martedì 20 gennaio 2015

risveglio

Per due anni un uomo minuto è rimasto tranquillamente seduto su una panchina di un parco mentre la gente persa nei propri pensieri gli passava davanti. Un giorno un passante gli ha fatto una domanda. Nelle settimane seguenti sono poi arrivate altre persone con altre domande. Si diceva che l’uomo fosse un mistico e che avesse scoperto come ottenere la pace e come dare un senso alle nostre vite.
Sembra fiction ma quest’uomo è oggi Eckhart Tolle, conosciuto in tutto il mondo per i suoi insegnamenti sull’illuminazione spirituale, grazie al potere del momento presente. Il suo primo libro, “Il potere di Adesso”, è un bestseller internazionale, tradotto in 33 lingue.
Sono ormai passati più di vent’anni da quando Eckhart Tolle ha risposto alla prima domanda da quella panchina nel parco. Nonostante l’uditorio sia ormai cresciuto, il suo messaggio è rimasto inalterato: è possibile smettere di lottare nella vita, ed è possibile trovare gioia e appagamento solamente in questo momento (nel “qui” e “ora”).


Eckhart Tolle – Il Risveglio Spirituale (tratto dal DVD).
Fin dai tempi antichi il termine risveglio è stato usato come una metafora per indicare la trasformazione della consapevolezza umana. Vi sono parabole nell’Antico Testamento che parlano dell’importanza di essere svegli e di non ricadere nel sonno. La parola Buddha viene dal sanscrito Budh che significa essere sveglio.
Quindi Buddha non è un nome e in fondo neanche una persona, ma uno stato di consapevolezza. Tutto ciò implica che gli umani sono potenzialmente capaci di vivere in uno stato di consapevolezza al cui confronto il normale stato di veglia è come il sonno o il sogno. Ecco perché alcuni insegnanti spirituali usano termini quali allucinazioni condivise o stato ipnotico universale per descrivere la normale esistenza umana.
Basta aprire un qualsiasi libro di storia e suggerisco quella del ventesimo secolo, per trovare che la maggior parte della storia della nostra specie ha tutte le caratteristiche che normalmente si associano agli incubi o alle allucinazioni della follia.

