martedì 7 agosto 2012

 07 agosto 2012
Crop Circle: i sette triangoli, espressione privilegiata della mediazione tra umano e divino

Il nuovo pittogramma comparso nei campi di frumento a Longwood Road,  Owslebury (Hampshire) è composto da sette triangoli. Sappiamo che il numero 7 è il numero di Dio ed esprime la globalità, l’universalità, l’equilibrio perfetto e rappresenta un ciclo compiuto e dinamico. Considerato fin dall’antichità un simbolo magico e religioso della perfezione, perché era legato al compiersi del ciclo lunare. 

Gli antichi riconobbero nel sette il valore identico della monade in quanto increato, poiché non prodotto di alcun numero contenuto tra 1 e 10. Presso i babilonesi erano ritenuti festivi, e consacrati al culto, i giorni di ogni mese multipli di sette. Tale numero fu considerato simbolo di santità dai Pitagorici. I Greci lo chiamarono venerabile, Platone anima mundi. ...


Presso gli Egizi simboleggiava la vita. Il numero sette rappresenta il perfezionamento della natura umana allorché essa congiunge in sé il ternario divino con il quaternario terrestre. Essendo formato dall’unione della triade con la tetrade, esso indica la pienezza di quanto è perfetto, partecipando alla duplice natura fisica e spirituale, umana e divina. É il centro invisibile, spirito ed anima di ogni cosa. Il Sette è il numero della piramide in quanto formata dal triangolo su quadrato. Quindi il sette è l’espressione privilegiata della mediazione tra umano e divino.


immagini tratte da www.cropcircleconnector.com
La figura geometrica del triangolo è strettamente legato al numero tre. Il simbolismo universale del triangolo, si ritrova in tutte le tradizioni, è la manifestazione del ritorno all’unità primordiale. Il triangolo si ricollega alle varie simbologie del ternario.

 Esprimeva prevalentemente sia l’idea della divinità, riscontrabile nel simbologia della trinità, sia l’idea dell’ascesi dell’uomo verso la trascendenza divina, l’Universale. Quindi il microcosmo che si innalza verso un macrocosmo e viceversa, cioè la protezione Divina (o delle potenze celesti) verso l’umanità e la natura. Nella tradizione pitagorica, in cui si manifesta come Tetraktys, il triangolo simboleggia l’ascesa dal molteplice all’Uno. 

Secondo la peculiare interpretazione alchemica, nell’ordine delle figure chiuse, il triangolo si colloca tra il cerchio ed il quadrato, da cui si può dedurre che rappresenti un’entità intermedia tra la sostanza quasi astratta, ovvero spirituale, e la materia che ricade invece sotto i nostri sensi. Il triangolo è la rappresentazione grafica dei quattro elementi. Per esempio il triangolo con la punta verso l’alto simboleggia il fuoco e il sesso maschile, con la punta in basso invece sta a significare l’acqua e il sesso femminile. 

L’equilibrio dei due triangoli è dato dalla loro unione nella forma dell’esagono stellato, cioè la rappresentazione grafica del sigillo di Salomone, composto dall’incrocio dei due triangoli inversi. In relazione al sole e al grano il triangolo è doppiamente simbolo di fecondità. Il triangolo equilatero esprime la divinità, l’armonia, la proporzione. Non può essere pienamente compreso se non in funzione dei suoi rapporti con le altre figure geometriche. Ogni figura può essere divisa in vari triangoli con linee tracciate dal centro fino agli angoli. Il triangolo è alla base della formazione della piramide.



Le Sette sorelle, le Pleiadi

Nel mondo ci sono tante leggende di antropologia culturale in cui si parla delle Pleiadi. Nella mitologia greca, le Pleiadi sono le sette figlie di Atlante e Pleione e si chiamano Alcione, Merope,  Elettra, Celeno, Taigeta, Maia e Asterope. Atlante e Pleione sono le stelle vicine e molti templi greci venivano orientati in relazione al sorgere e al tramontare delle Pleiadi. Il termine “Pleiadi”, scritto con una “e” in più, in greco ha il significato di “Colombe”. Il più antico riferimento alle Pleiadi è probabilmente quello che risale al 2357 a.C. nella letteratura astronomica cinese. Per le tribù agricole dell’emisfero settentrionale, il percorso delle Pleiadi indica l’inizio e la conclusione delle stagioni della crescita.

