Quando il guerriero si assume una responsabilità, mantiene la parola.
Responsabilità e rischio
La radice latina della parola "responsabilità" ne svela il significato: capacità di rispondere, di reagire.
Un guerriero responsabile è stato capace di osservare e
addestrarsi. È stato, anche, capace di essere “irresponsabile”:
talvolta si è lasciato trascinare dalla situazione e non ha reagito.
Ma ha imparato la lezione: ha preso una posizione, ha ascoltato un consiglio, ha avuto l’umiltà di accettare aiuto.
Un guerriero responsabile non è colui che si carica
sulle spalle il peso del mondo: è quello che riesce ad affrontare le
sfide del presente.
Ovviamente, certe volte è spaventato davanti a decisioni importanti.
"Questo è troppo grande per te”, gli dice un amico.
"Vai avanti, abbi coraggio", gli dice un altro.
E i suoi dubbi aumentano.
Dopo alcuni giorni di angoscia, il guerriero si ritira
nell’angolo della sua tenda, dove solitamente si siede per meditare e
pregare. Vede se stesso nel futuro. Vede le persone che trarranno
beneficio o saranno pregiudicate dal suo atteggiamento. Egli non vuole
causare sofferenze inutili, ma non vuole neppure abbandonare il
cammino.
Il guerriero, allora, lascia che la decisione si
manifesti. Se sarà necessario dire sì, egli lo dirà con coraggio. Se
sarà necessario dire no, lo dirà senza vigliaccheria. Quando il
guerriero si assume una responsabilità, mantiene la parola.
Coloro che promettono e non rispettano perdono il
rispetto per se stessi, si vergognano delle proprie azioni. La loro
vita consiste nel fuggire. Esse sprecano molta più energia venendo meno
alla parola, energia che il guerriero della luce usa per mantenere gli
impegni.
A volte, anch’egli si assume una responsabilità
stupida, dalla quale deriverà un danno. È un atteggiamento che non
ripeterà – ma onora comunque la parola data e paga il prezzo per la
propria impulsività.
È chiaro che finisce per udire opinioni sfavorevoli.
Ma, prima di dare ascolto a qualsiasi cosa, cerca sempre di informarsi
se chi dà queste opinioni abbia fatto un lavoro migliore del suo.
Generalmente, chi critica non ha mai vissuto il proprio sogno: solo i
vincitori sono tolleranti e generosi.
Perché allora critica?
Perché, per ogni passo avanti che fa il guerriero,
questa persona rimane un passo indietro. Per lei, è duro accettare che
il guerriero sta raggiungendo tutto ciò che lei ha giudicato
irraggiungibile.
Ciò non vuol dire che il guerriero faccia dei passi
sbagliati: certo, commetterà molti errori, ma non ha importanza.
Sbagliare fa parte del cammino, correggere gli errori fa parte della
sua responsabilità.
Per commettere meno errori, di tanto in tanto il
guerriero si riposa e gioisce delle cose semplici della vita. Egli sa
che le corde sempre tese finiscono per cedere. I cavalli che saltano
continuamente gli ostacoli finiscono per spezzarsi la zampa. Gli archi
che vengono incurvati tutti i giorni non scagliano più le frecce con la
stessa forza.
Del pentimento sincero
Il monaco Chu Lai veniva aggredito da un insegnante che
non credeva a nulla di ciò che egli diceva. La moglie dell’insegnante,
invece, era una seguace di Chu Lai - e pretese dal marito che andasse a
chiedere scusa al saggio.
Contrariato, ma non avendo il coraggio di opporsi alla
moglie, l’uomo si recò al tempio e mormorò alcune parole di pentimento.
- Non ti perdono - disse Chu Lai. – Torna al lavoro".
La moglie ne fu scandalizzata:
- Mio marito si è umiliato, e voi, che affermate di essere un saggio, non siete stato generoso!
Rispose Chu Lai:
- Nella mia anima non c’è rancore. Ma, se egli non è
pentito, è meglio che riconosca di provare rabbia contro di me. Se
avessi accettato la sua richiesta di perdono, avremmo creato una falsa
situazione di armonia – e questo avrebbe accresciuto la rabbia di
vostro marito.
Cambiando atteggiamento
- Per un anno, dovrai pagare una moneta a chi ti
aggredirà – disse l’abate a un giovane desideroso di intraprendere il
cammino spirituale.
Nei dodici mesi seguenti, il giovane pagava una moneta
ogni volta che veniva aggredito. Alla fine dell’anno, tornò dall’abate
per conoscere il passo successivo.
- Vai in città a comprarmi del cibo.
Appena il giovane fu uscito, l’abate si travestì da
mendicante e si recò alla porta della città. Quando il giovane si
avvicinò, cominciò a insultarlo.
- Che bello! – commentò il giovane. – Per un anno
intero ho dovuto pagare, e adesso posso essere aggredito gratis, senza
spendere niente!
Udendo questo, l’abate si tolse il travestimento.
- Chi non prende gli insulti seriamente, è sulla strada della saggezza.
http://www.warriorofthelight.com/ital/edi223_responsabilidade.shtml
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