di
Rita Pennarola [
17/09/2011]
Inauguriamo
una serie di articoli “tosti” sulla scienza killer. Ovvero, le menzogne
assassine dei colossi ufficiali della medicina smascherate dai
coraggiosi ricercatori di Science and Democracy.
E' ormai da qualche anno che a New York un allarme silente e' scattato
nelle case. Attenti: quando chiamate il 118 per un familiare in gravi
condizioni potrebbero arrivare le “squadrette della morte”: giungono in
un baleno e, prima ancora di verificare se le sue condizioni siano
recuperabili, gli praticano una fiala di eparina, poi effettuano un
crash cerebrale, una pratica definita in gergo “Minnesota”, con
annientamento del cervello sul piano cognitivo, ma non su quello
metabolico. In pochi minuti ecco trovato un nuovo donatore di organi,
pronto a colmare la fame di fegati, cuori, reni e cornee che negli Stati
Uniti (ed oltre) letteralmente dilaga. Per questo “geniale” procurement
l'e'quipe ricevera' qualcosa come 100mila dollari. Cash. Visto che non
ci sara' nemmeno bisogno di convincere i parenti a donare gli organi.
La rivelazione arriva da un chirurgo di fama internazionale, Rocco
Maruotti. Lui e' un foggiano di origine, vive da sempre a Londra ed ha
esercitato per decenni la sua attivita' nelle sale operatorie di
Pittsbourgh. Oggi, dopo un atroce dramma familiare, e' entrato nella
crescente schiera di ricercatori ed intellettuali afferenti a Science
and Democracy, centinaia di uomini e donne che in tutto il mondo si
battono per restituire dignita' e diritti ad esseri umani sempre piu'
massacrati e mercificati dalle logiche del profitto, in medicina ed
oltre.
«Quando si arriva in ospedale con un familiare gravissimo o questo viene
soccorso in casa dall'ambulanza, in genere sono anche i familiari a
perdere ogni barlume di lucidita'. Sopraffatti dal panico, diventano la
preda ideale per la speculazione. Lo sanno bene i professionisti
dell'e-procurement, che studiano per anni le tecniche di marketing da
applicare in questi casi. Primo: non bisogna dare ai familiari nemmeno
un istante per pensare; secondo: evitare in qualsiasi modo l'approccio
diretto col malato, niente carezze o tentativo di risveglio. La persona
in trauma cranico o colpita da ictus e' gia' un ammasso di organi da
espiantare, nulla deve ricondurre alla sua personalita', a sentimenti
come amore o speranza». Piuttosto, tutto deve confluire nei messaggi
propagandistici intorno al concetto di eternita'.
Fra le slides mostrate da Rocco Maruotti ce n'e' una che agghiaccia piu'
delle altre. E' la locandina di una pubblicita' affissa in diversi
posti degli States e mostra una giovane e bella ragazza dallo sguardo
ammiccante. La scritta: “C'e' un solo modo che voi avete per entrare
dentro questa ragazza, donarle i vostri organi». In basso, le modalita'
di acquisto della “Donor card”.
ILe#8200;BOIAe#8200;DELL'ESPIANTO
Non usa mezzi termini, il professor Maruotti. E va giu' ancor piu' duro:
«il donatore di organi e' atteso da una morte tripla. La prima, quando
subisce il trauma cranico. La seconda, quando viene artificiosamente
“resuscitato” per essere curarizzato e subire l'espianto; la terza
quando gli vengono amputati i grossi vasi per prelevare i suoi organi
mentre il cuore batte». Maruotti parla di una «agonia prolungata» che
non trova eguali nella storia dell'umanita'. E ricorda quel boia dei
penitenziari statunitensi, che si vantava di uccidere in meno di 9
secondi per accorciare il tempo della sofferenza. O ancora il genocidio
dei nazisti, «che almeno non chiedevano alle vittime o ai loro familiari
di apporre una firma di assenso al proprio omicidio». Nei trapianti non
e' cosi': «tu firmi e l'agonia dura non meno di 24-48 ore». La “colpa”,
quella dannata “colpa”, e' degli air bag, che salvano ogni anno la vita
a centinaia di migliaia di persone coinvolte in incidenti stradali. Per
esempio, il tasso di mortalita' sulle autostrade italiane e' passato
dall'1,14% del 1999 allo 0,52 del giugno 2010. E il Progetto Mister
della Regione Emilia Romagna ci ricorda che gli incidenti stradali
rappresentano infatti la prima causa di morte per la popolazione di eta'
compresa tra i 14 e i 29 anni.
