martedì 29 gennaio 2013


La conoscenza: il perfezionamento di sé e il destino in anticipo


Tratto da: http://www.riflessioni.it
di Tiziano Bellucci
Riflessioni sull'Antroposofia - La Scienza dello Spirito

Apprendere, acquisire conoscenza significa divenire sempre più consapevoli e più partecipi dello stato delle cose riguardo il senso della vita e la missione dell’uomo sulla terra.

Qui per “conoscenza“ non si intendono le nozioni scientifiche, ma le rivelazioni provenienti da indagini chiaroveggenti di individui predisposti.
Più conosco e più mi si “svela” il mondo, i suoi esseri e i suoi propositi. Più apprendo è più vengo a sapere cosa devo fare e cosa non devo fare: che cosa si attende da me il cosmo. Mi si rivela il mio ruolo nell’economia universale come essere umano.
Al contempo tramite il conoscere mi vengono messe a disposizione soluzioni, giuste indicazioni per come operare in modo retto, sano e fecondo nel mondo.
Se eseguo in modo corretto quelle indicazioni (che spesso implicano una “modificazione” morale di me stesso) allora opero nel mondo e contribuisco al divenire: tutto sarebbe in armonia.


Ma cosa accade se pur conoscendo cosa non mi è utile, cosa “non è bene che io faccia” io faccio il contrario? Pur sapendo che la linea generale è “smettere di far quel che mi pare” per adempiere invece ai propositi che sono scritti nel mio destino, cosa accade se io mi abbandono ai miei utilitarismi, rinnegando i qualche modo la conoscenza e la mia coscienza?
Accade un fatto sconveniente.
Di solito un iniziato, sa che “per ogni passo verso la conoscenza deve fare tre passi verso i perfezionamento di se stesso” : conoscere significa “moralizzarsi”, ossia diventare individui eticamente responsabili di tutto.

Un iniziato è un individuo che precorre nel tempo l’intera umanità: compie in una vita ciò che la globalità degli uomini realizzerà in millenni. Acquisisce doti e facoltà interiori, poteri spirituali che sono conseguibili solo a mezzo di una severa disciplina occulta.

Questo comporta che, anticipando il suo futuro e quello dell’umanità debba trovarsi davanti anche quegli eventi, quegli incontri del destino che si sarebbero svolti solo in un lontano futuro, in vite future. In altri termini egli si trova in una sola vita a far fronte a “risolvere” legami di destino che forse avrebbe potuto o dovuto adempiere solo in tante vite. “Molti colpi di destino “ gli arrivano: viene investito da molti effetti karmici che come attratti da una calamita si precipitano verso lui. Solitamente tali “effetti karmici” si presentano come eventi dolorosi.  Solitamente l’iniziato è dotato di potenti forze per far fronte a ciò: in altre parole, la sua iniziazione è connessa con il suo karma. Egli si dedica al propri perfezionamento, affinchè in lui si generino forze capaci di affrontare il destino in modo adeguato e di risolverlo. Solo se “diventa un essere perfetto, morale e giusto”, risolvendo, perdonando e amando può conseguire le sue doti e al contempo “liberarsi dal suo destino”.

Cosa accade invece se un uomo comune, non sottoposto a discipline, non dotato di enormi forze di compassione e di perdono, e quindi per nulla motivato ad essere “saggio ed elevato”, cosa succede se si dedica allo studio, al conoscere tanto da “riempirsi” di infinite rivelazioni spirituali?
Ciò che avrebbe dovuto conoscere per via naturale in tante vite lo viene a conoscere in una vita: il suo livello di consapevolezza cresce e pur conoscendo nulla, non fa nulla per migliorarsi.
Accade che come all’iniziato il crescere di conoscenza e consapevolezza, accresce il carico del suo destino, che gli viene incontro, travolgendolo. Incidenti, scontri, malattie, liti e discussioni di tante vite, arrivano in una sola vita e reclamano di essere risolti in modo impellente, ora. L’individuo incapace di gestire tale impeto, privo di forze e protezioni è destinato a soccombere.

Questo è il pericolo del tempo odierno.
Siamo circondati da libri, individui che in poco tempo e parole semplici senza richiedere all’uditori il minimo sforzo (spesso viene chiesto denaro) donano la conoscenza occulta: essa viene diffusa. Si ricevono “iniziazioni in un week end” o per corrispondenza.
All’individuo vengo rivelati dati fatti occulti, che lo destano e lo potenziano, senza affiancare al sapere una appropriata disciplina interiore compensatrice.

Ovunque veniamo bombardati da nozioni occulte: ogni “saggezza” acquisita senza sforzo, senza metterla in pratica reale comporta “attirare” destino futuro in questa vita. Senza esserne consapevoli, accrescendo la nostra conoscenza ci assumiamo la responsabilità di impegnarci a far fonte giù da ora a grosse preoccupazioni di destino.
Conoscere significa attivare un anticipazione di destino.
Qui, non si vuole dire che occorre"smettere di conoscere": ma piuttosto avvisare dell'effetto che "ingenue" nozioni o "leggeri" insegnamenti possono fare sul carico di vita umano.
Vi sono cose che agiscono ed esistono anche se non vi crediamo.
Conoscendo, ci si responsabilizza senza saperlo.
Se decidiamo di conoscere, cerchiamo dunque di farlo armandoci delle qualità morali adeguate al contrappeso che ci verrà richiesto.

Tiziano Bellucci
astronavepegasus.it

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