CARTESIO E LA MATRICE DIVINA DELLA PROTO-SCIENZA
di Michele Proclamato -email-
Il problema dei mie studi risiede nel limite, mai trovato, degli stessi.
L’esempio di Cartesio credo sia lampante.
Cade a pennello.
Nel prospettare un “suo” articolo ad una rivista seria, come Scienza e Conoscenza, mi sono sentito rispondere, come sempre, che pur essendo interessante, esso non era ritenuto molto attinente al Target della rivista stessa, la quale, non perde mai d’occhio alcuni aspetti scientifici, che senza dubbio si potrebbero definire di frontiera, talvolta, olistici.
Sono i soliti misunderstand che l’Ottava mi crea.
Quindi ho dovuto elaborare personalmente una domanda, da rivolgere a me stesso, la seguente:
“E’ possibile avvicinare un esponente di ciò che è diventata scienza ufficiale al mondo Olistico?"
O meglio.
Cosa hanno in comune scienza ed olismo?
Ebbene per rispondere a tale domanda, mi avvarrò di esempi, direi pratici, piuttosto eterogenei, ai quali farò seguire alcuni spunti tratti dalla mia ricerca sul genio francese.
“Ricorrerò quindi a semplici analogie, per dimostrare come i due mondi possano in qualche modo iniziare a …fondersi , in una nuova soluzione scientifico–spirituale avente come base una struttura conoscitiva dalle caratteristiche ……….dimensionali, ancorché millenaria.”
Ma lasciamo i paroloni e passiamo alla pratica, tenendo presente che il sottoscritto è un simbolista, quindi un essere appartenente ad una ristretta cerchia di persone, dotate di un gene piuttosto particolare. Cosa che vi assicuro, non essere affatto e sempre, un vantaggio. Ora, essendomi occupato della matrice delle Anatomie Sottili orientali, direi quindi di utilizzare lo Yoga per avvicinarmi a Cartesio.
Essenzialmente chi si occupa di yoga, presuppone che il corpo umano sia costituito da:
72000 Nadi o canali, all’interno dei quali scorre un tipo di energia chiamata Prana.
Energia che verrà “filtrata” da 7 chakra.
Ebbene il Prana, a sua volta, è suddiviso in 4 livelli energetici, i quali sceglieranno le 3 Nadi principali per scorrere, indicati nell’immagine.
Non voglio aggiungere altro, ma vorrei che appuntaste la vostra attenzione sull‘intervallo attraverso cui, Prana e Nadi, si rapportano (4\3)
Adesso vorrei, sempre sinteticamente, farvi l’esempio dell’Ikebana, l’arte orientale di creare strutture floreali e non solo, capaci di ispirare il senso della “perfezione”, riposto nella creazione. La tecnica più antica dell’Ikebana, il quale nei millenni si è evoluto attraverso diversi stili, è chiamato: Rikka.
Essa vuole le composizioni rispettare, sempre ed assolutamente, una struttura numerica secondo la quale, le parti utilizzate, siano esse fiori, rami, foglie ecc, vengano disposte in cima, secondo un intervallo 3\4 e al fondo, seguendo un intervallo pari a 2\3.
Per capirci.
Se da una parte verranno assemblati 4 fiori, a questi dovranno corrispondere 3 rami. Mentre al fondo della composizione, le foglie o gli arbusti prescelti, saranno intrecciati in 3 gruppi di 2 o viceversa. Questa volta all’intervallo precedente 3\4, ne verrà aggiunto un secondo pari a 2\3 .
Passiamo all’I Ching
Tecnicamente, l’I-Ching prevede, per accedere alla divinazione, 3 monete, le quali, lanciate per 6 volte, porteranno impresso sulle 2 facce, un valore numerico pari a 2 e 3.
Riassumendo
2 -2\3
Molti altri esempi “orientali” si potrebbero aggiungere, ma essendo Cartesio la meta e lo spazio concessomi, minimo, la concisione sarà essenziale. Ritornerei quindi in Occidente per osservare con attenzione il Cenacolo.
