domenica 21 dicembre 2014

Trailer "NU GUO - In nome della madre"  di Francesca Rosati Freeman e Pio d'Emilia

Un luogo dove non esiste la violenza domestica

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I Moso, una minoranza etnica di circa 40 mila persone, vivono in vari villaggi attorno al Lago Lugu, nello Yunnan (Cina), ai piedi dell’altopiano tibetano. La loro è una società egualitaria di tipo matrilineare. E’ la dabu, cioè la donna anziana, che guida la famiglia e tutti i suoi discendenti portano il cognome materno. A raccontare questo modello “diverso” di società sono Francesca Romana Freeman, scrittrice e antropologa, e Pio d’Emilia nel documentario “NU GUO – 女國 – Nel nome della madrepresentato l’8 maggio alle 21 al Maxxi di Roma. Attraverso la loro esperienza, i due giornalisti ci raccontano di un sistema familiare non contempla il matrimonio né la convivenza. Le donne hanno a disposizione una loro camera (la camera dei fiori) dove si intrattengono con i loro partner, generalmente solo durante la notte. Non vi è alcun riconoscimento giuridico della paternità, il padre può avere con i propri figli un ruolo affettivo, senza tuttavia poter esercitare diritti o aver obblighi materiali. Il ruolo “paterno” viene invece esercitato dagli zii materni. Questo assetto socio-familiare unito alla pratica del consenso esclude ogni forma di violenza, sia domestica che “sociale”. Un messaggio forte e chiaro sull’esistenza di modelli “diversi” di società. Una sfida alla pretesa di universalità della famiglia patriarcale. Dove il femminicidio non esiste, e la parola stessa è intraducibile. Un millenario esempio di convivenza armoniosa, pacifica e priva di ogni tipo di discriminazione
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