Le storie dei suicidi, della disperazione di non sapere come fare a sopravvivere, a pagare i debiti, che sembra diffusa specialmente ora, mi spingono a condividere un po’ della mia storia, della mia esperienza, attraverso la quale ho costruito una fede ormai incrollabile che non mi mancheranno mai i mezzi per sopravvivere, e anzi, per vivere come piu’ mi fa felice.
Perche’ e’ la fede quella che manca a chi non vede una via d’uscita, e’ la fede il bene piu’ prezioso non solo per sopravvivere, ma per vivere con gioia, non e’ il denaro. Perche’ con la fede ci si toglie l’ansia e la preoccupazione di dosso. E mi dispiace talmente tanto che per mancanza di fiducia, per non invocare e aspettarsi una nuova porta che si apre, una mano che giunge ad aiutare, una nuova opportunita’, ci si tolga la vita o si commettano altre scelte infelici, come ad esempio accettare lavori umilianti e sfruttamento.
Quello che ho sperimentato mi consente di dire che non ci saranno piu’ incubi nella mia vita, non saro’ piu’ alla merce’ di nessuno. Incluso: non dovro’ piu’ lavorare per sopravvivere. Sono passata piu’ volte per il “salto nel buio” di rimanere senza denaro per osservare cosa sarebbe successo dopo e convincermi cosi’ che sono SALVA. Come dice Gesu’ nel Corso in Miracoli : siamo salvi, siamo invulnerabili, a meno che scegliamo di non esserlo.
Ogni volta quello che e’ successo dopo aver terminato il denaro, e’ stato qualcosa che avevo DESIDERATO SPERIMENTARE nei tempi precedenti. Ogni volta qualcosa e’ giunto a maturazione e mi ha arricchita. E ogni volta avevo sempre meno paura e piu’ fiducia. Vorrei potervi trasmettere la sensazione esilarante di scoprire che potete vivere senza lavorare e senza rubare, senza fare nessuna cosa di immorale e contro i vostri valori. Come se davvero non ci fossero limiti alle esperienze che possiamo fare, perche’ davvero i limiti li mettiamo noi.
Abbiamo la tendenza a credere di avere un numero di scelte limitato per vivere: per esempio per una donna: o lavorare, o sposarsi un uomo con sufficiente denaro (o prostituirsi). Poi ci aggiungiamo la lotteria, come terza improbabile possibilita’. Abbiamo inoltre la tendenza a credere che queste possibilita’ siano AL DI FUORI DI NOI STESSI. Cosi’ se uno vince alla lotteria, o trova un lavoro ben pagato, o trova un uomo con denaro, pensiamo che si tratta di un caso fortuito, di fortuna. E pensiamo che quando i soldi della lotteria finiranno, o il lavoro terminera’, o l’uomo sposato non avra’ piu’ una lira, sara’ anche finita la pacchia, che non si potra’ continuare a vivere come si desidera. Bene, quello che ho imparato io, e’ che la possibilita’ di continuare a vivere come desidero non sta al di fuori di me, non e’ la vincita alla lotteria o gli altri eventi che me lo consentono, e non e’ che quando si esauriscono termina il sogno. NO, IL SOGNO LO CREO IO, DENTRO DI ME, E DA QUESTO CONTINUERANNO A GIUNGERMI I MEZZI PER CONTINUARE A VIVERLO, SE CONTINUARE A VIVERLO E’ QUELLO CHE DESIDERO VERAMENTE.
Provero’ a raccontare brevemente ora le mie esperienze, per darti la speranza, la fede che ha salvato la mia vita anche a te che ora ne hai bisogno. La vita e’ fatta per essere vissuta con gioia, con leggerezza d’animo, e’ un peccato viverla con l’angoscia di non farcela. So quanto e’ orribile e vorrei poterti sollevare da essa.
