La Politica della Carenza
tratto da: http://www.paolobarnard.info/di: Paolo Barnard
Io
qui parlo di ciò che colpisce al cuore i diritti umani e la dignità
umana riscattati dopo 5.000 anni di abietta schiavitù in Europa. E
quanto segue è terribilmente importante, per chi sa capire. Non sono
molti questi ultimi. Il fatto è che la stragrande maggioranza degli
intellettuali sceglie di ignorare gli aspetti più micidiali della
recente evoluzione storico-economica europea per un motivo, che non è
sempre convenienza o asservimento a un Potere, ma è qualcosa di molto
più umano: terrore. Quando posti di fronte a ricerche molto ben
documentate come la mia, o, molto più autorevoli sono quelle degli
studiosi che mi accompagnano, essi, gli intellettuali, si fanno prendere
dal panico, un terrore incontenibile e intimo causato dal fatto che in
effetti le cose stanno veramente come noi diciamo. Essi non sono
equipaggiati per affrontarle, e la violenza della loro reazione – siamo
complottisti, pagliacci, prezzolati, dementi ecc. – è proporzionale a
quel terrore. Per voi pochi capaci di reggere la realtà, eccola.
Il saggio politico di fama mondiale più scentrato dell’epoca moderna è di certo La Fine Della Storia
di Francis Fukuyama. Se c’è una cosa che si è evoluta in aspetti
inediti, e agghiacciati se si vuole, negli ultimi 20 anni è proprio la
Storia. Fukuyama, un Neoconservatore americano, pensò che col crollo
dell’Unione Sovietica la partita della Storia fosse stata vinta del
capitalismo del libero mercato, quello dei consumi in veste democratica,
e che in effetti non vi sarebbe stata altra significativa evoluzione. A
parte l’aver clamorosamente mancato il cosiddetto Scontro della Civiltà
(Samuel P. Huntington) insorto dopo la nascita dell’islamismo radicale
negli tardi anni ‘80, Fukuyama non ha saputo vedere quale abisso di
oscurantismo si stava aprendo in Europa, che avrebbe portato all’attuale
Eurozona e alla crisi di cui tutti siamo preda. Questo, credo con quasi
certezza, è accaduto perché l’intellettuale americano vive in quella
parte del mondo, e come quasi tutti gli americani non capisce niente di
Europa, proprio non ce la fanno a capirci.
Lascio
Francis, di cui ci interessa poco, e vengo al punto. Ciò che tutti voi
state osservando come crisi dell’euro, crescente disoccupazione,
pressione per aumentare la produttività diminuendo i redditi, tagli alle
spese sociali e aumenti delle tasse, fallimenti aziendali a catena,
montante insicurezza economica, crescente e inaudita povertà, perdita di
sovranità di Stati e parlamenti – le Austerità in altre parole – non è
altro che la veste attuale di un’evoluzione micidiale del Vecchio
Continente che io chiamo la Politica della Carenza. Essa trova
le sue radici nel lavoro di uomini legati a doppia mandata al Vaticano
negli anni ’30, e oggi è fermamente nelle mani dell’Opus Dei e dei
maggiori ‘rentiers’ europei, coi favori vaticani non troppo distanti,
anche se traballanti (vedi la corrente gesuita). La Politica della Carenza
è un mostro, di gran lunga peggiore del fascismo, perché essa ha
compiuto il prodigio dell’essere supinamente accettata da 27 Stati
sovrani e da milioni di persone senza necessitare l’uso di armi o di
squadre della morte, e i danni che sta portando sono immensamente
superiori al fascismo (si pensi solo che le perdite finanziarie della
disoccupazione negli ultimi 20 anni superano quelle di tutte le guerre
della Storia). Infine, mentre le dittature erano facilmente
identificabili e quindi colpibili, la Politica della Carenza no, anzi, è vista e propagandata come virtù economica. E la gente ci casca.
