Stargate nel Triangolo delle Bermude: la Base segreta di Autec controlla le attività UFO!
14/09/2012
Molti ricercatori UFO, affermano che
all’interno della base segreta di Autec ci siano apparati di
ricetrasmissione sofisticati che riescono ad intercettare e seguire i
movimenti di astronavi Extraterrestri che attraversano alcuni StarGate
(wormholes) presenti nell’aerea interressata del famoso Triangolo delle
Bermude. Molti sono gli avvistamenti di oggetti misteriosi che fuori
escono dal mare (USO-Unidentified Submerged Object) proprio nella
porzione balneare antistante la base di Autec nell’isola di Andros e le
testimonianze sono moltissime...
Proprio di Stargate e Wormhole si è
parlato spesso nelle teorie più controverse riguardanti il Triangolo
delle Bermuda, quella sorta di “pozzo di S.Patrizio paranormale” dove
sono scomparse centinaia di navi e una ventina di aerei e dove hanno
luogo deviazioni dei campi magnetici, improvvise formazioni di fitta
nebbia, una quantità di avvistamenti UFO decisamente superiore alla
media e molto altro ancora. Svariate ipotesi hanno accompagnato questi
rapporti, tra di esse, la più controversa è la teoria secondo cui
l’arcipelago delle Bahamas sia formato dalle cime dei monti del perduto
continente di Atlantide, affondato in questi mari millenni orsono.
Le teorie di Michael Preisinger
Esistono teorie di cospirazione e di
insabbiamento intorno al tema della base ultra segreta di AUTEC, che
sembrerebbe una sorta di Area 51 sottomarina. Ad esserne certo è Michael Preisinger, che scrive: “io
sono uno storico, con alle spalle un dottorato in storia e sociologia
all’Università di Colonia – quindi ben allenato ad evitare le congetture
e ad attenermi ai fatti – e non mi aspettavo certo di contribuire un
giorno a questa controversia. Ma il caso ha disposto diversamente. In
qualità di istruttore sub professionista, nel 1995 venni mandato, dalla
compagnia per la quale lavoravo, a Nassau, nelle Bahamas, per un periodo
di sei mesi. Durante il mio lavoro, i proprietari delle imbarcazioni
del luogo mi riferirono spesso che la lettura delle loro bussole aveva
presentato delle improvvise deviazioni, portandoli completamente fuori
rotta. La mia curiosità ebbe il sopravvento e decisi di rintracciare
eventuali irregolarità dei campi magnetici nelle zone in cui erano state
notate le deviazioni, cercando di registrare misurazioni dettagliate.
A caccia di prove
Basandomi
sui resoconti che avevo udito, scelsi di immergermi in sette diverse
località: Fish Hotel, Lyford Cay e White Hole, vicino a Nassau; Lost
Blue Hole, a circa un’ora di navigazione da Nassau; Dogleg Reef, ad
un’ora da Marathon, nelle Florida Keys; il cosiddetto “Atlantis Wall”,
vicino Bimini; e Sunken Train, presso Eluthera. Due colleghi
sommozzatori – lo statunitense Al Miller ed il giamaicano Joel Green –
mi accompagnarono in queste spedizioni. Nell’arco di un paio di mesi ci
immergemmo da una a sette volte a settimana, tuffandoci più volte in
ogni località, solitamente scendendo ad una profondità di poche decine
di metri. Ogni immersione durava in media 60 o 75 minuti. Trovammo prove
evidenti di deviazioni magnetiche in quattro di quelle zone: Fish
Hotel, Lyford Cay e White Hole nelle Bahamas e Dogleg Reef nel sud della
Florida. Durante le nostre immersioni raccogliemmo elementi molto
precisi sulle differenze riscontrate tra i valori normali e quelli
effettivamente registrati dalle nostre bussole.
