Osho Rajneesh - vipassana - zen walk
osho rajneesh vipassana zen walk. osho rajneesh is a master of vipassana meditation. visit osho rajneesh site http://www.oshorajneesh.net........
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Meditazione Vipassana
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Meditazione Vipassana
Meditazione Vipassana come insegnata da S. N. Goenka nella tradizione di Sayagyi U Ba Khin
Cos'è la meditazione Vipassana?
Vipassana, termine che significa "vedere
le cose in profondità, come realmente sono", è una delle più
antiche tecniche di meditazione dell'India. Essa fu riscoperta ed
insegnata più di 2500 anni fa come metodo universale per uscire da
ogni tipo di sofferenza, un'arte di
vivere.
La tecnica di Vipassana - S.N. Goenka
Vipassana (che nell'antica lingua indiana Pali significa
"vedere le cose in profondità, come realmente sono") è una delle più antiche
tecniche di meditazione dell'India. Fu infatti riscoperta e insegnata da
Siddhatta Gotama il Buddha più di 2500 anni fa come metodo universale per
uscire da ogni tipo di sofferenza.
Vipassana è una tecnica pratica di auto-osservazione, un metodo scientifico
che porta alla graduale purificazione della mente. E' una tecnica universale,
praticabile da tutti, definita da S.N. Goenka un'Arte
di Vivere.
La meditazione Vipassana: un'arte di vivere
Tutti noi cerchiamo pace e armonia, perché questo è ciò che manca alla
nostra vita. Di tanto in tanto ci sentiamo agitati, irritati, disarmonici.
E quando proviamo questi malesseri, non ci limitiamo a soffrirne personalmente,
ma spesso li riversiamo sugli altri. L'infelicità pervade l'atmosfera attorno
a chi è sofferente e chiunque venga in contatto con questa persona ne risente
a sua volta. Certamente non è questo il giusto modo di vivere.
Si dovrebbe vivere in pace con se stessi e con gli altri. Dopotutto l'essere
umano è un essere sociale; deve far parte della società e avere a che fare
con gli altri. Ma come si può vivere in pace? Come si può rimanere in armonia
dentro di sé e mantenere attorno a sé pace ed armonia in modo che anche
gli altri possano vivere in modo pacifico ed armonioso?
Per poter uscire dalla nostra infelicità, dobbiamo conoscere la ragione
che ne sta alla base, la causa di questa sofferenza. Se esaminiamo il problema,
ben presto ci appare chiaro che quando iniziamo a generare nella mente una
qualche negatività o impurità, siamo destinati a divenire infelici. Negatività
e impurità nella mente non possono coesistere con pace e armonia.
Come iniziamo a generare negatività? Ancora, investigando, la cosa diviene
chiara. Divento teso e infelice quando trovo qualcuno che si comporta in
un modo che non mi piace, o quando scopro che sta succedendo qualcosa che
non è di mio gradimento. Succedono cose indesiderate e comincio a creare
tensione dentro di me. Non accade ciò che desidero, sulla mia strada sorgono
degli ostacoli, e di nuovo genero tensione in me; creo dei nodi interiori
sempre più forti. E nel corso della vita continuano ad accadere cose indesiderate,
ciò che vogliamo potrà avverarsi oppure no, e questo processo di reazione,
del creare nodi - nodi gordiani - fa sì che l’intera nostra struttura mentale
e fisica divenga così tesa, così piena di negatività che la vita diventa
insopportabile.
Ora, un modo per risolvere il problema è di organizzare le cose in modo
che nulla di indesiderato avvenga mai e che tutto vada esattamente così
come lo vogliamo. Dovremmo sviluppare il potere di far sì che le cose indesiderate
non accadano e invece accada solo ciò che desideriamo, oppure qualcun altro
che venga in nostro aiuto dovrebbe avere questo potere. Ma ciò non è possibile.