Qui troveremo gli Apostoli, suddivisi in 4 gruppi di 3. Non solo, osservando meglio ai lati del Cristo, appariranno rispettivamente 2 gruppi di 3 Apostoli. Di conseguenza attraverso l’opera Di Leonardo, sarà possibile evincere lo stretto rapporto numerico esistente fra i due intervalli.
Per cui
2 x 2\3 = 4\3
Passerei al Botticelli ed alla sua Natività Mistica
Oggi agli Uffizi, essa palesa superiormente 12 Angeli suddivisi attraverso i colori delle loro vesti, in 3 gruppi di 4. In basso invece appariranno 3 gruppi di 2 esseri. Quindi la stessa matrice dell’Ikebana sarà utilizzata dal Botticelli.
Di nuovo
3\4 – 2\3
Tocca ora a Dante Alighieri ed alla struttura della Divina Commedia. Il Sommo suddivise la sua opera in 3 Gironi costituiti da 33 cantiche l’uno. Ma all’Inferno aggiunse un proemio, tanto da trasformarlo in 34 cantiche.
Di conseguenza la struttura finale dei Gironi era costituita da due intervalli essenziali il 3\4 e il 2 volte 2 volte 3.
Perciò:
2- 2\3 – 3\4
Per il Palladio, traggo direttamente da Wikipedia:
Ne I quattro libri dell'architettur, indica di far riferimento al diametro della colonna di un edificio come unità di misura di riferimento (detta modulo) per proporzionare tutti gli altri elementi costruttivi e stilistici della costruzione. Ad esempio lo spessore di una trave di ordine tuscanico poteva essere dimensionato come i 3/4 del diametro della colonna, ecc ecc ecc
Ancora:
3\4
Potrei quindi, andare avanti all’infinito, facendo notare come determinati intervalli, che solo per comodità dialettica ho definito tali, in modo eterogeneo, appaiono sia nel mondo Orientale che in quello Occidentale. Infiltrandosi rispettivamente sia in ciò che definiamo sottile, quindi non ufficiale, che a livello ufficiale, lambendo attività come la pittura, la scrittura e l’architettura. Ora però mi serve un simbolo che faccia da cerniera , fra questi due mondi, prima di passare a Cartesio.
Utilizzerò lo Zodiaco di Dendera.
L’archeologia definisce tale reperto, una visione cosmologica degli Egizi appartenente a duemila anni fa.
Essa consta di 12 esseri, i quali, con 24 braccia (36 parti), circondano 72 corpi celesti, appartenenti alla nostra galassia. Esseri disposti secondo OTTO direzioni ben precise. Gli esseri vengono suddivisi secondo: due gruppi maschili(Neter) ed un gruppo femminile di 4 elementi, quindi in 3 gruppi di 4.
Ebbene se la scienza oggi osservasse, come fa, la parte centrale dello Zodiaco, vedrebbe un enormità di corpi celesti in più rispetto agli egizi. Nonostante ciò, la parte esterna dello zodiaco, costituito dagli Esseri, per noi è inesistente. Inoltre pensare che gli Egizi potessero vedere solo 72 corpi celesti, alla loro latitudine, sarebbe un eresia, vista la loro perizia. Il numero però può risolvere queste presunte incongruenze, in quanto le 36 parti esterne sono direttamente collegate con le 72 interne, essendo in rapporto binario .
Quindi gli egizi, per quanto incredibile, a Dendera postulano 2 mondi:
Quello tridimensionale, visibile
Quello dimensionale, invisibile
Siamo di fronte perciò ad una struttura di CAMPO
Proprio nella parte “sottile” del Campo, ci sono gli intervalli finora incontrati. Ed essendoci una chiara dipendenza numerica, in questa realtà, gli stessi dovranno in qualche modo, come dire, essere presenti. Se la mia ipotesi è esatta, le leggi fisiche scoperte porteranno dentro di sé tale stimmate dimensionale. Se ciò è avvenuto vuol dire che fra mondo olistico e scienza ufficiale non c’è mai stata nessuna differenza. Perciò il momento migliore per appurare ciò è costituito proprio dalla Proto scienza. Ed un esempio magnifico in tal senso, ci è stato lasciato da Keplero.