Ma cos’è esattamente? Come ho scritto nel mio saggio Il Più Grande Crimine
2011, dopo l’avvento della democrazia e dopo il conseguente riscatto di
enormi masse verso un’esistenza più agiata ma soprattutto tutelata da
diritti, l’obiettivo primario delle elites finanziarie e grandi
industriali (Neomercantili), e in particolare dei ‘rentiers’ europei –
cioè gli apparati di potere che per ‘diritto divino’ estraevano immense
ricchezze dal lavoro altrui – fu uno solo: tornare a sottomettere quelle
masse immense di esseri umani che, da poco più che mandrie di
semi-animali totalmente asservite ai lussi dei ‘rentiers’, avevano
acquisito istruzione, diritti, e soprattutto avevano assaggiato l’agio
dei consumi. Questo, i ‘rentiers’, non l’accettarono mai, perché è ovvio
che se la persona acquisisce i mezzi per rivendicare una fetta della
ricchezza comune, e se queste persone divengono centinaia di milioni, la
fetta di ricchezza che non andrà più ai ‘rentiers’ è enorme, e a loro
questo non andò mai giù. Non solo: questi cittadini erano divenuti
‘arroganti’, ardivano reclamare sempre più diritti con sempre maggiori
risorse, e i ‘rentiers’ si chiesero allarmati “ma di questo passo che ne sarà di noi?”.
Non solo: il Vaticano vide sciami di fedeli staccarsi dai suoi ignobili
ricatti superstiziosi, quindi dal suo controllo, proprio perché quelle
persone stavano acquisendo una sicurezza economica e un’istruzione
superiori al passato. Era finita l’epoca in cui la parola del parroco, e
non di rado il suo diritto assoluto a stuprare le figlie del
contadino/bracciante, erano la condicio sine qua non
per l’assunzione di quell’uomo presso il latifondista, cioè la
sottomissione in schiavitù di milioni di famiglie alla Chiesa. Era
finita l’epoca in cui l’ignoranza sorella della povertà spingeva
centinaia di milioni di esseri umani a subire senza fiatare le ignobili
angherie della vampiresche elites benedette dal diritto divino sancito
dai Papi.
Questi
cambiamenti epocali a svantaggio di ‘rentiers’ e della Chiesa più
retriva avevano ricevuto un impulso formidabile non solo da Illuminismo,
Socialismo, Relativismo e altre correnti di pensiero europee, ma in
epoca più recente anche da un’altra formidabile fucina sociale: gli
Stati Uniti d’America. Negli USA il capitalismo dei consumi era divenuto
un volano di una potenza incontenibile. Tutti, anche se solo vagamente,
sappiamo come si sia edificato: il Sogno Americano era quello
della famiglia che ha lavoro, casa, ferie, tv, shopping, svaghi, sport e
che promette alle generazioni successive la medesima cosa, di più.
Sappiamo che questo schermo nascondeva un’avidità mostruosa di profitti
delle Corporations, una democrazia di plastica e parrucchini, e imprese
coloniali intrise di sangue nel Terzo Mondo. Ma si faccia molta
attenzione. Il capitalista americano doveva per necessità concedere alle
masse almeno una cosa: sufficiente agio e democrazia affinché questi
spendessero, oliando così una portentosa macchina di produzione, consumi
e profitti. Le parole chiave sono SUFFICIENTE AGIO E DEMOCRAZIA.
Esattamente ciò in cui i ‘rentiers’ e il Vaticano videro l’origine del
loro incontenibile declino fra l’inizio del ‘900 e il boom del
dopoguerra. Presero così ad odiare il modello americano, e a pensare a
come distruggerlo qui in Europa, dove si era affermato in modo totale.
Non sto ora a riscrivere ciò che ho già pubblicato ne Il Più Grande Crimine
(2011), cioè come si evolse il piano dei ‘rentiers’ e del Vaticano.
Ricordo solo i passaggi principali. L’idea era dunque di riportare le
masse europee a uno stato di povertà e carenza di diritti tale da
ridurle alla sottomissione, quell’ordine sociale perduto ormai da
decenni. Bisognava trovare il modo di costringere intere nazioni alla “singola ideologia del sacrificio” (Parguez, 2010), a una deflazione dell’economia su scala gigantesca, là dove si sarebbero ricreati gli “eserciti di riserva dei disoccupati”
(Marx), con la creazione di sacche di nuova povertà su scala inaudita, e
dove il mondo ideale degli economisti Neoagrari avrebbe trionfato, quel
mondo dove i governi sono cartoline di rappresentanza privi di ogni
potere reale, e dove non esiste la moneta nelle mani dello Stato, perché
tutto si regola magicamente negli equilibri dei mercati (Ricardo,
Walras, Jevons, Menger). Ecco nascere la Politica della Carenza.
