giovedì 4 aprile 2013


L’AUSTRALIA METTE LA CHIESA ALLA SBARRA.

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03/04/2013  – Al via nel Paese una commissione d’ inchiesta nata per punire i preti pedofili.
di  Maghdi Abo Abia -

La Bbc ci rivela che in Australia, e più precisamente nella città di Melbourne, è partita un’ inchiesta nazionale relativa ad abusi sui bambini condotti da personaggi ecclesiastici e non solo Tali abusi avrebbero coinvolto circa 5000 persone, tutte in grado di provare la violenza.
L’ AUSTRALIA ALL’ ATTACCO – Il primo ministro del paese australe Julia Gillard ha spiegato che la commissione diffonderà alcune verità ritenute estremamente “scomode”. La donna ha poi aggiunto che tale inchiesta rappresenta un momento di alta importanza morale per l’ Australia. Gli inquirenti si occuperanno di analizzare quanto successo nei gruppi religiosi, nelle organizzazioni non governative ed in quelle statali di controllo ed aiuto pubblico. Ma gli stessi inquirenti hanno reso noto che l’ attività d’ indagine si concluderà, almeno, nel 2015.

GLI ABUSI DEI PRETI – Il motivo di tale lentezza risiede nella necessità di controllare quanti più dati possibili, in relazione all’ enorme numero (circa 5000 persone) di testimoni chiamati a raccontare il loro passato, oltre ai membri delle istituzioni che potrebbero essere colpiti a vario titolo dalle denunce. L’ inchiesta venne annunciata direttamente dal primo ministro Gillard lo scorso novembre su pressione dell’ autorità giudiziaria e della polizia, i quali sostenevano come fossero stati registrati degli abusi da parte dei preti pedofili.
UN PENSIERO DEDICATO ALLE VITTIME – La commissione è poi nata dopo la rivelazione di alcuni violentatori i quali vennero spostati da una sede all’ altra del Paese senza che i loro crimini potessero essere verificati e puniti. Inoltre vi furono anche accuse rivolte ad adulti che non riuscirono a fermare tali abusi. Il primo ministro Gillard ha poi spiegato alla radio Abc che avrebbe voluto che la commissione riservasse un momento di “guarigione” rivolto ai sopravvissuti degli abusi sessuali condotti sui bambini oggi adulti “perché per troppo tempo molti di questi sopravvissuti hanno dovuto convivere con porte e menti chiuse”.
NON DOVRA’  PIU’  ACCADERE IN FUTURO – La Gillard ha poi spiegato che la sua intenzione è quella di porre le giuste basi affinché in futuro non avvengano più simili casi di violenza. “Come Paese in passato non abbiamo fatto niente per proteggere i nostri bambini. Dobbiamo capire cosa fare come nazione per proteggere i nostri bambini in futuro”. Il ministro della giustizia Peter McClellan ha spiegato che la commissione ha già chiesto collaborazione della chiesa cattolica e dell’ esercito della salvezza.
PROBLEMI DI COSTI – Secondo i critici la commissione d’ inchiesta è composta in maniera non equilibrata. Ci sarebbero sei incaricati il cui compito è quello di sentire almeno una delle vittime ogni giorno nei prossimi cinque mesi e si pensa che ognuna di questa possa aver bisogno di un’ ora per raccontare la sua storia. Ciò significa che l’ impegno della corte sarà sicuramente costoso, anche per le tasche dei cittadini australiani i quali però sembra non siano poi così disturbati dalla cosa.
LE VIOLENZE NEL PAESE – Del resto l’ allarme abusi da parte di esponenti di Santa Romana Chiesa ai danni dei bambini del paese oceanico rappresenta uno dei principali campanelli d’ allarme in Australia. Ci sono state una serie di condanne ma anche di conseguenti coperture da parte delle autorità ecclesiastiche, le quali hanno coperto per poi esplodere in rivelazioni sconvolgenti. Ad esempio la chiesa cattolica dello stato del Victoria lo scorso settembre rivelò che dagli anni ’ 30 ad oggi sono oltre 600 i bambini sessualmente abusati dai preti.
LE SCUSE DI BENEDETTO XVI – Storie simili sono arrivate anche dallo stato del Nuovo Galles del Sud dove la chiesa è stata accusata di aver “zittito” le vittime depistando le indagini della polizia, proteggendo i colpevoli, distruggendo prove e proteggendo i responsabili. Una situazione potenzialmente esplosiva, tanto che Benedetto XVI, nel corso di una sua visita pastorale nel Paese, avvenuta nel 2008, chiese scusa per le violenze perpetrate dagli ecclesiastici australiani ai danni dei bambini.

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