12:41 | Pubblicato da admin |
Non c'è tregua per i contribuenti italiani: ora l'Agenzia delle
entrate chiede a coloro che hanno goduto di "detrazioni" nelle
dichiarazioni dei redditi degli anni precedenti di
trasmettere entro 30 giorni la documentazione delle spese sostenute: e
chi non riesce a farlo - anche semplicemente perché ha perso i
documenti, come avviene spesso - nei tempi e nei modi imposti, diventa
EVASORE: e riceverà una cartella esattoriale di Equitalia, gravata di
interessi e sanzioni...
staff nocensura.com....
- - - - -di seguito l'articolo di Yahoo Finanza:...
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Nelle ultime due settimane una lettera dell’Agenzia delle Entrate
sta disturbando il sonno di migliaia di contribuenti. La missiva,
datata metà aprile ma recapitata a inizio maggio, chiede di trasmettere
entro 30 giorni la documentazione delle spese che hanno goduto di detrazioni fiscali nelle scorse dichiarazioni dei redditi. Chi non lo fa nei termini stabiliti diventa automaticamente un evasore: a suo carico scatta una cartella esattoriale di Equitalia, incaricata di riscuotere gli "sconti" passati con tanto di interessi e sanzioni.
Insomma, un incubo. In primo luogo per i tempi:
tutte le lettere sono state recapitate dalla prima settimana di maggio
in poi, quando invece il testo recava la data delle prime due settimane
di aprile. Ciò significa che la maggior parte dei contribuenti ha
ricevuto le missive a pochi giorni dalla scadenza dei termini.
Un'altra difficoltà riguarda il materiale richiesto:
si tratta di documenti vecchi di anni - nella maggior parte dei casi
del triennio 2008-2010 - che non si trovano nemmeno in casa, ma negli
studi dei commercialisti. Questi, per altro, adesso
sono oberati di lavoro per la compilazione delle dichiarazioni dei
redditi e fanno fatica a sbrigare anche questo compito.
Pure il tipo di spedizione è andata a danno del contribuente: le missive viaggiavano con posta ordinaria e
non via raccomandata, perciò non esiste nemmeno un riscontro sulla data
di consegna. Inoltre per legge le buste dell’Agenzia delle Entrate non
sono vincolate all’uso del timbro postale, quindi non si può neanche
dimostrare che le lettere sono arrivate nelle case ben dopo essere state
scritte.
Ma il problema più grosso è la sanzione:
se il contribuente non riesce a esibire in tempo il materiale richiesto
diventa automaticamente un evasore fiscale, le detrazioni di cui ha
goduto diventano illegittime e devono essere restituite. Ovviamente, con
sanzioni e interessi che fanno lievitare di due o tre volte il
beneficio ricevuto negli anni precedenti.
In altre parole, la pratica diventa una cartella esattoriale, passa ad Equitalia e questa provvede alla riscossione del “debito” contratto con lo Stato.
Lo Stato sta di fatto chiedendo ai contribuenti un adempimento fiscale impossibile. E lo sta facendo violando una legge: l’articolo 3
dello Statuto del contribuente, infatti, stabilisce che si debba avere
60 giorni di tempo per adempiere a un nuovo obbligo fiscale.
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