lunedì 25 marzo 2013

Franck O’Collins critica duramente OPPT

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Prefazione
Nel corso di un audio podcast rilasciato il 6 marzo scorso, Franck O’Collins – creatore di UCADIA e uno dei massimi esperti in materia di trust – ha preso ufficialmente posizione riguardo al One People’s Public Trust.
Essendo il suo un discorso di natura tecnica ed esplicativa incentrato sui concetti di proprietà e ditrust, la questione OPPT viene toccata in maniera informale all’interno di numerosi esempi, senza mai nominarla esplicitamente; tuttavia, i riferimenti sono così precisi che non lasciano spazio alla fantasia: O’Collins esprime e motiva qui, in maniera perentoria, il suo parere assolutamente negativo sulla validità legale di OPPT.

Poichè le sue obiezioni non hanno affatto i connotati delle illazioni gratuite, nè sono colorate dalle fosche tinte del cospirazionismo, essendo infatti corroborati da argomentazioni serie e logiche, sarebbe quantomeno legittimo aspettarsi una risposta ufficiale da parte dei trustees di OPPT, di fronte ad un così autorevole parere negativo.
Vi proponiamo la traduzione italiana del podcast di O’Collins, già trascritto in inglese nel suo blog personale; nonostante la lettura sia sicuramente impegnativa e tecnica, il suo è un punto di vista che vale la pena conoscere. In coda all’articolo, aggiungiamo alcune risorse utili ad approfondire il suo enciclopedico lavoro e l’universo di UCADIA.
di Franck O’Collins
Questa settimana cambiamo argomento e parliamo un po’ di Trust: che cos’è un trust? Come è perché si costituisce? Da dove provengono i trust? Quando un trust è davvero un trust? Come funzionano in pratica? Quanti trust esistono in realtà? Come possiamo gestire un trust?
Cercheremo di trattare più diffusamente possibile le funzioni, gli scopi e la struttura dei trust a fondamento delle discussioni delle prossime settimane, in adempimento alla promessa da me fatta di rispondere ad alcune domande essenziali sull’eredità, sulle dichiarazioni giurate (orig. “affidavits”, n.d.t.), sui testamenti e sugli altri strumenti per prendere il controllo dei nostri affari, dimostrando chiaramente che non siamo schiavi. (…)
Da dove cominciamo? Andate sul sito www.one-heaven.org e spostatevi sulla raccolta dei Canoni, quelle massime di legge che chiamiamo Diritto Positivo. Date un’occhiata all’Articolo 80. Quando si parla di Legge, uno degli argomenti più ostici da comprendere per le persone è la relazione fra concetti fittizi. I trust non esistono in natura. Non crescono sugli alberi, non fuoriescono dal terreno, non atterrano sui pianeti, non si generano spontaneamente dalla combustione o dall’interazione degli elementi. Sono costrutti completamente artificiosi prodotti dalle menti dei filosofi centinaia o, in alcuni casi, migliaia di anni fa.
I fatti a cui si fa riferimento erano già noti alle culture più antiche: si riconosce che quando si voglia non solo dare attuazione ma soprattutto far rispettare qualsiasi diritto di proprietà, possesso, occupazione o uso di beni materiali, la stessa legge richiede la creazione di una controparte fittizia di tali beni perché, in molti casi, essi sono inamovibili in quanto oggetti fisici. L’esempio più evidente è quando parliamo di terreni o delle nostre case. Se avete un mutuo da pagare, avete acquisito o ereditato una casa, allora dovreste avere familiarità col concetto di “titolo”, uno strumento che pretende di rappresentare sia la casa come luogo fisico, sia coloro che possiedono – o non possiedono – quel  luogo fisico.
La certificazione del titolo non è la proprietà in sé stessa; non è la casa o il terreno, ma per noi è comunque “proprietà”. Pur non essendo la casa o il terreno, la creazione fittizia di un titolo di proprietà permette la compravendita e l’amministrazione di quel terreno. Fin dai tempi dell’antico Egitto, della Sumeria e delle culture tradizionali più antiche, fu riconosciuto che creare un‘icona fittizia di qualcosa di tangibile ma inamovibile era un modo per amministrarne i diritti di proprietà, possesso, occupazione o compravendita ad essi connaturati.
Per molte persone, la questione si fa difficile quando si introducano concetti addizionali allo scopo di attribuire un valore agli scambi, rivendicare la proprietà e far rispettare la legge: quando e come sorge la necessità di creare una icona – diciamo pure un “avatar” – della vostra casa fisica o della vostra automobile? In che modo tutti questi aspetti lavorano assieme per concedere diritti e poterli amministrare, dal momento che non potete stringere le vostre mani attorno a questi beni (come ad es. i terreni) per possederli “fisicamente”? La confusione aumenta quando entrano in gioco i trust:  cosa hanno a che fare l’uno con l’altro i “trust” e la “proprietà”?

