sabato 4 gennaio 2014

Terremoti: svelato il mistero dei bagliori e delle luci sismiche

 Terremoti: svelato il mistero dei bagliori e delle luci sismiche


Le Luci sismiche, chiamate Eql, che erano state segnalate anche prima del devastante terremoto che ha colpito l’Aquila, potrebbero essere un accumulo di energia intrappolata fra le faglie del sottosuolo. Stiamo parlando di alcuni bagliori mistriosi che talvolta compaiono prima o durante l’evento sismico, più soventemente avvengono in ambienti di rift geologici e non stiamo parlando di UFO.
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Lo studio pubblicato in Research Letters (nel numero di gennaio-febbraio) del geologo Robert Thériault suggerisce che lo stress dell’impatto fra le rocce una contro l’altra durante un sisma genera cariche elettriche che viaggiano verso l’alto in verticale, lungo le faglie geologiche e sono visibili nelle zone di fenditura come bagliori. Il geologo che lavora presso il Ministero delle Risorse Naturali del Quebec, in Canada, aggiuge che quando queste cariche raggiungono la superficie terrestre e interagiscono con l’atmosfera terrestre, e ionizzate insieme alle molecole d’aria generano luminosità.





Ora il problema si pone perché le descrizioni di alcuni testimoni oculari non corrispondono a questa teoria: ci sono casi di testimoni che descrivono nuvole incandescenti simili a un’aurora, una donna riferisce di bagliori che si muovevano lungo la terra come serpenti, altri che ci parlano di fiamme e fumo che sgorga dalla terra, fino a strisce di fuoco celeste più ricollegabile a meteore, sfere ferme e addirittura un uomo del New England durante un sisma afferma di aver visto una palla roteante di luce sopra il suo cane, infine al largo della costa peruviana un pescatore ha affermato che il cielo si era colorato di viola poco prima che il mare cominciò a tremare.
 
 

La squadra di Thériault ha vagliato tutti i rapporti affidabili che si potevano trovare dal 1600 ad oggi. In particolare un membro del team, un fisico minerale della NASA Ames Research Center di Moffett Field della California, Friedemann Freund, ipotizza che gli atomi di ossigeno all’interno di un minerale di una roccia difettosa possano mancare nellastruttura chimica di un elettrone e quando lostress del terremoti colpisce la roccia rompe i legami chimici coinvolti in questi difetti con la creazione di fori ci carica elettrica positiva. Questi flussi di “buchi P” possono risalire alla superficie attraverso la roccia danneggiata, innescando forti campi magnetici elettrici locali, che possono generare luce. Questo però è solo uno dei tanti meccanismi sospetti di procurare tali bagliori. Il mistero non è ancora totalmente svelato.
A cura di Lia Veneziani


Redazione Segnidalcielo
admin04/01/2014 Earth Changes

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