Nei mesi seguenti trasmisi questi
dati a diversi fisici in tutto il mondo. Tutti furono concordi
nell’affermare che tali anomalie dei campi magnetici terrestri potevano
essere causate da microscopici “wormholes” che apparivano e scomparivano
in brevissimo tempo. Non riuscivano ad immaginare altre possibili
spiegazioni. Il Prof. John Wheeler, dell’Università di Princeton,
descrive i wormholes come dei “tunnel di transito” tra diverse
dimensioni della realtà. Secondo Wheeler i wormholes misurerebbero solo
una giga-frazione di un centimetro quadrato ovvero, in cifre, il numero 1
preceduto da 33 zeri, preceduti da una virgola decimale. Si suppone che
questi mini-buchi neri, che appaiono e scompaiono continuamente dalla
geometria dello spazio, siano delle minuscole particelle di “materia
virtuale” ovvero che essi possano esistere solo per un limitato periodo
di tempo. I cosiddetti mini-buchi bianchi, loro controparte, sarebbero
invece composti di anti-materia virtuale. Nella base navale AUTEC, nelle
Bahamas, secondo alcune fonti accreditate, verrebbero condotte ricerche
segrete sugli UFO Ogni volta che questi due tipi di materia virtuale si
formano, a qualunque livello, si auto-distruggono immediatamente. Il
Prof. Wheeler, tuttavia, non sa spiegare il motivo del continuo
apparire, scomparire e riapparire di tali mini-buchi.
Opinioni scientifiche
Riguardo le mie registrazioni di
anomalie nei campi magnetici, ecco i pareri espressi da alcuni degli
scienziati – in genere fisici quantistici – con i quali ho parlato.
Secondo il fisico Dott. Werner Muller, di Karlruhe: “Basandomi sulle
cifre che mi ha fornito e sul fatto che non sono state trovate fonti
naturali sul fondo del mare, non restano altro che le teorie della
fisica quantistica per spiegare questo fenomeno”.
Per il Prof. Tsung-Min Gung, fisico
di Tokyo: “Se le teorie sulle connessioni interdimensionali non sono
totalmente errate e se esse possono venire sviluppate come mi aspetto,
la stretta interdipendenza esistente tra la gravità ed il campo
magnetico terrestre potrebbe essere uno dei modi per individuare queste
aperture fra diverse dimensioni”.
Dal canto suo, il fisico Dott.
Grazyna Fosar, di Berlino, afferma: “Dal punto di vista della fisica,
l’unica spiegazione ragionevole per queste misteriose deviazioni nei
campi magnetici è l’esistenza di ‘porte’ verso l’iperspazio”.
Sorprendenti risultati, che mi
portarono a studiare, con sempre crescente interesse, gli altri fenomeni
caratteristici del “Triangolo delle Bermuda”, associati alla zona delle
Bahamas.L’isola di Andros, sede dei laboratori dell’AUTEC L’ipotesi che
le deviazioni magnetiche siano causate dalla presenza di “stargates”
era già stata avanzata qualche tempo fa (sebbene, per quanto ne so, sono
stato il primo a raccogliere dati effettivi a riguardo) e alcuni
ricercatori hanno associato proprio alla presenza di questi “stargates”
l’incidenza estremamente alta di avvistamenti UFO registrata in
quell’arcipelago.
Una base navale top-secret
Molti di tali avvistamenti avvennero
presso l’Atlantic Undersea Test and Evaluation Center (Centro Subacqueo
Atlantico di Test e Valutazione) o AUTEC, base navale americana nelle
Bahamas. Pertanto, alcuni ricercatori credono che l’AUTEC potrebbe
essere una sorta di “Area 51” sottomarina: un luogo dove il governo
americano effettuerebbe delle ricerche segrete sugli UFO e che, di tanto
in tanto, verrebbe persino visitato dagli alieni. Decisi di indagare
fino in fondo queste incredibili congetture. L’AUTEC possiede delle
risorse davvero uniche, incluso un poligono subacqueo per sperimentare e
studiare armamenti acustici. Si trova sull’isola di Andros, 285
chilometri a sud est di West Palm Beach, Florida.
Le installazioni ed i laboratori di
Andros – per visitare i quali bisogna procurarsi uno speciale permesso –
coprono meno di due chilometri quadrati di territorio ma, in realtà,
l’AUTEC comprende ben 2.688 chilometri quadrati del circostante Mar dei
Caraibi. Questa zona dell’oceano consiste in una baia dalle acque
abissali e dai fondali scoscesi, lunga 160 chilometri e larga 32,
profonda dai 700 fathom (misura di profondità: 1 fathom = 1,829 m.) dei
bordi ai 1.100 fathom del suo lato nord. A conti fatti, si tratta di
un’enorme quantità di spazio acquatico. Inoltre, ho saputo da più fonti
che la base di Andros è sottoposta a misure di sicurezza severissime e
top-secret.