Il concetto di proprietà

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Quello di creare avatar o costrutti fittizi al fine di gestire la proprietà delle cose non è un concetto nuovo, e non lo è certo per il Culto Romano, noto come Vaticano. I Romani registravano i terreni, i possedimenti e le varie transazioni commerciali proprio come facevano i Greci centinaia – se non migliaia – di anni fa. Il primo utilizzo di un trust, per come lo intendiamo noi oggi, proviene infatti dal Culto Romano, il quale non ha fatto altro che inserire un ulteriore tassello – ossia la proprietà – al concetto della creazione di falsi avatar per le case e per i cavalli.
In pratica, ecco ciò che il Culto Romano-Vaticano ha asserito: “Siccome il Divino Creatore ha creato tutto ciò che vediamo: i pianeti, il cielo, le stelle e il popolo, il proprietario ultimo di tutte le cose e di tutti gli avatar deve essere per definizione il Divino Creatore. Dal momento che noi nulla abbiamo creato, nulla possediamo né possiamo rivendicare”.
Se ci pensate, ha perfettamente senso. Se oggi la gente potesse uscire di casa e, con una semplice rivendicazione, prendere possesso di qualsiasi cosa su cui non ha alcun diritto di proprietà – un po’ quello che gli Europei hanno fatto nel Nuovo Mondo, in totale contraddizione con ciò che ho detto – allora sarebbe il caos assoluto, perché nel momento in cui la gente prenderebbe possesso di qualcosa semplicemente reclamandolo, complice magari l’assenso degli altri, tutti i diritti di proprietà diventerebbero improvvisamente insignificanti. Ci sarebbe una completa anarchia.
Così, il Culto Romano, nella più importante struttura del Diritto Romano d’Occidente, afferma che il Divino Creatore è il Creatore di tutto nonché il proprietario di tutto; noi non possiamo possedere nulla, non abbiamo alcun diritto perché non siamo i creatori originali. Sono anche state imposte delle condizioni, affermando che, nonostante l’uso sia consentito, la gestione dei Diritti d’Uso – meglio noti come “Proprietà(orig. “Property”, che O’Collins differenzia da “Ownership”, v. seguito, n.d.t.) – sono detenuti in ultima istanza dal rappresentante del Creatore Divino, ossia il Culto Romano, la Chiesa Cattolica Romana. Così, si sono astutamente auto-dichiarati non come i proprietari ma come i trustees, ovvero gli Amministratori fiduciari. In sintesi, tutto ciò che vediamo (con i relativi costrutti fittizi) è tenuto in custodia, in nome del Creatore Divino, dal Pontefice Romano e dalla Chiesa Cattolica Romana per essere usato dagli uomini, dalle donne e da tutti i bambini del pianeta. Ecco come è stato creato il primo trust della storia. Sto parlando della Bolla PapaleUnam Sanctam Ecclesiam (1302).
Giusto per intenderci, quanto detto finora – ossia che noi non possediamo nulla ma abbiamo solo il diritto d’uso sulle cose – è espresso chiaramente nella definizione del termine “Proprietà”. Diamo uno sguardo alCanone 1868 (Articolo 80):


Si definisce Proprietà (orig. “Property”, n.d.t.) un qualsiasi Diritto d’Uso fittizio espresso all’interno di un Trust in correlazione con le seguente figure Formali (orig. “Form“, n.d.t.): quella del Proprietario o Esecutore, quella del Trustee (Amministratore, o A. fiduciario, che gestisce la proprietà) e quella del Beneficiario. La Proprietà è dunque il diritto di usare una Forma fittizia, e mai coincide con la proprietà(in senso assoluto, orig. “Ownership”, n.d.t.) dell’oggetto o con il concetto in sé stesso.


