giovedì 24 luglio 2014

 Quando il guerriero si assume una responsabilità, mantiene la parola.

 
  
Responsabilità e rischio
La radice latina della parola "responsabilità" ne svela il significato: capacità di rispondere, di reagire.
Un guerriero responsabile è stato capace di osservare e addestrarsi. È stato, anche, capace di essere “irresponsabile”: talvolta si è lasciato trascinare dalla situazione e non ha reagito.
Ma ha imparato la lezione: ha preso una posizione, ha ascoltato un consiglio, ha avuto l’umiltà di accettare aiuto.
Un guerriero responsabile non è colui che si carica sulle spalle il peso del mondo: è quello che riesce ad affrontare le sfide del presente.
Ovviamente, certe volte è spaventato davanti a decisioni importanti.
"Questo è troppo grande per te”, gli dice un amico.
"Vai avanti, abbi coraggio", gli dice un altro.
E i suoi dubbi aumentano.

Dopo alcuni giorni di angoscia, il guerriero si ritira nell’angolo della sua tenda, dove solitamente si siede per meditare e pregare. Vede se stesso nel futuro. Vede le persone che trarranno beneficio o saranno pregiudicate dal suo atteggiamento. Egli non vuole causare sofferenze inutili, ma non vuole neppure abbandonare il cammino.
Il guerriero, allora, lascia che la decisione si manifesti. Se sarà necessario dire sì, egli lo dirà con coraggio. Se sarà necessario dire no, lo dirà senza vigliaccheria. Quando il guerriero si assume una responsabilità, mantiene la parola.
Coloro che promettono e non rispettano perdono il rispetto per se stessi, si vergognano delle proprie azioni. La loro vita consiste nel fuggire. Esse sprecano molta più energia venendo meno alla parola, energia che il guerriero della luce usa per mantenere gli impegni.
A volte, anch’egli si assume una responsabilità stupida, dalla quale deriverà un danno. È un atteggiamento che non ripeterà – ma onora comunque la parola data e paga il prezzo per la propria impulsività.
È chiaro che finisce per udire opinioni sfavorevoli. Ma, prima di dare ascolto a qualsiasi cosa, cerca sempre di informarsi se chi dà queste opinioni abbia fatto un lavoro migliore del suo. Generalmente, chi critica non ha mai vissuto il proprio sogno: solo i vincitori sono tolleranti e generosi.
Perché allora critica?
Perché, per ogni passo avanti che fa il guerriero, questa persona rimane un passo indietro. Per lei, è duro accettare che il guerriero sta raggiungendo tutto ciò che lei ha giudicato irraggiungibile.
Ciò non vuol dire che il guerriero faccia dei passi sbagliati: certo, commetterà molti errori, ma non ha importanza. Sbagliare fa parte del cammino, correggere gli errori fa parte della sua responsabilità.
Per commettere meno errori, di tanto in tanto il guerriero si riposa e gioisce delle cose semplici della vita. Egli sa che le corde sempre tese finiscono per cedere. I cavalli che saltano continuamente gli ostacoli finiscono per spezzarsi la zampa. Gli archi che vengono incurvati tutti i giorni non scagliano più le frecce con la stessa forza.

Del pentimento sincero
Il monaco Chu Lai veniva aggredito da un insegnante che non credeva a nulla di ciò che egli diceva. La moglie dell’insegnante, invece, era una seguace di Chu Lai - e pretese dal marito che andasse a chiedere scusa al saggio.
Contrariato, ma non avendo il coraggio di opporsi alla moglie, l’uomo si recò al tempio e mormorò alcune parole di pentimento.
- Non ti perdono - disse Chu Lai. – Torna al lavoro".
La moglie ne fu scandalizzata:
- Mio marito si è umiliato, e voi, che affermate di essere un saggio, non siete stato generoso!
Rispose Chu Lai:
- Nella mia anima non c’è rancore. Ma, se egli non è pentito, è meglio che riconosca di provare rabbia contro di me. Se avessi accettato la sua richiesta di perdono, avremmo creato una falsa situazione di armonia – e questo avrebbe accresciuto la rabbia di vostro marito.

Cambiando atteggiamento
- Per un anno, dovrai pagare una moneta a chi ti aggredirà – disse l’abate a un giovane desideroso di intraprendere il cammino spirituale.
Nei dodici mesi seguenti, il giovane pagava una moneta ogni volta che veniva aggredito. Alla fine dell’anno, tornò dall’abate per conoscere il passo successivo.
- Vai in città a comprarmi del cibo.
Appena il giovane fu uscito, l’abate si travestì da mendicante e si recò alla porta della città. Quando il giovane si avvicinò, cominciò a insultarlo.
- Che bello! – commentò il giovane. – Per un anno intero ho dovuto pagare, e adesso posso essere aggredito gratis, senza spendere niente!
Udendo questo, l’abate si tolse il travestimento.
- Chi non prende gli insulti seriamente, è sulla strada della saggezza.
http://www.warriorofthelight.com/ital/edi223_responsabilidade.shtml

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