Nel 2006, dopo anni di agonia e sogno di cambiare vita, ebbi finalmente il coraggio di licenziarmi dal mio lavoro sicuro che non aveva piu’ alcun significato per me. La mia vita era stata decisa da mio padre: studio e direttamente lavoro, scelti da lui, e non mi ero mai fermata. Feci cosi’ un bel salto nel buio per darmi il tempo di comprendere cosa volevo veramente fare nella vita, e vedere quali opportunita’ mi si presentavano. . Volevo cambiare tipo di attivita’, qualcosa che mi desse soddisfazione e non fosse al servizio del sistema. Un’altra parte di me aveva bisogno invece di prendersi il tempo di vivere, il tempo di godere delle cose, non avere orari, avere la liberta’ di sentir sorgere un desiderio di fare qualcosa e avere il tempo e i mezzi per farla. Per tutto questo contavo sulla liquidazione che avevo fatto i conti mi sarebbe durata per circa 8 mesi. Essendo la mia prima esperienza di una dotazione di danaro con cui vivere, la sentivo totalmente come una FUGA DALLA SCHIAVITU’ del lavoro. La mia soddisfazione piu’ grande era pensare che i miei colleghi stavano lavorando mentre io me ne andavo a zonzo godendomi il sole, la natura, la pace, e la mattina dormivo quanto mi pareva. Passavo davanti all’ufficio vedendo la prigione dalla quale ero uscita (aveva anche le sbarre alle finestre) come se ne fossi scappata.
Vedevo quegli 8 mesi come il tempo in cui se avessi avuto successo sarei riuscita a cambiare la mia vita e se avessi fallito sarei ritornata in prigione.
Da una parte furono tempi stupendi di liberta’ , di conoscenza e sperimentazione, alla scoperta di quello che sentivo veramente di volere fare. Dall’altro facevo il conto alla rovescia del tempo che mi rimaneva ed era angoscioso. Feci alcuni corsi di formazione ed esperimenti vari di applicazione in altri campi di attivita’, completamente diversi, e sentivo la pressione su me stessa di diventare presto capace o altrimenti sarei ricaduta nei LAVORI FORZATI. La pressione veniva anche dalla mia famiglia preoccupata che non stessi lavorando. Allo scadere del tempo che mi ero auto-concessa, con il finire del denaro, e avere scoperto che non c’era nessun tipo di lavoro e nessun ambiente lavorativo a me accessibile che mi potesse dare soddisfazione, dovetti dare forfait e andare a fare il vecchio lavoro, sebbene in un nuovo posto.
Fu facile trovarlo, sebbene fossimo gia’ in tempo di crisi. Fu la PRIMA DIMOSTRAZIONE CHE ERO SALVA, che non sarei morta di fame, che non sarei finita sotto un ponte, o non sarei dovuta tornare a vivere con i miei. D’altra parte non avevo mai seriamente pensato che sarei finita senza lavoro, fin dal licenziamento la mia visione del futuro era che se fallivo sarei dovuta tornare a fare il vecchio lavoro. Ero brava, sapevo che l’avrei trovato. E infatti fu questa l’esperienza di vita che negli anni era andata maturando che si trovo’ a collassare (secondo la terminologia quantica), ossia a manifestarsi dal campo delle infinite possibilita’, ora che le davo la possibilita’ di farlo.
Questa esperienza di vita era la piu’ probabile a manifestarsi:
1) perche’ non avevo ancora le capacita’, che stavo lentamente maturando, di fare un tipo differente di attivita’ che mi desse piena soddisfazione,
2) perche’ mi dava la possibilita’ di sperimentare cio’ che avevo desiderato mentre lavoravo nel precedente posto: un bell’ ufficio solo per me, una paga piu’ elevata, essere io la capoufficio, delle colleghe piu’ affabili e solari. Negli anni di lavoro erano stati desideri forti, e sebbene il lavoro in se’ non avesse piu’ alcun significato per me, poter godere di migliori relazioni in ufficio, un clima amorevole, sentire la crescita umana di essere capace di trasmettere la mia conoscenza alle mie giovani colleghe che stavano apprendendo, sentire la soddisfazione che il mio lavoro veniva valorizzato con una paga piu’ elevata e potermi concedere di spendere di piu’, sentire la sensazione nuova di lavorare solo per me stessa, portare a casa il frutto del mio stesso lavoro per fare del bene a me, e non per coprire i buchi delle mani bucate del mio ex del quale ero riuscita a liberarmi insieme con il vecchio lavoro, tutto questo dava significato all’esperienza nuova che stavo facendo.