Dunque il primo trust originale risale al 14° secolo, agli inizi della strutturazione del diritto da parte del Culto Romano, con la creazione della Bolla Papale Unam Sanctam Ecclesiam.
Tenete a mente che una delle regole principali della formazione e della creazione di un trust è la presenza di  un Concedente (orig. “Grantor”, n.d.t.), che in primo luogo deve avere il diritto di trasferire la proprietà. Non dimenticate ciò che abbiamo detto poc’anzi riguardo al meccanismo di controllo istituito dal Culto Romano che, centinaia e centinaia di anni fa. ha ingegnosamente affermato che il Divino Creatore è il Creatore di ogni cosa, che il Divino Creatore è il Concedente di ogni cosa e che la Chiesa Cattolica è l’unico fiduciario del trust. Ma che cosa è un trust? Che cosa s’intende per trust?
Nella nostra vita quotidiana abbiamo a che fare con i trust ogni giorno: probabilmente uno degli esempi più banali è quando nostro figlio ci chiede in prestito l’automobile. “Ehi papà, mi presti la macchina?”; “Sì, ma non distruggerla e vedi di rientrare entro le ore 21.” Abbiamo qui tutte le dinamiche essenziali di un trust. La “property” del trust, cioè – per dirla con una parola latina – la “res”, è il Diritto d’Uso dell’automobile. Lo scopo del trust è quello dello spostamento o del trasporto. La condizione del trust è quella di una corretta manutenzione del veicolo e della sua riconsegna entro una certa scadenza, affinché il trust possa essere sciolto. Il Concedente è il genitore che “concede” le chiavi al figlio e il Trustee (Fiduciario) è il figlio che guida. Il Beneficiario – e qua le persone fanno un po’ di confusione – in questo caso è ancora il figlio, che trae piacere dall’uso della Proprietà/Property fittizia.
Questo non vuol dire che il figlio nel ruolo di Fiduciario/Trustee sia contemporaneamente anche il Beneficiario. Ricordate che quando si parla di fiction ci sono due ruoli ben separati e distinti. Per capirci meglio, riprendiamo l’esempio del genitore. Ogni genitore che accudisce i propri figli sa che, in quanto tale, dovrà adempiere a numerosi ruoli. Si tratta semplicemente di immaginare più persone in una: una svolge il ruolo di nutrice, una è il custode, una è il guardiano, una è l’insegnante, una è l’autista e una è il garante dell’ordine. Queste sono tutte le personalità differenti svolte da un genitore.
Ovviamente tutte queste personalità concorrono alla formazione della figura singola del padre. Ciò non significa che questi ruoli non funzionino in modo unico e indipendente; ovviamente, potrebbero. Nell’insegnare qualcosa ai propri figli, se uno non fosse giusto e ragionevole e cercasse di mescolare tutto ciò con il ruolo di tutore dell’ordine, allora potrebbe diventare un insegnante severo, rendendo difficoltoso l’apprendimento per i bambini. Se una persona svolgesse contemporaneamente il ruolo di custode e di intrattenitore, i bambini potrebbero dunque avere dei problemi. Se siamo custodi dovremmo concentrarci su quel ruolo. Ogni ruolo ha infatti bisogno di pensieri e di intensità diverse.

Cos’è un Trust?

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In questo semplice esempio di un figlio che prende in prestito l’auto dal genitore si comprende il funzionamento di unTrust. Sono presenti il Concedente, la Proprietà/Property in trust, lo scopo del trust, le regole del trust, il fine del trust, abbiamo anche il Trustee e il Beneficiario. Come potremmo definire in modo formale un trust, prima di analizzarne gli elementi chiave che ci permetteranno di distinguere facilmente un trust da ciò che non lo è? Talvolta si creano degli spiacevoli inconvenienti in proposito. Guardiamo dunque l’Articolo 84 e il Canone 1901 sul Diritto Positivo: c’è una sezione che definisce esattamente ciò che è un trust.

Un Trust è una Forma fittizia di Relazioni ed Accordi (orig. “Relations and Agreement”, n.d.t.) in base alla quale alcuni Diritti ed Obblighi vengono legalmente trasferiti al controllo di una o più Persone – gli Esecutori – e ai loro Trustees, a beneficio (orig. “benefit“, n.d.t.) di una o più Persone.


In ogni caso, troverete che il Beneficiario o il Fiduciario rappresentano concetti fittizi di persona. Tale definizione del Canone 1901 riprende accuratamente tutte le definizioni più attendibili di trust. Fermiamoci un attimo ed analizziamo gli elementi uno per uno. Come detto, un trust identifica le relazioni che intercorrono tra un Concedente, un Trustee, un Beneficiario e una Proprietà. Essendo un accordo, dev’esserci una forma di contratto e dobbiamo attenerci a tutti gli elementi tipici di un accordo: un’analisi, un’offerta, condizioni e così via. Deve esserci qualcosa che sia legalmente trasferito sotto forma di Diritti e Obblighi di un certo tipo, ricordando che – in base alla precedente definizione di Proprietà – essa è un Diritto d’Uso e il diritto d’uso è una forma di legittima proprietà per un trust, e che tutte le proprietà sono concesse in trust. Si tratta della stessa identica cosa.
Il trasferimento viene fatto sotto il controllo di un Esecutore o Trustor, mentre la presenza dei Fiduciari/Trustee varia a seconda di come l’accordo viene stabilito. (…) L’accordo scritto non deve essere necessariamente definito in tutti i trust, ne basta la presenza solamente in quelli più complicati; può mancare in quelli semplici, come il caso del genitore che dice al proprio figlio di non distruggere l’auto e di tornare entro una certa ora. Invece, quando parliamo di trust in modo più formale e questi trust rivendicano determinati diritti o trasferimenti di proprietà (orig. “conveyance”, n.d.t.), allora i termini del trust, l’accordo, lo scopo e l’intenzione del trust devono essere normalmente fissati in un documento scritto chiamato Trust Deedl’Atto del Trust. Il Trust Deed identifica formalmente la Proprietà che sarà trasferita e il modo in cui il trust debba essere amministrato.
Gli elementi più comuni di un trust sono descritti nel Canone 1902, con particolare riguardo al Possessore della Proprietà (orig. “Owner of the Property”, n.d.t.), cioè la persona autorizzata che ha il permesso di creare un Trust e trasferire la Proprietà nella Forma fittizia del trust.