Come
si schiacciano milioni di persone sotto un volere e sotto interessi che
esse non hanno mai votato e che le penalizzano a favore di pochi
privilegiati? Con una psicosi di massa, semplice. Gli anni dal 1950 al
1989 sfornarono le psicosi del pericolo rosso sovietico, la Guerra
Fredda, la strategia della tensione in Italia, poi quelle delle guerre
balcaniche, poi quelle delle epidemie di massa Aids, Sars, Aviaria,
Mucca Pazza ecc., poi quelle della Jihad planetaria di Al Qaida. Era
nata la Politica della Paura, dove i consensi e quindi la
sottomissione di intere popolazioni contro i loro reali interessi
venivano ottenuti perché gli elettori, preda di ansie mediatiche, si
arrendevano alla promessa di ‘protezione’ dei partiti forti. Ciò permise
a diversi temi d’interesse strettamente elitario – dal complesso
militare industriale, al mostro della farmaceutica, a quello della
colonizzazione neoliberista dell’Est Europa, fino all’esecuzione
capitale di una sfilza di diritti civili in diversi Paesi avanzati – di
propagarsi con velocità fulminea sotto i nostri nasi. I ‘rentiers’ e il
Vaticano capirono già dagli anni ’30 che la via più efficace per
riconquistare il mondo feudale perduto – milioni di esseri umani
intimoriti e indifesi per mancanza di reddito e quindi di diritti, da
guidare alla sottomissione più abietta – era di creare un’altra psicosi
di massa. La psicosi della crisi, di una crisi enorme, talmente
travolgente da costringere alla resa anche gli Stati stessi, che quindi
proclamassero l’INEVITABILITA’ della “singola ideologia del sacrificio, della
deflazione dell’economia su scala gigantesca, là dove si sarebbero
ricreati gli “eserciti di riserva dei disoccupati”, con la creazione di
sacche di nuova povertà su scala inaudita, e dove il mondo ideale degli
economisti Neoagrari avrebbe trionfato, quel mondo dove i governi sono
cartoline di rappresentanza privi di ogni potere reale, e dove non
esiste la moneta nelle mani dello Stato”.
Il loro lavoro di pianificazione, sempre spiegato ne Il Più Grande Crimine
2011, richiese 70 anni. Gli strumenti per creare la crisi, quella crisi
immensa e travolgente, furono identificati nell’economia monetaria.
Cioè: se si toglie allo Stato il potere di emettere la sua moneta; se
questo Stato viene messo nelle condizioni di dover prendere in prestito
la moneta dai grandi capitali privati; se si toglie alle Banche Centrali
degli Stati il potere di garantire la spesa dei governi per cittadini e
aziende; se si impone la regola dei pareggi di bilancio agli Stati che
avevano alti debiti, lasciando così a secco tutto il settore produttivo e
dei redditi; se si deregolamentano le banche e le si lascia fare truffe
colossali; questo non può che innescare la disintegrazione
dell’economia di quei Paesi senza possibilità di riscatto. Proprio una
carneficina economica epocale, una crisi epocale. Dalla crisi, che oggi
viviamo sulla nostra pelle, nasce la psicosi. Ed eccola la psicosi e la
sua applicazione: la Politica della Carenza.
C’è la crisi degli spread. La crisi dell’euro. La crisi delle banche fallite, la crisi dei mercati, la crisi del debito, la crisi del deficit, la crisi non dà lavoro, la crisi distrugge aziende, la crisi abbassa gli stipendi, la crisi alza le tasse, la crisi richiede sacrifici, la crisi manda a spasso gli operai, la crisi non dà lavoro ai giovani, la crisi chiude i rubinetti dei crediti, la crisi è ovunque, la crisi non si ferma, la crisi ti fa rassegnare, la crisi non sai come prenderla, non la capisci, è più grande di te. La crisi crea CARENZA,
non c’è lavoro, non c’è liquidità, non ci sono spese pubbliche, si deve
risparmiare, non ci sono investimenti, non ci sono case a prezzi umani,
non ci sono mutui, non ci sono crediti, non ci sono quindi consumi, non
ci sono profitti per le piccole imprese, non ci sono redditi
sufficienti, non ci sono alternative, non ci sono alternative! C’è carenza,
e tu non ti puoi licenziare da un posto di lavoro infame a tempo
determinato a 890 euro, o da un posto di lavoro infame dove ti spremono
la vita umiliandoti, c’è carenza di lavoro.
