Le proteste continuano
Una manifestazione “con milioni di
persone pronte ad assediare pacificamente Roma che durerà fin quando i politici
non saranno andati via”. Capitale blindata.
ROMA (WSI) – Una manifestazione “con
milioni di persone pronte ad assediare pacificamente
Roma che durerà fin quando i politici non saranno andati via”. La
macchina della sicurezza a Roma si organizza dopo gli annunci dei leader del
movimento dei Forconi, che da ieri hanno attivato la loro mobilitazione in tutta
Italia e promettono di chiamare in piazza nella Capitale manifestanti in massa
per una protesta ad oltranza, ma pacifica.
Ma l’assedio a Roma, a quanto annunciano,
non dovrebbe essere domani ma la prossima settimana. Dirimente sarà il voto di
fiducia di oggi: se il governo non andrà a casa la protesta
punterà sulla Capitale.
Roma
blindata - Nonostante non sia prevista ufficialmente nessuna manifestazione
Roma sarà comunque una città oggi blindata. Il comitato per l’ordine pubblico ha
infatti deciso ieri, dopo gli annunci dei leader del movimento che promettono di
chiamare in piazza nella Capitale manifestanti in massa per una protesta ad
oltranza, di blindare le zone attorno a Montecitorio, Palazzo Chigi, Palazzo
Madama e Quirinale.
Tra
le misure prese è stato anche deciso di presidiare stazioni e snodi
autostradali, e uomini delle forze dell’ordine saranno sparsi sul
territorio, anche in borghese.
“Se domani (oggi ndr) sarà votata la
fiducia – ha spiegato il leader del movimento dei Forconi Danilo Calvani – al
governo e i politici non resteranno a casa, ci organizzeremo in questi giorni
per indire la prossima settimana una manifestazione a Roma che porti milioni di
persone. Sarà un assedio pacifico e concorderemo il percorso con le forze
dell’ordine – ha concluso Calvani -, ma siamo disposti a restare fin quando i
politici non andranno via”. (Rainews)
___________________
ROMA
(WSI) – La protesta dei Forconi ha interessato anche oggi gran parte d’Italia,
con le sole eccezioni di Valle d’Aosta, dove sono previsti due presidi per
venerdi’, Trentino Alto Adige e Umbria. Ecco la mappa delle proteste, regione
per regione.
“Non
è il momento di andare a Roma. Bisogna vivere qualche altro giorno di passione e
far salire l’adrenalina degli italiani”. Così al telefono con l’ANSA Mariano
Ferro, leader del Movimento dei Forconi, che attribuisce gli scontri di ieri a
Torino a “quattro scalmanati, ma la stragrande maggioranza era pacifica”. Sul
gesto dei poliziotti che si sono tolti i caschi, Ferro ha detto che “è
un’immagine meravigliosa, che rimarrà a lungo”. “Dopo quattro anni di lavoro
sembra che l’Italia si sia svegliata – ha aggiunto -. E’ stato un elettroshock”.
“Ma non è il momento della ‘marcia su Roma’”, ha ribadito Ferro.
“Il
Paese non può aspettare. Il governo non perda tempo: convochi subito
trasportatori e altri movimenti di protesta”. Lo ha sollecitato in una
dichiarazione l’ex premier Solòvio Berlusconi, presidente Fi, che domani a Roma
incontrerà una delegazione del movimento dei Forconi- “A fronte della protesta
sottovalutata dal Governo, che ha visto aderire al blocco dei tir proclamato da
“Trasporto unito” anche altre categorie quali negozianti e coltivatori
(Forconi), mobilitazione che sta arrecando gravi disagi in alcune grandi città,
nei porti e presso gli snodi autostradali- è scritto in una nota- il Presidente
Silvio Berlusconi chiede al Governo di convocare immediatamente le associazioni
di categoria”.
Perchè
“la prevista convocazione del 17 dicembre da parte del Sottosegretario delegato,
cioè addirittura fra una settimana, consente alla protesta di proseguire fino a
quel giorno, arrecando danni alla nostra economia in un momento già tanto
difficile”. Berlusconi “chiede altresì alle Associazioni grande senso di
responsabilità e la massima disponibilità a trovare un’intesa soddisfacente”, si
legge ancora.
‘Il
contingente delle forze dell’ordine che sta operando a Torino verrà rafforzato’
ha detto il prefetto del capoluogo piemontese, Paola Basilone, al termine del
Comitato Ordine Pubblico e Sicurezza convocato per fare il punto sulle
manifestazioni dei forconi degli ultimi giorni. “Abbiamo richiesto – dice –
rinforzi congrui”.
Una
persona è stata fermata nel pomeriggio, nel capoluogo piemontese. E’ accusato di
avere lanciato una bomba carta nei pressi della stazione di Torino Porta Nuova,
nell’ambito di uno dei cortei che da oggi paralizzano la città. L’uomo, di cui
non sono state rese note generalità, è stato accompagnato in questura per
accertamenti. Proseguono, intanto, le manifestazioni che da ieri provocano
numerosi disagi nel capoluogo piemontese e in provincia.
Circa
200 persone stanno occupando con una manifestazione piazzale Loreto a Milano. E’
stata bloccata la viabilità e i manifestanti ogni tanto fanno passare alcune
macchine. A presidiare la zona forze di Polizia e Guardia di Finanza.
“Bloccheremo piazzale Loreto fino alle 22 di questa sera – ha spiegato uno sei
leader del movimento, Chowbe De Leo, tecnico informatico di Milano – vogliamo
gridare che ne abbiamo piene le scatole della politica”.