Dai primordi fino ai giorni nostri, un trust legale può essere costituito, in primo luogo, se colui che lo crea ha l’autorità e i diritti per trasferirne la Forma (orig. “Form”, n.d.t.) e la Proprietà (orig. “Property”, n.d.t.).Torniamo all’analogia dell’automobile menzionata in precedenza: supponiamo che voi abbiate due figli, un maschio e una femmina; ammettiamo che il maschio voglia prendere in prestito la vostra automobile e che ne parli a sua sorella, la quale gli risponde: “Eccoti le chiavi, evita gli incidenti, non cacciarti nei guai e rientra a casa entro le ore 21 di questa sera.” Ella potrebbe anche avergli detto – parola per parola – le stesse cose che gli avreste detto voi genitore; rimane il fatto che si tratta di un trasferimento di proprietà illegittimo perché vostra figlia non aveva alcun diritto di concedere la proprietà al fratello.
Supponiamo che voi abitiate in una casa di periferia; un bel giorno un tale si presenta nel vostro quartiere e si rivolge così al vostro vicino confinante: “Voglio vivere nella casa qui di fianco, che sembrerebbe essere la tua.” Se per caso il vostro vicino avesse una chiave di riserva della vostra casa, potrebbe acconsentire alla richiesta dicendo: “Puoi viverci, ma non metterla sottosopra; sappi che dovrai andartene fra due settimane, quando saranno di ritorno i proprietari.” Si tratterebbe ancora di un illegittimo trasferimento di proprietà, di un’illegittima creazione di un trust, perché il vostro vicino non ha il diritto di lasciar entrare gente a casa vostra mentre voi siete via, né di usare la camera da letto degli ospiti. (…)
Facciamo un’altra analogia. Supponiamo che qualcuno venga da voi e vi dica di aver creato un trust per il pianeta chiamato “ABC Trust” o “People’s Trust” o in qualsiasi altro modo. Costoro hanno creato un trust per il pianeta, voi siete i Beneficiari, loro gli Amministratori  (orig. “Trustees”, n.d.t.) e tutte le vostre proprietà sono state accluse nel trust. Sarebbe un trust assolutamente illegittimo, fraudolento, immorale ed ingannevole. Non sarebbe un trust legale. Perché? Non sarebbe legale perché non risulta chiaro chi (o cosa) sia il Concedente (orig. “Grantor”, n.d.t.) del trust, cioè colui che detiene la proprietà e ha diritto a trasferirla. Nella visione del mondo del Culto Romano, si afferma che lo stesso Culto Romano sia trustee di tutte le proprietà e che il Divino Creatore, in qualità di Grantor, conceda al Culto Romano il diritto di amministrarle.
Ammesso e concesso che ci sia il Culto Romano dietro a questo trust e che esso abbia creato molti altri trust globali, basterebbe questo a legittimarlo? Di sicuro, ne rafforza la pretesa il fatto che il Culto Romano possa vantare ed affidarsi a strumenti quali la Bibbia, le Bolle Papali, opere teologiche e strumenti storici come le biblioteche, stracolme di centinaia di migliaia di testi, che da secoli ne rafforzano la supremazia. Tuttavia, la loro affermazione non rimane altro che una elaborata rivendicazione. In quanto tale, è legittima? È valida? Questa è la domanda chiave che ci rivolgiamo quando facciamo riferimento a siti come www.one-evil.org o alPatto di un Unico Cielo (orig. “Pactum de Singularis Cælum” o “Covenant of One Heaven”, n.d.t.) sul sitowww.one-heaven.org.