La natura del risveglio spirituale è spesso fraintesa. L’adozione di credo spirituali, l’aver visioni di Dio o di esseri celesti, l’abilità di canalizzare, di guarire, di prevedere il futuro o l’avere altri poteri paranormali (tutti fenomeni con un certo valore e che non vanno abbandonati) non sono la prova che sia avvenuto un risveglio spirituale in quelle persone che ne fanno l’esperienza. Possono accadere a persone che non si sono risvegliate e possono accompagnarsi a uno stato di risveglio oppure no.
Ogni mattina ci svegliamo dal sonno e dai sogni ed entriamo in uno stato che noi diciamo essere di veglia. Questo stato normale di veglia è caratterizzato da un continuo flusso di pensieri, molti dei quali ripetitivi. Ma allora da cosa ci risvegliamo quando avviene il risveglio spirituale? Ci risvegliamo dalla identificazione con i nostri pensieri.
Chiunque non si sia risvegliato spiritualmente è totalmente identificato e guidato dalla mente pensante, da quella voce nella testa che parla incessantemente. Il pensiero è compulsivo, non si riesce a fermarlo o così sembra. Crea anche dipendenza: non lo si vuole neppure fermare, almeno finché la sofferenza creata dal continuo rumore mentale, non diventi insopportabile.
In uno stato non risvegliato invece di usare i pensieri, siamo usati da questi. Si potrebbe dire che si è posseduti dai pensieri, che non sono altro che condizionamenti collettivi della mente umana accumulati in migliaia d’anni. Non si vedono le cose così come sono veramente ma le vedete distorte o ridotte dalle etichette mentali, da concetti, da giudizi, opinioni e schemi reattivi.
Il vostro senso di identità, del sé, si è ridotto a una storia che vi continuate a raccontare mentalmente. Io e la mia storia! A questo si riduce la vita in uno stato non risvegliato. E quando la vita si riduce a questo, non potete mai essere felici a lungo, perché non siete voi stessi.
Questo allora significa che quando siete spiritualmente risvegliati smettete di pensare? Naturalmente no! In realtà potete usare i pensieri in modo molto più efficiente di prima, ma vi rendete conto che nel vostro Essere c’è una profondità, una quiete viva e vibrante molto più vasta dei pensieri. Questa è la consapevolezza e la mente pensante ne è solo un piccolo aspetto.
Per molti la prima indicazione di un risveglio spirituale sta nel divenire consapevoli dei propri pensieri. Si diventa per così dire testimoni dei propri pensieri. Non portare la quiete si è più completamente identificati con la mente e si inizia a percepire in sé una profondità mai conosciuta prima.
Il risveglio spirituale è per la maggior parte delle persone un processo graduale. Raramente accade tutto in una volta. Quando questo accade di solito è spinto da un’intensa sofferenza.
Ciò è stato sicuramente vero nel mio caso. Per anni la mia vita altalenava tra la depressione e l’ansia acuta. Una notte mi sono svegliato in uno stato di tremenda e intensa paura, che non avevo mai provato prima. La vita mi appariva senza senso, un intralcio, ostile. Divenne così insopportabile da provocarmi ben presto un pensiero: non posso più vivere con me stesso. Il pensiero andava ripetendosi più e più volte.
Di colpo poi sono indietreggiato e ho guardato quel pensiero, così com’era e mi sono reso conto della sua stranezza: se non posso più vivere con me stesso, vuol dire che siamo in due, uno sono io e l’altro è quello con cui non posso più vivere. Quindi mi domandai: chi è quell’io e chi è quel me con cui non posso vivere? Non mi venne alcuna risposta e la mente smise di funzionare.
Per un momento all’interno ci fu solo silenzio. Subito dopo mi ritrovai in un turbine, in un vortice di energia. Poi un’intensa paura mi catturò e il corpo si mise a tremare. Sentii dentro il petto queste parole: non fare resistenza. E poi mi sono sentito risucchiato nel vuoto. Le paure sono improvvisamente scomparse e mi sono lasciato cadere in quel vuoto. Non ho memoria di quel che accadde dopo.
Mi risvegliai il mattino dopo come se fossi appena venuto al mondo. Tutto mi appariva fresco, immacolato e intensamente vivo.
Una quiete vibrante colmava tutto il mio essere. Mentre passeggiavo per la città quel giorno, il mondo mi appariva come se fossi appena arrivato, il passato era totalmente assente. Mi trovavo in uno stato di meraviglia per la pace interiore provata e per la bellezza che vedevo fuori, anche in mezzo al traffico. Non mettevo più etichette e non interpretavo più le mie percezioni sensoriali, c’era una quasi completa assenza di commento mentale.
Da quel giorno percepisco e interagisco col mondo in questo modo: dalla quiete e non più dal rumore mentale. La pace provata quel giorno, più di venti anni fa, non mi ha più abbandonato, anche se varia di intensità. All’epoca non avevo un riferimento concettuale che mi aiutasse a capire cosa mi era accaduto. Anni dopo mi sono reso conto che l’intensa sofferenza provata quella notte aveva spinto la mia consapevolezza a distaccarsi dall’identificazione con il sé infelice, con il piccolo me sofferente, che non è altro che un’illusione della mente.
Il distacco deve essere stato così completo che quel sé sofferente è scomparso, come quando si toglie il tappo ad un giocattolo gonfiabile. Quel che rimase fu la mia vera natura, il sempre presente Io Sono: consapevolezza allo stato puro antecedente all’identificazione con la forma. Potete anche chiamarlo pura consapevolezza o presenza.