Non possiamo salvare dalla disoccupazione le famiglie dei lavoratori Fiat o Alcoa, e spedire al macero le rispettive aziende, con un New Deal rooseveltiano, c'è carenza nelle casse dello Stato, che non ha neppure più la sua moneta. Non puoi evitare di indebitarti per fare quella risonanza magnetica urgente, perché c’è carenza di servizi. Non puoi pagare i tuoi operai, c’è carenza di crediti. Non puoi sposarti, c’è carenza di mutui per un reddito come il tuo. Non puoi protestare, c’è carenza in casa tua e se perdi quel poco che hai sei finito. E hai paura.
Non possiamo salvare dalla disoccupazione le famiglie dei lavoratori Fiat o Alcoa, e spedire al macero le rispettive aziende, con un New Deal rooseveltiano, c'è carenza nelle casse dello Stato, che non ha neppure più la sua moneta. Non puoi evitare di indebitarti per fare quella risonanza magnetica urgente, perché c’è carenza di servizi. Non puoi pagare i tuoi operai, c’è carenza di crediti. Non puoi sposarti, c’è carenza di mutui per un reddito come il tuo. Non puoi protestare, c’è carenza in casa tua e se perdi quel poco che hai sei finito. E hai paura.
Hai
paura che anche quel poco che c’è può sparire. Ti dicono che devi
accettare il ‘risanamento’, sai che ti fa morire, ma lo accetti per
paura, perché c’è carenza, e non sai come girarti. La crisi ti assilla, e se peggiora? Ti propongono la Chemioeconomia, la accetti per paura della carenza. Ti propongono tutto e accetti tutto, lungo la una strada che tu non vedi ma che si chiama Spirale della Deflazione Economica Imposta,
una spirale che porta dritti al feudalesimo dei diritti e dei redditi,
la Grecia di oggi, 450 mila bambini denutriti e gente che si scalda
d’inverno nell’auto dei vicini col diesel rubato dai camion. In Grecia,
non a Calcutta. Ti propongono la morte delle prerogative del tuo Stato
di proteggerti, e tu l’accetti, perché c’è carenza. Lo Stato stesso l’accetta, per la carenza, come accaduto alla Repubblica Italiana l’11 novembre 2011, dove la carenza
di compratori dei nostri titoli di Stato, causata UNICAMENTE dall’euro,
ha imposto un rovesciamento di un governo eletto e l’esautorazione di
Camera e Senato.
La carenza
economica ti ricatta, e se diventa come oggi un’epidemia continentale
ti annienta la testa. Lo ripeto: ti obbligano ad accettare l’inimmaginabile reso plausibile.
Il TUO parlamento sta seduto ad aspettare che la TUA finanziaria sia
letta e approvata da gente che sta all’estero, poi e solo poi può
balbettare qualcosa (Fiscal Compact). Il tuo Stato deve indebitarsi con
le banche per dare miliardi a un fondo da cui gli verranno prestiti che
dovrà ripagare spremendo a sangue i cittadini e le aziende… cioè
dobbiamo fare un debito per comprare la mazza con cui ci spaccheranno le
ginocchia (Meccanismo Europeo di Stabilità MES). Una lobby di un centinaio di ‘rentiers’ (ERT)
scrive la regola secondo cui l’Italia sarà approvata dai mercati solo
se i risparmi saranno trovati nella Sanità e nelle pensioni, e questa
regole diventa legge italiana (Europact). Abbiamo accettato l’inimmaginabile reso plausibile perché c’è carenza. Stiamo impoverendo il Paese verso un’economia kosovara, verso il sogno dei ‘rentiers’ e del Vaticano, perché c’è carenza, e l’accettiamo perché la carenza non ci dà alternative.
Va
compreso, vi prego con tutto me stesso, che quanto descritto è reale, e
va ben oltre i più arditi sogni dei capitalisti Neoliberali o
Neoclassici. Ciò che le elite dei ‘rentiers’ e dei servi dell’Opus Dei
hanno creato in Europa è precisamente un percorso di ritorno a
condizioni di tale tracollo economico da riportare milioni di persone
all’abbruttimento e alla paura delle epoche feudali. La Politica della Carenza non è più Neoliberismo, è Neofeudalesimo.
Ma come
sono identificabili i ‘rentiers’ esattamente? La risposta è piuttosto
semplice se si volge lo sguardo al passato: i nobili, i latifondisti,
gli oligarchi, e già dai primi anni del XX secolo gli speculatori
finanziari. Oggi la cosa è più complessa. Scomparsi duchi e baroni, e i
latifondisti delle corti borboniche, i ‘rentiers’ hanno dovuto
modernizzarsi, cioè apprendere un mestiere almeno di facciata, pur
sempre ricavando le loro fortune dal sudore e dalle abilità di altri. La
famiglia Agnelli in Italia è un esempio. Forse i più inetti produttori
di auto del mondo occidentale per quasi un secolo, sono sopravvissuti e
hanno goduto di immensi privilegi grazie allo sfruttamento di
generazioni di immigrati meridionali e a sussidi di denaro pubblico in
quantità grottesca. Ben altri autori hanno documentato tutto ciò.