Tutti i trust validi possiedono le seguenti caratteristiche, note come caratteristiche standard:
(i) Un Documento di Trust (orig. “Trust Instrument“, n.d.t.), noto anche come Atto del Trust (orig. “Trust Deed”, n.d.t.) che identifica la Forma fittizia essenziale del Trust, la Proprietà che deve essere conferita per creare il trust, e il modo in cui il trust debba essere gestito dall’Esecutore e da ogni Fiduciario (Trustee);
(ii) Il Possessore della Proprietà o la Persona autorizzata che ha il permesso di creare il Documento diTrust e di trasmettere la Forma fittizia e la Proprietà nel Trust;
(iii) Un insieme di Proprietà all’interno del Trust definite come Trust Corpus, Trust Body oppure Body Corporate;
(iv) Almeno un Esecutore del Trust che possieda la massima autorità fiduciaria e le massime funzioni sul Trust, nominato o dal Possessore della Proprietà conferita nel Trust, o dalle leggi dell’Esecutore – nel caso di un Cestui Que Vie trust – o del Beneficiarionel caso in cui questi sia anche ilConcedente;
(v) Almeno un Trustee fiduciario ai sensi della Legge Fiduciaria (orig. “Fiduciary Law”, n.d.t.) o unAmministratore ai sensi della Legge Amministrativa (orig. “Administrative Law”, n.d.t.) – che non sia né il Possessore della Proprietà, né la Persona autorizzata che ha conferito la proprietà nel Trust – nominato da un Esecutore e a lui rispondente in conformità al Documento di Trust. Esso è dunque responsabile della gestione degli assets del trust, ovvero del Trust Corpus, ovvero delle proprietà coinvolte;
(vi) Un set unico e distinto di Accounts detenuti dal Trustee Fiduciario, noto anche come fondo separato, per la registrazione di tutte le operazioni amministrative e degli obblighi;
(vii) La formalizzazione dei diritti delle proprietà conferite nel Trust in un titolo giuridico detenuto dagli Amministratori, nonché uno o più titoli equipollenti che consentano ad uno o più beneficiari l’uso responsabile della Proprietà del Trust, in accordo con il Documento di Trust;
(viii) Uno o più beneficiari.


