India, è utilizzata almeno da 6000 anni, come medicina, cosmetico,
spezia e colorante (per 2000 anni le tuniche dei monaci buddisti sono
state tinte con questa radice).
Per gli indiani è un simbolo di
prosperità e un mezzo di purificazione per tutto il corpo. La medicina
ayurvedica le attribuisce numerose proprietà (antibatteriche,
antinfiammatorie, antiallergiche, antispastiche, ecc.), molte delle
quali confermate dalla scienza moderna.
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Botanicamente, appartiene alla famiglia delle Zingiberacee, cui fanno
parte anche lo zenzero e il cardamomo. La droga, che è di un bel colore
dorato, si ricava dal rizoma. Contiene centinaia di componenti, cui sono
state attribuite oltre 300 attività biologiche diverse. Per esempio,
almeno 20 componenti possiedono una provata azione antibatterica.
Tuttavia, i ricercatori si sono concentrati soprattutto su uno di
questi, la curcumina. ..
Il primo studio su questa
sostanza risale agli anni ’70, quando un gruppo di ricercatori indiani
dimostrò il suo effetto ipocolesterolemizzante sui ratti. Il grosso
delle ricerche però prese il via circa 20 anni dopo, ad opera
soprattutto del Prof Bharat Aggarwal.
Questi, negli anni ’80, fu il
primo a purificare il TNF alfa e beta (Fattore di Necrosi Tumorale), un
potente fattore antitumorale prodotta dal nostro organismo. Questa
molecola, infatti, è in grado di distruggere i tumori, ma solo se
rilasciata localmente.
Se invece circola liberamente nel sangue, ha un
effetto opposto, cioè può facilitarne la crescita: il TNF stimola una
importante proteina la kappa B (NF kappa B) che a sua volta attiva una
serie di geni coinvolti nell’infiammazione e nella proliferazione
cellulare. Questa associazione tra infiammazione e proliferazione
cellulare fece tornare Aggarwal indietro con la memoria alle sue radici
indiane.
Gli venne in mente che la medicina ayurvedica utilizza la
curcuma come un valido rimedio antinfiammatorio. Allora, la mise a
contatto con le colture cellulari e, con sua grande sorpresa, l’attività
del TNF e del NF kappa B fu prontamente bloccata. In seguito, fu in
grado di dimostrare che è soprattutto la curcumina a possedere la
capacità di inibire questi fattori ed impedire la replicazione e la
diffusione delle cellule tumorali.
Da allora sono stati condotti centinaia di studi. Secondo i ricercatori,
la curcumina potrebbe essere utile almeno in 8 tumori: polmoni, bocca,
colon, fegato, rene, pelle (melanoma), mammella e leucemia. La
curcumina ha inoltre mostrato di possedere altre attività di estremo
interesse, tra cui quelle anticoagulanti, antipertensive,
antinfiammatorie, antidiabetogene, antiossidanti, antivirali ed
epatoprotettive. La proprietà antiossidante è 300 volte superiore a
quella della vitamina E.
Oltre al suo componente isolato, curcumina, anche la curcuma nella sua
interezza si è dimostrata capace in alcune ricerche di inibire in vitro
le cellule tumorali. Inoltre, lo stesso Professor Aggarwal ha affermato
che coloro che consumano molta curcuma sono meno colpiti dal cancro
Segue adesso una sintesi sulle evidenze scientifiche delle proprietà antitumorali della curcumina e della curcuma.
Leucemia infantile – gli studi epidemiologici mostrano
che in Asia l’incidenza di questo tumore è molto inferiore rispetto
all’Europa e secondo i ricercatori della Loyola University di Chicago
questo sarebbe dovuti in parte all’effetto protettivo della curcuma,
molto utilizzata nella cucina asiatica. L’azione antiossidante di questa
spezia protegge il DNA dai danni provocati da sostanze chimiche
ambientali o da quelle che si trovano nei processati. Per altro, negli
esperimenti di laboratorio, la curcumina è stata in grado di inibire le
crescita delle cellule leucemiche. I bambini possono trarre benefico
dalla curcuma fin da lattanti. Infatti, i principi terapeutici di questa
spezia passano dalla madre al bimbo tramite il latte materno.
Cancro alla mammella – in alcuni studi sui topi la
curcumina ha ridotto di molto la diffusione metastatica del tumore della
mammella. Si crede che la curcumina e la curcuma possano essere molto
utili nella prevenzione di questo tumore attraverso tre meccanismi:
- riduzione dell'effetto simil-estrogenico di molte sostanze chimiche
(pesticidi, materiali plastici, ecc.) che legandosi ai recettori
estrogenici causano proliferazione cellulare e poi tumore;
- “down regulation” dei recettori ormonali. Cioè, curcuma e curcumina
smorzerebbero i recettori, rendendoli meno sensibili agli stimoli;
- inibizione del COX-2, un enzima che ha un ruolo chiave
nell’iniziazione e diffusione del cancro. Il COX-2 ha una lunga lista di
effetti negativi: stimola la divisione delle cellule tumorali,
impedisce la morte cellulare, stimola la crescita di nuovi vasi
sanguigni attorno al tumore, facilita la diffusione delle metastasi.
Cancro alla bocca – uno studio è stato condotto a
Srikakulam, nel distretto dell’Andhra Pradesh, su donne che praticano il
“reverse smoking” (fumare tenendo in bocca la parte accesa della
sigaretta), che provoca un' alta percentuale di tumore della bocca. La
spennellatura di curcuma nelle guance si è dimostrata un’ efficace
prevenzione del tumore.
Cancro del colon – l’effetto positivo della curcumina
su questo tumore è stato dimostrato da studi di laboratorio.
