coloro che si avvicinano alla loro pratica come studenti di vita vedranno che prospereranno di più di coloro che professano una conoscenza proveniente dal divino. La divinità è interezza indivisa. Le modalità e gli insegnanti che dividono e denigrano le opere degli altri oscurano la propria luce, rallentando il suo progresso e affondandola nell’ombra.

Tanto tempo fa, un pastore che credeva in un paradiso beato e in un inferno di fuoco, cominciò a diffondere un pericoloso pettegolezzo riguardo a chi fosse stato degno abbastanza da guidare il suo cocchio verso il regno dei cieli. Raccontò ai suoi parrocchiani che il Paradiso e l’Inferno erano in competizione per vedere chi avrebbe attratto più candidati. Per dimostrare la sua opinione mise due dei calzolai della città uno contro l’altro, dicendo a ognuno che all’altro sarebbe segretamente piaciuto escluderlo dagli affari. Per un po’ i due calzolai si guardarono con sospetto, contando le loro monete in segreto e domandandosi quante monete stava contando l’altro. Quando il loro carico di lavoro diminuì, immaginarono che era in atto una cospirazione e cominciarono a tramare contro misure. Sognavano un paradiso che meritavano e un inferno che aspettava l’altro. L’amarezza cominciò a riempire il loro cuore e pensieri di vendetta la loro mente. Ognuno di loro si ammalò ed era certo che l’altro gli avesse fatto un incantesimo maligno. La buona fortuna li evitava entrambi. Il pregiudizio raggiunse la città e molti si ammalarono dopo una conseguente luna che sembrò in ombra per un quarto di troppo.

Un giorno un mendicante affamato entrò in città a piedi scalzi e con uno straccio per mantello. Offrì al primo calzolaio il lavoro di una settimana in cambio di qualche pasto caldo e di un paio di scarpe usate, ma questo lo mandò via in modo brusco. Il mendicante si recò dal secondo calzolaio al quale offrì due settimane di lavoro in cambio di un morbido giaciglio, alcuni pasti caldi e un paio di sandali usati. Fu allontanato, sebbene in modo più gentile. Quando il giorno diventò notte, il mendicante cercò riparo nella parrocchia della cittadina, sperando in una panchina su cui sdraiarsi.

Barcollando e con uno sguardo arcigno mentre il delirio della fame e della stanchezza minacciavano di sopraffarlo, spaventò talmente il predicatore che questo ebbe un attacco di cuore e morì. Il mendicante temeva per la sua vita e pensò di essere perduto, soprattutto date le circostanze attuali. Pensando che non era mai troppo tardi per fare una prima impressione migliore, decise che avrebbe preferito incontrare il suo creatore con la pancia piena e indossando degli abiti migliori. Nella dispensa mangiò bene e più tardi indossò alcuni degli abiti del predicatore deceduto. Per quanto tentasse non riusciva a indossare le scarpe del predicatore e, tristemente, rimase scalzo.

Il mendicante partì alla ricerca del carceriere della prigione della città, ma lungo la strada incontrò il primo calzolaio che non lo riconobbe vestito e stirato com’era negli abiti del predicatore morto. Il calzolaio lo accolse in città e prontamente gli offrì un paio di scarpe che l’impostore non poté far altro che accettare. Soppesò il danno nell’accettare il dono e vide che era piccolo, relativamente parlando.  Continuando lungo la strada si scontrò con il secondo calzolaio che si scusò abbondantemente e insistette per ripagare la sfortunata ingiustizia con un paio di sandali nuovi. Temendo di essere riconosciuto prima di poter confessare il suo crimine, l’impostore accettò il dono e scappò.

Offrendo saluti gentili e facendo domande educate, il mendicante scoprì che il carceriere, un uomo gentile e pieno di risorse, aveva ricevuto una formazione nelle arti medicinali e stava raccogliendo una serie di erbe da aggiungere all’ultimo balsamo e unguento nel tentativo di guarire i molti sintomi diversi che stavano cominciando ad affliggere l’intera città. Il mendicante ritornò alla parrocchia, promettendo a se stesso che sarebbe ritornato l’indomani per essere giudicato e, molto probabilmente, condannato.

Nel frattempo, si concesse il piacere di un altro bagno e di un altro pasto. Non riusciva a immaginare com’era l’inferno, ma pensò che in quel momento era più vicino al paradiso di quanto non lo fosse mai stato. Sollevò la testa come verso il paradiso, e rese grazie. Poi lasciò cadere la testa e bisbigliò all’inferno che si sarebbe fatto annunciare abbastanza presto. In silenzio e da parti opposte della stanza, i due calzolai entrarono nella parrocchia, inchinandosi come per non disturbare una preghiera in corso per timore che, a causa della loro intrusione, non ricevesse risposta. Quando il momento diventò più appropriato, salutarono l’impostore che già appariva e sembrava quasi un vero predicatore.