 

Il regno dei cieli dentro di noi

Ascoltare Eckhart Tolle ci ricorda che ogni cosa è possibile – per tutti.
Non parlo di vivere una vita di piaceri piena di auto di lusso, case al mare, e vacanze stravaganti, ma di un’esperienza colma di quel genere di intuizioni spirituali che non solo rendono questa vita degna di essere vissuta ma anche decisamente più appagante.
Il problema è che, ogni volta che si dice “intuizione spirituale” si parte spesso dal presupposto che stiamo parlando di qualcosa di troppo etereo per essere pratico o troppo vago ed elusivo ed irraggiungibile nel corso di questa vita.
Questo è esattamente il punto che il Sig. Tolle, uno dei maestri ed autori spirituali meglio conosciuti al mondo, ha decisamente respinto durante una conferenzache aveva tenuto un paio di mesi prima alla Stanford University.
“Alcune persone si risvegliano spiritualmente senza mai essere entrate in contatto con alcuna tecnica di meditazione od alcun insegnamento spirituale,” ha detto. “Può darsi che si risvegliano semplicemente perché non riescono più a sopportare la sofferenza.”
Tolle è andato avanti a citare esempi di persone alle quali era stato detto che rimaneva loro poco tempo da vivere o che erano state condannate ad una pena in prigione particolarmente lunga. In entrambi i casi, qualsiasi pensiero di un futuro era praticamente svanito, costringendo questi individui a ciò che Tolle descrive come “una intensa consapevolezza” che si percepisce nel momento presente senza più “nessun futuro nel quale evadere mentalmente.”
E qual’è il risultato? Molta sofferenza in meno.
“Questo è il vero risveglio spirituale, quando qualcosa emerge da dentro di te che è più profondo  di ciò che pensavi di essere,” dice Tolle. “Quindi, la persona resta, ma si potrebbe quasi dire che qualcosa di più potente risplende attraverso essa.”
La buona notizia, secondo Tolle, è che per sperimentare questo risveglio, “non devi aspettare la diagnosi del medico o finire in galera…nè fare 30.000 ore di meditazione o vivere in un ashram per 20 anni. Una volta che riesci ad avere un’idea di questo risveglio puoi riviverlo nella tua vita quotidianamente.”
Per un numero sempre più grande di persone, questa comprensione del sempre presente “tu spirituale” che risplende attraverso noi, ha portato a significativi miglioramenti nelle loro vite, non ultimo una salute migliore. Ciò sembrerebbe suggerire che questo genere di intuizioni spirituali non sono minimamente eteree o elusive ma decisamente pratiche.
“Spiritualità e religione fanno parte del paradigma della guarigione,” scrive Airdre Grant in uno studio pubblicato nel Journal of the Australian Traditional Medicine Society (ATMS). “Sono fattori decisivi per la salute e giocano un ruolo nella guarigione, nel benessere e longevità.”
Ma da dove vengono queste intuizioni? Si tratta semplicemente di un’ utopistica illusione? O forse è qualcosa di più affidabile o più efficace?
“Gesù ha detto ‘il regno dei cieli è dentro di te,’ ’’ osserva Tolle, suggerendo che questa conoscenza che induce la salute potrebbe essere molto più vicina di quanto pensiamo. “Credo che se Egli vivesse ai giorni nostri, invece di ‘regno,’ Egli userebbe, ‘dimensione’ e avrebbe usato la parola ‘cieli’ per riferirsi ad un senso d’ immensità o vastità. Quindi ritraducendo le parole di Gesù in termini moderni potermmo dire ‘la dimensione della vastità è dentro di te.’
“E poi Gesù disse – quando gli chiesero, ‘Dov’è il regno dei cieli e quando verrà?’ – egli rispose, ‘Il regno dei cieli non arriva con segni che possano essere percepiti. Non potrai dire, ah, eccolo qui o guarda, eccolo laggiù, perché io vi dico che il regno dei cieli è dentro di voi.’”
E’ bello sapere che il proverbiale “regno dei cieli” di cui abbiamo sentito parlare per almeno due millenni – questa “dimensione di vastità” o quel che potrei descrivere come la comprensione della nostra vera identità spirituale – è “dentro di noi.” Dentro noi tutti, qui e adesso.
Non ci rimane che la volontà – e l’umiltà – di mettere questa intuizione in pratica.
http://www.bloglibri.it/eckart-tolle-e-il-risveglio-spirituale/
http://ahealthyeurope.com/2013/05/21/eckhart-tolle-e-il-regno-dei-cieli-dentro-di-noi/
http://risvegliodiunadea.altervista.org/

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