Kali Yuga. L'Era della discordia e dell'ipocrisia giugno 2010
L'epoca
in cui viviamo è complessa, difficile e per molti aspetti addirittura
oscura: siamo infatti in Kali yuga, l'era della discordia e
dell'ipocrisia.
Gli antichi testi vedici parlano di questo periodo storico
come di un'epoca di decadenza e grandi conflitti, mentre i saggi già
molte migliaia di anni fa prevedevano che nel corso di questo yuga il genere umano avrebbe creato serie complicazioni per sé e per il pianeta Terra.
In accordo all'antica cultura vedica,
il tempo è scandito da una ripetizione ciclica di ere, detta Maha
yuga, o Grande Era, che comprende quattro periodi distinti, detti yuga.
Il Satya yuga, o Era dell'Oro, ha una durata di 1.728.000 anni ed è la prima delle quattro epoche. In questa era, la virtù, sattva,
è l’influenza dominante. Gli uomini sono spontaneamente coscienti
della propria natura spirituale e coltivano la realizzazione del sé
attraverso lo yoga
della meditazione, metodo che risulta attuabile con successo vista la
lunghissima durata media della vita di cui godono i suoi abitanti. Solo
spiritualisti abitano il pianeta in questa era.
Il Treta yuga, la cui durata è di 1.296.000
anni, è detto Era d'Argento e si registra un leggero decadimento dei
valori ma la realizzazione spirituale rimane sempre lo scopo principale
nella società umana. Vengono compiuti opulenti sacrifici rituali per
favorire l’elevazione di tutti gli esseri viventi e spiritualisti e
materialisti, anche se separati geoculturalmente, risiedono sullo
stesso pianeta.
Il Dvapara yuga, della durata di 864.000 anni, è l’Era del Bronzo: i
valori subiscono un’ulteriore flessione, senza però scendere sotto
livelli di eccellenza. La realizzazione spirituale si ottiene
attraverso l’adorazione delle Divinità e spiritualisti e materialisti
prendono nascita anche all’interno della stessa famiglia.
Infine viene il Kali yuga, la cui durata è di 432.000 anni.
E’ l'epoca in cui viviamo oggi, l'Era del Ferro, iniziata circa
cinquemila anni fa. In questo tempo il degrado è rapido e continuo,
come enormemente ridotta è la durata della vita in confronto alle ere
precedenti. Materialista e spiritualista convivono nello stesso
individuo, costringendolo ad una lotta interiore senza fine.
Nelle ere che hanno preceduto il Kali yuga la realizzazione
spirituale era possibile solo grazie alla pratica di severe austerità,
commisurate alla straordinaria intelligenza e prestanza fisica degli
individui che vivevano a quei tempi.
Le storie puraniche raccontano di yogi che in Satya
yuga rimanevano in meditazione per decine di migliaia di anni, di
sacerdoti che in Treta yuga compivano complicatissimi sacrifici
rituali, nei quali non era consentito sbagliare neppure un accento
nella pronuncia dei mantra prescritti, pena il fallimento della cerimonia stessa.
I brahmana dello Dvapara yuga adoravano le Divinità
con uno sfarzo inimmaginabile ai giorni nostri. I metodi di
realizzazione spirituale prescritti per le ere precedenti sono
impossibili da seguire in Kali yuga e i testi sacri ne sconsigliano la
pratica.
L'uomo di Kali yuga è generalmente poco attratto dalla
realizzazione spirituale e preferisce indulgere in attività materiali.
Identifica il proprio sé con il corpo, è molto concentrato sull'aspetto
fisico e considera il godimento sensoriale come il fine ultimo della
propria vita.
Apparire è più importante che essere e uomini e donne non
hanno conoscenza del proprio vero sé e si struggono nel tentativo di
contrastare l'invecchiamento, considerato un male da nascondere. Pur di
esibire un aspetto giovanile, felice e vincente secondo i canoni
attuali, oggi è pratica normale ricorrere ad iniezioni di silicone,
tagli e cuciture per sagomare il corpo nella vana speranza di frenarne
l’inevitabile decadimento ed ottenere un'anelata quanto impossibile
felicità materiale.
Il consumismo crea ed alimenta questi modi di pensare,
costringendo la gente a rincorrere futilmente sempre nuove presunte
esigenze.
In nome del progresso e della libertà il meccanismo
consumistico invita a liberarsi dalle zavorre del pensiero moralista e
valori quali l’onestà, la veridicità, la compassione, il rispetto o la
tolleranza diventano ostacoli per chi desidera raggiungere facilmente
notorietà, visibilità e ricchezza.
Ma sei o sette miliardi di esseri umani egocentrici finiscono
per rendersi vicendevolmente la vita complicata e si ritrovano
collettivamente in una situazione di sofferenza fisica, disagio
psichico ed incertezza sociale a vari livelli.
La domanda da porsi è se la civiltà stia veramente progredendo oppure sta avvenendo l'esatto contrario?
La società vedica tradizionale era principalmente composta da
piccoli nuclei di una ventina di famiglie che vivevano in modo
semplice a contatto con la natura. Tutti coltivavano pensieri elevati
sotto la guida di un maestro spirituale autentico che si preoccupava di
assistere la società nella ricerca dell'equilibrio psichico, fisico e
spirituale.
Il sistema sociale del varnasrama dharma garantiva armonia e protezione sociale e spirituale a tutti gli esseri viventi.
Nella società vedica essere era molto più importante che
apparire e gli stessi regnanti vivevano in modo sobrio e distaccato le
agiatezze che la loro posizione garantiva. L'opposto succede oggi!
Nei testi puranici troviamo storie di grandi personaggi che
sacrificavano le proprie esigenze personali per il genuino benessere
del popolo su cui regnavano.
