..... Modifica dell'art. 81 della
Costituzione Italiana:
un altro pezzo di sovranità che se ne va.
Thank you, mr. Monti
tratto da: ilnavigatorecurioso.myblog.it
Lo
scorso 18 aprile 2012, nel silenzio assordante dei media di potere, il
parlamento della Repubblica Italiana, con voto a maggioranza assoluta,
ha modificato l'articolo 81 della Costituzione Italiana.
Nonostante la rilevanza costituzionale del provvedimento, l'operazione
è stata consumata nel più assoluto riserbo, senza il minimo dibattito
pubblico e senza nessun contributo informativo da parte dei media di
potere su una legge di grande importanza. PdL, PD e terzo polo hanno
stranamento messo da parte le divisioni, per votare in fretta e furia un
provvedimento che consegna definitivamente nelle mani di entita
sovrannazionali il controllo della finanza pubblica italiana.
Con
questa violenza ai cittadini della Repubblica Italiana e alla loro
carta costituzionale, il sistema del debito, cioè l'impossibilità per
uno stato di emettere moneta pubblica ma di essere costretto a
chiederla ad un ente privato ceh si chiama Banca Centrale Europea, entra
definitivamente nel "sistema legale immorale" creato del Gruppo Bilderberd e dalla Commissione Trilaterale (due entità massoniche a cui appartiene Mario Monti --> Guarda la lista ufficiale dei membri).
Per
capire la portata del problema e la gravita delle azioni di questi
ladri che governano l'Europa, vi proproniamo un godibilissimo articolo
dal blog "Scegliere" che potrebbe aiutare ad inquadrare bene i fatti. Buona Lettura....
La caduta della democrazia
Stasera parliamo della modifica dell'articolo 81
della costituzione. Hanno cambiato la costituzione. In aprile. Tu lo
sapevi, vero? Hai seguito il dibattito? Sai quale modifica è stata
inserita nella carta? Immagino di no, perché non c'è stato alcun
dibattito, perché la cosa è stata portata avanti in fretta, nel silenzio
dei media allineati e sotto la copertura di notizie “civetta” il cui
scopo era distrarre l'attenzione della gente dai fatti importanti.
Cambiare
la costituzione è un evento molto importante, perché significa
cambiare le regole del gioco, o meglio cambiare le regole della nostra
vita civile. Non è la prima volta che in Italia si interviene sulla
Costituzione, ma è la prima volta che lo si fa con tale velocità, con
una così grande maggioranza politica a favore e senza coinvolgere i
cittadini.
Una modifica alla Costituzione
non è una cosa semplice o veloce da attuare, normalmente richiede mesi o
anni di dibattiti e prevede un iter particolare: Senato e Camera
devono approvare due volte ciascuno il progetto di legge
costituzionale, la seconda approvazione deve avvenire a distanza non
inferiore a tre mesi dalla prima e se la modifica viene approvata da
una maggioranza inferiore ai 2/3 del Parlamento, c’è la possibilità di
indire un referendum.
La
rapidità con cui si è votato il testo è determinata da una maggioranza
favorevole superiore ai due terzi dei votati e la mancanza di dibattito
politico e pubblico dimostrano come la politica non avesse la minima
intenzione di coinvolgere i cittadini sia nell'iter che attraverso il
referendum.
Cosa hanno fatto?
Lo scorso 18 aprile hanno approvato la modifica dell'articolo 81, appunto, e per essere chiari, mettiamo a confronto il prima e il dopo. Il “vecchio” articolo 81 diceva:
“Le
Camere approvano ogni anno i bilanci e il rendiconto consuntivo
presentati dal Governo. L’esercizio provvisorio del bilancio non può
essere concesso se non per legge e per periodi non superiori
complessivamente a quattro mesi. Con la legge di approvazione del
bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese. Ogni
altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per
farvi fronte.”
Mentre il nuovo testo approvato dalle Camere dice:
“Lo
Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio
bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del
ciclo economico. Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine
di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione
delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi
componenti, al verificarsi di eventi eccezionali. Ogni legge che
importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte.
Le
Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto
consuntivo presentati dal Governo. L’esercizio provvisorio del bilancio
non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori
complessivamente a quattro mesi. Il contenuto della legge di bilancio,
le norme fondamentali e i criteri volti ad assicurare l’equilibrio tra
le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del
complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge
approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera, nel
rispetto dei principi definiti con legge costituzionale.”
Tutto chiaro, no?
Hanno abrogato il divieto di stabilire nuove spese o tributi tramite la legge di bilancio
e hanno inserito l'obbligo del pareggio di bilancio per lo stato.
