E.B.E. – Entità Biologiche Extraterrestri
I
visitatori alieni offrono a tutti le stesse possibilità: ricchi,
poveri, persone di ceto medio, tutti sono candidati. Nello scegliere gli
individui da contattare non hanno mai dato segno di privilegiare una particolare posizione sociale o economica.
Se
osserviamo le statistiche, in altre parole i fatti, nella stragrande
maggioranza dei casi gli incontri ravvicinati si sono svolti a livello
individuale, nel senso che un solo essere umano ha incontrato uno o più
ET. Questo
non significa che il soggetto fosse sempre solo al momento e nel luogo
del contatto.
Gli ET dimostrano alcune capacità, come quella di
penetrare negli appartamenti attraversando qualsiasi muro od ostacolo,
oltre al potere di agire telepaticamente sui soggetti, senza procurare
loro danni evidenti.
Altro indizio della loro presenza è una luce
bluastra molto intensa che spesso inonda la stanza (dovuto al passaggio
di eventuale Stargate) e il rumore che accompagna l’incontro: ad
esempio, il ronzio emesso da un UFO sospeso fuori dalla casa, simile a
quello prodotto da una dinamo. In numerose occasioni gli ET sembrano
aver conversato telepaticamente o comunicato informazioni tramite
visualizzazioni mentali.
Questo delinea uno scenario di realtà
virtuale olografica indotta, definito VRS (Virtual Reality Scenario).
Non tutti i contatti avvengono di notte o mentre i soggetti sono
addormentati. Si verificano anche incontri diurni, che interessano
generalmente un solo soggetto. La mia impressione, sulla scorta di studi
personali, e delle
altrui ricerche, mi portano a ritenere che gli ET preferiscano un
ambiente rurale, solitario o, ancora meglio, selvaggio.
Le zone isolate
semplificano la questione del contatto, che non deve allarmare le
persone, consentendo più facilmente ai soggetti di riprendersi
dall’esperienza dell’incontro ravvicinato e riflettere sull’accaduto.
Extraterrestri ed Entità Biologiche
“Forse
dovremmo considerare le EBE descritte nei referti di autopsia come dei
robot umanoidi, (oppure Robot Biologici) delle forme di vita
appositamente create per viaggi su lunghe distanze attraverso lo spazio e
il tempo”, quindi attraverso gli Stargate o Wormholes.
Queste
parole, pronunciate dallo scomparso colonnello Philip Corso, rievocano
in sintesi le conoscenze ed esperienze di fatti che seguirono
l’incidente di Roswell e la cosiddetta ricaduta tecnologica dovuta alle
ricerche effettuate sui reperti recuperati da quella nave spaziale. Il
colonnello, infatti, aveva l’incarico di coordinare il settore di
Ricerca e Sviluppo del File Top Secret di Roswell, per conto del
Generale Arthur Trudeau, al Pentagono nel 1961.
In una intervista
rilasciata nel 1997 al giornalista Maurizio Baiata, pubblicata sul libro
“Il giorno dopo Roswell”, il Col. Corso descriveva gli ET come esseri
biologici, appunto chiamati EBE, Entità Biologiche Extraterrestri, metà
robot e metà umanoidi (il termine EBE, che appare per la prima volta sui
controversi documenti Majestic 12, sarebbe stato coniato nel 1947 dopo
l’incidente di Roswell.)
Corso li considerava parte integrante dei
loro oggetti volanti: le EBE, il sistema propulsivo dell’astronave e lo
Spazio formerebbero un equilibrio perfetto. Corso disse che: “… a bordo
di quel tipo di navicelle non c’è cibo, né acqua o altro, il che porta
ad una fondamentale conclusione: un alieno EBE vive attraverso
pulsazioni elettromagnetiche.