UFO e “blue holes”
Nelle acque circostanti l’isola, di
tanto in tanto sono stati avvistati strani apparecchi che non solo
somigliavano ad UFO, ma ne avevano anche la stessa sbalorditiva rapidità
di movimento e che eseguivano le medesime incredibili virate ad angolo
acuto. Un uomo d’affari viennese mi riferì che, mentre circumnavigava le
coste di Andros con il suo yacht, vide ad una distanza di circa tre
chilometri (era una giornata molto limpida), in acque profonde più di
due chilometri, un oggetto immobile che scambiò per una balena.
Avvicinandosi a meno di 800 metri dall’oggetto – che aveva iniziato ad
emettere uno strano bagliore – scoprì che si trattava invece di un
qualche genere di apparecchio tecnologico, dal design ultramoderno.
Improvvisamente, l’apparecchio partì dirigendosi verso sud, a quella che
il testimone definì “una velocità folle”. Scivolò sulla superficie
dell’acqua per poi scomparire istantaneamente tra le onde, senza più
riapparire.
Mi sono state riferite teorie di
cospirazione e di insabbiamento di natura molto oscura, fiorite intorno
al tema dell’AUTEC quale possibile Area 51 sottomarina, così come voci
simili circolano sulla vera Area 51. Eccovene un esempio, riferitomi da
un informatore che ho intervistato nel Novembre 1998, nel quartier
generale della NASA a Cape Kennedy, Florida. Egli mi raccontò che Rob
Palmer – un sommozzatore inglese molto noto ed apprezzato nell’ambiente,
che era stato per diversi anni direttore di un centro ricerche sui
“blue holes”, nelle Bahamas – nel Luglio del 1997 era scomparso durante
un’immersione compiuta nel Mar Rosso, in Israele, e lo si riteneva
morto. I “blue holes” (o buchi blu) sono delle piccole caverne
sottomarine che si sono apparentemente formate dall’interno e che si
trovano soprattutto in quell’arcipelago. Io ritengo che i blue holes
potrebbero essersi generati a causa delle continue apparizioni e
sparizioni dei microscopici wormholes.
A quanto sembra, Rob Palmer aveva
una teoria analoga e, inoltre, era convinto che i blue holes potessero
essere dei punti di transito per gli UFO in arrivo da altre dimensioni.
Le sue indagini lo stavano portando sempre più vicino all’isola di
Andros, dove vi è una vera proliferazione di questi blue holes. Il mio
informatore mi disse che circolavano alcune voci secondo cui Palmer era
stato ucciso da ufficiali dell’AUTEC, probabilmente perché sapeva
troppo, tramite una suggestione post ipnotica che lo avrebbe indotto al
suicidio mentre si trovava in immersione nel Mar Rosso. In qualità di
storico, non è mia intenzione approfondire simili tristi supposizioni,
ma il semplice fatto che tali voci esistano suggerisce che potrebbe
effettivamente essere in atto un qualche genere di attività clandestina
nella base di Andros.
E Atlantide riemerse dalle acque
Poiché molto del materiale che avevo
studiato aveva dimostrato di avere una base di verità, per quanto
indiretta, decisi di indagare la storia secondo cui l’area delle Bahamas
corrispondeva all’antico continente di Atlantide non completamente
sommerso. Molti hanno creduto per lungo tempo che le mura sottomarine di
Bimini fossero una vestigia di Atlantide. L’idea era stata avanzata in
un primo momento dal medium Edgar Cayce, il quale affermava che molte
delle persone da lui esaminate avevano vissuto vite precedenti in
Atlantide. Alcuni scienziati del British Government’s Building Research
Establishment (Fondazione per la Ricerca Edilizia del Governo
Britannico), usando le più recenti tecnologie, hanno persino scoperto
delle minuscole quantità di carbone ed oro all’interno di quelle che
sembrano essere pietre lavorate dall’uomo, trovate sul fondale di
Bimini.
Come storico, mi interessa
principalmente lo studio delle fonti primarie d’informazioni, piuttosto
che secondarie, pertanto decisi di leggere l’unico testo sul quale sono
state basate le migliaia di libri dedicati ad Atlantide: il Crizia,
dialogo scritto dal filosofo greco Platone. Soprattutto, decisi di
leggerlo non in chiave mitologica o metaforica, come molti fanno, ma
come un vero documento storico. Pertanto tralasciai i dettagliati
resoconti degli splendori di questo antico regno, concentrandomi invece
sulle sue dimensioni, che ci sono state tramandate da Platone: che forma
aveva Atlantide? Quali erano la sua lunghezza e larghezza ?