Non esiste nessuno al mondo i cui desideri vengano sempre esauditi, a cui
tutto accada secondo i propri voleri, senza mai nulla di indesiderato. Continueranno
a verificarsi fatti e situazioni contrari ai nostri desideri e ai nostri
voleri. Così sorge la domanda: come possiamo non creare tensioni e rimanere
in pace e in armonia?
In India ed in altri paesi persone sagge e sante del passato hanno studiato
questo problema, il problema della sofferenza umana, e hanno trovato una
soluzione: non appena qualcosa di indesiderato accade e si inizia a reagire
generando collera, paura o qualsiasi negatività, allora, appena è possibile,
si deve spostare la propria attenzione su qualcos'altro. Per esempio ci
si alza, si prende un bicchiere d'acqua, si beve; la collera allora non
potrà moltiplicarsi e anzi comincerà a calare. Oppure ci si mette a contare:
uno, due, tre, quattro; oppure si comincia a ripetere una parola, o una
frase, magari il nome di una divinità o di una persona santa a cui si è
devoti - e così la mente si svia e, fino ad un certo punto, ci si libera
dalla negatività, dalla rabbia.
Questa soluzione è risultata valida, ha funzionato e funziona ancora. Così
facendo la mente si sente libera dall'agitazione. Tuttavia questa soluzione
agisce solo a livello conscio: in effetti, sviando l'attenzione, si spinge
la negatività nel profondo dell'inconscio e a quel livello le impurità continuano
a riprodursi e a moltiplicarsi. Alla superficie c'è uno strato di pace ed
armonia, ma nel profondo della mente giace un vulcano addormentato di negatività
rimossa che prima o poi esploderà con una violenta eruzione.
Altri esploratori della verità interiore si sono spinti più lontano nella
loro ricerca: sperimentando all'interno di se stessi la realtà della mente
e della materia, compresero che sviare l'attenzione è solo un modo di sfuggire
al problema. La fuga non è una soluzione: occorre affrontare il problema.
Ogni volta che della negatività sorge nella mente, semplicemente osservatela.
Non appena un’impurità mentale viene osservata, essa inizia a perdere forza
e gradualmente si dissolve.
Una buona soluzione: essa evita entrambi gli estremi: soppressione e libera
manifestazione. Finché seppelliamo la negatività nell'inconscio, essa non
viene sradicata; d’altra parte se permettiamo che si manifesti nell'azione
fisica o verbale, creiamo soltanto nuovi problemi. Invece, se la osserviamo
semplicemente, l’impurità se ne va, e ne siamo liberi.
Sembra magnifico, ma è veramente realistico? Non è cosa semplice fronteggiare
le proprie negatività. Quando la collera sorge, essa ci travolge così rapidamente
che neppure ce ne accorgiamo, per cui, sopraffatti dalla rabbia, commettiamo
azioni fisiche o verbali che sono dannose per noi e per gli altri. E più
tardi, quando la collera è passata, ci lamentiamo e ci pentiamo, chiedendo
scusa a questa o quella persona, oppure a Dio: “Ho sbagliato, ti prego,
perdonami”. Ma la volta seguente, in una situazione simile, reagiamo di
nuovo allo stesso modo. Tutto questo pentirsi non ci aiuta per niente.
La difficoltà è che non mi accorgo di quando ha inizio una negatività. Incomincia
in profondità, a livello inconscio, e quando raggiunge il livello conscio
ha acquistato una forza tale che mi travolge e non riesco a osservarla.
Supponiamo che io assuma una segretaria privata che mi avverta quando la
collera ha inizio: "Attento, sta iniziando la collera!" Ma dato che non
posso sapere quando la collera può incominciare, dovrei disporre di tre
segretarie private per tre diversi turni di lavoro, 24 ore su 24! Ma diciamo
che me lo possa permettere: ora la collera ha inizio, e immediatamente la
segretaria mi avvisa: “Attenzione, sta iniziando!”. Ebbene, la prima cosa
che farei sarebbe di prendermela proprio con lei: "Sciocca, pensi di essere
pagata per insegnare a me?" Sarei così sconvolto dalla collera che nessun
consiglio mi potrebbe aiutare.