Senza contare le regole per la sicurezza sul lavoro, i caschi
obbligatori agli operai nei cantieri... Cosi' vanno “perse” altrettante
giovani vite in grado di donare organi e i reparti ospedalieri rischiano
la chiusura. Che facciamo? Scendiamo in piazza per salvare i posti di
lavoro ai chirurghi trapiantisti rimasti disoccupati? O vogliamo
organizzare una colletta per rimpinguare le casse di Big Pharma, i cui
farmaci anti-rigetto (in primis la Cyclosporina della Novartis) restano
ad ammuffire per mesi negli scaffali? I ricercatori di SeD ricordano in
proposito che l'industria farmaceutica spende il 75% in attivita' di
marketing, mentre mediamente solo il 20% e' dedicato alla produzione e
appena il 2% alla ricerca.
QUELe#8200;SALAMEe#8200;COSI' UMANO
E cosi' l'orrore non ha fine. Maruotti racconta cosa ha visto con i suoi
occhi in Cina: un salame di carne umana. Carne scadente, naturalmente,
visto che si tratta di muscoli e grasso dei detenuti, condannati ad
esecuzioni capitali, non senza essere stati prima accuratamente
espiantati. Loro erano cattivi (magari avevano osato protestare nelle
piazze contro gli abusi del regime). Ma gli organi, beh, quelli dovevano
essere buonissimi: prima l'espianto, poi l'esecuzione capitale. Infine,
siccome del maiale non si butta via niente, ecco con gli avanzi di quei
prigionieri una serie di belle collane di salami. A Pechino e dintorni
pare ci sia chi le acquista. Magari solo come souvenir.
«Il principio - riprende Maruotti - come e' stato giustamente affermato
da diversi antropologi, e' quello del cannibalismo. Ecco,
l'espianto-trapianto e' una forma di cannibalismo non orale, una
situazione in cui riusciamo a non sentirci in colpa, martellati come
siamo dai condizionamenti medico-mediatici. E' insomma in atto un
processo di de-umanizzazione, compresa la tendenza a concepire i
diversi, e quindi anche gli ammalati gravi, come non-umani. Cosi'
accadeva al popolo che assisteva alle esecuzioni capitali nelle piazze,
incitando il boia».
LAe#8200;RIVOLTAe#8200;DEIe#8200;CAMICI
A fronte di una spesa crescente per le attivita' di procurement, ivi
comprese le sempre piu' sofisticate tecniche di persuasione dei
familiari, ad infliggere un duro colpo alle frenesie trapiantistiche sta
provvedendo una presa di coscienza - tanto inattesa, quanto
generalizzata - estesa alla intera classe medica. In Italia il Sistema
Informativo Trapianti annesso al Ministero della Salute fino a tutto
luglio 2011 segnala che sono stati effettuati 1.100 trapianti su 1.111
donatori. Mancano alcuni mesi alla fine dell'anno, ma il calo appare
gia' sensibile rispetto al 2010 (2.875 trapianti) e al 2009 (2.322).
Un gruppo di chirurghi australiani ha affermato categoricamente che c'e'
un solo modo per sottrarsi alla pratica dell'espianto: ribellarsi con
ogni mezzo, anche a costo di “dare di matto”, quando il familiare arriva
in ospedale in gravi condizioni. «Urlate, minacciate, denunciate!», e'
la loro esortazione.
La levata di scudi da tempo coinvolge anche anestesisti ed infermieri di
questi reparti, cui la legge italiana non riconosce alcuna possibilita'
di obiezione. Per quasi tutti, la scelta e' quella, quando e'
possibile, di chiedere il trasferimento ad un'altra unita' ospedaliera.
Soprattutto da quando le piccole voci, che una volta denunciavano in
totale isolamento questi fenomeni, stanno diventando un coro. La notizia
e' sempre quella: non esistono medici donatori di organi. E se ci sono,
cio' avviene solo sulla carta. Lasciate che a donare siano gli altri:
il loro motto resta sempre quello.
A Rocco Maruotti il cuore dal petto e' stato strappato per davvero. Se
oggi dedica la sua vita a contrastare, da luminare della scienza, la
pratica «aggressiva ed estorsiva» dei trapianti, e' perche' lui, proprio
lui, il famoso chirurgo di Pittsbourgh, un dannato giorno del 2009 si
e' trovato a passare dall'altra parte. Era tornato da Londra con la
famiglia per trascorrere qualche giorno in provincia di Foggia. Con lui
il piccolo Sacha, 5 anni, la gioia attesa da una vita. Durante la visita
ad una famiglia di amici il bambino si sporge troppo, cade, batte la
testa.