Probabilmente la leggenda delle Pleiadi più famosa della tradizione dei nativi americani è la storia della Torre del Diavolo in Wyoming, una roccia vulcanica che la tribù locale dei Kiowa chiama Mateo Tepe. Si racconta che un tempo sette fanciulle si accamparono vicino al fiume in una regione famosa per la presenza di un grande numero di orsi.

 Uno degli orsi iniziò ad inseguire le fanciulle che si inginocchiarono a pregare per chiedere aiuto agli dèi. Il terreno venne fatto salire sino al cielo. L’orso, tentando invano di seguirle, colpì con una zampata un fianco della roccia, lasciando una traccia visibile  sulla Torre. Per proteggere le fanciulle il Grande Spirito permise loro di restare in cielo come le sette sorelle, le Pleiadi.

I Giapponesi chiamano Subaru la costellazione delle Pleiadi, mentre in Sanscrito si chiama Krittikas. Per alcune tribù aborigene dell’Australia è Makara, ed erano al corrente del suo collegamento con la costellazione di Orione.Gli Aztechi la chiamavano Tianquiztli che significa “il luogo di incontro” ed era considerata un segno importante della continuazione della vita: a mezzanotte, ogni 52 anni appariva proprio sopra di loro e assicurava gli antichi americani che il mondo non sarebbe finito.  

Gli Aztechi, ogni 52 anni, effettuano una speciale cerimonia religiosa che si chiama la Danza del Nuovo Fuoco (anche detta la Cerimonia del Nuovo Fuoco) per assicurare il movimento del cosmo e la rinascita del sole. Questo ciclo di 52 anni corrisponde anche al calendario religioso di 260 giorni (Tonalpohuali in azteco, o Tolkin in maya) quando si sovrappone al calendario civile (Xiupohuali in azteco, o Haab in maya). Ogni 52 anni solari Haab (73 anni Tolkin) questi calendari coincidono; quello che a volte gli Aztechi chiamavano la Rotazione del Calendario. Si diceva che questo ciclo iniziasse quando le Pleiadi attraversavano il quinto punto cardinale o zenith del cielo a mezzanotte.

A volte le Pleiadi sono al loro zenith sull’America Centrale e, al tempo stesso, questo allineamento entra in piena congiunzione con il sole (come vedremo nuovamente nel XXI secolo). Inoltre, due cicli  di 52 anni (104 anni) si coordinano con un ulteriore allineamento con Venere (simbolo della forma creativa femminile su scala locale).


Si ritiene che la Piramide del Sole a Teotihuacan, fuori da Città del Messico, sia in allineamento con le Pleiadi in quanto il suo lato occidentale e molte delle vie circostanti si rivolgono in direzione del tramonto delle Pleiadi alla mezzanotte della notte della loro massima altezza. Anche i Maya avevano un religioso rispetto per le Pleiadi e sapevano che nella zona di Chichen Itza, durante l’equinozio di primavera, il Sole proiettava un’ombra a forma di serpente sulla scalinata del lato nord della piramide di Kukulcan. 

Alcuni studiosi hanno calcolato che a circa 60 anni dall’apparire di quell’ombra, quando il sole raggiunge il suo zenith sulla piramide a mezzogiorno (20-23 Maggio), c’è un ulteriore allineamento diretto con le Pleiadi. L’allineamento delle Pleiadi con il sole potrebbe essere in diretto collegamento con Quetzalcoatl, il serpente piumato che è venuto per portare al pianeta una saggezza superiore.

Anche gli antichi Egizi indicarono le Pleiadi come una divinità femminile, molto probabilmente Neith, la “madre divina”, oppure Hathor, che prese le sembianze di una mucca (che portava il seme della vita) . Gli esperti di piramidi che hanno lavorato in Egitto negli ultimi dodici anni hanno trovato dei testi da  cui emerge la venerazione degli Egizi per le Pleiadi che venivano considerate un sistema stellare divino superiore, specialmente Alcione, la sua stella più luminosa.

