Copritevi.
Appreso prima dal dott. Vincenzo Zappalà che l’Europa va “verso un’era glaciale” e a fine luglio
che “Il riscaldamento continua a diminuire”, la custode del Parco
raccomanda caldamente ai lettori di uscire con “sciarpe e cappelli” come
consiglia da tempo il ten. col. Guido Guidi.
Il dott. Zappalà scrive infatti:
Il riscaldamento continua a diminuire
Un gruppo di lavoro formato da
parecchi scienziati americani ha svolto un’analisi di cinque anni per
valutare l’accuratezza dei dati sulla temperatura forniti dalla rete
NOAA… I risultati sono a dir poco rivoluzionari.
Il “gruppo”
è formato da Anthony Watts, ex presentatore del bollettino meteo in una
tv di provincia e titolare della ditta IntelliWeather; Evans Jones,
dipendente di IntelliWeather; John Christy, fisico dell’atmosfera
dell’Università dell’Alabama; Stephen McIntyre, consulente in pensione
di aziende minerarie il quale però ha precisato di aver solo dato una mano con le statistiche:
Il mio contributo dell’ultimo minuto è stato molto limitato e non ho guardato il resto dell’articolo.
Vincenzo Zappalà chiama tutti
“scienziati” per contiguità con John Christy, famoso tra l’altro per
aver ripetutamente sbagliato al ribasso i calcoli delle temperature
satellitarie.
Riassunto delle puntate precedenti
L’analisi, finanziata dallo Heartland
Institute, inizia nel 2007, quando Watts chiede a volontari di
fotografare stazioni di rilevamento delle temperature in varie zone del
paese. Nel 2009,
dalle foto pervenute deduce insieme all’amico D’Aleo che gli scienziati
della NOAA hanno falsificato i dati. I suoi dimostrano che la
temperatura scende ovunque, salvo nelle “isole di calore urbano” da lui
scoperte.
Nel 2011, con scienziati senza virgolette
Watts pubblica un articolo peer-reviewed che smentisce il suo
“rapporto” del 2009, conferma i dati della NOAA e che le temperature
sono aumentate di più in campagna.
Terza puntata
Il dott. Zappalà si sarà perso l’inizio? Questa volta ritiene che
L’autorevolezza del lavoro è indubbia
e ha un ulteriore punto di forza nel fatto che gli studiosi hanno
voluto rendere pubblica la versione preliminare, prima ancora di
sottometterla alla rivista per la pubblicazione. In questo modo, i
“referee” (giudici esterni) non saranno solo i due prescelti
dall’editore, ma tutta la comunità climatologica internazionale. Un
gesto di grande serietà scientifica, di sicurezza nei risultati e nel
metodo usato per ottenerli.
La comunità internazionale non si
manifesta. Mossi a pietà dal bozza sgrammaticata, prolissa e
sconclusionata messa “con grande serietà” in rete, alcuni scienziati
senza virgolette segnalano agli autori gli strafalcioni che ne
vanificano i risultati:
- l’uso di Google Earth per identificare le località delle foto (bassa definizione a parte, mancano altitudine, rilievi ecc.)
- i calcoli fatti su temperature grezze senza tener conto dell’ora di rilevamento;
- l’assunto secondo il quale
strumenti fotografati dal 2007 in poi fornirebbero informazioni
attendibili sugli strumenti usati nei decenni precedenti;
- l’adozione di un metodo messo a punto per alcune regioni europee, senza calibrarlo con esperimenti in loco e producendo così isole di calore urbane spurie;
- vari ed eventuali.
Il dott. Zappalà non se ne accorge, è sicuro che
i membri dell’IPCC dovranno ora rivedere completamente le stime catastrofiche con cui i media ci hanno perseguitato
e che stia per arrivare l’era glaciale.
Crediti immagine: Mappe NOAA
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