‘Rentiers’
della più tradizionale specie sono ancora i rampolli di famiglie
europee di altissimo lignaggio. Probabilmente la famiglia ancora oggi
più ricca di Germania è quella che discende dalla casata Thurn Und
Taxis, proprietari immobiliari e terrieri da epoca feudale, con un ramo
italiano di tutto rispetto. Un altro nome è quello del Visconte Etienne
Davignon, di origine belga, ma notorio soprattutto perché è stato il
gran cerimoniere del più segreto e controverso club di Globocrati (definizione
dell’Economist) al mondo: il Bilderberg. Si legga a pagina 45 del mio
Il PGC 2011 la impressionante lista di potentissimi internazionali che
appartengono alla corte di Davignon. Altro nome di rilievo è quello
dell’attuale presidente del Consiglio Europeo Herman Von Rompuy. Ma ve
ne sono migliaia, includendo le diverse case reali ancora parassitarie
in Europa. Per costoro è persino intuitivo capirlo, la crescita di
blocchi di milioni di cittadini benestanti e tutelati da crescenti
diritti fu, e rimane, una bestemmia al loro diritto ‘divino’ di essere
le elites in controllo della ricchezza planetaria. La Politica della Carenza è vista da costoro come la penicillina dell’ordina naturale delle cose: il loro potere.
Oggi
l’Italia, e l’Europa, vedono crescere coorti di banchieri ‘rentiers’,
cioè affaristi i cui istituti di credito sono stra-falliti ma che godono
delle rianimazioni dei gentili Mario Draghi e Mario Monti, David
Cameron o Mariano Rajoy, a suon di favori miliardari per favorirne la
ricapitalizzazione (cioè acquisti di quote societarie), che altrimenti
sarebbe impossibile. In Italia i nomi di Monte dei Paschi e Unicredit
sono in primo piano in ciò. Va compreso che queste grandi banche oggi
non necessitano più dell’economia reale, quella dei
redditi-consumi-produzione, poiché ricavano appunto margini enormi dalla
protezione dei governi e delle Banche Centrali, possono giocare con
assets finanziari assai più che con i crediti, per cui poco gli importa
se il Neofeudalesimo dimezza lo standard di vita di noi cittadini e
aziende.
Ma ben
oltre le banche, spesso incolpate di cose inesatte, vi sono i ‘rentiers’
degli Hedge Funds, i grandi speculatori, coloro cioè che grazie a una
deregolamentazione scellerata degli scambi finanziari possono oggi
sedere in un ufficio e, senza neppure possedere il capitale, giocare
d’azzardo sul debito pubblico di un intero Paese come l’Italia. Il
meccanismo è complesso, prende il nome di Over the Counter contracts (OTC), shorting
e via discorrendo, dove il ‘rentier’ prende in prestito un pezzo di
debito italiano, scommette che calerà di valore, collude con tutta una
serie di attori finanziari per far sì che ciò accada, e poi incassa
fortune incredibili al momento buono. Non ha rischiato quasi nulla, meno
che meno un proprio capitale, succhia ricchezza da noi e noi viviamo
poi sulla nostra pelle il disastro degli spread e delle Austerità
conseguenti (si legga pag. 64 del mio Il PGC 2011). Hedge Funds sono JP
Morgan, Bridgewater, John Paulson, Soros Fund, Man Group, BlackRock,
Goldman Sachs Asset Management, Blue Crest, Magnetar, Tricadia. In
Italia i principali sono: Generali I.A., Azimut Capital Management,
Euroimmobiliare A.I., Capitalia I.A., Intesa, Lyxor, Pioneer A.I.M.,
Pirelli Re Opportunities, Zenit A.I., Duemme Hedge.