Ma mettiamo che invece prevalga il buon senso e che io non la insulti; anzi,
che le dica: "Tante grazie, ora devo sedermi ed osservare la mia rabbia".
Ma è possibile? Non appena chiudo gli occhi e cerco di osservarla, nella
mia mente si presenta immediatamente l'oggetto della mia rabbia - la persona
o la situazione che le ha dato inizio. Ma allora non sto osservando la rabbia
stessa. Sto solo osservando lo stimolo esterno di quell’emozione. Questo
non farà che moltiplicare la collera, il che non è certo una soluzione.
È molto difficile osservare una negatività astratta, un'emozione astratta,
separata dall'oggetto esterno che l'ha provocata.
Ma una persona che è giunta alla verità ultima trova l'autentica soluzione.
Scoprì che, quando nella mente sorge una negatività, simultaneamente a livello
fisico iniziano a succedere due cose. Una è che il respiro perde il suo
ritmo normale. Ogni volta che nella mente appare una negatività, si inizia
a respirare più forte. Ciò è facile da osservare. A un livello più sottile,
cominciano delle reazioni biochimiche all'interno del corpo, che danno luogo
a delle sensazioni. Ogni impurità genererà sensazioni di questo o quel tipo
in una qualche parte del corpo.
Ecco allora una soluzione pratica. Una persona normale non riesce ad osservare
le negatività astratte della mente: paura astratta, collera o passione.
Ma con un allenamento e una pratica adeguati, diventa molto semplice osservare
il respiro e le sensazioni nel corpo, che sono entrambe collegate direttamente
con le negatività mentali.
La respirazione e le sensazioni mi aiuteranno in due modi: in primo luogo
mi faranno da segretari privati. Non appena sorge una negatività nella mia
mente, il respiro perde la sua normalità e avverte: "Attenzione, c'è qualcosa
che non va!" E siccome non posso prendermela con il respiro, devo accettare
l'avvertimento. Così anche le sensazioni mi avvertiranno che c'è qualcosa
che non funziona. Allora, così avvertito, inizio ad osservare il respiro,
inizio ad osservare le sensazioni. E ben presto scopro che la negatività
se ne va.
Questo fenomeno mentale-fisico è come una medaglia a due facce. Da una parte
ci sono tutti i pensieri e le emozioni che sorgono nella mente, dall'altra
il respiro e le sensazioni nel corpo. Ogni pensiero o emozione, ogni impurità
mentale che sorge, si manifesta nel respiro e nella sensazione di quel momento.
Così, osservando il respiro o le sensazioni, sto di fatto osservando le
negatività mentali. Anziché sfuggire al problema, affronto la realtà così
come è. Scoprirò che le impurità perdono la loro forza e non riescono più
a travolgermi come in passato. Se persevero, alla fine esse scompaiono completamente
e rimango in pace e felice.
In questo modo la tecnica di auto-osservazione ci mostra la realtà nei suoi
due aspetti: esterno e interno. Fino ad ora abbiamo sempre guardato all'esterno,
lasciandoci sfuggire la verità interiore. Ho sempre cercato fuori di me
la causa della mia infelicità; ho sempre incolpato e cercato di cambiare
la realtà esterna. Ignorando la realtà interiore non ho mai compreso che
la causa della sofferenza giace dentro di me, nelle mie cieche reazioni
alle sensazioni piacevoli e spiacevoli.
Ora, con la pratica, riesco a vedere l'altra faccia della medaglia. Divento
consapevole del mio respiro e di ciò che accade dentro di me. Che si tratti
di respiro o di sensazione, imparo ad osservare semplicemente, senza perdere
l’equilibrio mentale. Smetto di reagire, smetto di moltiplicare la mia infelicità.