Alla
stazione di Albenga i manifestanti hanno invaso i binari della ferrovia
bloccando la circolazione. A Savona i dimostranti si sono ritrovati a metà
pomeriggio in piazza Saffi davanti alla Prefettura, e hanno raggiunto il centro
lanciando petardi e fumogeni. Molti commercianti spaventati hanno abbassato le
saracinesche temendo danni. A causa del blocco del traffico partirà in ritardo
anche oggi una nave della Costa Crociere, come era successo ieri a un’altro
bastimento.
La
zona industriale di Molfetta è stata presa d’assalto dai manifestanti: molte
aziende della zona Asi sono state fatte evacuare dai manifestanti. Exprivia,
Network Contacts, ‘Fashion District’ e centro commerciale Mongolfiera sono
chiusi, così come gli Ipercoop di Andria e Barletta.«Anch’io ho tolto il casco.
Molto volentieri. I motivi della protesta li viviamo anche sulla nostra pelle. E
se la situazione non cambia, la disobbedienza civile rischia di dilagare
anche fra le forze dell’ordine».
Dal
vertice al Viminale con le forze dell’ordine per fare il punto sulla situazione
delle manifestazioni della galassia che aderisce alla cosiddetta protesta dei
“forconi” è emersa “la linea di sempre” ovvero “supporto a chi vuole manifestare
pacificamente” ma tolleranza zero con i violenti: “Non consentiremo che le
nostre città vengano messe a fuoco”, ha sottolineato il ministro dell’Interno
Angelino Alfano.
“La
linea è sempre quella, rispetto della legge e democrazia,e ciò significa che noi
siamo per dare tutto il supporto a chi pacificamente ha voglia e diritto di
protestare pacificamente, nel rispetto delle leggi e delle liberta altrui ma non
consentiremo che le nostre città vengano messe a fuoco”, ha detto Alfano,
intervistato al Tg3. “Le donne e gli uomini in divisa – ha aggiunto – proteggono
le istituzioni e i cittadini”. “E’ inaccettabile – ha proseguito – che ci siano
minacce a commercianti per chiudere le loro attività commerciali”. Il ministro
ha inoltre riferito di aver telefonato a Piero Fassino, sindaco di Torino, una
delle città dove la protesta è stata più forte, e e ha sottolineato la “piena
vicinanza alla città di Torino, siamo dalla parte dei torinesi”.
La
testimonianza: “Le tasse sono troppo alte, gli stipendi bloccati, il disagio
economico. E anche noi non ce la facciamo più”.
Francesco,
ma è un nome di fantasia, ha 38 anni, è un agente scelto del reparto mobile
della Polizia ed è tra quegli esponenti delle forze dell’ordine che ieri, tra
gli applausi della gente, a piazza Castello, a Torino, si sono tolti il casco
antisommossa che indossano durante le manifestazioni.
È
vero che è lo avete fatto solo perché era finito il turno, come ha sostenuto la
questura? Oppure c’era anche qualche motivazione in più?
«No,
il turno non era ancora finito. Anche se gli scontri che c’erano stati in
mattinata erano terminati ed era cessata la condizione di pericolo».
Ma
è sbagliato leggerlo come un gesto simbolico, di solidarietà con i manifestanti
e di condivisione dei motivi della protesta?
«No,
non è sbagliato. Io personalmente, e anche altri colleghi con cui ho parlato in
piazza, lo abbiamo vissuto con questo spirito. Anche se è un gesto che qualche
volta si usa fare per stemperare il clima. In questo caso, quando è arrivato un
ordine in questo senso, lo abbiamo fatto davvero con piacere».
Perché?
«I
motivi che hanno spinto molta gente ieri a scendere in piazza li condividiamo.
Le tasse troppo alte, gli stipendi bloccati, il disagio economico a cui dobbiamo
sottoporre le nostre famiglie li viviamo sulla nostra pelle. E anche noi non ce
la facciamo più».
Cosa
è accaduto dopo che avete tolto i caschi?
«La
gente applaudiva. Ci dicevano bravi. Ho visto un collega sfilarsi il casco e
andare a stringere la mano a un manifestante. È stato un momento bello».
Pensa
che questo gesto simbolico possa dilagare?
«Il
rischio è alto. Noi agenti di polizia guadagniamo 1.300 euro al mese, viviamo
una situazione di estrema difficoltà, quando facciamo ordine pubblico stiamo
tutto il giorno in strada. Ci tagliano gli straordinari. La verità è che anche
noi non ne possiamo più. E se la situazione non cambia, e anche piuttosto in
fretta, molti vorranno legittimamente unirsi alla protesta con gesti di
disobbedienza civile. Si può dar loro torto?».
I
manifestanti sono stati accusati di aver strumentalizzato il disagio
economico.
«Al
di là degli estremisti di alcuni centri sociali e di manifestanti di estrema
destra che hanno scatenato qualche problema, io in piazza ho visto solo persone
esasperate, persone che vivono un disagio economico grande, persone stanche.
Certo, quando sono arrivate sotto il Palazzo della Regione, dove certi
personaggi hanno preso un sacco di soldi di rimborsi elettorali, la disperazione
si è mescolata anche alla rabbia. Ma la gente non sa più come mandare avanti le
famiglie. E noi li capiamo».
Fonte: Corriere
della Sera
Nessun commento:
Posta un commento