Ma non tardai molto a passare oltre. Il lavoro di nuovo non mi lasciava tempo per coltivare amicizie, altri interessi, portare avanti le cose che mi interessavano veramente, mi mancava la natura, avevo bisogno di ricongiungermi alle mie parti istintive, esprimere l’arte che mi stava salendo, sentivo il bisogno impellente di ballare, di muovere questo corpo ascoltando la musica mentre stavo seduta alla scrivania in ufficio. Inoltre il mio capo mi ricordava mio padre, ed era soffocante. Questo fu il frutto del desiderio che nel dormiveglia si era impossessato di me, gli ultimi mesi di esaurimento del denaro, della sicurezza di vivere in famiglia, alimentato da mio padre che mi aveva offerto di ritornare a vivere con loro se non avessi trovato lavoro.
Avevo fatto l’esperienza di conoscere la comunita’ di Findhorn in Scozia e la vita in Italia mi sembrava troppo vuota al confronto. Avevo bisogno di amore, comprensione, guarire le mie ferite, stare con gente che condivideva i miei ideali, e con gente ottimista, positiva, entusiasmata dalla vita e dal proprio lavoro.
Fu cosi’ che a ottobre 2007 presi la decisione di andare a vivere a Findhorn. Sarei partita 9 mesi dopo per avere il tempo di mettere i soldi da parte per frequentare tutti i programmi di formazione per diventare un membro lavoratore della comunita’. Dopodiche’ avrei avuto vitto e alloggio in cambio di lavoro. Sebbene fosse periodo di crisi, e il mio datore faceva fatica a incassare dai clienti e a pagare i dipendenti, riuscii a incassare tutto. E, secondo segnale che l’universo mi era favorevole: dopo la mia decisione LA STERLINA COMINCIO’ A SCENDERE DI VALORE, dopo essere stata sempre sullo stesso valore da quando l’euro era stato creato nel 2002. QUESTO MI CONSENTIVA DI METTERE DA PARTE LA SOMMA DI DENARO DI CUI AVEVO BISOGNO.
Andai in Scozia, lasciando tutto, lavoro, appartamento, amici, famiglia nel luglio 2008 e iniziai a frequentare i programmi della comunita’. Dopo solo due mesi, totalmente inaspettatamente, mori’ mio padre. Mori’ esattamente nelle due settimane in cui non frequentavo nessun programma, e potei cosi’ fare un salto in Italia e ritornare in Scozia senza perdere nessuna parte della formazione. La morte di mio padre, sebbene dolorosa, significo’ una grande liberazione per me, non solo per il rapporto soffertissimo che avevo avuto con lui e la sua opposizione al cambio di vita che stavo perseguendo, ma anche perche’ mi lascio’ una EREDITA’ che in quel momento della mia vita significava avere tutte le porte aperte per fare veramente cio’ che il cuore mi dettava. NUOVO SEGNO DELL’UNIVERSO CHE SONO SALVA. Lavorare nella comunita’ infatti non era cio’ che esattamente desideravo, lo avevo scelto perche’ credevo di non avere altre possibilita’. Volevo vivere nella comunita’, ma senza rigidi orari di turni di lavoro, e poter coltivare gli interessi che mi stavano veramente a cuore. Fu cosi’ che un mondo nuovo mi si spalanco’ in cui vissi i piu’ bei momenti della mia vita. La comunita’ mi dava un senso di sicurezza, in un ambiente maturo e amorevole, in cui la maggior parte delle persone era impegnata nello sviluppo della consapevolezza, il lavoro su se’ stessi, e capace di percepire la magia e il fascino della vita.