Se qualcuno è venuto da voi senza avere alle spalle un lavoro teologico di centinaia e centinaia di pagine, nessuna bibliografia di centinaia di migliaia di lavori specificamente elaborati per rinforzare una determinata affermazione, e tutto quello che fa è pretendere di essere “amministratore” senza dare alcuna indicazione dei diritti del concedente il trust né delle sue argomentazioni, allora anche con questa sola violazione il trust non sarebbe valido, sarebbe illegittimo. Se poi costui sostenga anche di essere in piena legittimità, allora starebbe deliberatamente commettendo una frode: in tal caso, ogni singola persona coinvolta avrebbe messo sé stessa in grave pericolo attraverso una simile ingenuità. Non si possono trasferire proprietà all’interno di un trust senza i necessari permessi. È così semplice.
Prima di concludere questo intervento, ci sarebbe molto ancora da discutere su www.one-heaven-org e sugli articoli del Patto di un Unico Cielo che trattano i trust. Ciò che abbiamo detto sui trust è che, quando si tratta un formale Trasferimento di Proprietà (orig. “Conveyance”, n.d.t.), si ha bisogno di un qualche strumento: ci deve essere cioè un atto in forma scritta. Mancando la scrittura fiduciaria non può sussistere alcun trust legittimo. Quando si partecipa ad un Trasferimento di Proprietà, pur in presenza di scrittura formale, colui che concede la Proprietà – cioè il Grantor (o il riconosciuto proprietario) – deve averne i permessi e l’autorità. In caso contrario, non sarebbe un legale Trasferimento di Proprietà.  Inoltre, la serie di proprietà incluse nel trust deve essere specificata. Non può essere campata per aria, non può essere “tutto ciò che cammina, vive e respira”, occorre essere specifici. Qualora non si possa essere specifici e non si riesca a definire chiaramente quale sia la proprietà, non può esservi alcun trust.
Per quanto riguarda l’amministrazione, ci può essere un solo esecutore – il Trustor, che è il più alto fiduciario – oppure possono essere coinvolti più Trustees. Dovranno essere presentati dei resoconti a coloro che svolgono il ruolo di Amministratori fiduciari. Uno fra i principali vantaggi del trust è la creazione o l’estratto dei titoli, che saranno affidati al Beneficiario per poter usufruire legalmente di ciò che il trust rappresenta. Quando un trust ha tutti questi elementi, allora è un trust legittimo; se non li ha, allora non può essere considerato legittimo.
Se vi fosse un solo Beneficiario, allora costui potrebbe essere anche l’Esecutore, e viceversa. Ma una persona non può essere il Trustee, l’Amministratore e il Beneficiario allo stesso tempo. Né può la stessa persona essere l’Esecutore e il Trustee. Se volete un’analogia, pensatela come se foste giudice, giuria e carceriere allo stesso tempo. Ovviamente, vi potrebbe essere richiesto di giudicare una determinata cosa, e di fornire la vostra opinione in merito. Potreste essere chiamati a fare da testimone in una controversia fra due parti, o essere chiamati ad agire a causa di tale controversia. (…) Nelle nostre vite ci sono tanti diversi scenari in cui potreste avere tre ruoli differenti; ma, per definizione, nel Diritto non potete averli allo stesso tempo. (…) Potreste anche essere nominati in periodi differenti, ma mai contemporaneamente. (…)
Così, vedete, abbiamo questi differenti aspetti, che implicano obblighi relativi alle diverse funzioni ed è per questo che la legge li tiene separati e spesso confonde le persone facendo credere che si debba svolgere un certo ruolo per sempre e che non si possa svolgere ruoli in più di una posizione. Si confondono con il fatto che, ai sensi degli obblighi derivanti, il problema è che non si può essere giudice, giuria e carceriere simultaneamente. (…)
Ora, i trust costituiscono una parte fondamentale di UCADIA. Qui ho fornito un’accurata descrizione delle leggi istitutive dei trust su cui si fonda il sistema Romano d’occidente; quindi, che cosa  intendiamo con questi diversi tipi di trust che abbiamo in UCADIA, come ad esempio il Trust Divino (orig. “Divine Trust”, n.d.t.), il Trust Autentico (orig. “True Trust”, n.d.t.) e il Trust Superiore (orig. “Superior Trust”, n.d.t.)? Ho già detto in precedenza che, nel caso del Culto Romano, noto anche come il Vaticano o la Santa Sede (orig. “Holy See”, n.d.t.), esso ha accumulato, nel corso della sua lunga storia, centinaia di Bolle Papali e migliaia di pagine della Bibbia che fanno riferimento all’affermazione di essere unico fiduciario, per conto del Divino Creatore, di tutte le proprietà e tutti gli esseri viventi su questo pianeta. Non è certo un’affermazione giusta né assoluta; ciò che la rende molto, ma molto forte è l’ammasso di prove documentali create. L’unico modo in cui si può contestare un simile affermazione, così estesa e complessa, è quello di presentare una contro-affermazione altrettanto estesa e logica, in cui le argomentazioni del Culto Romano possano essere dissezionate a livello forense per dimostrare, senza ombra di dubbio, che gli autori di tale rivendicazione non sono mai stati i veri creatori, eredi o successori della Chiesa Cattolica, tanto meno della Chiesa Cristiana.
Di conseguenza, basterebbe questa sola argomentazione per affermare che essi non siano trustees, ma semplicemente degli impostori. Inoltre, molti degli elementi fondanti la tesi riguardo i loro diritti sono senza dubbio truffe; esistono documenti fraudolenti ed azioni deliberatamente criminali che non hanno mai rappresentato, dico mai, il Divino Creatore. Pertanto, nessuna proprietà è mai stata acclusa nei loro trust poiché giammai v’è stato alcun legittimo Trasferimento di Proprietà. Vi faccio un altro esempio. (…) Se qualcuno viene da voi sostenendo di aver pignorato (orig. “foreclose”, n.d.t.) tali soggetti, cosa vuol dire? Significa che essi stanno affermando che la Proprietà che era un tempo legittimamente detenuta dal Culto Romano è stata in qualche modo trasferita legalmente nel frattempo ad una qualche altra entità.
In base a quello che abbiamo detto finora, ogni rivendicazione in tal senso sarebbe assurda (a meno che il Culto Romano non l’abbia permessa o vi  sia coinvolto addirittura…), tanto che ci si potrebbe cadere solo in stato confusionale o sotto l’effetto di un abile incantesimo.
Infatti, se fate un passo indietro, noterete che il Culto Romano in origine non diffuse mai la sua affermazione come legittima, a riprova del fatto che sapevano di non essere i legittimi proprietari di nulla; quindi, ogni tentativo di creare un trust, in special modo un trust a livello mondiale, basato su pignoramenti, destituzioni, rivendicazioni, recuperi o altri meccanismi, dovrebbe essere considerato un falso.
Quando, in riferimento ad UCADIA, parliamo dei diversi trust – prima di accostarci al Trust Divino o al Trust Autentico e al loro significato specifico – dovremmo tenere a mente che il Patto di un Unico Cielo (link alla versione italiana integrale, n.d.t.) é un documento massivo redatto in molti, molti anni ed é supportato da un modello complesso chiamato UCADIA. UCADIA si compone del Viaggio dell’UCA (link alla versione italiana integrale, n.d.t.) cioè il Viaggio della Coscienza Unica Collettiva (orig. “Unique Collective Awareness”, n.d.t.), composto da 23 capitoli; il Viaggio del Sè, anch’esso di 23 capitoli; i Sette Brevetti della Coscienza Unica Collettiva che delineano ogni particella elementare, ogni legge fisica della Matrix basata su atomi di idrogeno ed elio (orig. “Hydro-Helio-Atomic Matrix”, n.d.t.) e definiscono la struttura completa dell’Universo; 22 Raccolte dei più importanti testi sacri del mondo, che sono andati perduti (alcuni di essi rigenerati e restaurati); 22 libri di Diritto Canonico con tutte le massime ed i principi di legge provenienti da tutta la storia; piú di 7000 moduli che definiscono i 33 Codici e le strutture di legge; 33 Codici di legge derivati dai 22 libri di Diritto e gli 11 Trattati. Questo é un modello enorme, assolutamente enorme, che non si era mai visto prima se non per il Culto Romano.
C’é voluta una vita per ideare tutto ciò, e fino a che qualcuno non proponga un lavoro originale di tale profondità, logica e senso forense, allora la sua rivendicazione sarà una mera ed arbitraria pretesa senza alcuna sostanza, senso né legittimità. Posso affermare, senza ombra di dubbio, che tutti noi siamo esseri sovrani e che proveniamo da un altro pianeta. Internet é un parco giochi creato per diffondere menzogne e bugie a non finire. Ma l’immensità del modello di UCADIA non é una bugia, é un dato di fatto. É una rivendicazione complessa. Che cosa c’é di complesso in UCADIA? Da principio, qualcuno ha perseguito i propri interessi, gettandovi fumo negli occhi per trovare il sistema di far soldi ed ingannarvi in qualsiasi ambito. Il modello di UCADIA, attraverso il Patto di un Unico Cielo, ha messo in chiaro che il Culto Romano non ha mai posseduto le proprietà rivendicate, che ogni uomo ha il diritto di possedere ciò che gli spetta, che non é uno schiavo e che esiste a sua disposizione una complessa struttura per reclamare i suoi benefici. (…)
Esiste una sola rivendicazione ed un solo modello che, nella sua forma originale, non possa essere eguagliato: sto parlando del sistema esistente, usato da millenni. Tuttavia, in termini di coerenza, completezza ed argomentazioni, questo sistema del Culto Romano non ha basi. Inoltre, nonostante la durata del lavoro, la vastità del modello UCADIA e il fatto che UCADIA possa rivendicare il legittimo trasferimento di alcuni diritti – come i Divini Diritti d’Uso e la creazione dei Trust Divini – ciò che legittima UCADIA non è la semplice autoreferenzialità delle sue affermazioni, ma la compilazione del Testamento(orig. “Will and Testament”, n.d.t.) da parte di uomini e donne che riconoscono le proprie volontà e sono pronti a farsi testimoni della loro rivendicazione, riconoscendo che questo atto trasferisce legalmente i loro diritti e che nessuno può frapporsi tra loro e il Divino. Quando si instaura questo tipo di collegamento, si forma un indissolubile legame fra il Patto di un Unico Cielo ed il Testamento autorizzato dalle persone.
Purtroppo il mondo di recente é pieno di disinformazione, avidità, egoismo, false speranze e false affermazioni, e io non ho il tempo materiale né la forza per confutarle tutte. Quindi considerate questa come una prova che ognuno di voi dovrà affrontare da solo. Visti i molti esempi che ho fatto,  ogni persona che pensi obiettivamente dovrebbe per lo meno fermarsi a riflettere. Qualche settimana fa, feci un esempio – che vi ripeto adesso – circa quella particolare forma di diritto privato dell’American Law Institute (Istituto Giuridico Americano) nota come UCC (Codice Commerciale Uniforme)