Con lui nasce l’astronomia ufficiale e tramite la Terza delle sue leggi Orbitali, oggi sappiamo che:
“I quadrati dei periodi di rivoluzione dei pianeti sono proporzionali ai cubi dei semiassi maggiori delle loro orbite.”
Quindi 2 corpi celesti avranno un rapporto spazio-temporale poggiante numericamente sul 2 (Quadrato) e il 3 (cubo)
In sintesi la legge è la seguente
2-2\3
E finalmente grazie a Keplero posso parlare di Cartesio, il quale conosceva benissimo le opere dell’astronomo tedesco. A lui erano state bibliograficamente presentate, da un suo grande amico olandese, Isaac Beeckman, incontrato a Breda nel 1618. Beeckman laureato in medicina, ma valente studioso, fu colui che risvegliò in Cartesio la passione per le scienze, destinate ad essere indissolubilmente legate alla sua …filosofia. I due disquisirono per anni di temi come:
accelerazione nella caduta dei gravi, medi proporzionali, consonanza musicale, a cui si aggiunsero l’ottica, i fenomeni atmosferici, le leggi del moto ecc ecc.
Temi che Cartesio affrontò grazie anche al frate minimo Marin Mesenne.
Quella che segue vuol essere un compendio delle sue soluzioni date a tali problemi.
Soluzioni diventate spesso …….scienza.
Domanda dell’Olandese:
“ASSUMENDO CHE IL MOTO SI CONSERVI E CHE LO SPAZIO SOPRA LA SUPERFICIE TERRESTRE SIA VUOTO, CHE DISTANZA PERCORRERA’ IN UN’ORA UNA PIETRA CHE CADE, ESSENDO NOTA LA DISTANZA PERCORSA IN DUE?”
Risposta di Cartesio
“Ho sciolto il quesito. Nel triangolo isoscele rettangolo, lo spazio ABC rappresenta il moto; l’ineguaglianza dello spazio dal punto A alla base BC rappresenta l’ineguaglianza del moto. Quindi AD viene attraversato nel tempo rappresentato da ADE e DB nel tempo rappresentato da DEBC. Si noti che un’area minore rappresenta un moto più lento. AED è un terzo di DEBC. Quindi la pietra attraversa AD tre volte più lentamente di quanto non faccia con DB."
Per cui:
Se si rappresenta la distanza lungo la quale un corpo cade nel tempo, come T1, secondo l’analisi di Cartesio, il tempo T2, necessario perché un corpo cada per una distanza 2x, è pari a 4\3 di T1”
Numericamente avremo
2-4\3
Nel 1628 gli viene chiesto nuovamente di:
“Determinare la lunghezza di un pendolo, il cui periodo di oscillazione fosse uguale alla metà del periodo di un pendolo dalla lunghezza nota.”
Risposta
“Una volta avevo fatto il seguente calcolo: se con una corda lunga un metro il peso impiega un momento per andare da G ad H, quando la corda è lunga 2 metri, impiegherà 4\3 di un momento" ecc ecc
Ancora:
2-4\3
Nel 1618 si occupa di Medi Proporzionali.
I medi Proporzionali sono direttamente connessi al millenario problema della Duplicazione(2) del cubo(3). La Duplicazione del Cubo è direttamente connessa al calcolo infinitesimale e algebricamente si ottenne, fin dai tempi dei greci, stabilendo 2 medi proporzionali.
Numericamente si ha quindi
2–2\3
Ebbene Cartesio elabora un Compasso in grado di stabilire automaticamente con la sua apertura, 12 lati Medi Proporzionali..