Ma
‘rentiers’ sono in Italia anche i magnate dell’imprenditoria che avendo
fallito miseramente in qualsiasi ambito innovativo e produttivo,
schiacciati come mosche dalla bravura dei concorrenti stranieri, si sono
riciclati in due settori: 1) le privatizzazioni, dove acquisiscono a
prezzi stracciati grazie appunto alla Politica della Carenza
blocchi interi di assets pubblici edificati col lavoro di generazioni,
favoriti da criminali pubblici come Romano Prodi o Visco o Bassanini,
Padoa Schioppa ecc. 2) l’acquisizione, sempre per mezzo del punto
precedente, dei servizi essenziali, quelli di cui nessun essere umano
può fare a meno, con strade, treni, telefonia, sanità, gas, luce, e
presto anche l’acqua. Sanno che anche se la Politica della Carenza riportasse
povertà semi-ottocentesche fra di noi, noi saremo comunque costretti a
pagare quei servizi, a costo di mangiare una sola volta al giorno. Sono
profitti garantiti per questi ‘rentiers’, che si chiamano Carlo De
Benedetti, Luca C. di Montezemolo, la famiglia Benetton, Cesare Geronzi,
Marco Tronchetti Provera, la famiglia Moratti, Roberto Colaninno,
Corrado Passera, Leonardo Del Vecchio, Francesco Caltagirone, Antonio
Angelucci, il simpatico Della Valle ecc., tutti coloro che si sono
gettati qui nell’abbuffata delle privatizzazioni.
Infine, e
con una portata demolitrice immensamente superiore, ‘rentier’ si può
considerare la Germania stessa, che di fatto ha costruito la sua
presente fortuna su altri due punti: 1) sulla gabbia dell’euro e
sfruttando l’indebitamento dei noi mediterranei che gli abbiamo comprato
l’ira di Dio di prodotti per 30 anni, per poi essere oggi additati come
‘mailai PIIGS’ spendaccioni. 2) sfruttando il lavoro ossessivo e sempre
meno pagato di milioni di lavoratori tedeschi che con le riforme Hartz
hanno ceduto alle Corporations Neomercantili della Germania una mole
immane di forza lavoro tutta goduta da chiunque tranne loro, perché il
frutto di essa, i prodotti, sono esportati in tutto il mondo a beneficio
di altri, mentre i profitti sono solo delle Corporations. La Germania
dei Neomercantili – unitamente a tutte le industrie similmente
‘rentiers’ della UE fra cui le poche italiane – ha un interesse diretto
che milioni di europei vengano impoveriti drammaticamente dalla Politica della Carenza.
Berlino sogna di trovare a pochi chilometri a sud di Monaco di Baviera
masse di disoccupati alla disperazione pronti a lavorare per le
succursali tedesche, o per le imprese italiane acquisite dalla Germania,
a stipendi quasi cinesi. Sarebbe una delocalizzazione a due passi da
casa e in più in un Paese, come l’Italia, o come la Spagna, dove le
infrastrutture sono modernissime. Naturalmente, ai ‘rentiers’
Neomercantili non importa un accidenti se i nuovi poveri neofeudali
europei smetteranno di comprargli i prodotti. I managers di queste
Corporations guardano con 40 anni di lungimiranza, e sanno che i nuovi
immani mercati di domani non sono qui, ma in Brasile, Cina e India. Là
devono competere. Qui gli schiavi al lavoro.
Sull’Opus
Dei è stato scritto e pubblicato di tutto. Trovare le prove però del
loro coinvolgimento nella creazione della micidiale macchina di
impoverimento sociale automatico che si chiama Eurozona è semplice:
l’economista francese ed ex insider del governo Mitterrand, Prof. Alain
Parguez, ha personalmente testimoniato l’appartenenza all’Opus Dei del
padre creatore di tutto il disegno dell’Europa moderna, l’onnipotente
Jaques Delors, che fu anche a capo della Commissione Europea dall’85 al
‘95. A questo, l’accademico parigino aggiunge: “E tutti i membri dei
consigli economici del Papa sono uomini dell’Opus Dei, la maggioranza
dei quali proviene dall’università Bocconi di Milano”.
La Politica della Carenza,
sostengo con disperata serietà, è oggi la forza dominante di tutto ciò
che voi persone conoscete come Unione Europea, come governi tecnici,
come ‘risanamento’. La devastazione che essa mira a portare fra
centinaia di milioni di famiglie degne e ignare ha appena ora iniziato a
far sentire i propri fetidi morsi con le Austerità. Non si fermeranno
davanti a nulla, a meno che quelle milioni di famiglie rompano la
maledizione dell’ignoranza su cui i ‘rentiers’ contano per distruggerle e
si ribellino. L’Illuminismo ci riuscì 250 anni fa. Oggi si inizia da
qui:
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