Notando di non essere più solo, ma in qualche modo più a suo agio nel suo nuovo ambiente, il mendicante accettò e fece festa alle scarpe e ai sandali nuovi mentre gli venivano presentati da ognuno dei calzolai. Convinto che non lo avrebbero più identificato come mendicante e come estensione della sua gratitudine, invitò i suoi nuovi amici calzolai a condividere un cordiale con lui e a sedersi vicino al fuoco, ed entrambi accettarono con piacere. Una dolce melanconia permeava i tre quando ognuno, a turno, raccontò della bontà a loro concessa nei momenti meno attesi. All’insaputa del mendicante/predicatore, i due calzolai si osservavano con la coda dell’occhio. Curiosamente, nessuno domandò cosa fosse accaduto al predicatore originale o dove fosse andato.

Arrivò la domenica mattina, ma il carceriere non era ancora tornato. Il mendicante era fuori di sé per l’angoscia. Apparve dalla piccola stanza in cui si era concesso dormire per trovare una stanza piena di parrocchiani. In un terribile momento chiese all’inferno di reclamarlo all’istante, ma non accadde nulla. Troppo imbarazzato perché il paradiso gli concedesse dei favori, prese posto sul pulpito e chinò il capo vergognandosi. In quel momento, anche tutti i parrocchiani chinarono il capo. Commosso fino alle lacrime, cominciò a parlare di avversità non invidiabili che qualche volta capitano ai buoni fino a che cominciano a sembrare cattivi. Le sue parole scaturirono da un cuore tenero che era sopravvissuto in un mondo duro e stava ora raccontando la sua storia. Senza saperlo, aveva interpretato il suo primo sermone.

I parrocchiani, riconoscenti e contenti, gli risposero e si alzarono come segno di rispetto mentre egli passava loro accanto. Gli davano la mano e lo ringraziavano, mentre prendevano commiato da lui. Alcuni non poterono fare a meno di invitarlo con la promessa di cene, torte, focolari e altro. Tutte le offerte furono accettate con gioia. Stranamente, nessuno domandò cosa fosse accaduto al predicatore originale o dove fosse andato.

