....Il mistero delle sfere di pietra precolombiane del Costa Rica
12/09/2012
Archeologia Misteriosa
Sarà l’archeologo
italiano Emiliano Antonelli a condurre uno studio sulle misteriose sfere
di pietra del Costa Rica, considerate tra i reperti archeologici più
preziosi del paese. Antonelli è stato scelto dai curatori del Museo
Nacional del Costa Rica (dove è esposto un compendio di tutta
l’archeologia costaricense ed una piccola collezione di questi
enigmatici oggetti) per analizzare lo stato delle sfere e decidere il
tipo di restauro da fare ed i controlli da eseguire per evitare i danni
provocati dagli agenti atmosferici...
Queste misteriose sfere – chiamate Las Bolas a livello locale ed apparse
anche nella famosa scena del film “I predatori dell’Arca perduta” della
saga di Indiana Jones – sono state ritrovate a partire dal 1939 nel sud
ovest del Costa Rica, nella zona del Pacifico meridionale, quasi
esclusivamente nella zona del Delta del Diquís, tra le cittadine di
Palmár Sur e Ciudad Cortés, oltre che nella Penisola di Osa e nell’Isola
di Caño, al largo della Penisola stessa. Alcuni esemplari sono stati
rinvenuti anche nella zona di Fila Costeña, attorno a San Vito de Java
(o de Coto Brus) e Ciudad Neilly, e vicino alla località di Bolas.
Negli anni, di sfere, ne sono venute
alla luce circa 300 di grandi dimensioni, cioè con un diametro che va
dai 50 ai 250 cm, ed un numero imprecisato di piccole dimensioni, di
peso variabile tra il chilo e le 25 tonnellate. Gli studiosi non sono
ancora riusciti a capire quale sia l’origine ed il significato di questi
reperti. Le sfere, fatte di andesite, gabbro e granodiorite, rocce di
origine vulcanica, sono infatti quasi tutte state spostate rispetto al
luogo di ritrovamento.
Inoltre, molte sono state anche sepolte da
detriti alluvionali o spostate a causa di smottamenti del terreno, e non
solo per colpa dell’uomo, dalla loro collocazione originaria. Questo
non ha permesso agli studiosi di analizzare i loro eventuali
allineamenti, se non in pochissimi e rari casi. Alcuni archeologi
suppongono che le sfere stiano a rappresentare il Sole e la Luna o
alcune costellazioni, quindi la loro posizione originale sarebbe stata
fondamentale per supportare questa tesi.
Il primo a studiare questi manufatti di pietra è stato il professore
americano Samuel Lothrop, archeologo di Harvad che, seppure con qualche
cautela, è riuscito a dare delle riposte ai tanti interrogativi. Secondo
Lothrop i grandi sferoidi del Costa Rica avrebbero un’origine
abbastanza recente e databile intorno al 400 d.c. (anche se altri
studioso indicano il 600 d.c.), cioè nel periodo in cui nella zona
arrivò la cultura dell’oro. Secondo Lothrop ed altri studiosi gli
sferoidi erano considerati indicatori sociali o segnalatori di aree
sacre.
Per quanto si è potuto accertare, infatti, alcuni di essi erano
posizionati ai lati delle rampe di accesso di mounds (monticoli) su cui
etano state costruite le case dei capi o dei famosi shamani oppure sul
piano di mound su cui si svolgevano cerimonie di culto o civili. Molti
studiosi avvallano la teoria che furono gli indigeni di cultura Diquis
(Diquis significa “grandi acque” o “grande fiume” in lingua Boruca) a
creare queste sfere. Ancora oggi gli indios Boruca vivono nella zona.
Come abbiano fatto a farle così perfette rimane un mistero irrisolto.
Sono tante le ipotesi e le teorie sorte intorno a queste sfere – c’è
anche chi sostiene che le abbiano fatte gli extraterrestri – ma nessuna è
ancora stata supportata da prove certe. Mentre gli studi e le ricerche
vanno avanti, il Governo del Costa Rica, ha chiesto all’Unesco di
riconoscerle come patrimonio mondiale dell’Umanità e di approvare il
progetto di un parco delle sfere chiamato “Plenitud bajo el cielo: el
parque arqueológico de las esferas de piedra precolombinas” (Pienezza
sotto il cielo: Parco archeologico delle sfere di pietra precolombiane).
Per ora sono tre in Costa Rica i luoghi dichiarati dall’Unesco
patrimonio naturale dell’Umanità: Isla del Coco, Parque Internacional La
Amistad e Parque Nacional Guanacaste.
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