Sebbene avessi trovato finalmente un tipo di attivita’ nel quale formarmi professionalmente che mi desse veramente soddisfazione, la Biodanza, credevo nuovamente di avere un tempo limite (questa volta piu’ lungo, di 3 o 4 anni) entro il quale qualificarmi e iniziare a farmi pagare, prima che finissero di nuovo i soldi. E la cosa mi dava un po’ di tensione perche’ volevo sentirmi libera di metterci tutto il tempo a me necessario per formarmi, e non angustiarmi per riuscire a vivere fin dall’inizio con un’attivita’ cosi’ alternativa, poco conosciuta, e cosi’ radicalmente diversa dal mio modo di vivere fino ad allora.
Ma prima che le mie preoccupazioni si facessero consistenti, mori’ anche mia madre, dopo soli due anni, e si libero’ una ulteriore parte di eredita’. NUOVO SEGNO DELL’UNIVERSO CHE SONO SALVA.
La sua morte fu piu’ difficile da integrare in me, ma sapevo che questa sua incarnazione era giunta a un termine, in cui non aveva piu’ senso continuare.
Fu il momento di migrare nuovamente a nuovi lidi, nuove avventure, nuove esplorazioni, nuove esperienze. Il freddo e la chiusura della scuola in Scozia, mi sospinsero a migrare nelle accoglienti isole Canarie. Fu un altro salto nel vuoto con benedizioni e sfide.
Uno scoglio finanziario si andava preparando, legato alla vendita della casa liberatasi con la morte di mia madre.
Il denaro diminuiva velocemente cercando il luogo giusto per me. Eppure piu’ vivevo ogni giorno libera dall’obbligo del lavoro, piu’ diventava per me naturale, tanto che non riuscivo piu’ a immaginare possibile vedermi assumerne uno per far fronte a carenze di denaro. La mentalita’ dello schiavo si andava trasformando. Dopo essere stata educata e formata tutta la vita da societa’ e famiglia al puro scopo di diventare un buon lavoratore, servitore del sistema, sacrificando talenti, valori, aspirazioni, piacere, gioia, amore, andava prendendo piede la mentalita’ della liberta’ di vivere come desidero. In realta’ questa mentalita’ giungeva dopo lunghe vite passate di schiavitu’, sfruttamento come prostituta, incarcerata, torturata, obbligata ai lavori forzati, e svariati suicidi per sfuggirvi.
All’inizio della ricerca di una nuova formazione professionale in sintonia con i talenti che ho portato in questo mondo per migliorarlo, sentivo l’obiettivo di arrivare ad essere pagata un giorno e poter vivere con quello, come superamento della prova di essere accettata e riconosciuta in questo mondo per il mio valore, il valore di cio’ che sto apportando. Ma poi anche questo desiderio si e’ andato via via affievolendo. Piu’ attraente si e’ fatto il desiderio di andare allo sportello automatico a ritirare denaro ogni qualvolta ne ho bisogno. Per dare valore alla mia vita, al mio contributo, non e’ poi necessario che mi paghino, e’ sufficiente un ringraziamento per farmi sapere che ho fatto del bene.
Cosi’ e’ stato che, di nuovo all’approssimarsi dell’esaurimento del denaro, mentre la casa non si riusciva a vendere, a causa della crisi e del terremoto, nuove esperienze mi sono state possibili che il mio cuore aveva desiderato. Quelle di essere AIUTATA.Nessun mi aveva mai prestato o regalato denaro, pensavo di non meritarmelo. Mio padre era morto lasciandomi una eredita’, e’ vero, ma la notte avevo il ricorrente incubo sognando che mio padre ritornava e io stavo usando il suo denaro facendo una vita contraria alla sua volonta’. E’ vero, nel sogno non si e’ mai opposto, ritornava senza dire nulla, senza chiedermi dove fosse il denaro, ma io con sgomento mi chiedevo come sarebbe sopravvissuto ora, e come sarei sopravvissuta io! Quel denaro non mi era stato volutamente, consciamente, regalato.