Inoltre, la parallela modifica degli articoli 97, 117 e 119 della
Costituzione, riguardanti i bilanci degli enti locali, costringe
quest'ultimi all'indipendenza a livello di autonomia di spesa ma li
obbliga a rispettare il vincolo del pareggio di bilancio, col divieto di
ricorrere al debito per finanziare la gestione ordinaria.
Cos'è il pareggio di bilancio?
Detta in
parole povere, Stato e amministrazioni pubbliche, tuttora gravate da
debiti considerevoli, non potranno spendere più di quanto incassano.
Detta così non sembra una cosa negativa, vero? Invece è la condanna
dell'Italia alla recessione e al declino economico e sociale.
In
pratica non sarà più possibile spendere a deficit per stimolare la
domanda e far ripartire l'economia nei momenti difficili, come questo
che stiamo vivendo. Il disavanzo assorbe le risorse produttive che non
sono occupate per insufficienza della domanda e garantisce la piena
occupazione e la crescita del reddito, con la sicurezza che il deficit
viene ripagato con la ripresa.
Guardando
alla storia, si stanno replicando gli errori compiuti negli anni '30
del secolo scorso: di fronte alla recessione i privati investono meno e
senza un intervento pubblico scompare la possibilità di uscire in
fretta e in modo controllato dalla crisi, e si condanna la società e in
particolare le classi sociali meno protette a farsi carico delle
conseguenze e dei costi economici.
Con
costi economici intendo in primo luogo la disoccupazione, ma anche
l'assenza o la scarsità dei servizi sociali necessari, dalla sanità
alle pensioni. Ci saranno molte meno risorse da utilizzare, per tutto, e
di conseguenza la società sarà in balia del “libero” mercato che il
mito vuole capace di autoregolarsi, mentre la storia ci mostra per
quello che è: una bestia stupida e insaziabile, immorale e asociale,
con forti pulsioni distruttive.
Per ora
non sono ancora del tutto chiare le conseguenze della legge
costituzionale, in quanto il testo della modifica è mal formulato e
rinvia tutto a una successiva legge rinforzata, cioè da approvare a
maggioranza dei due terzi, ancora da realizzare. Da questo è evidente
che non si è riflettuto a fondo su quello che si è fatto, ma ci si è
affrettati a eseguire quanto richiesto dall'Europa spinti come sempre
dai mercati finanziari.
Però alcune conseguenze sono già prevedibili e certe:
1)
l'introduzione nella costituzione del principio di pareggio di bilancio
comporta la perdita da parte dell'Italia della sovranità
economica-fiscale. Di fatto non saremo più noi a decidere la politica
economica del nostro paese e non saremo più noi a decidere la politica
fiscale, sarà l'Europa.
2)
L'Italia, con il suo enorme debito pubblico, senza sovranità monetaria e
con l'obbligo del pareggio di bilancio, non può riuscire a mantenere
il pareggio senza tagli, privatizzazioni e nuove tasse. Tutto questo
genera recessione, porta al collasso dell'economia nazionale e accresce
le difficoltà di mantenere il pareggio, dando così il via a una
spirale distruttiva per l'economia e la società.
Provo a
spiegarmi meglio: la BCE, ente privato, dà il denaro alle banche a un
interesse basso; per ripagare gli interessi del debito pubblico,
l'Italia è costretta a rivolgersi alle banche private per vendere i
titoli di stato ed è costretta a pagare un interesse maggiore (spread);
per ripagare questi interessi in regime di pareggio di bilancio, deve
chiudere con un notevole avanzo primario e per fare questo, non avendo
più sovranità monetaria, deve tassare di più, vendere beni pubblici o
tagliare servizi e stato sociale; e questo deve farlo ogni anno,
drenando ricchezza, svendendo beni pubblici, impoverendo i cittadini,
uccidendo il tessuto produttivo. In realtà con questo regime monetario e
un così grande debito pubblico, il pareggio di bilancio è impossibile
da realizzare, non senza conseguenze disastrose.
Cosa sta quindi succedendo?
Quello a
cui stiamo assistendo è in realtà un trasferimento di potere e
sovranità dai singoli stati europei all'Europa, dalle democrazie elette
a organismi sovranazionali non eletti, influenzati o nelle mani dei
grandi poteri finanziari. E questo è solo un passo di un cammino più
lungo, perché i registi di tutto questo non si fermeranno e dopo la
perdita della sovranità monetaria e di quella economica assisteremo alla
perdita della sovranità politica degli stati.
Le
democrazie sono al declino e non sono sicuro di quello che seguirà.
Soprattutto non sono sicuro che coloro che ci governeranno in futuro
siano in grado di farlo. Temo al contrario che si dedicheranno a quello
che hanno dimostrato di saper fare meglio: i propri interessi a spese
della collettività.
Attraverso astronavepegasus.it
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