mercoledì 19 marzo 2014


“Suscettibilità” e “sentimentalismo



« Per vivere e affrontare tutte le condizioni dell’esistenza, è importante rafforzare il proprio carattere; altrimenti, cosa si può fare con persone che sono incapaci di sopportare la minima difficoltà, il minimo ostacolo? Quella sensibilità nevrastenica, che è nutrita dalla natura inferiore, rende molto difficile l’esistenza; ecco perché molti hanno tratto la conclusione che per essere felici è meglio rimanere insensibili.

In realtà, va fatta una differenza tra la vera sensibilità e quella sensibilità malaticcia che sarebbe più esatto definire “suscettibilità” o “sentimentalismo”.
La vera sensibilità è una facoltà che ci rende capaci di elevarci molto in alto, al fine di avere accesso alla bellezza di regioni sempre più luminose e sottili.
Il sentimentalismo è invece una manifestazione della natura inferiore di quegli esseri che, considerandosi il centro del mondo, trovano che nei propri confronti non si manifesti mai abbastanza considerazione; alla minima occasione si sentono frustrati, feriti, e diventano aggressivi.
Chi ha realmente colto questa distinzione comprende di avere tutto un lavoro da fare sulla propria natura inferiore per dominarla: questo è l'unico modo per permettere alla propria vera sensibilità di svilupparsi. »

Omraam Mikhaël Aïvanhov

PROSVETA 

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