In arrivo un terremoto distruttivo al Sud Italia. Era stato previsto quello al Nord.
di Mina Cappussi
Un Mondo di Italiani
Ma
allora perché la popolazione non viene messa al corrente del pericolo?
Non è un diritto dei cittadini decidere del Italia del Nord luogo del
terremoto del 20 maggio 2012proprio futuro? La Commissione Grandi Rischi
sapeva che ci sarebbe stato un terremoto nel Nord Italia già da marzo,
su due studi uno era allarmante. Invece ben tre studi su tre indicano un
terremoto distruttivo al Sud.........
C’è da preoccuparsi, e
non poco, per gli effetti di un terremoto di forte intensità che
interesserà il Sud Italia nei prossimi mesi. Lo assicura il direttore
del Centro Enea di Bologna, Alessandro Martelli, in un’intervista Antonio Amorosi pubblicata suAffari Italiani. L’esperto spiega che il sisma che si è verificato nei giorni scorsi in Emilia era stato ampiamente previsto
e nella riunione del 4 maggio scorso, solo quindici giorni prima
dell’evento, si era discusso delle azioni da intraprendere per tutelare
eventualmente la popolazione e ridurre al minimo i danni. Se ne era
parlato, ma in realtà non era stato fatto nulla di tutto questo.
Gli
esperti se ne erano stati zitti, senza avvisare nessuno,
convinti,terremoto Emilia Romagna dall’alto della loro scienza, di poter
decidere della vita o della morte delle persone. Perché magari qualcuna
delle sette vittime avrebbe potuto scegliere di andarsene, di non voler
mettere a repentaglio la propria vita e quella dei propri familiari.
Avrebbe potuto decidere di fare un viaggio…..Sono solo ipotesi, per
carità, ma è terribile sapere che altri erano a conoscenza di quello che
sarebbe accaduto e nessuno si è p reso la briga di avvisarti.
“Il
terremoto in Emilia – ha precisato Martelli – era stato previsto. Ci
sono dei “cosiddetti” strumenti di previsione che sono utilizzati in
diversi Paesi. In Italia li fa l’International Centre for Theoretical Physics (ICTP) e l’Università di Trieste.
In base al verificarsi di possibili anomalie nelle tre zone italiane,
Nord,Martelli Alessandro Direttore Enea Centro e Sud vengono emessi
degli allarmi. E’ un po’ come misurare la temperatura corporea e vedere
se hai la febbre.
In marzo, dunque, è stato diramato un allarme
per la zona Nord perché era stato stimato un movimento del terreno di
magnitudo maggiore del 5,4. C’erano notevoli probabilità che a Nord
sarebbe arrivato un terremoto. La regione allarmata era questa anche
perché c’erano stati terremoti vicini, nel Garda, nel veronese, poi a
Parma. L’algoritmo dell’analisi mostrava che era fortemente probabile”.
E come mai nessuno lo sapeva? La domanda nasce spontanea.
“Si
tratta di metodologie sperimentali. Gli allarmi non vengono divulgati
ma comunicati a un gruppo di esperti nazionali. Nella Commissione Grandi
Rischi si sapeva, ne abbiamo proprio parlato il 4 maggio. Se ne
discusse anche perché questo tipo di analisi non sono accettate da tutti
i sismologhi. Io posso solo dire che la Commissione Nazionale Grandi
Rischi era informata dai primi di marzo. In Emilia potrebbero esserci
ancora altre scosse, ma l’intensità non è certa. Potrebbe trattarsi di
assestamenti, ma anche di una ulteriore scossa elevata. Certo non era
possibile evacuare delle zone per mesi, ma io dico che gli allarmi
devono servire a verificare le strutture strategiche, e organizzare la
protezione civile, informare la popolazione su come si deve comportare.
Più
del Nord adesso però mi preoccupa il Sud. Per il Nord c’erano stati due
studi. Uno allarmava per un eventuale terremoto e l’altro no. Ed è
arrivato il terremoto in Emilia.Per il Meridione, invece, esiste
un allarme più grave in arrivo perché lì sono stati applicati tre
modelli di studio. Tutti e tre danno l’allarme rosso. Quindi questo
preoccupa oltretutto perché prefigura un eventuale terremoto molto
violento.
Oltretutto non dobbiamo dimenticare che nel
Sud Italia sono ubicati stabilimenti che utilizano e stoccano sostanze
potenzialmente pericolose in elevate quantità. Sono impianti chimici, ci
sono stabilimenti che contengono serbatoi di gas naturale liquefatto
(Liquefied Natural Gas o LNG), altri serbatoi di stoccaggio di grandi
dimensioni, rigassificatori…Il problema è che le scelte progettuali
degli impianti sono state lasciate ai gestori e, generalmente, non è
noto, per i diversi stabilimenti, se e quali criteri antisismici siano
stati adottati. Poi c’è il rischio da maremoto, evento raro, ma non
impossibile e che, quando si verifica, è devastante: questo rischio
appare del tutto trascurato negli impianti chimici italiani situati in
prossimità delle coste, e in aree sismiche come ad esempio a Milazzo o
se penso ai serbatoi sferici situati a Priolo-Gargallo,sono alquanto
pessimista e preoccupato. Manca In Italia una specifica normativa per la
progettazione antisismica degli impianti chimici”.
Insomma,
ritorna quanto mai attuale l’annosa questione sulla prevedibilità o meno
dei terremoti. A sentire il direttore del Centro Enea di Bologna,
Alessandro Martelli, la prevedibilità è una cosa seria, sebbene manchino
ancora dati e studi specifici che consentano di rilevare esattamente il
momento e l’ubicazione di un terremoto. Però un’informazione alla
popolazione si potrebbe fare, non allarmismo, ma indicazioni e
precauzioni su come comportarsi dovrebbero essere divulgate in tute le
aree oggetto di studio. Magari se in Molise avessero saputo che era in
arrivo un terremoto non avrebbero inaugurato a cuor leggero la
sopraelevazione in cemento armato di una scuola in laterizio. Se
l’avessero saputo in Abruzzo probabilmente molti studenti universitari
si sarebbero presi un periodo di ferie, anche un anno sabatico, magari.
Meglio ancora. Le istituzioni preposte avrebbero presoin più seria
considerazione le proteste degli studenti circa le crepe e le lesioni
presenti nella Casa dello Studente, quella che è crollata per prima
uccidendo tanti giovani. Chissà se le mamme e i papà degli studenti
uccisi avrebbero voluto sapere quello che stava succedendo, chissà,
forse avrebbero preferito un anno di corso in più e poter, ancora oggi,
riabbracciare il proprio figlio. Forse i genitori di Elvio Romano, un
esempio per tutti, avrebbero premuto per la verifica sismica della casa
in cui dimorava il loro ragazzo, forti dell’esperienza delle mamme di
Bojano, grazie alle quali, e solo grazie al loro coraggio, tutte le
scuole di Bojano sono state chiuse prima che si potesse verificare un
terremoto come quello di San Giuliano di Puglia. Sono tutte ipotesi,
d’accordo, ma chi può arrogarsi il diritto di decidere sulle nostre
teste e di fare delle scelte al posto nostro?
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