Così come nel nostro
mondo le piante, gli insetti, i pesci, tutti gli animali e persino gli
esseri umani interagiscono con l’ambiente, così l’extraterrestre vive in
uno stato di totale integrazione con la sua astronave. E’ questo il
segreto della sua sopravvivenza. Se a un corpo umano viene sottratto il
nutrimento, si spegne velocemente, si deteriora e muore.
La stessa
identica cosa avviene ad un extraterrestre: egli si spegne se lo si
sottrae al suo ambiente e al suo campo elettromagnetico. Il nostro
sostentamento ci è fornito dal cibo e dall’aria, il suo dall’energia
elettromagnetica”. Così, con grande chiarezza, Philip Corso descriveva
l’interfaccia esistente tra EBE e astronave.
Differenti razze
La
razza più comunemente incontrata dagli esseri umani è quella dei Grigi.
Loro rappresentano la “manovalanza” ovvero un pò come gli operatori sul
campo.
Si tratta di esseri dall’aspetto umanoide, di piccola statura
(dai 70 ai 100 cm) e con pelle grigiastra. Hanno grosse teste calve,
simili a quelle dei feti umani, corpo esile e fragile ed enormi occhi
obliqui, a mandorla e totalmente neri, senza iride, pupille o palpebre.
Sicuramente esiste un gruppo d’esseri simile alla descrizione fatta o,
perlomeno, una razza della quale questi esseri possono costituire una
variante. Sono stati segnalati però Grigi alti un metro e mezzo, altri
di due metri, con diversi carnagione di diverso colore, dal bianco al
grigio e dal marrone al verde. In alcuni di questi la fisiologia
umanoide potrebbe essere diversa.
Un tipo più peculiare di ET è
rappresentato dalla specie insettoide delle mantidi, esseri
caratterizzati da volto oblungo e stretto, con grandi occhi neri molto
obliqui che formano una specie di “V”, conferendo loro l’aspetto di
insetti.
Tutti questi esseri (dai grigi agli insettoidi) hanno capacità
telepatiche e possono creare wormholes, attraversando i muri delle case
oppure tele-trasportarsi da un luogo all’altro attraverso una sorta di
teletrasporto, o infine comparire attraverso un Ologramma. Ovviamente
dico questo perchè sono in possesso di elementi e documentazione per
poterlo provare.
Un’altra razza è quella dei cosiddetti
rettiliani o rettiloidi. La pelle di questi esseri si presenta a scaglie
fini e piccole, mentre gli occhi, più grandi di quelli degli esseri
umani, sono spesso ovali e di colore giallo-verdastro, dalla pupilla a
forma di stella.
Poi c’è un misterioso gruppo che, per comodità,
chiameremo i Jawas (data la loro somiglianza con le creature del film
“Guerre Stellari”), riconoscibili in quanto piccoli (alti intorno al
metro) e con indosso tuniche con cappuccio che lasciano il volto in
ombra.
Alcuni contattati hanno notato occhi luminosi sotto i cappucci
dei Jawas. Inoltre, stando ad alcuni rapporti, non mancano soggetti che
avrebbero avuto incontri ravvicinati con esseri a noi simili,
comunemente chiamati nordici o biondi.
Concludendo, vorrei ricordare
che, in quanto umani, ci potremmo sentire turbati dall’apparizione di
forme di vita intelligente che sembrano così differenti dalla nostra.
Questa realtà può rappresentare un grosso problema, ma può anche
ricordarci che la fonte di tutto ciò che esiste è straordinariamente
varia nelle sue modalità di espressione nelle forme di vita (comprese
quelle intelligenti) che popolano l’Universo. In ogni caso, potremmo
aver bisogno di aggiornare la nostra idea che le Nazioni Unite (ONU)
attualmente comprendano tutte le razze. Ovviamente esiste almeno una
dozzina di razze ET che non vi sono ancora rappresentate.
Massimo Fratini
Redazione Segnidalcielo
................... ........................................................ ...............
Nessun commento:
Posta un commento