Racconta Rocco: «Sono morto io, in quel momento. Me lo hanno portato
via. Ero come paralizzato, non sono riuscito ad oppormi all'espianto».
Cosi' lui, che peraltro di trapianti nel corso della sua lunga
professione non ne aveva mai eseguiti, ha trovato la forza per studiare e
far conoscere al mondo tutti gli osceni dettagli di questa pratica
mortifera, fino a descrivere minuziosamente le tecniche adottate per
conferire ai familiari piu' titubanti quella «magnifica sensazione
d'immortalita' che si acquista donando gli organi dei propri cari». Da
li' partono quelle oceaniche manifestazioni celebrative che sono poi il
cuore di tutte le organizzazioni dei cacciatori di organi, lautamente
finanziate dai governi. «A queste manifestazioni - aggiunge il chirurgo -
non vengono pero' mai invitati i familiari dei donatori, bensi' solo i
trapiantati. Servono essenzialmente ad oscurare la tragedia della morte,
a negare la sofferenza umana. E a sancire il concetto per cui un corpo
diventa denaro». Inutile dire che i chirurghi dissenzienti vengono
espulsi dalle organizzazioni scientifiche “istituzionali”. Se giovani,
restano generalmente senza lavoro.
Per contrastare il linguaggio orweliano della propaganda trapiantistica,
Rocco Maruotti adotta nelle sue conferenze in giro per il mondo i
termini brutali che i medici usano in questi casi fra loro. Niente
“doni”: solo squartamento ed eviscerazione di pazienti ancora vivi.
* * *
LA CASTA SCIENZA
La sezione italiana dell'associazione internazionale Science and
Democracy e' guidata da un matematico, il professor Marco Mamone Capria
dell'Universita' di Perugia. Decisamente una bella testa e una mente
ancor piu' illuminata. A proposito del diritto che i cittadini hanno di
criticare la scienza, ecco cosa scrive Mamone:
«Se si possa criticare la
scienza senza per cio'e#768; stesso meritarsi l'accusa di
irrazionalismo e'e#768; questione non solo dotata di intrinseco
interesse, ma cruciale per chi e'e#768; interessato al problema del
controllo democratico della scienza. La tesi oggi maggiormente diffusa
al riguardo e'e#768; negativa, e la si puo'e#768; riassumere come segue.
La scienza e'e#768; un'attivita'e#768; dotata di una forte ed
essenziale componente specialistica, che impedisce al non specialista di
intervenire in maniera significativa sulle sue produzioni. (...)».
Percio', «chi pensa di poter criticare la scienza senza “farne parte”,
e'e#768; un illuso; bisogna isolarlo perche', rifiutando la
razionalita'e#768; scientifica, egli mette a repentaglio i fondamenti
del consorzio civile e apre la strada a un ritorno alla barbarie».
Cosi' nasce quella “casta” che dalla medicina dei trapianti alle
sciagure nucleari, fino ai disastri ambientali, sta mettendo a
repentaglio i destini del pianeta e della stessa umanita', senza che
nessuno, dall'esterno, possa avere a che dire alcunche'. Altro che
magistrati o politici, sembra dirci Mamone: la casta piu' pericolosa e'
proprio quella della scienza per cosi' dire canonizzata e ufficiale.
Un ottimo motivo per passare dall'altra parte e aderire a Science and
Democracy, che ad aprile scorso ha celebrato in Italia i suoi primi
dieci anni con l'arrivo di ricercatori fuori dal coro provenienti da
universita' ed istituti di ricerca di mezzo mondo. In prima fila, anche
Rocco Maruotti.
Di una scienza «oligarchica e autoritaria», come la definisce Mamone,
oltre che plutocratica, i segnali non mancano. A partire da quella
modulistica che oggi il ministero italiano pretende per concedere i
(sempre piu' rari) finanziamenti alla ricerca. Una modulistica in cui si
e' tenuti ad indicare “cosa si intende scoprire” e quanti “anni/uomo”
impieghera' la ricerca. E' il “peer review system” anglosassone, che nei
paesi in cui vige da decenni e'e#768; stato piu' volte criticato. «Ma -
fa osservare Mamone - risulta particolarmente gradito ai governi,
perche' possono cosi' razionalizzare a fini pubblici le proprie
decisioni mediante l'avallo di un'opinione scientifica gia' in partenza
irreggimentata e piu' facilmente controllabile».
R. P.
http://wwwcosmicyoga.blogspot.it/2012/09/e-ormai-da-qualche-anno-che-new-york.html
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