Ma essenzialmente esso è costituito da 2 regoli che meccanicamente agiscono su 2 serie di 3 triangoli
Sunto numerico
2-2\3
Poco tempo dopo trasformerà lo stesso compasso, in modo tale da poter risolvere l’altrettanto millenario problema della Trisezione dell’angolo, anch’esso collegato all’infinito matematico.
Con 4 regoli creava 3 spazi angolari, i quali venivano suddivisi in modo uguale, dall’interagire meccanico di 4 triangoli. Semplicemente il congegno era stato costruito ripetendo:
4\3, 2 volte
Crea gli Assi Caretsiani attraverso 2 assi, i quali intersecandosi delimitano 4 angoli di 90 gradi.
Angoli appartenenti ad altrettanti triangoli rettangoli.
Da cui:
2\4\3
Nel 1628 risolve l’annoso problema ottico riguardante l’angolo di rifrazione. A lui dobbiamo la legge di Rifrazione secondo la quale la costante fra l’angolo di Incidenza e quello di rifrazione è pari a: 3\2
Da cui
2-3\2
Codifica la costante angolare aria–acqua e svela i meccanismi cromatici posti alla base di un fenomeno fisico come l’Arcobaleno.
Tale costante sarà pari a 4\3
Perciò
2-4\3
Nel 1632 elabora le 3 leggi del moto da cui Newton ebbe l’opportunità di elaborar la sua legge del Moto.
Occupandosi del Moto Circolare di una fionda, secondo lui assolutamente composto da una serie di movimenti rettilinei, enuncia come lo stesso avvenga:
1)Lungo la tangente AC, se consideriamo solo l’agitazione della pietra.
2)Lungo il cerchio AF, se la consideriamo attaccata alla corda.
3)Lungo il raggio DA, se consideriamo quella parte della sua agitazione che viene impedita dalla corda.
A cui aggiungerà altre 2 tendenze:
Una lunga il cerchio (VXY)
L’altra radiale dal centro verso l’esterno (DVXY).
Sarà cosi il moto circolare composto da un rapporto di forze pari a:
3\2
Manterrà segreta e mai pubblicherà, una legge spaziale riscoperta in seguito da il grande Eulero ed oggi conosciuta come legge Topologica di Eulero–Cartesio. Essa vorrà le 3 caratteristiche principali dei 5 solidi platonici, messe in comparazione per ottenere come costante il 2:
FACCE + VERTICI – SPIGOLI = 2
F + V – S = 2
F + V – S = 2
Per ultimo vorrei aggiungere come Cartesio definisse Dio:
L’Essere perfetto è un Triangolo (3), la cui somma angolare è pari 2 angoli retti o una sfera
E’ sufficiente sommare 4 angoli rettangoli appartenenti ad altrettanti triangoli per ottenere:
2-2\3
A questo punto non resta che generalizzare tutti i risultati, per capire come essi siano collegati alla stessa matrice intervallare.
Cosa che ci riporterebbe nuovamente al Cenacolo, a Dendera, all’opera del Botticelli o all’Ikebana.
Ma avendo io ipotizzato come tali intervalli, siano di matrice Dimensionale, vorrei aggiungere un ulteriore prova riguardante le strutture numeriche contenenti gli stessi (8-12-24). Da tempo infatti esse sono ri-apparse, nella Fisica,a genesi, delle famose Equazioni Modulari su cui oggi si basa la Teoria delle Membrane, fino a poco tempo fa, Teoria delle Stringhe ..
Volendo quindi concludere, direi che la distanza esistente fra l’Olistico–sottile e la Scienza ufficiale, sostanzialmente non esisterebbe se si riconoscesse la paternità millenaria della stessa, riposta in ciò che ho definito sapere dell’Ottava. Cartesio ne fu uno degli esponenti più illustri. Sarebbe sufficiente studiare con più attenzione del “suo” Dio, per capire quale errore abbiamo commesso nell’estrometterlo, soprattutto nel credere che esso non fosse eticamente e fisicamente matrice della scienza.
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