Recentemente si è visto che la curcumina ha un’azione specifica sulla
neurotensina, ormone gastrointestinale strettamente legato alla
produzione di una proteina infiammatoria coinvolta nella genesi e nella
metastatizzazione del carcinoma del colon. Circa un terzo dei tumori
del colon hanno recettori per questo ormone. Secondo i ricercatori, la
curcumina potrebbe essere un valida ausilio nella prevenzione e nella
cura di questa forma tumorale.
Cancro del pancreas – sulla base degli studi condotti
in laboratorio, i ricercatori sono convinti che la curcumina potrebbe
essere d’aiuto nella prevenzione e forse anche nella cura di questo
temibile tumore, verso il quale la medicina è totalmente disarmata.
Melanoma – studi di laboratorio hanno dimostrato che la
curcumina provoca l’apoptosi (una sorta di suicidio cellulare) delle
cellule del melanoma.
Cancro del polmone – sono stati dimostrati effetti positivi della curcumina su cellule tumorali in vitro.
Cancro del fegato – sono stati dimostrati effetti positivi della curcumina su cellule tumorali in vitro.
Cancro della cervice – un ricercatore del “Institute
of Cytology and Preventive Oncology (ICPO)” indiano ha recentemente
scoperto che la curcumina protegge dai virus del papilloma (HPV), che
possono causare il tumore della cervice dell’utero. I virus HPV
necessitano di alcune proteine virali prodotte delle cellule del corpo
per potere agire rapidamente. La curcumina impedisce il legame di queste
proteine epiteliali con il virus. Alcuni studi clinici (sulle donne)
sono in corso.
Cancro della prostata – l’India è il Paese dove si
consuma (3-5 g per adulto al giorno) e si produce più curcuma al mondo
ed è anche quello con la più bassa incidenza di tumore alla prostata. In
un recente studio sui topi si è visto che l’associazione tra fenetil
isotiocianati (PEICT) e curcumina, un composto naturale che si trova
nelle crucifere (broccoli, cavolfiori, ecc.), ha una notevole azione
preventiva sul tumore della prostata.
La teoria del Dr Heinrich Kremer e la curcuma
Secondo Kremer il tumore sarebbe la conseguenza di un disturbo
nell’assorbimento di fotoni a livello mitocondriale, da cui poi
deriverebbe un deficit nella produzione di ATP, la “benzina” con cui
funzionano tutte le cellule. Quindi, non si tratterebbe primariamente di
una mutazione genetica, ma di un problema “energetico”.
Questo
porterebbe ad un cambiamento dell’identità cellulare: le cellule non si
sentono più parte di una comunità (tessuto, organo, ecc.), ma iniziano a
vivere una vita indipendente, svincolata da regole collettive. Il Dr
Kremer è convinto che la visione ufficiale sulla produzione energetica
delle cellule è fondamentalmente sbagliata e questo motiva gli ancora
notevoli insuccessi delle medicina nella cura dei tumori.
Secondo lo
scienziato, la produzione di ATP non è basata sul rilascio di energia
chimica, così come insegnato alle Università, ma sull’assorbimento di
fotoni di luce. La curcuma, sempre secondo Kremer, possiede proprietà
anticancro ed in particolare la curcumina sarebbe in grado di
“riparare” il circuito fotonico mitocondriale e così normalizzare la
produzione di ATP.
Come utilizzarla
Personalmente sono più propenso all’uso delle erbe intere, piuttosto che
ai loro principi isolati. Credo nelle complesse sinergie tra i vari
componenti, ancora troppo poco indagate e comprese. Con la sua visione
riduttivistica, la scienza ufficiale trova molto più semplice scomporre
ed isolare la realtà piuttosto che affrontarla su di un piano più
olistico e integrato. Questo dà indubbiamente i suoi frutti, ma che
riguardano solo una parte della verità. Inoltre, dietro questo modo di
procedere ci sono spesso interessi economici…chissà mai che ogni tanto
non salti fuori qualcosa che si possa brevettare…e con la curcumina ci
hanno già provato. Anzi, ne hanno pure fatta una sintetica.
Curcuma polvere: per un uso preventivo e salutistico si tratta
semplicemente di integrarla nella dieta: 1-2 cucchiaini al giorno. Si
può aggiungere alla fine della cottura di qualche pietanza, mettere
nello yogurt, farne una salsa, il curry, ecc. Consiglio di assumerla
sempre con un grasso (olio extravergine, burro, ghee, ecc.) o con cibi
grassi, che per altro aiuta a digerire. Il grasso facilita
l’assorbimento intestinale dei componenti attivi…ancora una volta il
grasso alimentare è importante! Anche un po’ di pepe nero ne facilità
l’assorbimento.
Se riusicte, date preferenza alla curcuma biologica. Conservatela in
flaconi di vetro scuro a tenuta ermetica e tenetela rigorosamente
lontano dalla luce e dalla umidità. La curcumina è molto sensibile alla
luce. In commercio, esistono anche comode capsule, a base di polvere o
di estratto secco. Per un impiego più curativo, si raggiungono anche
dosaggi di oltre 6 grammi, ma se soffrite di qualche patologia, vi
consiglio di rivolgervi ad un esperto.
Curcumina: i dosaggi sono molto variabili da 500 mg (prevenzione) fino a 10 g. Di solito è molto ben tollerata.
Bibliografia
- De Jager P Turmeric. The Ayurvedic Spice of life. VidyaSagar Pubblications. San Anselmo California. USA
- Heinrich Kremer La rivoluzione silenziosa della medicina del cancro e dell’Aids. Macroedizioni.
- Perugini Billi F Manuale di Fitoterapia. 2004. Ed Junior.
- Sauer G, Poth S The Spice Lilies. 2000. Healing Arts Press, Rochester, Vermont, USA.
- Links internet a disposizione su richiesta.
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