La leggenda racconta che il Paradiso e l’Inferno si incontrano una volta all’anno per scambiarsi i residenti e per reclamarne di nuovi. La leggenda racconta anche che un predicatore scalzo emendato accoglie ogni nuovo arrivato e fa da intermediario per suo conto. E così facendo è conosciuto perché dice: “non temere il giudice e non essere né mendicante, né prestatore, né chi prende a prestito, né ladro.”
Questa è una storia vera (io ero là), è una parabola, una verità semplice che è intesa fare da esempio e ispirare. Non c’è nessuna lezione grandiosa qui, e certamente nessuna nuova lezione. La competizione, che sia tra calzolai o maestri, lega ognuno alla propria paura, qualunque essa sia. La paura tende a consumare la passione, estinguendola ancor prima di aver riscaldato l’anima. In una competizione contro se stessi, chi può essere il vincitore? La meschinità arriva da piccoli pensieri e generalmente da quelli che si basano sulla percezione di ieri ingiusti. È meglio parlare meno e meditare di più, particolarmente prima di far voto di mancanza di fiducia. Anche le parole silenziose, come unguenti magici, faranno apparire tutto ciò che è invisibile in piena vista. Anche le parole meno che onorevoli saranno viste nell’abbagliante luce del giorno. Circondatevi di coloro che ammirate, accogliete e permettete agli altri di fare lo stesso.
Nei principi i compromessi si basano sulla mancanza di amor proprio, così come su una fiducia ridotta nel campo dell’abbondanza. La legge superiore non si prostrerà davanti alla legge inferiore, di conseguenza la legge umana deve elevarsi o subire i suoi errori. Un compromesso è un accomodamento in cui due o più parti concordano di accettare meno di quanto avevano originariamente sperato o pensato possibile. Molto spesso la disputa è tra il sé superiore e il sé inferiore, che è dove i principi vengono studiati e provati. Lo spietato mondo degli affari è costruito sulla stessa piattaforma energetica della Nuova Era o Età della Pietra. Molti dei guaritori e maestri di oggi solo di recente sono scappati dall’ambiente degli affari che minacciava di consumarli. La nuova lingua che stanno imparando a parlare non ha ancora cancellato i luoghi comuni del loro passato. Deve prevalere la pazienza mentre si adattano al nuovo compito.
Il baratto di merci e servizi è una tradizione antica e affermata. Sostiene lo scambio di merci utili senza utilizzare moneta o valuta. Tanto tempo fa, a chi apparteneva alle classi inferiori era proibito avere proprietà. Dato che non erano neanche in grado di firmare o adempiere le obbligazioni di una cambiale, crearono un sistema proprio, un sistema che stabiliva e manteneva un valore basato sulla parola e una stretta di mano. Era un sistema eccellente e lo è ancora, tranne per il fatto che la maggior parte di coloro che vi si attiene, si trova ancora nell’illusione che in qualche modo appartenga o si riferisca a uno standard di vita minore. Incerti per quanto riguarda il valore loro o di quello dei loro talenti unici, si offrono ad amici, familiari e anche a estranei a tariffe ridotte, minime o inesistenti. Barattano e commerciano abilità, prodotti e servizi senza stabilire un vero valore o sostenere la loro causa.
È bene essere istruiti in molti diversi sistemi di pensiero, sia sociali che economici. È importante anche conoscere il proprio valore e di essere onorevoli con se stessi come si è con gli altri. In tutte le cose c’è un punto di equilibrio e in ogni scambio il suo equivalente deve essere realizzato così che i risultati siano ottimi. Lo sviluppo del valore è l’espansione della ricchezza. La ricchezza non è l’accumulo di denaro. È la raccolta di risorse, così come della conoscenza che accompagna tutte le cose al loro posto legittimo. Questo comprende il pronto rimborso del debito quando dovuto e la deliziosa mistura di Spirito e Materia quando entra in ogni luogo della vita.
Lo Spirito e la Materia sono parte di ogni sistema di misurazione dell’abbondanza. La ricchezza dello Spirito sa che la materia è sua compagna e lo Spirito dimora anche nella Materia più densa. A chi esercita un’attività bancaria, commercia e conferisce valore all’attuale sistema monetario, piace il proprio lavoro. Non si è meno spirituali perché si trova un accordo di equilibrio in questo sistema dove altri non l’hanno trovato. Quando il sistema attuale cederà al successivo, forse altri prospereranno. Accumulate tanto quanto vi interessa o scartate ciò che non serve più, non importa a nessun altro se non a voi essere meglio serviti quando la decisione è vostra e non quella di un altro. Dove lo Spirito e la Materia sono ben in equilibrio non c’è nessuna differenza tra la ricchezza spirituale e quella monetaria.
La Materia vuole fare e lo Spirito vuole essere. Dio è un Essere Divino, non unFare Divino, perché Dio è lo Spirito che anima la Materia. L’umanità è sia Materia che Spirito, è sia un Chi e un Che Cosa, e uno non può vivere a lungo senza l’altro. L’umanità è al meglio quando entrambi sono in equilibrio. Il proprio lavoro o fare non salvaguarda un fondamento spirituale più di quantoessere un visionario spirituale nutre una famiglia affamata. D’altro canto, trovare il proprio accordo-di-vita, quell’unica frequenza che parla da uno spazio profondo, stimola e adempie un’essenza di perfezione che agevola e porta la pace anche ai più antichi desideri ed emozioni.
Il mondo ha una soluzione per chi è occupato in modo distratto o chi è tristemente infelice nella sua posizione attuale? Sì, ma bisogna uscire e andare oltre i sistemi di credenza che incatenano le caviglie e fanno lo sgambetto al primo passo tanto facilmente quanto all’ultimo respiro. La terza dimensione è immersa pesantemente nella densità. È una delle dimensioni più pesanti, e ciò è evidenziato dalla sua forza di gravità. Non si può sfuggire alla forza di gravità più di quanto non si possano ignorare le molte espressioni di sofferenza che si manifestano quotidianamente. La terza dimensione è come la terza dimensione fa. In altre parole, essere viene prima di fare. Lo Spirito arriva nell’essere prima della materia. Di nuovo, lo Spirito entra nella Materia e poi crea attraverso di essa. Questo è il motivo per cui alle domande che cominciano con “che cosa posso/dovrei fare” è difficile rispondere – lo Spirito non è ancora entrato dentro di loro, perciò non c’è ancora nessuna Materia. “Non ha niente” [1] significa che lo Spirito non è stato ancora rilevato nella Materia.
Per creare una nuova realtà, si deve trovare un cambiamento in quella corrente. Quel cambiamento si chiama Essenza; è chiamato anche Divinità, Creatività e Attività. L’Attività è un aspetto dell’essere, non del fare. Un essere attivo, come un principio attivo, è un’espressione dinamica della possibilità. Una dinamica è un’intera gamma di energia, non diversa dallo spettro completo della luce; è volontà (desiderio puro) espressa come forza (energia) ed è caratterizzata dalla produzione (e secrezione) di un’attività (essere e fare) che produce cambiamento, sviluppo e movimento. Vedete? Questa è la formula per come essere il cambiamento che vedrete anche!
Questo è il modo in cui cambiare il vostro mondo, un pensiero alla volta, un lavoro alla volta, una valuta o sistema alla volta – o tutto insieme! Non dovete distruggere il vostro mondo o le vostre credenze; potete sostituirle con una verità e una legge più elevate. È una scienza; non può ingannare o fuorviare. Non può essere manipolata o controllata. La comprensione di questa legge vi libererà per sfuggire la sentenza che i vostri sistemi di credenza vi hanno imposto. La legge è la chiave e, come potrete ricordare, non c’è nessun carceriere, sono una gentile raccolta metafisica che può guarire i mali del mondo. Sarete miei compagni in questo?
Nota:
[1] Ndt: In Inglese: “Nothing is the Matter” tradotto letteralmente è “Niente è la Materia”
 
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Tradotto da Susanna Angela per Stazione Celeste

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