Negli stessi testi apprendiamo come in età avanzata i grandi
re ed gli imperatori preferissero ritirarsi nella foresta in totale
povertà per meditare e praticare la spiritualità piuttosto che rimanere pateticamente aggrappati alla loro posizione privilegiata.
Chanakya Pandit, famoso politico vissuto in India circa 2300
anni fa, in un periodo in cui la civiltà vedica era ancora ben
radicata, utilizzò la sua sottile ed efficiente diplomazia per
permettere l'espansione di uno dei regni più importanti della storia
indiana recente, quello di Chandragupta Maurya, della dinastia Gupta.
Chanakya Pandit di giorno vestiva abiti eleganti e raffinati,
adeguati al ruolo che rivestiva ed usufruiva di tutti i privilegi
offerti dalla sua posizione, ma non appena adempiuti i suoi doveri
ufficiali egli si ritirava in una umile capanna dove studiava, pregava e
scriveva testi per il beneficio sociale e spirituale della società.
Ancora oggi i suoi scritti sono apprezzati e seguiti nel mondo intero.
I regnanti rappresentavano coerentemente una società che
metteva davanti ad ogni cosa la realizzazione spirituale e non la
ricerca della felicità materiale, per sua natura effimera e
imprevedibile. Il popolo seguiva volentieri questi modelli illuminati,
dal carattere esemplare, dando vita ad una civiltà armoniosa, feconda e
felice, rimpianta da tutti quelli che oggi la studiano.
Cercare di ripristinare situazioni passate è tuttavia pura utopia, senza possibilità di reale successo.
L'obiettivo è piuttosto quello di risvegliare l'identità
spirituale assopita in ogni individuo, di aiutare la gente a discernere
la realtà spirituale dall'illusione materiale, ciò che è eterno dal
temporaneo.
Queste sono le conoscenze indispensabili per ottenere
equilibrio e serenità interiori e realizzare permanentemente la pace
sociale.
Kali yuga ha generalmente un decorso degenerativo
inarrestabile ma tuttavia il particolare Kali yuga in cui ci troviamo a
vivere oggi possiede l'insolita benedizione di un sottoperiodo di
attenuazione della negatività.
Se ci guardiamo intorno scopriremo come parallelamente al
pensiero materialista comune se ne stia diffondendo uno di altra
natura, in cui converge un numero sempre maggiore di individui alla
ricerca di una alternativa positiva. Alimentazione naturale, modelli di
vita meno stereotipati, dialogo e migliori relazioni con il prossimo,
lettura di testi più profondi sono alcune delle attività che accomunano
questa persone.
Un popolo “alternativo”, sostanzialmente poco interessato a
mettere al primo ed unico posto della propria vita la carriera, il
denaro o il sesso, che desidera riscoprire un modo di vita più
semplice, che soprattutto ha il coraggio di guardarsi dentro.
Il
sottoperiodo dell'Oro che durerà complessivamente 10.000 anni, è
iniziato 511 anni fa con la nascita di Sri Caitanya Mahaprabhu
(1486-1544) in Bengala, India.
Sri Caitanya Mahaprabhu è universalmente riconosciuto come
mistico e santo ed è figura Divina per chi segue la tradizione
vaisnava.
Interessante notare che, quasi fosse una strategia ben
precisa, contemporaneamente alla Sua venuta, sia in Occidente che in
Oriente grandi personaggi storici hanno partecipato al rinascimento
della società umana.
Sri Caitanya Mahaprabhu non ha solo lasciato insegnamenti
d’inestimabile valore religioso, culturale ed etico, conservati negli
scritti dei suoi discepoli diretti, ma ha anche lottato contro il
sistema delle caste distribuendo la coscienza di Krishna
(Dio) senza alcuna discriminazione ed avviando un movimento culturale e
spirituale destinato ad unire le genti di tutto il mondo.
Sri Caitanya Mahaprabhu ha diffuso il canto e la recitazione del mantra
Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare
Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare
che viene considerato dai saggi di ogni epoca e dalle antiche
scritture l'unico metodo efficace per contrastare le influenze di Kali
yuga, risvegliando efficacemente la coscienza spirituale in quest'era
buia.
Sempre più religiosi e ricercatori adottano il mantra Hare
Krishna nelle loro pratiche quotidiane, a prescindere da credo e
orientamento filosofico.
Il mantra Hare Krishna
si situa infatti di là di ogni categorizzazione materiale e la sua
recitazione porta beneficio a chiunque, senza richiedere di abbracciare
un'altra fede.
Dopo l'avvento di Sri Caitanya Mahaprabhu molti sono i
maestri che si sono adoperati per portare al mondo intero il messaggio
vedico e il mantra Hare Krishna. Tra loro, Bhaktivedanta Swami Prabhupada,
fondatore del movimento Vaisnava conosciuto popolarmente come Hare
Krishna, ha diffuso questo messaggio in Occidente in maniera pura ed
originale, come mai era stato fatto prima. Con lui la cultura vedica
esce dall'area accademica e trova applicazione pratica. Fu anche grazie
agli insegnamenti di Bhaktivedanta Swami Prabhupada che il disordinato
rifiuto di una società materialista basata sul consumismo vagheggiato
dagli hippies a cavallo degli anni 60/70, per molti ha preso forma
evolvendosi in una realtà positiva e spirituale.
Il vero anticonformista di oggi difficilmente consuma
alcolici, fuma o esibisce atteggiamenti troppo eccentrici.
L'alternativa si manifesta interiormente e questo tipo di
anticonformista possiede la chiave che apre le porte del mistico e
ineffabile mondo della conoscenza spirituale, a cui volendo si può
accedere nonostante tutto intorno imperi il Kali yuga, la temibile Era
del Ferro.
Parabhakti das
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