E dunque sono stata AIUTATA con denaro datomi consapevolmente. E sebbene non siano stati tempi facili, poter fare questa esperienza mi ha lasciato un benessere interiore che tutto il denaro del mondo non avrebbe potuto darmi. Il benessere di sapere che valgo, che posso contare su molte persone. Il benessere di sapere che sono SALVA, che non sono costretta a fare i lavori forzati. Certo, dovetti imparare ad avere il coraggio di chiedere, e soprattutto sentire che MERITAVO di chiedere, e fu una buona cosa. Il dentista che mi aveva curato i denti mi trovo’ un appartamento dove potessi stare e anticipo’ il denaro dell’affitto per tre mesi. Un membro della comunita’ in Scozia, che conoscevo appena, al mio appello di aiuto alla comunita’, mi regalo’ 500 euro, un altro caro amico mi regalo’ 100 euro, quanto poteva permettersi, altri mi prestarono chi 100, chi 200 euro, altri offrirono 10, 20 euro. Tra loro c’erano persone di cui mi ero dimenticata, e persone da poco tempo conosciute. Tutti insieme, questi gesti di aiuto, mi fecero sentire sostenuta, amata e di valore. Con altri amici ancora potei sperimentare la gioia e la soddisfazione del baratto, fare qualcosa di utile per loro, ricevendo in cambio qualcosa di utile per me, invece di farci pagare.
Poi venne il tempo del bisogno di ritornare ad avere denaro mio per non stare sempre a chiedere, e cosi’ fu che la casa trovo’ un compratore da cui ricevetti un piccolo anticipo, ulteriore segno dell’universo che sono SALVA, sufficiente per qualche mese, mentre continuavo a vivere secondo i miei desideri, anche se un po’ contenuti per via dell’incertezza sulla futura disponibilita’ di denaro.
La vendita della casa aveva infatti tanti se e ma, e le cose si complicarono e e i tempi si allungarono a dismisura a causa della legislazione esattrice sugli abusi edilizi. Chiesi nuovamente aiuto ad amici in vista dell’esaurimento del denaro e senza sapere come far fronte per alcuni mesi prima della conclusione della vendita della casa. Ma questa volta non fu possibile. E sinceramente non era questo che desideravo. L’aiuto degli amici l’avevo gia’ avuto durante i tempi difficili causati da chi ha provocato la crisi e il terremoto. Dopo avere sperimentato l’amore, questa volta volevo GIUSTIZIA.
E fu a questo punto che giunse il One People Public Trust con la preclusione dei governi e delle banche, e con la lettera di cortesia. Altro segno che sono SALVA. Fu allora che mi ricordai di una finanziaria di credito al consumatore che era stato il mio incubo mensile. Per una decina di anni avevo avuto un debito con loro, di cui non riuscivo a liberarmi. Lo avevo contratto perche’ non ce la facevo a sopravvivere e con il misero stipendio che prendevo e le mani bucate del mio ex convivente non riuscivo ad estinguerlo. Quando mio padre mori’, potei finalmente saldarlo, e giurai a me stessa che non avrei mai piu’ fatto un debito con una banca. Lo saldai a malincuore, perche’ mi avevano fatto pagare tanti interessi quanto il debito stesso, e si erano rifiutati di abbassarmi il tasso di interesse quando avevo l’acqua alla gola. Inoltre si erano comportati male con i miei genitori, che vivevano separati da me, e quindi non c’entravano nulla, molestandoli di telefonate quando smisi di restituire il debito . Mio padre mori’ anche sotto il peso delle preoccupazioni di questo debito di cui non sapeva nulla, oltre che per la preoccupazione della mia sopravvivenza in Scozia.
