FORSE NON CI SIAMO CAPITI…
Il punto di non ritorno
C’è chi sta dicendo in rete che il 9 dicembre 2013, data di inizio di una mobilitazione A OLTRANZA di tutta la popolazione, grazie all’adesione indiscriminata di tutte le associazioni di categoria dei lavoratori, darà il pretesto a chi ci governa di spingere al conflitto ed allo scontro violento per delegittimare le voce della gente, stanca delle vessazioni.
C’è questa possibilità, come storicamente indicano gli esiti delle rivoluzioni passate.
Ma c’è anche, e forse più fortemente, la possibilità che tutto rimanga nei binari della obiezione civile e un messaggio forte e inequivocabile giunga alla classe dirigente: la popolazione, ritirando civilmente il proprio consenso ad una politica che distrugge il tessuto sociale, culturale e produttivo della nazione, pretende il rispetto della Costituzione Italiana, più volte maltrattata e tradita per interessi di parte.
Per chi ha una visione globale di come funziona il sistema, è noto che l’Italia, per molteplici ragioni, ne è il centro planetario.
E da dove dovrebbe partire a questo punto l’inversione di tendenza globale?
Dalla penisola Italiana, come molti indizi e linee temporali convergono ad indicare.
Jervé- iconicon
QUI VIDEO
Intervista a Danilo Calvani, esponente dei Comitati Riuniti Agricoli, uno degli organizzatori della grande protesta nazionale che partirà il 9 dicembre con lo slogan "L'Italia si ferma". Calvani spiega gli obiettivi: blocco ad oltranza delle attività produttive e dei trasporti fino a quando non si dimette l'intero Parlamento.
L'obiettivo è di costringere Napolitano a sciogliere le Camere e nominare un governo istituzionale che faccia un'altra legge elettorale e ci porti al voto. Calvani parla di milioni di persone pronte a partecipare alla lotta e lancia un appello alle Forze Armate: "Ricordate che avete giurato sulla Costituzione..."
tempi-finali.blogspot.it
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