Invece, lascio che le impurità si manifestino e poi se ne vadano via.
Più si pratica questa tecnica e più rapidamente le negatività si dissolveranno.
Gradualmente la mente si libera dalle impurità, e diviene sempre più pura.
E una mente pura è sempre piena di amore, amore disinteressato per gli altri,
piena di compassione per le debolezze e le sofferenze degli altri, gioiosa
dei loro successi e della loro felicità, piena di equanimità in ogni situazione.
Quando si arriva a questo stadio, tutto l'andamento della propria vita cambia.
Diventa impossibile fare - verbalmente o fisicamente - qualcosa che disturbi
la pace e l'armonia degli altri. Al contrario, la mente equilibrata non
solo diventa piena di pace in se stessa, ma diffonde pace ed armonia nell’atmosfera
circostante, e ciò inizia ad influenzare anche gli altri, aiutandoli.
Imparando a rimanere equilibrati di fronte a qualsiasi esperienza interiore,
si sviluppa il distacco anche da tutto ciò che si incontra nelle situazioni
esterne. Questo distacco non è però fuga o indifferenza riguardo ai problemi
del mondo. Chi pratica regolarmente Vipassana diventa più sensibile alle
sofferenze degli altri e fa del suo meglio per alleviarle - non con l’agitazione,
ma con una mente piena di amore, compassione ed equanimità. Impara il sereno
distacco: come essere pienamente impegnati, pienamente coinvolti nell’aiutare
gli altri, mantenendo allo stesso tempo una mente equilibrata. Così, mentre
si lavora per la pace e la gioia degli altri, si rimane felici e in pace.
Questo è ciò che ha insegnato il Buddha, un'arte di vivere. Egli non fondò
e non insegnò una religione o un “ismo”. Non istruì mai i suoi seguaci a
praticare dei riti o dei rituali, delle vuote e cieche formalità. Al contrario,
insegnò a osservare semplicemente la natura così come è, osservando la propria
realtà interiore. Per ignoranza si continua a reagire in modi che sono nocivi
per se stessi e per gli altri. Ma quando la saggezza si risveglia - la saggezza
di osservare la realtà così come è - allora l'abitudine a reagire viene
abbandonata. Quando smettiamo di reagire ciecamente, allora diveniamo capaci
di agire davvero - con azioni che nascono da una mente equilibrata, una
mente che vede e comprende la verità. Tali azioni non potranno essere che
positive, creative, utili per noi stessi e per gli altri.
Ciò che è necessario, allora, è “conoscere se stessi”, un consiglio che
è stato ripetuto dai saggi di ogni tempo. Ci si deve conoscere non solo
a livello intellettuale, al livello delle idee e delle teorie, né solo a
livello emozionale o devozionale, accettando ciecamente ciò che abbiamo
ascoltato o letto. Questa conoscenza non è sufficiente. Si deve invece conoscere
la realtà a livello effettivo. Si deve sperimentare direttamente la realtà
di questo fenomeno mentale e fisico: solo questo ci aiuterà a liberarci
dalle nostre sofferenze.
Questa esperienza diretta della nostra realtà interiore, questa tecnica
di auto-osservazione viene chiamata “meditazione Vipassana”. Nella lingua
dell'India ai tempi del Buddha, la parola passana significava guardare,
vedere ad occhi aperti, nella maniera abituale. Ma vipassana è osservare
le cose così come sono in realtà, non semplicemente come sembrano essere.
Si deve penetrare la verità apparente fino a raggiungere la verità fondamentale
dell'intera struttura mentale e fisica. Quando si sperimenta questa verità,
si impara a non reagire più ciecamente, a non creare più negatività; e così,
naturalmente, le impurità accumulate in precedenza saranno gradualmente
eliminate. Ci si libera dalle sofferenze e si sperimenta la vera felicità.
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