Se vi venissero a dire che hanno usato questo codice per pignorare ogni cosa appartenente al sistema, sappiate che avete a che fare impostori, criminali e truffatori. Vi assicuro che è così, e ogni istanza che sarà presentata alla fine verrà rigettata. C’è di più: il sistema esistente prima o poi si farà sentire – che ci voglia un mese oppure un anno – e comincerà a perseguire ognuno di quelli che, ignorando il senso comune, avrà negato la seguente evidenza: l’UCC viene promosso all’interno del movimento dei truthseekers come una trappola per topi, per incrementare l’ammontare di denaro che le persone immetteranno in esso utilizzandolo senza discernimento. É una forma privata di diritto che semplicemente non può essere usata contro sé stessa.
Ma quali sono i differenti tipi di trust all’interno di UCADIA? Abbiamo parlato di trust, abbiamo parlato della loro provenienza, degli elementi che compongono un trust ed abbiamo ribadito la tesi secondo la quale non potete trasferire una proprietà all’interno di un trust a meno che non ne abbiate il permesso; potete anche non essere d’accordo con questo. Tre, quattro o cinque persone arrivano e dicono che hanno pignorato il mondo? È un’idea carina ma arrogante. Non é vero. Se volete continuare a crederci ostinatamente, allora é chiaro che lo fate per un secondo fine. Non é vero, é una bugia. É una falsità.

