Brillamento di classe X1 osservato questa mattina sul Sole: black out radiofonici alle alte latitudini
Segnalato da farfalla
di Renato Sansone
I
satelliti in orbita attorno alla Terra hanno appena rilevato un
brillamento di classe X1. L’evento, avvenuto alle 5:22 (ora italiana) è
stato prodotto dalla regione solare attiva 1598. Il Solar Dynamics
Observatory della NASA ha registrato il bagliore nell’estremo
ultravioletto, la cui radiazione ha creato onde di ionizzazione
nell’atmosfera superiore tra l’Asia e l’Australia (in quel momento sul
lato illuminato della Terra), e black out radiofonici in alta frequenza
alle alte latitudini.
E’ troppo presto per dire se l’esplosione ha anche
causato un’espulsione di massa coronale nello spazio. I brillamenti
solari (in inglese Flare), sono gigantesche esplosioni che avvengono sul
Sole che inviano energia, luce e particelle ad alta velocità nello
spazio. Queste eruzioni sono spesso associate a tempeste magnetiche
solari note come espulsioni di massa coronale (CME).
Sono certamente i
più comuni eventi solari, ma non gli unici: la nostra stella può anche
emettere flussi di protoni molto veloci – noti come particelle solari
energetiche (SEP) e disturbi del vento solare. Tutti questi fenomeni
possono interferire, tra le altre cose, con le comunicazioni radio ad
onde corte, con i segnali GPS e sulle reti elettriche terrestri. Sono
inoltre in grado di disturbare i satelliti presenti in orbita intorno al
nostro pianeta. L’attività solare aumenta ogni 11 anni circa in quello
che viene definito ciclo di Schwabe, e il sole si sta muovendo verso un
altro massimo solare, probabilmente previsto nel 2013.
Ciò
significa che queste attività risulteranno sempre in aumento, e che
queste particelle cariche, alcune delle quali molto intense,
raggiungeranno con sempre maggior frequenza la Terra. La National
Oceanic and Atmospheric Administration ha ideato categorie tra le
tempeste varie. I brillamenti più intensi sono conosciuti come
“brillamenti di classe X”, in un sistema di classificazione che divide i
brillamenti solari in base alla loro forza.
Quelli più piccoli sono
invece di classe A, seguiti dalla classe B, C, M. Ogni lettera
rappresenta un aumento di 10 volte della produzione di energia. Quindi
un evento di classe X è dieci volte più violento di uno di classe M e
100 volte più intenso rispetto alla classe C. All’interno di ciascuna
classe, vi è una scala suddivista da 1 a 9 che contraddistingue una
sottosezione. I brillamenti di classe C sono troppo deboli per
influenzare in modo significativo il campo magnetico della Terra.
Quelli
di classe M invece possono causare blackout radiofonici molto brevi ai
poli, e tempeste di radiazioni che potrebbero mettere in difficoltà gli
astronauti nello spazio. I brillamenti di classe X sono di gran lunga le
più grandi esplosioni del nostro sistema solare e sono bellissime da
guardare. Nei più grandi eventi, questi processi possono produrre tanta
energia quanto un miliardo di bombe all’idrogeno.
L’ente spaziale
americano (La NASA) e la NOAA, così come la US Air Agenzia Meteo Force
(AFWA), mantengono una vigilanza costante per il monitoraggio di
brillamenti e tempeste magnetiche associate. Attraverso i preavvisi
infatti, molte tecnologie, tra cui i satelliti e i veicoli spaziali,
possono essere protetti da conseguenze più gravi.
23 ottobre 2012
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