E’ cosi’ che mi si e’ presentata l’opportunita’ di farmi giustizia con il sistema. Una semplice telefonata, e mi arriva l’assegno. Dopo anni che avevo estinto il debito, era ancora li’ disponibile per me. E poi riceveranno una bella lettera di disconoscimento del debito. Se in questo momento ho il tempo per scrivervi questa storia, e trasmettervi un po’ di fiducia che e’ possibile vivere liberi, invece di essere a lavare dei pavimenti per 10 ore al giorno maledicendo il catasto che mi ha bloccato la vendita della casa, e’ grazie a questa mossa con la finanziaria, che si e’ gentilmente consegnata.
E dopo? Come continuera’ la storia? Dipende da cio’ che desidero sperimentare…se tutto va come sembra procedere, presto disporremo ciascuno di 10 miliardi di dollari, grazie al OPPT.
Quel che e’ sicuro, con o senza OPPT, saranno esperienze belle e utili, e nessun lavoro forzato PERCHE’ QUESTO E’ IL MIO SOGNO, CHE HO CREATO IO E CHE STO VIVENDO E GODENDO.
Non fare ‘ l’errore di pensare che lo sto vivendo perche’ ho avuto una eredita’. Non pensare che tu non avrai nessuna eredita’ e percio’ non sarai libero dal lavoro. Io nemmeno lo pensavo, mio padre avrebbe potuto vivere altri vent’anni e mangiarsi tutti i soldi. Non porre limiti alla maniera in cui il denaro ti puo’ arrivare.
Ogni storia e’ individuale, ogni cammino e’ diverso.
Puo’ anche essere che il tuo cammino includa la necessita’ di lavorare. A me ha fatto anche bene, non solo male, lavorare per 10 anni: ho potuto sviluppare capacita’ e qualita’ che altrimenti non avrei. Vivere fuori dal lavoro, inoltre, quando la maggior parte degli adulti e’ impegnata a lavorare o cercare lavoro, puo’ anche causare solitudine e mancanza di stimoli. Occorre ogni giorno reinventarsi la propria vita, avere chiaro dove si vuole andare, in quale direzione, avere dei progetti a cui dedicarsi.
Se non si ha chiara questa direzione, in attesa che si chiariscano le idee, fare del volontariato, con i tempi e l’impegno che piu’ ci vanno bene, puo’ aiutare a colmare la solitudine e la mancanza di impegno.
Nel vivere fuori dal lavoro, si puo’ scoprire inoltre con sgomento che c’e’ una montagna di lavoro da fare su noi stessi per vivere la vita come l’abbiamo desiderata e attrarre a noi le persone che ci consentono di viverla. Tutti i problemi di relazione vengono fuori, tutto quello che la scusa del lavoro ci consentiva di non affrontare su noi stessi viene fuori. Bisogna abituarsi a camminare nel mondo come esseri sovrani e non piu’ schiavi, quando si esce dalla cella…e’ un bel cambio.
Un po’ alla volta lo si apprende
Nata Libera e’ il nome di una leonessa di serie televisiva di quando ero bambina, che viene raccolta forse curata, non ricordo, e poi rilasciata alla savana perche’ appunto nata libera. Mi affezionai a quella leonessa, la amai profondamente, e piansi quando fu liberata, piansi perche’ non l’avrei piu’ rivista ma ma li’ doveva andare per via del suo nome e io sognai di essere libera come lei. Ora piango a ripensarci. Fu la mia prima esperienza con la liberta’. Fu il messaggio che mi fu dato per questa mia vita. Quel nome, di cui a malapena comprendevo il significato alla mia tenera eta’, quell’animale, fu il messaggio che mi fu dato ora lo comprendo. Mi risveglio’ il senso della liberta’, che abbiamo fin dalla nascita, perche’ siamo NATI LIBERI, come leoni. ,
Anna
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