Appresi qualcosa di affascinante: se
potessimo prendere l’attuale arcipelago delle Bahamas e sollevare
l’intera massa della terraferma di 90 metri – o, per metterla in altro
modo, abbassare il livello dell’acqua che circonda le Bahamas di 90
metri (riportandola al livello che aveva durante l’ultima Era Glaciale) –
ci troveremmo di fronte un territorio che corrisponderebbe in maniera
impressionante, per forma e misura, all’antica Atlantide descritta da
Platone: il filosofo scrisse nel Crizia che tale continente era più
grande dell’Egitto (ovvero dell’Egitto allora conosciuto); che il centro
dell’isola, non distante dal mare, era formato da una pianura
circondata da bassi rilievi ad una distanza di 9 chilometri; e che
questi stessi rilievi si trovavano in un’ampia pianura, circondata da
alte montagne ad una distanza di 321 chilometri.
La zavorra dei Confederati
Tuttavia, le mie conclusioni
riguardo le cosiddette Mura di Bimini, presunte rovine di Atlantide, non
sono affatto così “New Age”. Credo, infatti, che le pietre che le
formano e che appaiono lavorate dall’uomo, non provengano affatto da
Atlantide ma che siano state lasciate là durante la Guerra Civile
Americana. A quell’epoca un gran numero di navi forzava il blocco
dell’Unione per trasportare merci e rifornimenti nei porti dei
Confederati. Braccati dalle navi dell’Unione, questi vascelli spesso si
rifugiavano nelle basse acque delle Bahamas, dove le grosse navi da
guerra non potevano seguirli. Per riuscire a navigare al di sopra degli
scogli che costellavano le acque erano spesso costretti a disfarsi del
peso eccessivo, in modo da diminuire il pescaggio delle imbarcazioni. Il
modo più semplice di farlo era liberarsi dei massi di granito usati
come zavorra nelle stive. Penso che questa abitudine possa spiegare la
presenza di gran parte delle pietre scoperte oggi in luoghi come Bimini.
Ho proseguito le mie indagini in
molti altri campi. Trovando, ad esempio, che le Bahamas hanno le loro
personali leggende su misteriose creature simili a scimmie, che non si
lasciano vedere quasi mai: i “chickcharnies”. Ho scoperto, inoltre, che
esistono molte “storie di fantasmi” collegate alle Bahamas e che gli
sciamani della zona hanno fama di possedere dei poteri semi-divini.
Insomma, ho lasciato le Bahamas con la netta impressione – una
sensazione difficilmente comprovabile scientificamente – che in
quell’arcipelago vi sia un elevato grado di energia psichica o persino
di energia “interdimensionale”.
Ammaraggio subacqueo
Tuttavia, la mia attenzione torna
agli “stargates subacquei dei Caraibi” scoperti insieme agli amici Al
Miller e Joel Green. Ho una proposta. Sarebbe interessante cercare
davvero di entrare in uno di questi “stargate”, se non per il fatto che
essi sono solitamente microscopici e che tendono a fluttuare dentro e
fuori dall’esistenza. Pertanto, vorrei suggerire che uno o più fisici si
immergano in alcune delle località dove sono state riscontrate le
anomalie magnetiche, magari quelle vicino a Nassau, in acque poco
profonde, non distanti dalla riva e dalla capitale delle Bahamas, che
potrebbe ospitare in maniera eccellente la stampa internazionale
eventualmente interessata ad assistere a questo inusuale “Ammaraggio
Subacqueo negli Stargates dei Caraibi”.
Devono sicuramente esserci molti
scienziati giovani, atletici e sportivi che potrebbero venire persuasi
ad indossare l’equipaggiamento da sub e ad avventurarsi sul fondo
dell’oceano per scoprire quali sensazioni telepatiche e quali messaggi
sarebbero in grado di cogliere, filtrati nell’attimo in cui questi
microscopici wormholes si aprono per poi richiudersi e riaprirsi. La mia
proposta può sembrare bizzarra, ma io ed i miei colleghi sommozzatori
saremmo lieti di addestrare i ricercatori disposti a tentare e di
scendere poi con loro sul fondo dell’oceano a largo delle Bahamas.
Michael Preisinger
Premessa articolo a cura della Redazione Segnidalcielo
Il dott. Preisinger ha
pubblicato le sue ricerche ne “Il Triangolo delle Bermude. Una
spedizione svela il mistero dell’arcipelago maledetto”. Ediz. Piemme.)
Copyright ©2011 Segnidalcielo.it
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