Allineamento delle Pleiadi con il centro galattico e il nostro sistema solare
Il Presente

Gli astronomi ci dicono che ci troviamo al centro di una ruota in una ruota, in una macchina cosmica del tempo che i Maya e gli Egizi conoscevano, e proprio come ci muoviamo in relazione al nostro  paradigma solare contingente, il nostro intero sistema galattico si muove in relazione alla più ampia configurazione delle Pleiadi, che ora gli astronomi indicano con il nome di Messier 45 (M45). 

Questa ruota più ampia è conosciuta come la Precessione degli Equinozi, il tempo che la terra impiega a effettuare tutto il ciclo delle costellazioni dello zodiaco. È l’oscillazione della Terra, o asse di rotazione su se stessa (con una angolatura) la ragione per cui lo zodiaco sembra muoversi a “ritroso”, un segno ogni 2.200 anni circa, o approssimativamente un grado ogni 72 anni. Questo corrisponde in media a 12 segni ogni 26.000 anni. Le Pleiadi ricoprono un ruolo fondamentale sia per l’emisfero settentrionale che per quello meridionale durante gli Equinozi e i Solstizi che sono definiti da questa Precessione.

Nell’emisfero settentrionale, all’Equinozio di Primavera, le Pleiadi sorgono durante il giorno e possono  essere viste solo brevemente durante la notte. Ogni giorno il sole si avvicina sempre di più all’allineamento con le Pleiadi sino a che, durante il Solstizio d’Estate, le Pleiadi sorgono poco prima della luce dell’alba. 

La prima volta che le Pleiadi sono visibili prima del sorgere del sole, viene chiamata la levata eliaca delle Pleiadi. Durante l’Equinozio d’Autunno, le Pleiadi sorgono a mezzanotte.  Al Solstizio d’Inverno, le Pleiadi sono visibili ad oriente subito dopo l’imbrunire. Questo avviene
perché sorgono nella volta celeste con quattro minuti di anticipo ogni giorno. I Maori della Nuova  Zelanda utilizzano la levata eliaca delle Pleiadi, che chiamano Matariki, per indicare l’inizio del loro nuovo anno (giugno). 


Riconoscevano in Matariki la madre con sei figlie (mentre altri indicavano Puanga, o Rigel in Orione, quale segno del nuovo anno). Pertanto, è nella rivalutazione delle migliaia di reperti archeologici, dei centri megalitici e dei testi più importanti che sono stati conservati da una tradizione millenaria in ogni parte del mondo, che vediamo un rapporto profondo tra le storie delle Pleiadi e l’origine dell’umanità.

Il Futuro:
Perché gli antichi sono stati così profondamente colpiti dalle Pleiadi? La Chiave 106 ci dice inoltre che le Pleiadi sono “la culla e il trono della nostra coscienza”, enfatizzando che il programma di vita Adamica fu creato in questa regione dello spazio e che questa regione dello spazio segnalerà il ritorno dell’intelligenza superiore.

La Chiave utilizza la parola “trono” con la minuscola, in quanto rappresenta quel luogo in cui le Gerarchie superiori si incontrano per bilanciare la creazione inferiore.
Ci sono, infatti, molte regioni del trono, molti regni di potere del logos all’opera per la nostra preparazione spirituale. Le Pleiadi sono pertanto un centro del trono, proprio come Orione è un centro del trono con funzione di portale-soglia.


Le Pleiadi, pertanto, sono gli indicatori degli eventi di contatto tra cielo e terra e della soprapposizione angelico-umana, di quegli incontri che le diverse culture nel mondo hanno registrato con una precisone che ha quasi del soprannaturale. Ancora più importante è il fatto che si comincia a riconoscere l’enorme età e la plausibilità storica delle leggende sulle Pleiadi presenti in tutto il mondo e che  mettono in evidenza una protezione superiore e una trasformazione finale della creazione che ci permetterà di tornare nei cieli superiori, di essere elevati, riprogrammati e risorgere nei cieli del Dio Altissimo.

Redazione Segnidalcielo



 

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