Differenti tipi di Trust

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La struttura dei trust identificata in UCADIA va a smontare risolutamente le argomentazioni del Culto Romano e di chiunque altro provi a mentire, imbrogliare, rubare e confondere. Per primo, viene il concetto diTrust Divino. Usando come quadro di riferimento la definizione generica di trust, il Trust Divino – così come definito nell’Articolo 85 – è semplicemente un trust spirituale della UCA – Coscienza Unica Collettiva (un altro modo per definire il Divino Creatore), amministrata da UCADIA per conto della UCA. In quanto trust spirituale, é basato sul seguente elemento: ogni essere, in quanto parte del Divino, può essere identificato separatamente dal Divino ma, allo stesso tempo, in quanto personificazione del Divino, può essere considerato assolutamente Divino.
Quando ci rapportiamo al concetto di separazione, possiamo formalizzarlo dicendo che se una divinità o spirito é separato dal resto, allora fa parte di un trust come parte del Collettivo. Quando viene a crearsi uno Spirito Immortale Divino, esso nasce all’interno di un trust riferito al Collettivo. Come possiamo affermare ciò? Prendiamo una torta, per esempio: una torta intera può essere divisa in parti con un coltello. La torta adesso è divisa ma può ancora considerarsi intera fino a che qualche fetta non venga rimossa. Il coltello – simbolo dell’identificazione con la separatività – é l’elemento che crea il Trust Divino.
Cosa intendiamo invece per Trust Autentico? Il Canone 1942 ci dice che un Trust Autentico si crea quando la Divina Persona, generatasi per separazione dall’unità nel Trust Divino, concede alcuni Divini Diritti d’Uso – noti come Divinitá – alla personalità coinvolta nel Trust Autentico, ovvero l’ente concreto che ha personalità giuridica. Volendo esprimerlo in parole più semplici, quando il vostro Spirito Divino sceglie di venire su questo pianeta e si insedia in un involucro di carne, si forma un trust relativo al Divino Diritto d’Uso del vostro veicolo fisico, da parte della vostra mente, cioè la Persona Autentica, il vostro IO.
Il terzo tipo di trust di cui parliamo é il Trust Superiore, che si forma a partire dall’identificazione con il senso di appartenenza. Nel Canone 1950 diciamo che un Trust Superiore si genera quando una Persona Autentica stipula un Accordo (orig. “Agreement”, n.d.t.) sancito da un atto scritto per l’utilizzo di alcune determinate proprietà in accordo con questi Canoni e in quanto membro di una più vasta comunità.
Quindi ci sono tre forme di trust: la più importante é il Trust Divino, la seconda é il Trust Autentico e la terza é il Trust Superiore. Nessuno può sostenere l’esistenza di una forma più alta di trust. É per definizione la più perfetta forma strutturata di trust. UCADIA non può reclamare la proprietà su di essa. UCADIA é il custode della conoscenza. É il vostro Testamento sottoscritto che conferisce legittimità alla rivendicazione, è il vostro consenso che la legittima. È un fatto che né il Culto Romano né qualsiasi giovane e ambizioso imitatore moderno che arrivi a fare confusione – appropriandosi  e ripetendo tutto ciò che il Culto Romano ha fatto – abbiano alcun diritto di rivendicare il vostro corpo e le vostre proprietà. Tutto questo é già stato codificato all’interno del modello UCADIA da molti anni. Ecco perchè non dovremmo fare salti di gioia e difendere a spada tratta chiunque arrivi e faccia dichiarazioni false, o venga per mettere qualcuno in prigione e riprendersene il denaro, perché le informazioni ci sono e possiamo richiedere alle persone di prenderne conoscenza: la scelta è vostra. (…)
A quelli che hanno letto ed ascoltato, grazie. A quelli che aspirano a diventare consapevoli, grazie e buona fortuna. E a coloro che vogliono ancora rimanere in confusione o nell’ignoranza, mi dispiace. Spero che un giorno vi possiate svegliare, e fino a quel giorno spero che non trasciniate voi stessi in problemi più grossi. Grazie dell’ascolto. So che questo é un argomento tecnico, ma appassionante. Spero che leggendo la sezione sui Canoni e dando un’occhiata al blog possiate trovare informazioni utili, e che possiate continuare ad aiutare e supportare UCADIA e i suoi sforzi.
Hearthaware blog
Autore: Franck O’Collins
Fonte audio: ucadia.s3.amazonaws.com - Trascrizione originale: blog.ucadia.com
Versione italiana a cura di GiS91Lòthlaurin Santjago per Hearthaware blog
©2013 Hearthaware blog – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA

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