... .Gli Hunza la popolazione che in media vive 130-140 anni e non conosce patologie degenerative.
La popolazione degli Hunza non solo vive in media 130-140 anni ma non
conosce neppure le nostre tanto temute patologie degenerative, il
cancro, malattie del sistema nervoso, ecc..
Vivono al confine nord del Pakistan all’
interno di una valle sulla catena Himalayana e sono la popolazione in
assoluto più longeva della terra.
La nostra èlite medica si vanta di tenere
in vita i nostri anziani fino agli 80 anni e oltre. Ebbene, gli Hunza,
senza ricorrere ai prodigi della nostra scienza mendica, a cento anni
sono vivi, incredibilmente attivi, lavorano ancora nei campi e curano i
loro figli con estrema vivacità e vitalità. Le donne Hunza sono ancora
prolifiche anche oltre i novant’anni. Chiaramente per riuscire a
concepire a tale età, il loro fisico è ancora piuttosto giovanile e non
ha nulla a che vedere con le nostre novantenni.
Gli strumenti indiscutibilmente più utili
alla loro longevità paiono essere il lungo digiuno a cui sono
sottoposti ogni anno, l’alimentazione vegetariana e l’acqua alcalina
presente nelle loro terre.
Digiuno e prodotti vegetali
Gli Hunza vivono infatti dei frutti
della natura e soffrono anche un lungo periodo di carestia nei mesi
invernali. Adottano forzatamente quello che i naturopati definiscono
“digiuno terapeutico”. L’altopiano su cui vivono, in Pakistan, è un
luogo in gran parte inospitale e non dà raccolto sufficiente per
alimentare i 10.000 abitanti Hunza per tutto l’anno.
Coltivano orzo frumento, miglio, grano
saraceno e la verdura da orto: pomodori, cavoli, spinaci, rape, piselli e
avevano numerosi gli alberi di noci e albicocche, ciliegie, more,
pesche, pere e melograni. Fino a marzo però, quando matura l’orzo,
digiunano anche per settimane intere (fino a due mesi in semi digiuno)
per poter razionare i pochi viveri rimasti in attesa del primo raccolto.
Il bello è che questa “bizzarra”
consuetudine, che secondo vecchi concetti di nutrizionismo porterebbe a
debolezza, morte e distruzione, al contrario nel corso degli anni ha
prodotto nella popolazione straordinarie capacità di vigore.
Un Hunza può andare camminare tranquillamente per 200 km a passo spedito senza mai fermarsi.
Le forti doti di resistenza sono
conosciute in tutto l’oriente, tanto che nelle spedizioni Himalayane,
sono assoldati come portatori.
Il digiuno nel mondo animale
Anche in molti animali il digiuno è
una cosa normale per la sopravvivenza, nei periodi di carenza di prede.
In autunno gli stambecchi, camosci e cervi mangiano molto di più per
accumulare
grasso per l’ inverno, che a causa dell’ altitudine dove vivono, non
permette l’approvvigionamento di cibo sufficiente. Il bello che i
violenti scontri che i cervi hanno tra di loro per l’accoppiamento e la
successiva fecondazione avvengono proprio in pieno inverno, quindi
praticamente a digiuno, che non compromette, anzi enfatizza le loro
energie.
Gli uccelli migratori mangiano a fine estate più del fabbisogno
e quando partono verso i luoghi più caldi sono talmente grassi da
pesare il doppio del normale. Ma durante la migrazione, che può arrivare
anche a 5000 km, non si fermano mai e a fine corsa il loro perso
ritorna normale.
I lupi cacciano per giorni, ma poi possono restare per
settimane senza mangiare e nello stesso tempo percorrono grandi distanze
per procacciare altro cibo, vivendo con il solo grasso corporeo come
del resto quasi tutti i predatori.
Anche i pesci digiunano, come per
esempio il salmone, che nella sua famosa risalita del fiume non
ingerisce nulla, nemmeno nel successivo periodo della posa delle uova.
In sostanza il digiuno è una condizione che non è quindi nata da 10.000
anni, ma da milioni di anni della storia stessa dell’uomo/animali ed è
per questo che apporta molti benefici.
Acqua alcalina
L’ultimo
elemento fondamentale per la forza, e la longevità di questo popolo fu
la composizione dell’ acqua. Dopo diversi studi emerse che l’acqua degli
Hunza possedeva elevato pH (acqua alcalina), con notevole potere
antiossidante ed elevato contenuto di minerali colloidali.
Effettivamente come sperimentatore e ricercatore indipendente devo dire
che digiunare con acqua alcalina è molto più semplice che digiunare con
acqua di rubinetto o imbottigliata.
L’acidosi metabolica innescata dal
digiuno prolungato viene infatti compensata e il ph rimane più stabile.
Per quanto riguarda l’alimentazione ho già spiegato che l’unico frutto a
mantenere il ph umano stabile è la mela rossa; nel digiuno invece ci si
può aiutare bevendo acqua alcalina, acqua con argilla verde ventilata, o
facendo lavaggi interni/esterni con acqua e sale integrale.
Oggi il territorio degli Huntza è
stato intaccato dalla società “evoluta” e anche lì sono arrivati cibi
spazzatura, farina 0 impoverita, zucchero bianco, sale sbiancato
chimicamente, ecc… e con loro le prime carie, le prime problematiche
cardiovascolari, i primi problemi reumatici che l’Occidente evoluto
conosce bene. In pochi sono riusciti a scampare da questo inquinamento
“evolutivo” evitando ogni forma di contagio con usanze e abitudini
percepite ad istinto come innaturali e dannose.
Conclusioni
Ragioniamo con calma e chiediamoci se hanno senso le classiche chiacchiere da bar che sentiamo comunemente:
“Aveva 80 anni, per lo meno ha vissuto a lungo e ora ha smesso di soffrire”…
“Ormai ho 35 anni, mi devo sbrigare se voglio avere un bambino”…
“Ho superato i 40 anni, devo stare attento a non esagerare con l’attività fisica”…
“Ho 30 anni, ho le ginocchia a pezzi, dovrò smettere di giocare a pallone”, ecc…
“Signora, a 60 anni è normale pensare ad una dentiera” ……….
Esiste
veramente un orologio biologico incontrovertibile nell’uomo o sono gli
stili di vita errati ad accelerare il corso delle lancette?
Hanno senso le ansie di alcune donne che toccati i 30 anni iniziano già a temere di non riuscire ad avere figli “in termpo”?
E’ veramente fisiologico avere ad una certa età menopausa, andropausa, osteoporosi, artrosi, demenza senile …. ?
E’ normale lo scatenarsi di così tante patologie senili, cronico-degenerative, o al sistema nervoso?
Ciò che è normale in una società malata potrebbe essere contro natura o senza senso per un popolo consapevole.
Andrea Conti
Dottore in Fisioterapia
Università degli Studi di Roma
Tratto da: Pianetablunews
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